[O.T.] Crisi economica
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Re: [O.T.] Crisi economica
Si io me la ricordo eccome, a me piaceva, poi non so perchè l'hanno tolta, però ora se voglio riscaldarmi posso sempre usare la scala per salire al terzo piano,mi scaldo vero, ma boffo assai....
...ma fa anal??? (by Trez 2001)
La nostra Clara è troppo avanti, del tipo se uno fa una scoreggia lei l'ha già annusata prima che esca dal buco del culo. (Trez 2015)
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Re: [O.T.] Crisi economica
l'hanno tolta con un referendum perchè si diceva che contribuiva a peggiorare l'inflazione.
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Re: [O.T.] Crisi economica
i dati sull'inflazione sono da sempre manipolati, il paniere è arbitrario
l'oscillazione del petrolio negli ultimi 3 gg, per gradire
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Re: [O.T.] Crisi economica
Sui giornali campeggia il consiglio «Abbassare di un grado i termosifoni», ma precisano che "non è una direttiva"
posso ridere?
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Re: [O.T.] Crisi economica
ecco qua, adesso tutto apposto, scorte pronte per l'inverno
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Re: [O.T.] Crisi economica
c'è rischio di dover abbattere animali per mancanza mangimi
Ucraina, in Friuli Venezia-Giulia c'è mangime solo per altri 10 giorni: poi si rischia una strage di animali
Le conseguenze della guerra in Ucraina rischiano di mettere in ginocchio anche la zootecnia della regione. L’allarme tra gli allevatori è altissimo: dopo il blocco delle esportazioni di cereali e altre materie prime dall’Ucraina lo stop delle esportazioni di mais dell’Ungheria a rischio è la produzione di mangimi. «L’associazione dei mangimifici - sottolinea con una fortissima preoccupazione il presidente di Coldiretti Pordenone Matteo Zolin - ha comunicato che vi è un’autonomia di circa venti giorni, poi la produzione potrebbe fermarsi. Questo può anche significare scelta drastiche come dover abbattere capi di bestiame perché non c’è mangime sufficiente». Con la decisione dell’Ungheria di ostacolare le esportazioni nazionali di cereali, soia e girasole (oltre il 30% dei prodotti in regione) è a rischio un allevamento su quattro che dipende per l’alimentazione degli animali dal mais importato Ucraina e Ungheria. Se non si attivano canali di approvvigionamento alternativo, sarà inevitabile il blocco della produzione, con contraccolpi pesantissimi per gli allevamenti e la necessità di abbattimento degli animali presenti nelle stalle e il crollo delle produzioni alimentari di origine animale, come carni bovine, suine e avicole, latte, burro e formaggi e uova. In regione gli allevamenti bovini sono circa 800, mentre quelli di suini sono poco più di duecento. C’è poi il settore dell’avicolo e una trentina sono i piccoli allevamenti di pecore e capre. «Il settore - rimarca Andrea Lugo, presidente dell’Associazione allevatori Fvg - era già in forte difficoltà a causa dell’incremento dei prezzi delle materie prime e dell’energia. I quasi 40 centesimi con i quali viene pagato il latte sono di più rispetto al recente passato, ma sono già stati “mangiati” dall’aumento delle bollette energetiche. Ora la tegola del blocco del mais dall’est europeo. Più di qualche azienda potrebbe non farcela più». Coldiretti mette in evidenza: «La necessità di politiche europee che non consentano situazioni come questa in emergenza. I costi di produzione già saliti oltre le soglie di guardia sono aumentati ulteriormente raggiungendo per alcuni prodotti valori che vanno dal 170% (concimi) all’80% (energia) e del 50% (i mangimi). L’autonomia - sottolinea il prosidente Zolin - su molti fronti dell’Italia e del Fvg è deficitaria. Si produce appena il 36% del grano tenero che serve, il 53% del mais, il 51% della carne bovina, il 56% del grano duro per la pasta, il 73% dell’orzo e il 63% della cane di maiale e dei salumi. Solo nel latte e nei formaggi si arriva all’84% dell’approvvigionamento