Politically Correct: punto di non ritorno? (OT)
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Re: Politically Correct: punto di non ritorno? (OT)
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Re: Politically Correct: punto di non ritorno? (OT)
Dovevo metterlo qui.
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Re: Politically Correct: punto di non ritorno? (OT)
Ovvio che è marketing ma lo prendi dalla coda.GeishaBalls ha scritto: ↑05/03/2021, 18:07ma qui non c'entra il politicamente corretto o meno, c'entra non voler essere associati a una figura che taluni (chissà poi perché) reputano antipatica. Trattasi di banale marketing
L'azienda modifica una icona perchè i malati di politicamente corretto gli danno un senso tutto loro.
Ecco che l'azienda, a questo punto si per una questione di marketing, è costretta a modificare qualcosa di innocuo perchè il suo cliente medio è un idiota malato di politicamente corretto.
Quindi alla fine quella icona è vittima del politicamente corretto. Ed è giusto mettere la notizia qui.
è la stessa cosa che succede in tutti gli ambiti. Se qualcosa viene visto male (anche senza motivo) sei costretto a chinare la testa. Non perchè dai ragione a chi lo vede male ma perchè non te lo puoi permettere in quanto i social ingigantiscono tutto.
Una volta se pincopallino se ne usciva con un "quell'icona sembra Hitler" quell'icona rimaneva. Perchè quel pincopallino al massimo riusciva a farlo notare solo al suo amico sfigato come lui.
P.s. Ecco un altra minchiata.
https://www.vanityfair.it/news/diritti/ ... ice-bianca
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Quando la fatica supera il gusto e ora di lasciar perdere la Patacca e attaccarsi al lambrusco. Giacobazzi
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Re: Politically Correct: punto di non ritorno? (OT)
Azzo! E questa doveva solo tradurre.
Se doveva invece scrivere la biografia che gli avrebbero detto?
Comunque vien da pensare, se tutte queste frange chiassose malate di p.c. la spuntano sempre, tra il piegarsi della parte attiva che produce/propone qualcosa e nel silenzio accettazione della maggioranza, nel tempo si consoliderà l'idea che queste crociate siano effettivamente tutte giuste e che l'uniformarsi ai canono imposti da questi fissati del pc sia cosa naturale. Arriveremo così, oltre che ad una "dittatura" del p.c., ad una società che lo vedrà come modello naturale, senza più fare alla base un ragionamento critico e ponderato.
Se doveva invece scrivere la biografia che gli avrebbero detto?
Comunque vien da pensare, se tutte queste frange chiassose malate di p.c. la spuntano sempre, tra il piegarsi della parte attiva che produce/propone qualcosa e nel silenzio accettazione della maggioranza, nel tempo si consoliderà l'idea che queste crociate siano effettivamente tutte giuste e che l'uniformarsi ai canono imposti da questi fissati del pc sia cosa naturale. Arriveremo così, oltre che ad una "dittatura" del p.c., ad una società che lo vedrà come modello naturale, senza più fare alla base un ragionamento critico e ponderato.
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Re: Politically Correct: punto di non ritorno? (OT)
Capiamoci. Quando la Disney ha cambiato il nome del film “Moana” in Italia con il titolo Oceania era perché politicamente scorretto? Per me perché veniva associato con un messaggio fuorviante, certo non si può dire che un nome sia scorretto. Se per te è “il politicamente corretto” anche quello allora prendo attoSoTTO di nove ha scritto: ↑05/03/2021, 20:45Ovvio che è marketing ma lo prendi dalla coda.GeishaBalls ha scritto: ↑05/03/2021, 18:07ma qui non c'entra il politicamente corretto o meno, c'entra non voler essere associati a una figura che taluni (chissà poi perché) reputano antipatica. Trattasi di banale marketing
L'azienda modifica una icona perchè i malati di politicamente corretto gli danno un senso tutto loro.
Ecco che l'azienda, a questo punto si per una questione di marketing, è costretta a modificare qualcosa di innocuo perchè il suo cliente medio è un idiota malato di politicamente corretto.
