[O.T.] Devo entrare in analisi?

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Juan Burrasca
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Re: [O.T.] Devo entrare in analisi?

#2581 Messaggio da Juan Burrasca »

balkan wolf ha scritto:
09/06/2022, 7:52
So che è incredibile juan ma ho avuto un comportamentista che usava il bdsm come terapia. Sono arrivato alle frustate poi ho finito i soldi.
Nel breve funzionava ma, già nel medio periodo, no.

Ps

Fighe importanti devo ammeterlo.
Ah quindi un "specialista" ti ha consigliato di andare a "mistress" in poche parole.

Non so se mettermi a ridere o...

Certo che però, se ci pensi, alla fine può essere divertente.

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balkan wolf
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Re: [O.T.] Devo entrare in analisi?

#2582 Messaggio da balkan wolf »

No juan si faceva tutto in studio. Si stabiliva il gioco di ruolo, non dungeons & dragons 😉 adatto al problema pratico e lo si eseguiva. Sedute di analisi e sedute di esecuzione. Principalmente stivali e frusta. L’utilizzo di fighe era ovviamente necessario per la componente inconscia e, no, non era divertente ma parecchio impegnativo! Però funzinava.

Anzi ora che ci penso quello fu il periodo che smisi definitivamente di andare a puttane… però non con la sessodipendenza perché iniziai il periodo “pippo e pippe” che dipré me spicciava casa.

Io attribuisco sempre il mio aver appeso il portafogli al chiodo dopo più di 15 anni di onorata carriera alla noia e al senso di appagamento ma l’inconscio si chiama così proprio perché non si conosce. 😉
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Desmond
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Re: [O.T.] Devo entrare in analisi?

#2583 Messaggio da Desmond »

Juan Burrasca ha scritto:
09/06/2022, 16:31
[Scopri]Spoiler
Desmond ha scritto:
09/06/2022, 9:52
Questo conferma la mia teoria. Psichiatri e psicologi sono spesso più malati dei loro pazienti. Ho conosciuto uno psichiatra ex-eroinomane che andava a prendere le sue bombe di benzodiazepine, antipsicotici e lyrica in farmacia (ci lavorava una mia amica). Dosaggi in grado di mettere KO un tirannosauro adulto. Lui apriva il portafoglio pieno di foto pornografiche oscene e faceva finta di cercare qualcosa, per "costringere" le ragazze a guardarle.
Si ok ma tutto questo è veramente preoccupante.

Se io devo farmi curare o seguire da tali personaggi che sono più pazzoidi di me o della "media nazionale" siamo messi bene...
È uno dei motivi per cui son sempre stato alla larga da psichiatri e psicanalisti. I migliori consigli in quanto a salute mentale me li hanno sempre dati i medici generalisti. Consigli concreti, soluzioni semplici da implementare, ma anche ammonimenti chiari, poche seghe mentali e più fatti. Ho quasi l'impressione che la visita dallo psic a un certo punto diventi quasi fine a se stessa, come in quel film di Verdone in cui il tizio dice "il signor Freud, su quest'intuizione, c'ha magnato tutta a vita"

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Paperinik
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Re: [O.T.] Devo entrare in analisi?

#2584 Messaggio da Paperinik »

La psic dove vado (non so ancora per quanto) è famosa, vengono da tutta la regione, è andata in radio e in tv, mi pare avesse anche un programma suo. Purtroppo forse non è adatta al sottoscritto. Ha un carattere non proprio amichevole e simpatico, qualcuno la potrebbe definire stronza, insomma ci siamo capiti. Diciamo che è il mio estremo opposto. Ma magari per quel tipo di lavoro serve essere così.

Spiace passare come un "caso disperato" ma evidentemente quello sono :roll:
Ho passato una vita a incolparmi di tutto e ancora devo leggere che scarico la colpa agli altri...
Mi è difficile essere onesto con me stesso, riuscire a capire cosa ho, cosa mi è successo nel passato, perché ho fatto certe cose, cosa possa farmi bene, riuscire a spiegarmi, perché non ho più molta lucidità, sono mentalmente stanco e non mi fido di me stesso, di quello che penso e dico, figurarsi far capire ad un'altra persona cosa ho passato in tutti questi decenni e prendere per buono quello che mi viene detto. Anche per questo sto considerando l'idea che effettivamente non c'è speranza. Una volta chiuso questa parentesi, quello che sono lo sarò fino alla fine. Gli psicologi erano l'ultimo appiglio per aiutarmi a sbrogliare la matassa nel cranio ma se il massimo è mandarmi a calci a far volontariato, allora...dopo una giornata di tensione a lavoro devo andare teso ad un incontro dove dovrei stare bene...altri appigli sinceramente non ne vedo...