autonomo». L’Italia è costretta oggi a importare molte materie prime agricole a causa dei bassi compensi riconosciuti negli anni agli agricoltori che sono stati costretti e ridurre di quasi un terzo la produzione nazionale di mais negli ultimi dieci anni. Durante i quali è scomparso anche un campo di grano su cinque con la perdita di quasi mezzo milione di ettari coltivati. «La situazione - ancora il presidente di Coldiretti - ha visto gli importatori e i mangimifici acquistare mais, grano e orzo dove si pagava meno ma oggi rischiamo di pagare pesanti conseguenze come settore zootecnico. Una delle battaglie della associazioni di categoria dell’agricoltura negli ultimi anni è stata proprio quella di chiedere alla politica la garanzia di approvvigionamenti con prodotto nazionale attraverso i contratti di filiera e pagamenti sostenibili». L’ultima enorme tegola sulla testa del comparto già in sofferenza, cioé lo stop delle esportazioni di mais dall’Ungheria (che si unisce al blocco dell’Ucraina) fa emergere il tema dell’autonomia e dell’adeguamento delle politiche europee. «Serve - è la richiesta quasi disperata degli allevatori - il rilancio degli strumenti europei e nazionali che assicurino la sovranità alimentare come cardine della sicurezza. Scelte urgenti che rendano l’Italia e l’Europa autosufficienti dal punto di vista dell’approvvigionamento delle materie prime e di conseguenza del cibo».
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Re: [O.T.] Crisi economica
Questo si poteva benissimo evitare, bastava spingere l'alimentazione a base vegetale anche solo 10/15 anni fa. A tutto vantaggio di salute, consumo del suolo e inquinamento. Andava ripensata totalmente l'educazione alimentare, ma ora probabilmente non c'è più tempo per ottenere effeftti positivi sul cambiamento climatico.Drogato_ di_porno ha scritto: ↑10/03/2022, 11:03c'è rischio di dover abbattere animali per mancanza mangimi
[Scopri]SpoilerUcraina, in Friuli Venezia-Giulia c'è mangime solo per altri 10 giorni: poi si rischia una strage di animali
Le conseguenze della guerra in Ucraina rischiano di mettere in ginocchio anche la zootecnia della regione. L’allarme tra gli allevatori è altissimo: dopo il blocco delle esportazioni di cereali e altre materie prime dall’Ucraina lo stop delle esportazioni di mais dell’Ungheria a rischio è la produzione di mangimi. «L’associazione dei mangimifici - sottolinea con una fortissima preoccupazione il presidente di Coldiretti Pordenone Matteo Zolin - ha comunicato che vi è un’autonomia di circa venti giorni, poi la produzione potrebbe fermarsi. Questo può anche significare scelta drastiche come dover abbattere capi di bestiame perché non c’è mangime sufficiente». Con la decisione dell’Ungheria di ostacolare le esportazioni nazionali di cereali, soia e girasole (oltre il 30% dei prodotti in regione) è a rischio un allevamento su quattro che dipende per l’alimentazione degli animali dal mais importato Ucraina e Ungheria. Se non si attivano canali di approvvigionamento alternativo, sarà inevitabile il blocco della produzione, con contraccolpi pesantissimi per gli allevamenti e la necessità di abbattimento degli animali presenti nelle stalle e il crollo delle produzioni alimentari di origine animale, come carni bovine, suine e avicole, latte, burro e formaggi e uova. In regione gli allevamenti bovini sono circa 800, mentre quelli di suini sono poco più di duecento. C’è poi il settore dell’avicolo e una trentina sono i piccoli allevamenti di pecore e capre. «Il settore - rimarca Andrea Lugo, presidente dell’Associazione allevatori Fvg - era già in forte difficoltà a causa dell’incremento dei prezzi delle materie prime e dell’energia. I quasi 40 centesimi con i quali viene pagato il latte sono di più rispetto al recente passato, ma sono già stati “mangiati” dall’aumento delle bollette energetiche. Ora la tegola del blocco del mais dall’est europeo. Più di qualche azienda potrebbe non farcela più». Coldiretti mette in evidenza: «La necessità di politiche europee che non