E, per dire, ad esempio sul latte l'Eurospin ha pochissima scelta e manco si risparmia rispetto all'Esselunga; ma non è l'unico prodotto - non marginale - per cui ciò valga.
Pochissima scelta in che senso? Trovi il latte intero/parzialmente scremato sia nel banco frigo che quello a lunga conservazione, forse anche quello biologico. Inoltre trovi "latte" di riso, di soia e quello senza lattosio. Per essere un discount non è male.
A Roma l'esselunga praticamente non esiste.
Come negozio fisico intendo, durante il lookdown l'ho scoperta ed è ottima come consegna a domicilio.
Per il resto fisso alla conad, praticamente sotto casa, raramente Carrefour 7/24 e todis. Mi manca la coop ma è troppo lontana.
Lamento di coniglio:
ho avuto un solo figlio.
(Gino Patroni)
Nel mio comune(13000 abitanti) ci sono: Eurospin, Famila, Lidl, Coop + qualche negozio più piccolo.
Preferisco l'Eurospin per la vicinanza e il rapporto qualità/prezzo. Trovo prodotti copiati da quelli di marca, ma dal sapore uguale(es. sugo di noci e peperoni della Tigullio oppure l'acqua Sant'Anna). Trovo il negozio sempre in ordine e pulito. Inoltre ci sono alcune commesse giovani e molto carine. Dovete provare assolutamente il tiramisù(zona banco frigo).
Vado alla LIDL solo se mi serve qualcosa la domenica pomeriggio. La clientela tipica sembra quella di un autogrill: gente di tutte le nazionalià, camionisti in ciabatte e calzini, indiani. Il personale sempre scazzato/esaurito.
Famila solo per prodotti di marca.
Aldi: ce ne sono due a Vicenza centro, ma è troppo lontano per fare la spesa.
Mi diletto a scarrellare strusciando sguardi di milf o di giovani donne conviventi tra il reparto carne ove sono sempre in cerca di hamburgerini e formaggi
Poi è tutto un passamani di merce rapida con le cassiere più gnocche e fa niente se un po’ di pelle si sfiora in tempi pandemici e/o post pandemici …
Voi date poca cosa dando cio' che possedete. E'quando donate voi stessi che donate veramente.
-Kahlil Gibran-
Nel mio comune(13000 abitanti) ci sono: Eurospin, Famila, Lidl, Coop + qualche negozio più piccolo.
Preferisco l'Eurospin per la vicinanza e il rapporto qualità/prezzo. Trovo prodotti copiati da quelli di marca, ma dal sapore uguale(es. sugo di noci e peperoni della Tigullio oppure l'acqua Sant'Anna). Trovo il negozio sempre in ordine e pulito. Inoltre ci sono alcune commesse giovani e molto carine. Dovete provare assolutamente il tiramisù(zona banco frigo).
Vado alla LIDL solo se mi serve qualcosa la domenica pomeriggio. La clientela tipica sembra quella di un autogrill: gente di tutte le nazionalià, camionisti in ciabatte e calzini, indiani. Il personale sempre scazzato/esaurito.
Famila solo per prodotti di marca.
Aldi: ce ne sono due a Vicenza centro, ma è troppo lontano per fare la spesa.
Comunque mi piacciono molto le differenze territoriali, Aldi, Famila ???
Lamento di coniglio:
ho avuto un solo figlio.
(Gino Patroni)
Da me ci sono Coop, Conad, Lidl, Eurospin, e Carrefour, oltre a qualche negozietto a gestione familiare.
La Coop è quella che ti da più scelta, è la più grande, sta all'interno di un centro commerciale e se becchi le offerte è quella preferibile perché con prezzi da discount ti porti a casa roba di marca.
(ho una dispensa di saponi per lavastoviglie, lavatrice, sgrassatori, pasta, passate di pomodoro e quant'altro comprati con le offerte grandi marche al 40-50-60% di sconto, ogni volta faccio scorta ma se non becchi le offerte ti spellano)
Conad più piccolino ma sempre ben fornito, prezzi in generale leggermente più bassi della Coop e prodotti a marchio Conad forse migliori dei corrispettivi Coop, tranne quelli della FiorFiore, che sono ottimi.
