[OT] Signore e signori: la guerra.
Moderatori: Super Zeta, AlexSmith, Pim, Moderatore1
Re: [OT] Signore e signori: la guerra.
Elogio della resa (elogio della cazzata).
Beh, che sciocchi gli inglesi che non si sono arresi a hitler, si sarebbero risparmiati i missili v2 su londra!
Che sciocchi i partigiani che attaccavano i nazisti, che poi si incazzacano e per rappresaglia ammazzavano i civili italiani.
Che sciocchi i russi che hanno resistito ai nazisti, potevano trattare la resa cosi stalingrando non veniva distrutta.
Che sciocchi Falcone e Borsellino a combattere la mafia, se si facevano i fatti loro non facevano morire se stessi e i ragazzi della loro scorta .
Che sciocchi i 300 spartani, che per per bloccare l'avanzata persiana si sono fatti sterminare come polli quamdo bastava agitare una bandierina bianca..
Devo continuare o ci siamo capiti?
Beh, che sciocchi gli inglesi che non si sono arresi a hitler, si sarebbero risparmiati i missili v2 su londra!
Che sciocchi i partigiani che attaccavano i nazisti, che poi si incazzacano e per rappresaglia ammazzavano i civili italiani.
Che sciocchi i russi che hanno resistito ai nazisti, potevano trattare la resa cosi stalingrando non veniva distrutta.
Che sciocchi Falcone e Borsellino a combattere la mafia, se si facevano i fatti loro non facevano morire se stessi e i ragazzi della loro scorta .
Che sciocchi i 300 spartani, che per per bloccare l'avanzata persiana si sono fatti sterminare come polli quamdo bastava agitare una bandierina bianca..
Devo continuare o ci siamo capiti?
I prudenti durano solo lo stretto necessario per morire tranquilli
Re: [OT] Signore e signori: la guerra.
Si ma identifichi i ruoli in modo fazioso e manicheo ,gli USA hanno pagato il Maidan ,spinto l'Ucraina alla guerra civile allargato la NATO ad est pur essendosi impegnati a NON farlo tu continua pure con le metafore scolasticheGeishaBalls ha scritto: ↑06/03/2022, 21:12Non vedo i buoni ed i cattivi, come appunto si fa all’asilo, vedo nelle situazioni chi ha le responsabilità. In questo caso la Russia, che ha prima armato separatisti del Donbas che è una regione dentro un altro Stato sovrano, che poi ha attaccato su vasta scala.dostum ha scritto: ↑06/03/2022, 15:31Mica siamo alla 5 elementare.Gli ucraini bombardavano il Donbass da mesi.GeishaBalls ha scritto: ↑06/03/2022, 14:32Qualcuno ancora pensa che Putin è buono e caro ma lo abbiamo provocato troppo. Posso capire che lo dicesse Salvini, che (credo, perché non ci sono prove) aveva un tornaconto economico a dare queste opinioni, ma ormai la maggior parte degli osservatori ha capito che c’è un disegno nazionalista ottocentesco nella visione di Putin.
Se è così, la tattica di non farlo arrabbiare mi sembra un po’ miope. Ovviamente non si può fare una guerra frontale, ma sperare di rendergli la vita difficile militarmente (mandando aiuti efficaci agli ucraini) ed economicamente con le sanzioni mi sembra siano cose da fare. Ma l’occidente da solo non può aver successo,
Qualche analista dice che questa guerra in Europa abbia dato una mazzata al globalismo, al commercio mondiale interconnesso. Se questo fosse vero la Cina si allineerebbe a chi cerca di far desistere Putin.
Geisha allora Biden è buono? Macron e Boris Johnson sono buoni? L'Ucraina indipendente è una invenzione di Ludendorff,In quanto a rendere la vita difficile lo facciamo soprattutto a noi stessi col prezzo del gas e del petrolio
https://www.ilfattoquotidiano.it/2022/0 ... o/6503219/
Ah i cinesi
https://www.ansa.it/sito/notizie/topnew ... f228b.html
C’è un aggressore e un aggredito, e qui si fanno disquisizioni che il bullo ha però qualche ragione a menare i ragazzi più piccoli che non vogliono dargli la merendina. Domandarsi se sono buoni Johnson o Macron mi sembra davvero fuori dal tempo, fuori contesto

Ah vediamo chi è il bullo (questi dati sono del 2014 gli USA sono ulteriormente aumentati nel frattempo)
Spesa militare americana 663.255.000.00$
Spesa militare russa 61.000.000.000
MEGLIO LICANTROPI CHE FILANTROPI
Baalkaan hai la machina targata Sassari?
VE LA MERITATE GEGGIA
Baalkaan hai la machina targata Sassari?
VE LA MERITATE GEGGIA
- Tasman
- Storico dell'impulso
- Messaggi: 13016
- Iscritto il: 19/01/2009, 18:57
- Località: milano
- Contatta:
Re: [OT] Signore e signori: la guerra.
Nel "gladiatore " di Ridley Scott,un comandante chiedeva prima della battaglia al generale Massimo perché un popolo non capisce di essere già vinto,e quindi non posa le armi,la risposta di Massimo è lapidaria,tu lo capiresti..io lo capirei..?tetsuya31 ha scritto: ↑07/03/2022, 0:56Elogio della resa (elogio della cazzata).