consentano situazioni come questa in emergenza. I costi di produzione già saliti oltre le soglie di guardia sono aumentati ulteriormente raggiungendo per alcuni prodotti valori che vanno dal 170% (concimi) all’80% (energia) e del 50% (i mangimi). L’autonomia - sottolinea il prosidente Zolin - su molti fronti dell’Italia e del Fvg è deficitaria. Si produce appena il 36% del grano tenero che serve, il 53% del mais, il 51% della carne bovina, il 56% del grano duro per la pasta, il 73% dell’orzo e il 63% della cane di maiale e dei salumi. Solo nel latte e nei formaggi si arriva all’84% dell’approvvigionamento autonomo». L’Italia è costretta oggi a importare molte materie prime agricole a causa dei bassi compensi riconosciuti negli anni agli agricoltori che sono stati costretti e ridurre di quasi un terzo la produzione nazionale di mais negli ultimi dieci anni. Durante i quali è scomparso anche un campo di grano su cinque con la perdita di quasi mezzo milione di ettari coltivati. «La situazione - ancora il presidente di Coldiretti - ha visto gli importatori e i mangimifici acquistare mais, grano e orzo dove si pagava meno ma oggi rischiamo di pagare pesanti conseguenze come settore zootecnico. Una delle battaglie della associazioni di categoria dell’agricoltura negli ultimi anni è stata proprio quella di chiedere alla politica la garanzia di approvvigionamenti con prodotto nazionale attraverso i contratti di filiera e pagamenti sostenibili». L’ultima enorme tegola sulla testa del comparto già in sofferenza, cioé lo stop delle esportazioni di mais dall’Ungheria (che si unisce al blocco dell’Ucraina) fa emergere il tema dell’autonomia e dell’adeguamento delle politiche europee. «Serve - è la richiesta quasi disperata degli allevatori - il rilancio degli strumenti europei e nazionali che assicurino la sovranità alimentare come cardine della sicurezza. Scelte urgenti che rendano l’Italia e l’Europa autosufficienti dal punto di vista dell’approvvigionamento delle materie prime e di conseguenza del cibo».
A giudicare da ciò che sto leggendo le associazioni sono una manica di boomer rincoglioniti, parlano di rimuovere i limiti per agrofarmaci e fertilizzanti, togliere la percentuale di terreni incolti e gli incentivi per determinate coltivazioni (semina su sodo, leguminose, sovescio). Ormai la catastofe climatica credi sia inevitabile, bisognerebbe avere un'ottica diversa, partendo dalla salvaguardia del suolo, evitare il consumo eccessivo del suolo stesso, ripensare la filiera.Parakarro ha scritto: ↑09/03/2022, 18:56le associazioni degli agricoltori ed allevatori son diventati peggio dei sindacati
ogni occasione è buona per chiedere soldi e gridare all'emergenza
anche in questa situazione (di merda) in cui scarseggiano gli approvigionamenti dei grani dal mar nero e sono a rischio gli allevamenti intensivi per mancanza di mangime in cui la mancanza di concorrenza può essere un valore aggiunto e la filiera corta una manna: NO! Posti a rischio ed agricoltura in ginocchio.
ma se son 20 anni che mi sfracellate i coglioni con il km zero e sui prodotti italian iche soffrono la concorrenza dei prodotti dell'est... è l'occasione giusta.
in più
tutte quelle aziende che orgogliosamente sventolano il 100% made in Italy delle proprie materie prime
che problemi hanno?
certo il caro energia e il caro carburante sono un problema, ma lo sono per ogni settore
i prezzi dovranno aumentare e il consumatore farà delle scelte
forse per la prima volta comincerà ad acquistare con giudizio evitando di buttare nel cassoneto un terzo di quello che compra
"la spaccherei come il frutto dell'Eden" (cit. Satana in autobus)
Esponente del "Salutoconiglismo (cit. fritz)"
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Re: [O.T.] Crisi economica
Non per fare l'avvocato dei Divella, ma andare a prendere la foto di uno dei loro prodotti "top" che riporta la scritta 100% grano italiano, fare il collage con la notizia e dargli dei pezzenti, vuol dire essere in malafede oppure voler fare i professori senza sapere le cose.