Mi terrò la perenne nebbia mentale, le ipocondrie e preoccupazioni, la distimia e l'astenia, quel senso di angoscia quando mi sveglio la mattina, quel senso di tensione nervosa che mi accompagna ad ogni minuto, che non mi permette neanche di godermi un giro, una vacanza, di fare qualcosa senza essere sommerso dai pensieri...come quando vado in ferie e invece non passa giorno dove sto in tensione come fossi a lavoro...ci credo che evito, inutile uscire se mi porto dietro la testa, non mi godrei nulla. Andare al carrefour o andare a los angeles è la stessa cosa, per una vita piatta tanto vale stare a casa rinunciando a tutto ciò che fa vita vissuta.
"E' impossibile", disse il cervello.
"Provaci!", sussurrò il cuore.
"Vai via, brutto!", urlò la ragazza.

06/06/2019 FIRENZE LIBERA
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Floppy Disk
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Re: [O.T.] Devo entrare in analisi?

#2585 Messaggio da Floppy Disk »

balkan wolf ha scritto:
08/06/2022, 11:33
Altro consiglio lento, costoso e impegnativo: un bravo analista jounghiano due volte a settimana che ti sfonda l’inconscio come si deve… eviterei i freudiani che poi ti dicono che non scopi e ti stendono una riga. 😂
Una cosa del genere sui freudiani la diceva già Woody Allen in Play It Again, Sam e probabilmente in qualche altro film, e lui di nevrosi se ne intendeva parecchio. Mi pare fosse una frase del tipo: "il mio psicanalista di scuola freudiana mi dice che tutti i miei problemi sono legati al sesso. Ma quale sesso? Sono anni che non lo faccio" :DDD
I'm a humanist. Maybe the last humanist.

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OSCAR VENEZIA
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Re: [O.T.] Devo entrare in analisi?

#2586 Messaggio da OSCAR VENEZIA »

Io sarei un convinto assertore del concetto che vede la biochimica cerebrale come responsabile della cazzate che un individuo pone in essere. Pertanto, per logica, correggerei tutto con in farmaci ( se esistono di validi) e , teoricamente , con la chirurgia cerebrale.
Su me stesso , però, sono riuscito a modificare modus operandi dannosi con la semplice introspezione e la conseguente applicazione di correttivi comportamentali. Niente psicologi ne psichiatri ne farmaci.
C’è voluto un tempo lunghissimo per capire esattamente dove sbagliavo. Va detto comunque che questa descritta non e’ depressione, patologia della quale non ho mai sofferto.

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pan
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Re: [O.T.] Devo entrare in analisi?

#2587 Messaggio da pan »

Floppy Disk ha scritto:
08/06/2022, 17:11
Aspetta però: non conosco del tutto la tua storia ma se il farmaco era sbagliato la colpa era dello psichiatra che te lo ha prescritto e non dello psicologo, o no?
Per il resto non si tratta di santificare, ma capire dove arrivano le colpe del terapeuta e dove cominciano i limiti del paziente. Ripeto, il Papero è un narratore inaffidabile: non lo è apposta ma inaffidabile rimane. Poi ogni storia è diversa e ogni medico è diverso, e questo riguarda anche altri ambiti della medicina.
Approfitto di questo intervento per provare a chiarire alcuni punti. Nel campo dei disordini mentali il concetto di colpa è molto più sfuggente che in altri campi terapeutici. Le diagnosi, per esempio, non hanno nulla di oggettivo in quanto derivano da dati statistici sui quali si è trovato un accordo tra le diverse e numerosissime scuole, Infatti il volumone che le raccoglie di chiama Diagnostic Statistic Manual (DSM). Se solo gli si dà un'occhiata, si comprende subito che le sovrapposizioni dei sintomi sono talmente intricate che anche un algoritmo andrebbe in tilt. Anche la terapia farmacologica risente di questo stato dell'arte: non è che ad ogni diagnosi corrisponde uno schema terapeutico preciso come in oncologia (per fare l'esempio dell'opposto). Esistono solo alcune classi di farmaci (ansiolitici, antidepressivi, neurolettici, stabilizzatori dell'umore) che possono essere impiegati in pratica in qualunque gruppo di pazienti. Sono tutti farmaci in grado di colpire sintomi e, con l'eccezione degli antidepressivi in certe forma di depressione, nessuno di essi è in grado di risolvere il problema alla radice, come fa l'antibiotico con l'infezione batterica. Cosa è allora che fa la buona farmacoterapia? L'esperienza del prescrittore che comprende anche il saper prevedere o vedere prestissimo il tipo di risposta del singolo paziente, perché anche questa varia moltissimo da caso a caso. Naturalmente anche la prescrizione implica la relazione e il modo con cui si dà il farmaco è importantissimo, riuscendo a volte a realizzare una sinergia tra parola, gesto e farmaco stesso.