Beh, che sciocchi gli inglesi che non si sono arresi a hitler, si sarebbero risparmiati i missili v2 su londra!
Che sciocchi i partigiani che attaccavano i nazisti, che poi si incazzacano e per rappresaglia ammazzavano i civili italiani.
Che sciocchi i russi che hanno resistito ai nazisti, potevano trattare la resa cosi stalingrando non veniva distrutta.
Che sciocchi Falcone e Borsellino a combattere la mafia, se si facevano i fatti loro non facevano morire se stessi e i ragazzi della loro scorta .
Che sciocchi i 300 spartani, che per per bloccare l'avanzata persiana si sono fatti sterminare come polli quamdo bastava agitare una bandierina bianca..
Devo continuare o ci siamo capiti?
In questa metafora si colloca il pensiero di molti,ma nello specifico,l Ucraina aveva la possibilità di dichiararsi neutrale,prendere tempo ,cosi da evitare immani sofferenze. Poi discutere di quanto sia immorale questo dictat della Russia,si poteva e si doveva fare,ma sfidare la Russia, con l'illusione di poter diventare europei, mi pare una cazzata galattica,questo non lo dico io,i fatti lo dimostrano.
Ora fare previsioni diventa difficile, di sicuro Putin non si tira indietro,Kiev verrà occupata,con tutte le prevedibili conseguenze.
♫E penso..quanti affanni abbiamo tutti i giorni,e che fatica la serenità. ♪
Fabio Concato.
Fabio Concato.
- SoTTO di nove
- Storico dell'impulso
- Messaggi: 31110
- Iscritto il: 11/08/2011, 1:05
Re: [OT] Signore e signori: la guerra.
Ognuno sceglie il proprio destino certo. Chi siamo noi per decidere cosa sia meglio fare.tetsuya31 ha scritto: ↑07/03/2022, 0:56Elogio della resa (elogio della cazzata).
Beh, che sciocchi gli inglesi che non si sono arresi a hitler, si sarebbero risparmiati i missili v2 su londra!
Che sciocchi i partigiani che attaccavano i nazisti, che poi si incazzacano e per rappresaglia ammazzavano i civili italiani.
Che sciocchi i russi che hanno resistito ai nazisti, potevano trattare la resa cosi stalingrando non veniva distrutta.
Che sciocchi Falcone e Borsellino a combattere la mafia, se si facevano i fatti loro non facevano morire se stessi e i ragazzi della loro scorta .
Che sciocchi i 300 spartani, che per per bloccare l'avanzata persiana si sono fatti sterminare come polli quamdo bastava agitare una bandierina bianca..
Devo continuare o ci siamo capiti?
Ma non farmi un elenco buttato li mischiando capre e cavoli come se arrendersi sia una opzione fuori dal mondo.
Fai l'esempio inglese ma dimentichi che la Francia si arrese dopo pochi giorni, le nazioni più piccole nemmeno imbracciarono le armi, anche gli stessi inglesi se falliva la ritirata di Dunkerque probabilmente avrebbero alzato bandiera bianca.
e il Giappone appena ha visto la superiorità USA ha firmato una resa. Il Giappone, la patria dei kamikaze.
Tutti gli altri esempi che fai (a parte i partigiani che non ci azzeccano nulla) sono popoli che sapevano di poter resistere (prima dell'avvento dell'atomica).
Insomma la parola resa non è stata inventata per gli Ucraini, è sempre stata parte integrante dei conflitti.
Io posso concordare con Canella che dice che per arrivare ai negoziati dobbiamo far vedere ai russi che non hanno la mano migliore.
Il problema è che le nostre opzioni avranno magari un impatto sul lungo periodo (dato che escludiamo un intervento diretto) mentre la Russia ha ancora diverse opzioni ben più terribili per sedersi ad un tavolo da vincitore. (tipo una bomba sporca in una città nell'Ucraina dell'ovest)
Per me più passano i giorni e più dovranno cedere pezzi di territorio. Questo è quanto. Verrò smentito da una improbabile ritirata russa senza colpo ferire? Bene. Ma anche qui di cosa stiamo parlando, di giorni mesi o anni di bombardamenti?
Li chiameremo spartani, spartani in una cassa però.
Se per te l'opzione è solo questa perchè nel tuo vocabolario non esiste la parola Resa alzo io le mani con te.
Dòni, sa tirìa e cul indrìa, la capela la'n va avantei / Donne, se tirate il culo indietro, la cappella non va avanti. BITLIS
Quando la fatica supera il gusto e ora di lasciar perdere la Patacca e attaccarsi al lambrusco. Giacobazzi
Quando la fatica supera il gusto e ora di lasciar perdere la Patacca e attaccarsi al lambrusco. Giacobazzi
- Drogato_ di_porno
- Storico dell'impulso
- Messaggi: 77452
- Iscritto il: 20/06/2002, 2:00
Re: [OT] Signore e signori: la guerra.