I loro prodotti "normali" non riportano quel logo lì ed utilizzano, come immagino facciano tutti i grandi pastifici industriali, grani di provenienza extra-nazionale ed extra-UE
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Re: [O.T.] Crisi economica
pesante l'agroalimentare
ufficiale ENIA lanciare l’allarme al riguardo è Coldiretti, in un report apposito: “In pericolo per l’Italia ci sono le vendite degli elementi base della dieta mediterranea come vino, pasta e olio in Russia, che sono scampati all’embargo, ed hanno raggiunto lo scorso anno il valore di 670 milioni di euro con un aumento del 14% rispetto al 2020”. “Tra i prodotti Made in Italy più venduti nel Paese di Putin – fa notare Coldiretti – ci sono infatti prodotti come il vino e gli spumanti per un valore attorno ai 150 milioni di euro, il caffè per 80 milioni di euro, l’olio di oliva per 32 milioni di euro e la pasta per 27 milioni di euro”. Soprattutto chi esporta vino in Russia non può che essere fortemente preoccupato da questa guerra economica. “L’Italia è il primo Paese fornitore di vino in Russia, con una quota di mercato di circa il 30%, davanti a Francia e Spagna, ed ha registrato nel 2021 un boom della domanda di spumanti a partire da Prosecco e Asti ma tra le denominazioni più apprezzate ci sono anche i vini Dop toscani, siciliani, piemontesi e veneti”, si legge nella nota di Coldiretti. “Gli effetti del conflitto ucraino rischiano dunque di cancellare completamente il Made in Italy a tavola dai mercati e dai ristoranti di Mosca, aggravando ulteriormente gli effetti dell’embargo deciso da Putin con il decreto n. 778 del 7 agosto 2014, e da allora sempre prorogato, come risposta alla sanzioni decise dall’Unione Europea, dagli Usa ed altri Paesi per l’annessione della Crimea”, fa notare l’associazione. Da notare che il blocco è già costato alle esportazioni agroalimentari tricolori 1,5 miliardi negli ultimi 7 anni e mezzo. Sempre Coldiretti specifica poi che “l’agroalimentare è, fino ad ora, l’unico settore colpito direttamente dall’embargo che ha portato al completo azzeramento delle esportazioni in Russia dei prodotti Made in Italy presenti nella lista nera come salumi, formaggi e ortofrutta Made in Italy, senza risparmiare le specialità, dal Parmigiano Reggiano al Grana Padano, dal prosciutto di Parma a quello San Daniele”. Come se non bastasse, sottolinea ancora l’associazione “al danno diretto delle mancate esportazioni in Russia si aggiunge la beffa della diffusione sul mercato russo di prodotti di imitazione che non hanno nulla a che fare con il Made in Italy, realizzati in Russia come parmesan, mozzarella, robiola, o nei Paesi non colpiti dall’embargo come scamorza, mozzarella, provoletta, mascarpone e ricotta Made in Bielorussia, ma anche salame Milano e gorgonzola di produzione Svizzera e reggianito di origine brasiliana o argentina”.
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Re: [O.T.] Crisi economica
ma cosa c'entra?danny_the_dog ha scritto: ↑09/03/2022, 11:22Stavo per comprare un immobile in Valsassina, "fortuna" che tra covid, preoccupazione per il futuro, e via dicendo ho sempre avuto un po' di reticenza.federicoweb ha scritto: ↑09/03/2022, 11:03a breve si torna alla bicicletta !
impossibile 2 euro o piu' al LT. !!!!!![]()
perché confondere orizzonti di lungo periodo con quelli di breve.