Posso dire che la narrazione inaffidabile (del Sè) è la rappresentazione più efficace del "caso Paperinik" che mi sia capitata di leggere in questo forum che pure se ne occupa da 20 anni! La sua terapeuta lo sa e ha indossato l'abito da stronza che indossa con i pazienti più ardui che gli possano capitare.

Altro punto (di balkan) su cui dissento è quello degli psicologi visti come medici di serie C. Ma siccome lo intriga la psicanalisi (che con gaia scienza attribuisce a Nietzsche piuttosto che a Freud; avrei capito ma non condiviso se avesse detto Schopenhauer), devo ricordare che proprio la psicanalisi è stata praticata e sviluppata con successo non solo da psicologi, ma anche da laureati in Lettere (Cesare Musatti) in Giurisprudenza (Emilio Servadio) e in filosofia (Massimo Recalcati). Se proprio vogliamo trovare una colpa degli psicologi è quella di aver vietato per via politica a metà degli anni 90 la pratica della psicoterapia a chi non è laureato in Psicologia o in Medicina e non abbia seguito gli appositi corsi quadriennali.

Per oggi mi fermo.
Non seguire le orme degli antichi, ma quello che essi cercarono. (Matsuo Basho,1685) - fa caldo l'Italia è sull'orlo di un baratro e non scopo da mesi (cimmeno 2009) - ...stai su un forum di segaioli; dove pensavi di stare, grande uomo? (sunday silence,2012)

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ziggy7
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Re: [O.T.] Devo entrare in analisi?

#2588 Messaggio da ziggy7 »

Papero delle volte ti si legge un poco più sereno e consapevole di te stesso. Altre hai umore sotto le scarpe e pensi di non saper uscire di casa. Tutti hanno alti e bassi dovuti alla giornata ma se iniziano a essere troppo alti e troppo bassi non va bene. Prova a essere consapevole che quando vedi tutto male sono i pensieri che ti portano così giù ma la realtà non è proprio come la vedi in quei momenti.
Resto convinto che i farmaci anche presi a dosi molto basse possano aiutarti a trovare equilibrio e che dovresti considerarli senza troppe preoccupazioni.

Altra considerazione: si dice che uno dei problemi per esorcizzare le possessioni sia che l indemoniato deve volersi liberare del demone e in un certo senso smettere di sentirsi "speciale" :). Non dico ti piaccia essere così ma l identificazione con "quello che ha avuto problemi" a volte giustifica e conforta. Non è utile, pensa che vuoi essere sereno, lascia stare il passato, se c'è è li ma lo stesso alla serenità devi arrivare.
c è sempre tanta musica nell' aria -- a cup of tea would restore my normality-- “Non vi è alcuna strada che porta alla pace: la pace è la via” nulla contro l'utente Tenz

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Re: [O.T.] Devo entrare in analisi?

#2589 Messaggio da balkan wolf »

OSCAR VENEZIA ha scritto:
10/06/2022, 1:20
Io sarei un convinto assertore del concetto che vede la biochimica cerebrale come responsabile della cazzate che un individuo pone in essere. Pertanto, per logica, correggerei tutto con in farmaci ( se esistono di validi) e , teoricamente , con la chirurgia cerebrale.
Su me stesso , però, sono riuscito a modificare modus operandi dannosi con la semplice introspezione e la conseguente applicazione di correttivi comportamentali. Niente psicologi ne psichiatri ne farmaci.
C’è voluto un tempo lunghissimo per capire esattamente dove sbagliavo. Va detto comunque che questa descritta non e’ depressione, patologia della quale non ho mai sofferto.
Si e no Oscar.