Un po' più scomodo da raggiungere e parcheggio non troppo ampio.
Lidl ci vado per fare un giro a vedere gli scaffali con il dituttodipiù, prezzi abbastanza bassi ma tenuto malissimo e poche casse aperte che creano file immense.
Eurospin quello più economico (ma comunque prezzi più alti rispetto ad altri Eurospin in grandi città) ma ha ottimi banco gastronomia/macelleria/pescheria perché sono gestiti da produttori locali e hanno roba fresca veramente buona.
Carrefour mi chiedo come facciano a stare aperti, enorme ma tenuto male, prezzi altissimi e praticamente sempre vuoto.
Nei negozietti di paese vado quando mi serve qualcosa al volo.
"Gli amici del campetto
passati dalle Marlboro direttamente all'eroina
alla faccia delle droghe leggere"
Trovo pochi posti piú deprimenti di un supermercato.
Quindi ammiro chi ha la forza di scegliere, confrontare...
Mi alterno tra un negozio di alimentari ed un'Esselunga.
Gli unici reparti dei supermercati in cui mi soffermo 2 secondi sono verdure e alcoolici.
Ecco come ci inculano.
Voi ci avete mai fatto caso?
Supermercati, scatta l'allarme shrinkflation: che cosa è
Si chiama shrinkflation ed è l'ultimo allarme lanciato dalle associazioni dei consumatori sui prodotti in vendita nei negozi della grande distribuzione. Di che cosa si tratta? Il termine inglese deriva dall’unione delle parole “shrink”, che vuol dire restringere, e “inflation”, cioè inflazione: è la pratica sempre più diffusa dalle aziende produttrici di ridurre le dimensioni o il peso dei prodotti di largo consumo per mascherare l'aumento del prezzo. In pratica, la cifra che si paga rimane la stessa, ma il prodotto che si compra è di meno.
A essere ridimensionato può essere il contenuto di una confezione, tutta la confezione oppure anche i servizi che si offrono. Il problema della shrinkflation non è solo italiano, allarmi sono stati lanciati dai consumatori anche negli Stati Uniti d'America e in Inghilterra.
Contro la shrinkflation, il Codacons ha presentato un esposto all’Antitrust e a 104 Procure della Repubblica di tutta Italia. La richiesta è che vengano aperte indagini per verificare se questa prassi che si sta diffondendo sempre più tra i produttori possa costituire un reato. Il Codacons ipotizza, per esempio, i reati di truffa o pratica commerciale scorretta.
“Il cartellino del prezzo resta esattamente lo stesso", segnalano dal Codacons, "la confezione del prodotto è leggermente più piccola o contiene qualche unità di prodotto in meno. Questo vale sia per la pasta che per i detersivi, e così via. In questo modo, le aziende ne traggono enormi guadagni ma di fatto si svuotano i carrelli e le tasche dei consumatori, realizzando una sorta di 'inflazione occulta'”.
Secondo una recente indagine Istat, i casi di shrinkflation registrati in mercati, rivendite e super-mercati italiani sono stati almeno 7.306. "I picchi si registrano nel settore merceologico di zuccheri, dolciumi, confetture, cioccolato, miele e in quello del pane e dei cereali", fa sapere il Codacons, "bibite, succhi di frutta, latte, formaggi, creme, lozioni sono le altre categorie di prodotti a cui è bene prestare particolare attenzione”.
Quando avevo il bar una volta per sfizio dopo aver aperto una stecca di bicchieri di plastica da 100 pezzi me li miei a contare uno ad uno, erano 97. Riprovai altre 2/3 volte e non erano mai 100.