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Re: [O.T.] Crisi economica
le cose andranno peggio prima di andar meglio
La grande frenata dell'economia italiana è iniziata. I fattori che indeboliscono la ripresa sono i prezzi di gas e luce alle stelle, le fiammate inflazionistiche che colpiscono i beni di prima necessità e le conseguenze della guerra in Ucraina. L'Istat valuta lo shock energetico con un taglio dello 0,7% del Pil (previsto nel 2022 al 4,7%). «L'evoluzione del conflitto e gli effetti delle sanzioni finanziarie sono caratterizzati da elevata incertezza», è l'allarme lanciato dall'Istituto di statistica. Un altro segnale di come stanno soffrendo le imprese è il dato sulla produzione industriale. A gennaio l'Istat stima un secondo calo consecutivo: la produzione si riduce del 3,4% rispetto a dicembre e nella media del trimestre novembre-gennaio il livello diminuisce dello 0,5%. Ieri al dicastero dello Sviluppo economico sono iniziati gli incontri della Task force voluta dal ministro Giancarlo Giorgetti per raccogliere le segnalazioni delle imprese e adottare le contromisure in grado di ridurre i danni. Al tavolo di via Veneto si sono alternati Confindustria e Rete imprese, le Cooperative e le associazioni del settore agricolo. La Task force fa sapere che le imprese attive in Russia e Ucraina, piuttosto che ristori, chiedono soprattutto indicazioni su come operare senza interruzioni produttive, potenzialmente fatali per la sopravvivenza delle aziende. Gli altri temi riguardano il rientro dei dipendenti in Italia o la ristrutturazione dei debiti con le banche. Dagli incontri con le categorie, spiega il Mise in una nota, emerge in modo inequivocabile che la prima urgenza da affrontare è quella energetica. La possibilità di avere un prezzo controllato dell'energia è la richiesta più pressante rispetto a qualsiasi altra questione, compresa quella della carenza di materie prime. In questo ambito, alla mancanza di grano duro si può supplire con acquisti in Canada, mentre sono ancora da individuare fornitori alternativi per reperire argilla, ferro o semi di girasole. Da più parti, sottolinea il ministero, è arrivata la richiesta di una maggiore flessibilità per l'autoproduzione e l'autoconsumo energetico attraverso le rinnovabili e per l'abbassamento dell'Iva su alcuni prodotti alimentari. Secondo i dati forniti dal Mise sono oltre 500 le imprese italiane presenti in Russia, di cui 80 hanno impianti produttivi. Le principali sono Enel, Eni, Snam, Pirelli, Barilla, Ferrero. In Italia sono presenti 87 aziende partecipate da società russe, per un totale di oltre cinquemila dipendenti e 8,8 miliardi di euro di fatturato. L'interscambio tra i due Paesi nel 2021 è stato pari a circa 21,7 miliardi di euro: 7,7 miliardi l'export italiano verso la Russia mentre è di circa 14 miliardi l'import dalla Russia. Invece, in Ucraina nel 2020 si contavano circa 200 aziende con capitale o interessi italiani, ad esempio Mapei e Cnh. Nel 2021 l'interscambio è stato di 5,4 miliardi di euro. La crisi morde e sui territori si fa fatica ad andare avanti. Le Fonderie Zanardi del veronese fermano l'attività per una settimana per «non lavorare in perdita». Gli ordini sono alti, tuttavia produrre costa troppo a causa delle spese energetiche. In più, da Russia e Ucraina proveniva la ghisa in pani. Le sanzioni frenano anche il l calzaturiero perché potrebbero limitare la spesa dei consumatori russi Un rapporto di Mediobanca evidenzia che il 2,7% dell'export delle calzature italiane fa di Mosca il decimo mercato di sbocco, che però rischia di scendere sotto il 2%. E poi c'è il turismo, in ginocchio dopo due anni di pandemia. Ancora non è possibile quantificare disdette e perdite, ma l'effetto ci sarà. A cominciare dal blocco dei turisti russi e ucraini. I contraccolpi si sentiranno già ad aprile quando si attendevano migliaia di arrivi per la Pasqua ortodossa.