La chimica di alcuni disturbati è oggettivamente diversa e richiede correzioni: se non prendo i farmaci sbrocco matematicamente!
Detto questo non ricoscere l’inconscio è miopia.
Esempio divertente:
Questo mese devo modificare al rialzo le condizioni della coinquilina. Ragazza simpatica ma che lascia scadere il cibo mentre io lo divido coi poveri. Stamattina, senza pensarci, indosso la mia maglietta rossa “un singolo morto è una tragedia, dieci milioni di morti sono una statistica”. Solo un’ora dopo mi ricordo di aver sognato mio padre che mi diceva: figliolo devi essere come stalin severo ma giusto!
Significativo nevvero?

Per il papero

Mens sana in corpore sano!

Metti apposto prima il fisico che altrimenti non vai da nessuna parte.
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Re: [O.T.] Devo entrare in analisi?

#2590 Messaggio da Fuente »

Paperinik ha scritto:
09/06/2022, 22:11
La psic dove vado (non so ancora per quanto) è famosa, vengono da tutta la regione, è andata in radio e in tv, mi pare avesse anche un programma suo. Purtroppo forse non è adatta al sottoscritto. Ha un carattere non proprio amichevole e simpatico, qualcuno la potrebbe definire stronza, insomma ci siamo capiti. Diciamo che è il mio estremo opposto. Ma magari per quel tipo di lavoro serve essere così.
Non vuol dire un cazzo.

Spesso significa solo che siano bravi a vendersi bene in giro, abbian la faccia tosta; cosa che vale per molti campi, ma in quelli meno "fuffosi" magari skill concreti, dimostrabili, entrano comunque un po' più in gioco.
Se ci fosse corrispondenza: per quanta visibilità abbian, i vari Morelli, Crepet o anche Meluzzi (che addirittura è psichiatra), avrebbero dovuto risolve i malanni di spirito di mezzo mondo.

Non dico non possa servire a nessuno, ma la scienza sottostante é a dir poco labile e per certe robe non hanno sicuramente nessuna chiave speciale. Anzi.
'Il volontariato' un po' così a random, ad esempio, vabbe', direi si definisca da solo in tal senso.

Del resto di fuffa nel mondo ne gira tanta:

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Re: [O.T.] Devo entrare in analisi?

#2591 Messaggio da balkan wolf »

Rilancio fuente… l’essere mediaticamente famosi è inequivocabile segno di cialtronaggine.
Cracco cucina di merda e Mac gregor è una mezza sega!
Sono volutamente iperboli ma spero di aver reso l’idea.
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Re: [O.T.] Devo entrare in analisi?

#2592 Messaggio da Salieri D'Amato »

pan ha scritto:
10/06/2022, 7:05
[Scopri]Spoiler
Floppy Disk ha scritto:
08/06/2022, 17:11
Aspetta però: non conosco del tutto la tua storia ma se il farmaco era sbagliato la colpa era dello psichiatra che te lo ha prescritto e non dello psicologo, o no?
Per il resto non si tratta di santificare, ma capire dove arrivano le colpe del terapeuta e dove cominciano i limiti del paziente. Ripeto, il Papero è un narratore inaffidabile: non lo è apposta ma inaffidabile rimane. Poi ogni storia è diversa e ogni medico è diverso, e questo riguarda anche altri ambiti della medicina.
Approfitto di questo intervento per provare a chiarire alcuni punti. Nel campo dei disordini mentali il concetto di colpa è molto più sfuggente che in altri campi terapeutici. Le diagnosi, per esempio, non hanno nulla di oggettivo in quanto derivano da dati statistici sui quali si è trovato un accordo tra le diverse e numerosissime scuole, Infatti il volumone che le raccoglie di chiama Diagnostic Statistic Manual (DSM). Se solo gli si dà un'occhiata, si comprende subito che le sovrapposizioni dei sintomi sono talmente intricate che anche un algoritmo andrebbe in tilt. Anche la terapia farmacologica risente di questo stato dell'arte: non è che ad ogni diagnosi corrisponde uno schema terapeutico preciso come in oncologia (per fare l'esempio dell'opposto). Esistono solo alcune classi di farmaci (ansiolitici, antidepressivi, neurolettici, stabilizzatori dell'umore) che possono essere impiegati in pratica in qualunque gruppo di pazienti. Sono tutti farmaci in grado di colpire sintomi e, con l'eccezione degli antidepressivi in certe forma di depressione, nessuno di essi è in grado di risolvere il problema alla radice, come fa l'antibiotico con l'infezione batterica. Cosa è allora che fa la buona farmacoterapia? L'esperienza del prescrittore che comprende anche il saper prevedere o vedere prestissimo il tipo di risposta del singolo paziente, perché anche questa varia moltissimo da caso a caso. Naturalmente anche la prescrizione implica la relazione e il modo con cui si dà il farmaco è importantissimo, riuscendo a volte a realizzare una sinergia tra parola, gesto e farmaco stesso.