le sanzioni continuano ad avere questa immensa voragine al loro interno
Agli Yankee non frega un caxxo perchè tanto loro sono un paese estrattore, anzi ci guadagnerebbero a vendere gas e petrolio agli europei
e così Von Der Leyen e soci fanno i democristiani, Von Der Leyen "declina" la risposta
Agli Yankee non frega un caxxo perchè tanto loro sono un paese estrattore, anzi ci guadagnerebbero a vendere gas e petrolio agli europei
e così Von Der Leyen e soci fanno i democristiani, Von Der Leyen "declina" la risposta
Cresce la pressione degli Stati Uniti sulla Russia. Il segretario di Stato americano Antony Blinken ha proposto di varare, insieme all’Europa, un bando formale all’importazione e alla vendita di petrolio russo. Per ora l’Europa è cauta sul punto. Ieri, Ursula von der Leyen ha declinato di dire in una intervista alla Cnn se Bruxelles vieterà l’import di gas e petrolio russo. La ministra degli Esteri tedesca Annalena Baerbock e il suo collega alle Finanze, Christian Lindner, si sono invece detti esplicitamente contrari ieri a un divieto delle importazioni di gas, petrolio e carbone dalla Russia nell’ambito di nuove sanzioni legate all’invasione dell’Ucraina.
non so niente, non mi importa niente, non mi occupo di niente, non credo niente e non voglio niente
- Drogato_ di_porno
- Storico dell'impulso
- Messaggi: 77452
- Iscritto il: 20/06/2002, 2:00
Re: [OT] Signore e signori: la guerra.
stazione di Kharkiv
non so niente, non mi importa niente, non mi occupo di niente, non credo niente e non voglio niente
- Drogato_ di_porno
- Storico dell'impulso
- Messaggi: 77452
- Iscritto il: 20/06/2002, 2:00
Re: [OT] Signore e signori: la guerra.
questa è tosta
[Scopri]Spoiler
non so niente, non mi importa niente, non mi occupo di niente, non credo niente e non voglio niente
Re: [OT] Signore e signori: la guerra.
quest ' analisi ha il merito di chiarire il quadro in cui ci si muove
La campagna è iniziata come un’operazione shock and awe («colpisci e terrorizza»): bombardamenti contro installazioni militari condotti usando missili da crociera e balistici; conquista dello spazio aereo; inserzione di squadre di truppe speciali e unità eliportate per assumere il controllo di aeroporti e altri obiettivi strategici; penetrazione più «convenzionale» di gruppi di combattimento tattici motorizzati per chiudere la morsa attorno alla capitale. Nei piani e nelle speranze di Putin tale offensiva – che ha colto di sorpresa non soltanto gli analisti occidentali, ma il popolo e i militari ucraini – avrebbe dovuto condurre nel giro di 48 ore a due risultati politicamente decisivi: la fuga del presidente Zelensky dal Paese, o almeno dalla capitale, e il conseguente rapido sfaldarsi dell’esercito regolare ucraino prima che la popolazione avesse la possibilità di organizzare la resistenza armata. Nessuna delle due cose è accaduta. Zelensky è diventato un eroe nazionale, sfidando apertamente i russi che gli davano la caccia, e i reparti ucraini hanno combattuto e combattono tenacemente. Il primo sintomo di apprensione, da parte del Cremlino, è stato l’appello ai militari di Kiev (venerdì 25 febbraio) perché prendessero il potere: prematuro e ignorato, ha reso evidente il fallimento del «piano A» russo, ovvero di quella che lo stesso Putin aveva definito un’operazione speciale, rapida e nelle sue intenzioni quasi indolore, destinata a rovesciare il governo ucraino.
Chi inizia una guerra lo fa per ristabilire la pace in una forma che ritiene più conveniente ai propri interessi. La pace che Putin immagina di poter imporre è dunque l’obiettivo a lungo termine dell’offensiva iniziata il 24 febbraio
L’entusiasmo che si è presto diffuso in Occidente per le difficoltà incontrate dagli invasori si è rivelato tuttavia prematuro, almeno dal punto di vista militare. I russi avevano ovviamente un «piano B», più convenzionale, e lo stanno tuttora mettendo in atto con metodica efficacia. Per il modo in cui si sta disegnando sul terreno l’offensiva, i suoi obiettivi immediati sembrano essere ormai chiari: 1. circondare e stringere d’assedio Kiev; 2. occupare l’intera fascia costiera del mar Nero e del mar d’Azov; 3. avanzare da Nord e da Sud lungo il corso del Dnepr, circondando il grosso delle forze ucraine ancora impegnate nell’Est del Paese. Questo potrebbe essere l’end state strategico dell’offensiva, sulla base del quale Putin sarà verosimilmente disposto a intavolare veri negoziati di pace.
Chi inizia una guerra lo fa per ristabilire la pace in una forma che ritiene più conveniente ai propri interessi. La pace che Putin immagina di poter imporre è dunque l’obiettivo a lungo termine dell’offensiva iniziata il 24 febbraio. Non l’occupazione dell’intero Paese, probabilmente – che comporterebbe un impegno militare troppo gravoso persino per la Russia – ma la creazione di una sorta di «Ucraina di Vichy», simile all’assetto imposto alla Francia sconfitta dai tedeschi nel 1940. Allora la Germania decise di mantenere sotto il proprio diretto controllo la capitale e l’intera costa atlantica, di ovvia importanza strategica; adesso Putin potrebbe creare una sorta di protettorato russo (non importa se formalmente indipendente o soltanto autonomo) che vada da Odessa a Mariupol, isolando l’Ucraina dal mare, e contemporaneamente favorire a Kiev la formazione di un governo amico. Trovare un personaggio adatto per guidarlo potrebbe non essere facile, ma alla fine salta sempre fuori qualcuno che si presta al gioco degli invasori. Si possono comunque prevedere fin d’ora due ostacoli: in primo luogo, la popolazione non sembra disposta ad accettare senza resistere un regime imposto da Mosca, quali che siano gli accorgimenti messi in atto per renderlo presentabile; in secondo luogo, l’Ucraina «collaborazionista» difficilmente potrebbe ottenere il riconoscimento della comunità internazionale, e dunque resterebbe tagliata fuori dai flussi finanziari e commerciali e finirebbe per dover essere mantenuta in vita dalla Russia.