Quindi alla fine quella icona è vittima del politicamente corretto. Ed è giusto mettere la notizia qui.
è la stessa cosa che succede in tutti gli ambiti. Se qualcosa viene visto male (anche senza motivo) sei costretto a chinare la testa. Non perchè dai ragione a chi lo vede male ma perchè non te lo puoi permettere in quanto i social ingigantiscono tutto.
Una volta se pincopallino se ne usciva con un "quell'icona sembra Hitler" quell'icona rimaneva. Perchè quel pincopallino al massimo riusciva a farlo notare solo al suo amico sfigato come lui.
P.s. Ecco un altra minchiata.
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Se un’azienda mette a nome un prodotto che suona come la parola merda nella tua lingua stai sicuro che cambiano il nome quando lo deve vendere nel tuo paese.
Se qualcuno vede Hitler nel marchio Amazon meglio cambiarlo. Marketing semplice, non c’è nemmeno la discussione su Hitler, non si dibatte se Hitler “ha fatto anche cose buone”, non mi vedo i focus group in Amazon sui fascisti o nazisti. Si evita di essere associati a Hitler come si evita di essere associati alla merda
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Re: Politically Correct: punto di non ritorno? (OT)
No, come con il covid che si usano le mascherine, con i malati di mente bisogna togliere internet, gli si toglie lo smartphone e li si manda in terapia. Le malattie mentali non devono essere uno status symbol, che raduna altra gente malata di mente, sono malattie e vanno curate con appositi metodi convenzionali come andare dal dottore preposto e si curano senza rompere i coglioni a chi lavora.GeishaBalls ha scritto: ↑05/03/2021, 23:48
Se qualcuno vede Hitler nel marchio Amazon meglio cambiarlo. Marketing semplice,
Immagino il tizio leader design di Amazon che cerca di fare un cazzo di marchio e si spreme per evitare di far incazzare questi malati di mente e rischia pure il posto se questi si lamentano. Sarà stressante assai.
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Re: Politically Correct: punto di non ritorno? (OT)
Geisha sei prototipo della maggioranza di cui parla Salieri. Trovi sempre un motivo che ritieni valido per assecondare questa patetica deriva.
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Re: Politically Correct: punto di non ritorno? (OT)
tutto bello, ma Amazon si rivolge a quelli che usano internet, anche a quelli che sghignazzzano per il marchio che sembra Hitler, quindi gli conviene adattarsi al loro pubblico. Non tutti sono illuminati come gli utenti di superzetaGiarneseUmnberto ha scritto: ↑06/03/2021, 0:02No, come con il covid che si usano le mascherine, con i malati di mente bisogna togliere internet, gli si toglie lo smartphone e li si manda in terapia. Le malattie mentali non devono essere uno status symbol, che raduna altra gente malata di mente, sono malattie e vanno curate con appositi metodi convenzionali come andare dal dottore preposto e si curano senza rompere i coglioni a chi lavora.GeishaBalls ha scritto: ↑05/03/2021, 23:48
Se qualcuno vede Hitler nel marchio Amazon meglio cambiarlo. Marketing semplice,
Immagino il tizio leader design di Amazon che cerca di fare un cazzo di marchio e si spreme per evitare di far incazzare questi malati di mente e rischia pure il posto se questi si lamentano. Sarà stressante assai.
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Re: Politically Correct: punto di non ritorno? (OT)
non riesci proprio dire "ah, hai ragione, non l'avevo vista così"SoTTO di nove ha scritto: ↑06/03/2021, 0:38Geisha sei prototipo della maggioranza di cui parla Salieri. Trovi sempre un motivo che ritieni valido per assecondare questa patetica deriva.
Non mi pare che abbiano accusato Amazon di essere connivente con il Nazismo, non ci sono state folle che hanno proposto il boicottaggio, lo Stato di Israele non ha fatto proteste ricordando la Shoa, niente. Solo un marchio che al 10% (al 5%, al 50%? cambia qualcosa?) della popolazione evocava Hitler. Qualcuno in Amazon ha detto "ah, hai ragione, non l'avevo vista così" e lo hanno cambiato.