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Re: [O.T.] Crisi economica
GRIDALO FORTEParakarro ha scritto: ↑09/03/2022, 18:56le associazioni degli agricoltori ed allevatori son diventati peggio dei sindacati
ogni occasione è buona per chiedere soldi e gridare all'emergenza
anche in questa situazione (di merda) in cui scarseggiano gli approvigionamenti dei grani dal mar nero e sono a rischio gli allevamenti intensivi per mancanza di mangime in cui la mancanza di concorrenza può essere un valore aggiunto e la filiera corta una manna: NO! Posti a rischio ed agricoltura in ginocchio.
ma se son 20 anni che mi sfracellate i coglioni con il km zero e sui prodotti italian iche soffrono la concorrenza dei prodotti dell'est... è l'occasione giusta.
in più
tutte quelle aziende che orgogliosamente sventolano il 100% made in Italy delle proprie materie prime
che problemi hanno?
certo il caro energia e il caro carburante sono un problema, ma lo sono per ogni settore
i prezzi dovranno aumentare e il consumatore farà delle scelte
forse per la prima volta comincerà ad acquistare con giudizio evitando di buttare nel cassoneto un terzo di quello che compra
La coldiretti è peggio della confindustria.
Rompono i coglioni con l'Italianità e tutti i produttori fanno campagne pubblicità nazionaliste a cazzo ("100% grano italiano" lo trovate scritto pure nei cessi degli autogrill) e ora piangono per gli approvvigionamenti estero.
pajssa chiagni e fotti.
io in bici ci vado da sempre, il riscadalmento l'ho spento a febbraio che qui a milano ha fatto 20 gradi e l' acceso per 5 giorni a marzo.
FUCK PUTIN
SLAVA UKRAINA!
La verginità è un ottima cosa perché capisci meglio cosa è vero e cosa invece è falso.
Re: [O.T.] Crisi economica
ah adesso vedrete che cercheranno di dare la colpa degli aumenti alle guerra Ukraina invece che alla folle politica dei due anni di lockdown.
La verginità è un ottima cosa perché capisci meglio cosa è vero e cosa invece è falso.
Re: [O.T.] Crisi economica
Ah già che tu frequantavi una ucraina....marziano ha scritto: ↑10/03/2022, 13:18GRIDALO FORTEParakarro ha scritto: ↑09/03/2022, 18:56le associazioni degli agricoltori ed allevatori son diventati peggio dei sindacati
ogni occasione è buona per chiedere soldi e gridare all'emergenza
anche in questa situazione (di merda) in cui scarseggiano gli approvigionamenti dei grani dal mar nero e sono a rischio gli allevamenti intensivi per mancanza di mangime in cui la mancanza di concorrenza può essere un valore aggiunto e la filiera corta una manna: NO! Posti a rischio ed agricoltura in ginocchio.
ma se son 20 anni che mi sfracellate i coglioni con il km zero e sui prodotti italian iche soffrono la concorrenza dei prodotti dell'est... è l'occasione giusta.
in più
tutte quelle aziende che orgogliosamente sventolano il 100% made in Italy delle proprie materie prime
che problemi hanno?
certo il caro energia e il caro carburante sono un problema, ma lo sono per ogni settore
i prezzi dovranno aumentare e il consumatore farà delle scelte
forse per la prima volta comincerà ad acquistare con giudizio evitando di buttare nel cassoneto un terzo di quello che compra
La coldiretti è peggio della confindustria.
Rompono i coglioni con l'Italianità e tutti i produttori fanno campagne pubblicità nazionaliste a cazzo ("100% grano italiano" lo trovate scritto pure nei cessi degli autogrill) e ora piangono per gli approvvigionamenti estero.
pajssa chiagni e fotti.
io in bici ci vado da sempre, il riscadalmento l'ho spento a febbraio che qui a milano ha fatto 20 gradi e l' acceso per 5 giorni a marzo.
FUCK PUTIN
SLAVA UKRAINA!
Il sentimento più sincero rimane sempre l'erezione
Re: [O.T.] Crisi economica
è per le tue lamentele da pasciuto occidentale che si lamenta mentre gode dei suoi privilegi e delle sue libertà
ma non le desidera per gli altri.
non vuole che gli altri le abbiano.
mi fate vomitare, voi come luciano canfora.
vi meritate il peggio.
ma non le desidera per gli altri.
non vuole che gli altri le abbiano.
mi fate vomitare, voi come luciano canfora.
vi meritate il peggio.
La verginità è un ottima cosa perché capisci meglio cosa è vero e cosa invece è falso.