Vista la determinazione nel proseguire l’offensiva, difficile che Putin possa accontentarsi di qualcosa di meno una volta raggiunti gli obiettivi militari descritti. Ormai si è messo in una situazione che ha un’unica via di uscita: un ritorno alle posizioni di partenza, rappresenterebbe una sconfitta dalle conseguenze per lui imprevedibili. Ma il successo che intravede al termine delle operazioni militari non sarà la fine della storia. Anche nella migliore delle ipotesi per la Russia, ovvero che il governo amico insediato a Kiev non venga rovesciato nel giro di pochi mesi da una rivolta simile a quella del 2014, per mantenerlo in grado di resistere all’opposizione popolare Mosca si troverebbe nella situazione di dover spendere blood and treasure in quantità difficilmente sostenibili. Putin lo ha previsto? Oppure ha sottovalutato questo aspetto, e ha finito per credere alla propria visione alterata della storia, convincendosi che gli ucraini non possiedano un’anima politica, un orgoglio, una volontà di indipendenza tanto forti da sopportare gli enormi sacrifici sempre imposti da una lotta armata?
La nuova guerra europea rischia di restare per anni una ferita aperta: che non soltanto dissanguerà la Russia, ma determinerà cambiamenti profondi nell’assetto geopolitico, economico e militare del continente e del mondo intero
Difficile dirlo. Ma di una cosa possiamo essere certi: la resistenza ucraina, in un arco di tempo sufficiente, ha ottime possibilità di abbattere l’orso russo, così come è accaduto negli anni Ottanta del XX secolo in Afghanistan. Per avere successo, la guerriglia ha bisogno di due condizioni fondamentali, ovvero un ampio orizzonte geografico e un solido appoggio esterno. Il primo non manca: l’Ucraina è grande più di 600.000 km 2, due volte l’Italia, e per controllarla in maniera efficace sarebbero necessarie centinaia di migliaia di uomini; ancora più decisiva, in prospettiva, è la certezza di poter contare sul sostegno economico e militare dell’Occidente. I mujahidin afgani riuscirono a sconfiggere i sovietici grazie all’esistenza di una estesa frontiera con il Pakistan, Paese amico, attraverso la quale potevano ricevere ogni tipo di aiuti, e oltre la quale potevano ripiegare indisturbati in caso di difficoltà. L’Ucraina è in una situazione analoga: confina infatti con quattro Paesi della Nato (Polonia, Slovacchia, Ungheria, Romania) che sono già diventati basi logistiche di smistamento di armi e materiali, e ultima stazione di transito per i volontari che si recano a combattere contro i russi.
Tutti gli ucraini con cui ho parlato, o che ho avuto occasione di ascoltare, si sono dichiarati determinati a combattere per la libertà della loro patria. La guerra semplifica brutalmente la percezione del mondo: anche chi non apprezzava il governo di Zelensky, o condivideva - almeno in parte - le apprensioni di Mosca per l’equilibrio in Europa, mostrandosi contrario alla richiesta di adesione alla Nato da parte di Kiev, è oggi convinto di dover prendere le armi. L’impressione è che Vladimir Putin abbia commesso un tragico sbaglio, non prendendo in considerazione la possibilità di un prolungamento del conflitto anche dopo un’eventuale pace «vittoriosa». La nuova guerra europea rischia di restare per anni una ferita aperta: che non soltanto dissanguerà la Russia, ma determinerà cambiamenti profondi nell’assetto geopolitico, economico e militare del continente e del mondo intero.
G. Breccia
Rivista il Mulino 2021 Riproduzione riservata
La campagna è iniziata come un’operazione shock and awe («colpisci e terrorizza»): bombardamenti contro installazioni militari condotti usando missili da crociera e balistici; conquista dello spazio aereo; inserzione di squadre di truppe speciali e unità eliportate per assumere il controllo di aeroporti e altri obiettivi strategici; penetrazione più «convenzionale» di gruppi di combattimento tattici motorizzati per chiudere la morsa attorno alla capitale. Nei piani e nelle speranze di Putin tale offensiva – che ha colto di sorpresa non soltanto gli analisti occidentali, ma il popolo e i militari ucraini – avrebbe dovuto condurre nel giro di 48 ore a due risultati politicamente decisivi: la fuga del presidente Zelensky dal Paese, o almeno dalla capitale, e il conseguente rapido sfaldarsi dell’esercito regolare ucraino prima che la popolazione avesse la possibilità di organizzare la resistenza armata. Nessuna delle due cose è accaduta. Zelensky è diventato un eroe nazionale, sfidando apertamente i russi che gli davano la caccia, e i reparti ucraini hanno combattuto e combattono tenacemente. Il primo sintomo di apprensione, da parte del Cremlino, è stato l’appello ai militari di Kiev (venerdì 25 febbraio) perché prendessero il potere: prematuro e ignorato, ha reso evidente il fallimento del «piano A» russo, ovvero di quella che lo stesso Putin aveva definito un’operazione speciale, rapida e nelle sue intenzioni quasi indolore, destinata a rovesciare il governo ucraino.
