Certo che è questione di sostenibilità, ma è il sistema che non funziona. Negli ultimi anni le squadre di serie C si sono dimezzate e pure quelle in serie D sono notevolmente diminuite, ma falliscono e spariscono continuamente anche oggi, squadre che magari l'anno prima lottavano per la promozione o retrocesse dalla serie superiore.
Arriva l'imprenditore di stocazzo di turno e per motivi suoi (non pensate che esistano ancora gli appassionati mecenati), fiscali, di immagine, ecc., investe soldi in una squadra per ottenere determinati risultati, aumenta il parco giocatori, ma anche il costo delle strutture, del monte ingaggi e così via. Poi , dopo 3 anni, con o senza risultati sportivi, questi se ne va, lasciando una gestione dai costi elevati ma senza un corrispondente ritorno economico; inevitabilmente la società va in sofferenza e rischia di fallire nel giro di breve tempo.
Vuoi mantenere sane società per creare basi solide ai campionati? Ti permetto di certificare gli introiti secondo analisi standardizzate, come ad esempio ricavi di sponsorizzazioni medie degli ultimi 10 anni, incassi medi annuali dello stadio, eventuali diritti televisivi. In base a questi puoi avere costi gestionali (stipendi e strutture) di un certo livello, senza sforare. Se poi arriva il Paperone che mette i soldi e mi compra il Messi della situazione, ben venga, l'importante e che con lo stipendio di questi non si superi il tetto gestionale. Non è che siano soluzioni così cervellotiche, ma evidentemente non c'è nessun interesse a farlo, perchè chi comanda nel calcio sono perlopiù presidenti avventurieri e dirigenti che tirano a campare al seguito di questi.