Posso dire che la narrazione inaffidabile (del Sè) è la rappresentazione più efficace del "caso Paperinik" che mi sia capitata di leggere in questo forum che pure se ne occupa da 20 anni! La sua terapeuta lo sa e ha indossato l'abito da stronza che indossa con i pazienti più ardui che gli possano capitare.

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Per oggi mi fermo.
No no, continua! Uno dei rari interventi appropiati in un mare di voglio dire la mia qualunquemente.
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Re: [O.T.] Devo entrare in analisi?

#2593 Messaggio da balkan wolf »

Perdonami salieri ma l’ottimo pan commette un errore iniziale. Non bisogna vedere gli psicologi come medici di serie C. Gli psicologi NON sono medici! Il mio ex terapeuta era biologo.
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Re: [O.T.] Devo entrare in analisi?

#2594 Messaggio da Salieri D'Amato »

balkan wolf ha scritto:
10/06/2022, 11:20
Perdonami salieri ma l’ottimo pan commette un errore iniziale. Non bisogna vedere gli psicologi come medici di serie C. Gli psicologi NON sono medici! Il mio ex terapeuta era biologo.
Io non farei la distinzione che fai tu, medici vs non medici, dando ai primi un maggior valore. Di base mi trovo d'accordo con Pan, lo status di medico non ti pone sopra agli altri professionisti di default.
Farei appunto la distinzione tra terapeuti professionisti (psichiatri, psicologi o altro) e i consigliori amatoriali (da forum o meno), terapeuti improvvisati, sciamani e guaritori artigianali. Dando ai primi una valenza generica e una credibilità superiore. Poi è chiaro che nella realtà vi sono psichiatri bravi e altri meno bravi, psicologi ottimi ed altri pessimi, professionisti che ti inquadrano subito e ti propongono la cura giusta ed altri che non riescono a venire a capo del tuo caso, consigliori che riescono a darti un giusto imput e altri che parlano senza reale cognizione di causa.

Tra l'altro il lavoro dello psicologo mi sembra più complicato e quindi anche maggiormente soggetto ad errate valutazioni e cure, proprio perchè lavora sul lato emotivo e cognitivo del disturbo, a cui può rispondere con uno spettro di valutazioni ed una gamma di soluzioni infinite. Lo psichiatra sostanzialmente lavora su disturbi profondi, riconosciuti a livello medico, legati alla chimica umana, dove vi sono esami leggibili, quindi prescrive sostanzialmente farmaci; se sbaglia cura o dosi può causare disastri, ma sostanzialmente il suo campo di intervento e di soluzioni è più ristretto di quello di uno psicologo e solitamente (credo, ma potrei sbagliarmi) meno fallace.
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Re: [O.T.] Devo entrare in analisi?

#2595 Messaggio da balkan wolf »

Se parliamo genericamente di terapeuti non posso che concordare ma continuo a reputare più “serio” uno psichiatra di uno psicologo.
Verissimo il fatto che il primo può fare più danni del secondo, vedi mia esperienza raccontata sopra, ma a mio avviso tende ad essere più efficace, anche solo per il fatto che maneggia psicofarmaci che sono tanto pericolosi quanto risolutivi.
“Quando il treno dei tuoi pensieri sferraglia verso il passato e le urla si fanno insopportabili, ricorda che c’è sempre la follia. La follia è l’uscita d’emergenza!”
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