Chi inizia una guerra lo fa per ristabilire la pace in una forma che ritiene più conveniente ai propri interessi. La pace che Putin immagina di poter imporre è dunque l’obiettivo a lungo termine dell’offensiva iniziata il 24 febbraio
L’entusiasmo che si è presto diffuso in Occidente per le difficoltà incontrate dagli invasori si è rivelato tuttavia prematuro, almeno dal punto di vista militare. I russi avevano ovviamente un «piano B», più convenzionale, e lo stanno tuttora mettendo in atto con metodica efficacia. Per il modo in cui si sta disegnando sul terreno l’offensiva, i suoi obiettivi immediati sembrano essere ormai chiari: 1. circondare e stringere d’assedio Kiev; 2. occupare l’intera fascia costiera del mar Nero e del mar d’Azov; 3. avanzare da Nord e da Sud lungo il corso del Dnepr, circondando il grosso delle forze ucraine ancora impegnate nell’Est del Paese. Questo potrebbe essere l’end state strategico dell’offensiva, sulla base del quale Putin sarà verosimilmente disposto a intavolare veri negoziati di pace.
Chi inizia una guerra lo fa per ristabilire la pace in una forma che ritiene più conveniente ai propri interessi. La pace che Putin immagina di poter imporre è dunque l’obiettivo a lungo termine dell’offensiva iniziata il 24 febbraio. Non l’occupazione dell’intero Paese, probabilmente – che comporterebbe un impegno militare troppo gravoso persino per la Russia – ma la creazione di una sorta di «Ucraina di Vichy», simile all’assetto imposto alla Francia sconfitta dai tedeschi nel 1940. Allora la Germania decise di mantenere sotto il proprio diretto controllo la capitale e l’intera costa atlantica, di ovvia importanza strategica; adesso Putin potrebbe creare una sorta di protettorato russo (non importa se formalmente indipendente o soltanto autonomo) che vada da Odessa a Mariupol, isolando l’Ucraina dal mare, e contemporaneamente favorire a Kiev la formazione di un governo amico. Trovare un personaggio adatto per guidarlo potrebbe non essere facile, ma alla fine salta sempre fuori qualcuno che si presta al gioco degli invasori. Si possono comunque prevedere fin d’ora due ostacoli: in primo luogo, la popolazione non sembra disposta ad accettare senza resistere un regime imposto da Mosca, quali che siano gli accorgimenti messi in atto per renderlo presentabile; in secondo luogo, l’Ucraina «collaborazionista» difficilmente potrebbe ottenere il riconoscimento della comunità internazionale, e dunque resterebbe tagliata fuori dai flussi finanziari e commerciali e finirebbe per dover essere mantenuta in vita dalla Russia.
Vista la determinazione nel proseguire l’offensiva, difficile che Putin possa accontentarsi di qualcosa di meno una volta raggiunti gli obiettivi militari descritti. Ormai si è messo in una situazione che ha un’unica via di uscita: un ritorno alle posizioni di partenza, rappresenterebbe una sconfitta dalle conseguenze per lui imprevedibili. Ma il successo che intravede al termine delle operazioni militari non sarà la fine della storia. Anche nella migliore delle ipotesi per la Russia, ovvero che il governo amico insediato a Kiev non venga rovesciato nel giro di pochi mesi da una rivolta simile a quella del 2014, per mantenerlo in grado di resistere all’opposizione popolare Mosca si troverebbe nella situazione di dover spendere blood and treasure in quantità difficilmente sostenibili. Putin lo ha previsto? Oppure ha sottovalutato questo aspetto, e ha finito per credere alla propria visione alterata della storia, convincendosi che gli ucraini non possiedano un’anima politica, un orgoglio, una volontà di indipendenza tanto forti da sopportare gli enormi sacrifici sempre imposti da una lotta armata?
La nuova guerra europea rischia di restare per anni una ferita aperta: che non soltanto dissanguerà la Russia, ma determinerà cambiamenti profondi nell’assetto geopolitico, economico e militare del continente e del mondo intero
Difficile dirlo. Ma di una cosa possiamo essere certi: la resistenza ucraina, in un arco di tempo sufficiente, ha ottime possibilità di abbattere l’orso russo, così come è accaduto negli anni Ottanta del XX secolo in Afghanistan. Per avere successo, la guerriglia ha bisogno di due condizioni fondamentali, ovvero un ampio orizzonte geografico e un solido appoggio esterno. Il primo non manca: l’Ucraina è grande più di 600.000 km 2, due volte l’Italia, e per controllarla in maniera efficace sarebbero necessarie centinaia di migliaia di uomini; ancora più decisiva, in prospettiva, è la certezza di poter contare sul sostegno economico e militare dell’Occidente. I mujahidin afgani riuscirono a sconfiggere i sovietici grazie all’esistenza di una estesa frontiera con il Pakistan, Paese amico, attraverso la quale potevano ricevere ogni tipo di aiuti, e oltre la quale potevano ripiegare indisturbati in caso di difficoltà. L’Ucraina è in una situazione analoga: confina infatti con quattro Paesi della Nato (Polonia, Slovacchia, Ungheria, Romania) che sono già diventati basi logistiche di smistamento di armi e materiali, e ultima stazione di transito per i volontari che si recano a combattere contro i russi.