Si chiama shrinkflation ed è l'ultimo allarme lanciato dalle associazioni dei consumatori sui prodotti in vendita nei negozi della grande distribuzione. Di che cosa si tratta? Il termine inglese deriva dall’unione delle parole “shrink”, che vuol dire restringere, e “inflation”, cioè inflazione: è la pratica sempre più diffusa dalle aziende produttrici di ridurre le dimensioni o il peso dei prodotti di largo consumo per mascherare l'aumento del prezzo. In pratica, la cifra che si paga rimane la stessa, ma il prodotto che si compra è di meno.
A essere ridimensionato può essere il contenuto di una confezione, tutta la confezione oppure anche i servizi che si offrono. Il problema della shrinkflation non è solo italiano, allarmi sono stati lanciati dai consumatori anche negli Stati Uniti d'America e in Inghilterra.
Contro la shrinkflation, il Codacons ha presentato un esposto all’Antitrust e a 104 Procure della Repubblica di tutta Italia. La richiesta è che vengano aperte indagini per verificare se questa prassi che si sta diffondendo sempre più tra i produttori possa costituire un reato. Il Codacons ipotizza, per esempio, i reati di truffa o pratica commerciale scorretta.
“Il cartellino del prezzo resta esattamente lo stesso", segnalano dal Codacons, "la confezione del prodotto è leggermente più piccola o contiene qualche unità di prodotto in meno. Questo vale sia per la pasta che per i detersivi, e così via. In questo modo, le aziende ne traggono enormi guadagni ma di fatto si svuotano i carrelli e le tasche dei consumatori, realizzando una sorta di 'inflazione occulta'”.
Secondo una recente indagine Istat, i casi di shrinkflation registrati in mercati, rivendite e super-mercati italiani sono stati almeno 7.306. "I picchi si registrano nel settore merceologico di zuccheri, dolciumi, confetture, cioccolato, miele e in quello del pane e dei cereali", fa sapere il Codacons, "bibite, succhi di frutta, latte, formaggi, creme, lozioni sono le altre categorie di prodotti a cui è bene prestare particolare attenzione”.
Si chiama shrinkflation ed è l'ultimo allarme lanciato dalle associazioni dei consumatori sui prodotti in vendita nei negozi della grande distribuzione. Di che cosa si tratta? Il termine inglese deriva dall’unione delle parole “shrink”, che vuol dire restringere, e “inflation”, cioè inflazione: è la pratica sempre più diffusa dalle aziende produttrici di ridurre le dimensioni o il peso dei prodotti di largo consumo per mascherare l'aumento del prezzo. In pratica, la cifra che si paga rimane la stessa, ma il prodotto che si compra è di meno.
A essere ridimensionato può essere il contenuto di una confezione, tutta la confezione oppure anche i servizi che si offrono. Il problema della shrinkflation non è solo italiano, allarmi sono stati lanciati dai consumatori anche negli Stati Uniti d'America e in Inghilterra.
Contro la shrinkflation, il Codacons ha presentato un esposto all’Antitrust e a 104 Procure della Repubblica di tutta Italia. La richiesta è che vengano aperte indagini per verificare se questa prassi che si sta diffondendo sempre più tra i produttori possa costituire un reato. Il Codacons ipotizza, per esempio, i reati di truffa o pratica commerciale scorretta.
“Il cartellino del prezzo resta esattamente lo stesso", segnalano dal Codacons, "la confezione del prodotto è leggermente più piccola o contiene qualche unità di prodotto in meno. Questo vale sia per la pasta che per i detersivi, e così via. In questo modo, le aziende ne traggono enormi guadagni ma di fatto si svuotano i carrelli e le tasche dei consumatori, realizzando una sorta di 'inflazione occulta'”.
Secondo una recente indagine Istat, i casi di shrinkflation registrati in mercati, rivendite e super-mercati italiani sono stati almeno 7.306. "I picchi si registrano nel settore merceologico di zuccheri, dolciumi, confetture, cioccolato, miele e in quello del pane e dei cereali", fa sapere il Codacons, "bibite, succhi di frutta, latte, formaggi, creme, lozioni sono le altre categorie di prodotti a cui è bene prestare particolare attenzione”.