Tutti gli ucraini con cui ho parlato, o che ho avuto occasione di ascoltare, si sono dichiarati determinati a combattere per la libertà della loro patria. La guerra semplifica brutalmente la percezione del mondo: anche chi non apprezzava il governo di Zelensky, o condivideva - almeno in parte - le apprensioni di Mosca per l’equilibrio in Europa, mostrandosi contrario alla richiesta di adesione alla Nato da parte di Kiev, è oggi convinto di dover prendere le armi. L’impressione è che Vladimir Putin abbia commesso un tragico sbaglio, non prendendo in considerazione la possibilità di un prolungamento del conflitto anche dopo un’eventuale pace «vittoriosa». La nuova guerra europea rischia di restare per anni una ferita aperta: che non soltanto dissanguerà la Russia, ma determinerà cambiamenti profondi nell’assetto geopolitico, economico e militare del continente e del mondo intero.
G. Breccia
Rivista il Mulino 2021 Riproduzione riservata
- Salieri D'Amato
- Storico dell'impulso
- Messaggi: 24759
- Iscritto il: 17/12/2013, 11:34
Re: [OT] Signore e signori: la guerra.
Comunque quì si da sempre del comico al presidente ucraino, che, al netto di tutto il pregresso, ha dimostrato di avere palle e ha ridato un senso alla loro unità nazionale. Tutto sommato, se guardo in casa nostra, vedo molti più comici da noi, immagino a parti invertite che fughe o siparietti.
La via più breve tra due cuori è il pene
- Enrico Pallazzo
- Impulsi superiori
- Messaggi: 2298
- Iscritto il: 02/06/2008, 14:31
- Località: dalla mezzaluna fertile
Re: [OT] Signore e signori: la guerra.
mah, assassinare il Presidente di una nazione non mi sembra una grande idea.Drogato_ di_porno ha scritto: ↑07/03/2022, 0:27
è la tesi di Padellaro che però non mi convince, sono più d'accordo con Caracciolo
Drogato, tu che mi citi Fabbri, hai notato un cambiamento da quando ha lasciato Limes per LA7? Ora è molto più "allineato" al pensiero unico occidentale, un paio di giorni fa parlava di guerra lampo russa andata a male quando molti altri "esperti" hanno escluso totalmente questa ipotesi...
è sempre amore!
- Floppy Disk
- Storico dell'impulso
- Messaggi: 6159
- Iscritto il: 17/11/2020, 14:16
- Località: Windows XP
Re: [OT] Signore e signori: la guerra.
Ottimo estratto, grazie di averlo condiviso.gaston ha scritto: ↑07/03/2022, 11:50[Scopri]Spoilerquest ' analisi ha il merito di chiarire il quadro in cui ci si muove
La campagna è iniziata come un’operazione shock and awe («colpisci e terrorizza»): bombardamenti contro installazioni militari condotti usando missili da crociera e balistici; conquista dello spazio aereo; inserzione di squadre di truppe speciali e unità eliportate per assumere il controllo di aeroporti e altri obiettivi strategici; penetrazione più «convenzionale» di gruppi di combattimento tattici motorizzati per chiudere la morsa attorno alla capitale. Nei piani e nelle speranze di Putin tale offensiva – che ha colto di sorpresa non soltanto gli analisti occidentali, ma il popolo e i militari ucraini – avrebbe dovuto condurre nel giro di 48 ore a due risultati politicamente decisivi: la fuga del presidente Zelensky dal Paese, o almeno dalla capitale, e il conseguente rapido sfaldarsi dell’esercito regolare ucraino prima che la popolazione avesse la possibilità di organizzare la resistenza armata. Nessuna delle due cose è accaduta. Zelensky è diventato un eroe nazionale, sfidando apertamente i russi che gli davano la caccia, e i reparti ucraini hanno combattuto e combattono tenacemente. Il primo sintomo di apprensione, da parte del Cremlino, è stato l’appello ai militari di Kiev (venerdì 25 febbraio) perché prendessero il potere: prematuro e ignorato, ha reso evidente il fallimento del «piano A» russo, ovvero di quella che lo stesso Putin aveva definito un’operazione speciale, rapida e nelle sue intenzioni quasi indolore, destinata a rovesciare il governo ucraino.
Chi inizia una guerra lo fa per ristabilire la pace in una forma che ritiene più conveniente ai propri interessi. La pace che Putin immagina di poter imporre è dunque l’obiettivo a lungo termine dell’offensiva iniziata il 24 febbraio
L’entusiasmo che si è presto diffuso in Occidente per le difficoltà incontrate dagli invasori si è rivelato tuttavia prematuro, almeno dal punto di vista militare. I russi avevano ovviamente un «piano B», più convenzionale, e lo stanno tuttora mettendo in atto con metodica efficacia. Per il modo in cui si sta disegnando sul terreno l’offensiva, i suoi obiettivi immediati sembrano essere ormai chiari: 1. circondare e stringere d’assedio Kiev; 2. occupare l’intera fascia costiera del mar Nero e del mar d’Azov; 3. avanzare da Nord e da Sud lungo il corso del Dnepr, circondando il grosso delle forze ucraine ancora impegnate nell’Est del Paese. Questo potrebbe essere l’end state strategico dell’offensiva, sulla base del quale Putin sarà verosimilmente disposto a intavolare veri negoziati di pace.
Chi inizia una guerra lo fa per ristabilire la pace in una forma che ritiene più conveniente ai propri interessi. La pace che Putin immagina di poter imporre è dunque l’obiettivo a lungo termine dell’offensiva iniziata il 24 febbraio. Non l’occupazione dell’intero Paese, probabilmente – che comporterebbe un impegno militare troppo gravoso persino per la Russia – ma la creazione di una sorta di «Ucraina di Vichy», simile all’assetto imposto alla Francia sconfitta dai tedeschi nel 1940. Allora la Germania decise di mantenere sotto il proprio diretto controllo la capitale e l’intera costa atlantica, di ovvia importanza strategica; adesso Putin potrebbe creare una sorta di protettorato russo (non importa se formalmente indipendente o soltanto autonomo) che vada da Odessa a Mariupol, isolando l’Ucraina dal mare, e contemporaneamente favorire a Kiev la formazione di un governo amico. Trovare un personaggio adatto per guidarlo potrebbe non essere facile, ma alla fine salta sempre fuori qualcuno che si presta al gioco degli invasori. Si possono comunque prevedere fin d’ora due ostacoli: in primo luogo, la popolazione non sembra disposta ad accettare senza resistere un regime imposto da Mosca, quali che siano gli accorgimenti messi in atto per renderlo presentabile; in secondo luogo, l’Ucraina «collaborazionista» difficilmente potrebbe ottenere il riconoscimento della comunità internazionale, e dunque resterebbe tagliata fuori dai flussi finanziari e commerciali e finirebbe per dover essere mantenuta in vita dalla Russia.
Vista la determinazione nel proseguire l’offensiva, difficile che Putin possa accontentarsi di qualcosa di meno una volta raggiunti gli obiettivi militari descritti. Ormai si è messo in una situazione che ha un’unica via di uscita: un ritorno alle posizioni di partenza, rappresenterebbe una sconfitta dalle conseguenze per lui imprevedibili. Ma il successo che intravede al termine delle operazioni militari non sarà la fine della storia. Anche nella migliore delle ipotesi per la Russia, ovvero che il governo amico insediato a Kiev non venga rovesciato nel giro di pochi mesi da una rivolta simile a quella del 2014, per mantenerlo in grado di resistere all’opposizione popolare Mosca si troverebbe nella situazione di dover spendere blood and treasure in quantità difficilmente sostenibili. Putin lo ha previsto? Oppure ha sottovalutato questo aspetto, e ha finito per credere alla propria visione alterata della storia, convincendosi che gli ucraini non possiedano un’anima politica, un orgoglio, una volontà di indipendenza tanto forti da sopportare gli enormi sacrifici sempre imposti da una lotta armata?
La nuova guerra europea rischia di restare per anni una ferita aperta: che non soltanto dissanguerà la Russia, ma determinerà cambiamenti profondi nell’assetto geopolitico, economico e militare del continente e del mondo intero
Difficile dirlo. Ma di una cosa possiamo essere certi: la resistenza ucraina, in un arco di tempo sufficiente, ha ottime possibilità di abbattere l’orso russo, così come è accaduto negli anni Ottanta del XX secolo in Afghanistan. Per avere successo, la guerriglia ha bisogno di due condizioni fondamentali, ovvero un ampio orizzonte geografico e un solido appoggio esterno. Il primo non manca: l’Ucraina è grande più di 600.000 km 2, due volte l’Italia, e per controllarla in maniera efficace sarebbero necessarie centinaia di migliaia di uomini; ancora più decisiva, in prospettiva, è la certezza di poter contare sul sostegno economico e militare dell’Occidente. I mujahidin afgani riuscirono a sconfiggere i sovietici grazie all’esistenza di una estesa frontiera con il Pakistan, Paese amico, attraverso la quale potevano ricevere ogni tipo di aiuti, e oltre la quale potevano ripiegare indisturbati in caso di difficoltà. L’Ucraina è in una situazione analoga: confina infatti con quattro Paesi della Nato (Polonia, Slovacchia, Ungheria, Romania) che sono già diventati basi logistiche di smistamento di armi e materiali, e ultima stazione di transito per i volontari che si recano a combattere contro i russi.
Tutti gli ucraini con cui ho parlato, o che ho avuto occasione di ascoltare, si sono dichiarati determinati a combattere per la libertà della loro patria. La guerra semplifica brutalmente la percezione del mondo: anche chi non apprezzava il governo di Zelensky, o condivideva - almeno in parte - le apprensioni di Mosca per l’equilibrio in Europa, mostrandosi contrario alla richiesta di adesione alla Nato da parte di Kiev, è oggi convinto di dover prendere le armi. L’impressione è che Vladimir Putin abbia commesso un tragico sbaglio, non prendendo in considerazione la possibilità di un prolungamento del conflitto anche dopo un’eventuale pace «vittoriosa». La nuova guerra europea rischia di restare per anni una ferita aperta: che non soltanto dissanguerà la Russia, ma determinerà cambiamenti profondi nell’assetto geopolitico, economico e militare del continente e del mondo intero.
G. Breccia
Rivista il Mulino 2021 Riproduzione riservata
I'm a humanist. Maybe the last humanist.
In the long run we are all dead.
In the long run we are all dead.
Re: [OT] Signore e signori: la guerra.
beh Salieri è questo il fulcro della nostra infinita crisi politica
per chiarire meglio lo stato italiano è collassato con l'otto settembre, quando il re, la corte, lo stato maggiore dell ' esercito scapparono a brindisi lasciando Roma e il centro nord in mano tedesche, senza centri di comando l'esercito si dissolse in pochi giorni e i tedeschi dilagarono facendoci vivere 2 anni di distruzioni.
Vedi il film tutti a casa di Comencini
Per dare la misura della meschinità, dell'indegnità della nostra classe dirigente, delle nostre èlites , basta ricordare che il gran maresciallo d'italia badoglio non ebbe neanche il coraggio di andare all'Eiar , alla radio , ad annunciare l' armistizio, mandò un disco registrato , mentre lui si dava a gambe levate verso Brindisi
Gli ucraini sono stati più fortunati
Da lì viene il nostro disprezzo per la classe dirigente, noi siamo stati traditi da chi aveva i privilegi, le responsabilità ed era stato letteralmente allevato per governare
all'epoca vi era la monarchia in Italia
per chiarire meglio lo stato italiano è collassato con l'otto settembre, quando il re, la corte, lo stato maggiore dell ' esercito scapparono a brindisi lasciando Roma e il centro nord in mano tedesche, senza centri di comando l'esercito si dissolse in pochi giorni e i tedeschi dilagarono facendoci vivere 2 anni di distruzioni.
Vedi il film tutti a casa di Comencini
Per dare la misura della meschinità, dell'indegnità della nostra classe dirigente, delle nostre èlites , basta ricordare che il gran maresciallo d'italia badoglio non ebbe neanche il coraggio di andare all'Eiar , alla radio , ad annunciare l' armistizio, mandò un disco registrato , mentre lui si dava a gambe levate verso Brindisi
Gli ucraini sono stati più fortunati
Da lì viene il nostro disprezzo per la classe dirigente, noi siamo stati traditi da chi aveva i privilegi, le responsabilità ed era stato letteralmente allevato per governare
all'epoca vi era la monarchia in Italia
Ultima modifica di gaston il 07/03/2022, 12:39, modificato 1 volta in totale.
- Drogato_ di_porno
- Storico dell'impulso
- Messaggi: 77452
- Iscritto il: 20/06/2002, 2:00
Re: [OT] Signore e signori: la guerra.
ovvio, è entrato nel "salottino buono"Enrico Pallazzo ha scritto: ↑07/03/2022, 12:15Drogato, tu che mi citi Fabbri, hai notato un cambiamento da quando ha lasciato Limes per LA7? Ora è molto più "allineato" al pensiero unico occidentale, un paio di giorni fa parlava di guerra lampo russa andata a male quando molti altri "esperti" hanno escluso totalmente questa ipotesi...
non so niente, non mi importa niente, non mi occupo di niente, non credo niente e non voglio niente
- Salieri D'Amato
- Storico dell'impulso
- Messaggi: 24759
- Iscritto il: 17/12/2013, 11:34
Re: [OT] Signore e signori: la guerra.
Mi limitavo al presente, senza andare a cercare ricorsi storici. Che come dici, da sempre (diciamo l'ultimo secolo) ci caratterizziamo per quelli che come vedono la mala parata, battono in ignominosa ritirata, "grande" duce compreso. Anzi, da ben prima, se penso al detto "Franza o Spagna, purchè se magna"gaston ha scritto: ↑07/03/2022, 12:29beh Salieri è questo il fulcro della nostra infinita crisi politica
per chiarire meglio lo stato italiano è collassato con l'otto settembre, quando il re, la corte, lo stato maggiore dell ' esercito scapparono a brindisi lasciando Roma e il centro nord in mano tedesche, senza centri di comando l'esercito si dissolse in pochi giorni e i tedeschi dilagarono facendoci vivere 2 anni di distruzioni.
Vedi il film tutti a casa di Comencini
Per dare la misura della meschinità della nostra classe dirigente, delle nostre èlites , basta ricordare che il gran maresciallo d'italia badoglio non ebbe neanche il coraggio di andare all'Eiar , alla radio , ad annunciare l' armistizio, mandò un disco registrato , mentre lui si dava a gambe levate verso Brindisi
Gli ucraini sono stati più fortunati
Da lì viene il nostro disprezzo per la classe dirigente, noi siamo stati traditi da chi aveva i privilegi, le responsabilità ed era stato letteralmente allevato per governare
all'epoca vi era la monarchia in Italia
La via più breve tra due cuori è il pene
- Enrico Pallazzo
- Impulsi superiori
- Messaggi: 2298
- Iscritto il: 02/06/2008, 14:31
- Località: dalla mezzaluna fertile
Re: [OT] Signore e signori: la guerra.
l'Ucraina rifiuta i corridoi umanitari verso Bielorussia e Russia
Mi fa male vedere come la povera gente è ostaggio politico
www.ansa.it/sito/notizie/mondo/2022/03/ ... 68076.html
Mi fa male vedere come la povera gente è ostaggio politico
www.ansa.it/sito/notizie/mondo/2022/03/ ... 68076.html
è sempre amore!