Tu ci vedi il politcally correct ed hai talmente in odio le distorsioni e le esagerazioni di questo movimento che stai iniziando a vederlo come la fonte di tutte le malvagità, il sinonimo della Spectre. Tra un po' ti ritrovo con le scie chimiche fatte dal politically correct
Re: Politically Correct: punto di non ritorno? (OT)
Qual è la percentuale minima di popolazione mondiale che giustifica un simile cambio?
10% sì... 5% sì... 1000 persone in un paesino dei Pirenei?
Se il cognato di Giarnese si sente offeso, cambiamo il marchio di Amazon?
O è una questione di rapporti di forza?
10% sì... 5% sì... 1000 persone in un paesino dei Pirenei?
Se il cognato di Giarnese si sente offeso, cambiamo il marchio di Amazon?
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Re: Politically Correct: punto di non ritorno? (OT)
Questi dibattiti che al netto dei proclami, sono totalmente avulsi da ogni oggettiva utilità, sono il terreno d'incontro degli interessi degli uni e degli altri.
Gettare facili ed efficaci cortine fumogene permette, attraverso queste fittizie schermaglie ideologiche, di inculare nel sottobosco, sempre meglio e con dosi sempre meno abbondanti di vaselina (oltretutto, ormai diluita fino ad essere acqua del rubinetto), il proletariato (costituito da padri e madri solo delle proprie seghe anemiche e ditalini svogliati, ormai) che tanto si accalora facendosi venire lo "sciopone" per cavalcare le tesi degli uni o degli altri sodomizzatori.
Gettare facili ed efficaci cortine fumogene permette, attraverso queste fittizie schermaglie ideologiche, di inculare nel sottobosco, sempre meglio e con dosi sempre meno abbondanti di vaselina (oltretutto, ormai diluita fino ad essere acqua del rubinetto), il proletariato (costituito da padri e madri solo delle proprie seghe anemiche e ditalini svogliati, ormai) che tanto si accalora facendosi venire lo "sciopone" per cavalcare le tesi degli uni o degli altri sodomizzatori.
Amicus Plato,
sed magis amica veritas.
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Re: Politically Correct: punto di non ritorno? (OT)
Geisha, la protesta sui baffetti hitleriani è la deriva del p.c.. Come dice Blif dovrebbe essere una questione concettuale, ma volendo parlare di proporzioni, se un, che so, 30% degli utenti vi vedesse una chiara allusione o fosse un rimando palese, sarebbe non solo giusto, ma doveroso il cambio del marchio. Ma quando un piccolo gruppo di utenti tira fuori un confronto, una similitudine, a mio avviso pretestuosa e tirata per i capelli (baffi in questo caso), e Amazon si adegua solo per paura che queste critiche vengano amplificate dal passaparola sui social e sui media, che troverebbe subito orde di crociati a sostegno, ebbene questo per me è un subire una prevaricazione, dovuta alla deriva di cui parlo.
Chiaro che la retromarcia di Amazon non è dovuta alla loro percezione di p.c., ma solamente in quanto vittima di questa strisciante inquisizione del p.c.. Per evitare polemiche o cattiva pubblicità, siamo arrivati al punto, che, solo per un paragone potenzialmente pericoloso da parte di una minoranza di clienti, anche un colosso piega la testa e modifica il marchio, scusandosene pure. E non mi venire a dire che probabilmente anche loro vi hanno visto il baffetto di Hitler!
Capisco che quando si parla di clienti, le imprese hanno tutto l'interesse a non scontentare nessuno e a rimanere in un solco comunicativo quanto più neutro. Infatti non si vuol certo colpevolizzare Amazon, ma solo mettere in luce la distorsione cognitiva (non so se è il termine giusto) della società odierna. E' un fenomeno antropologico complesso, di cui il p.c. è solo un aspetto.
Se minimiziamo tutto, se certe dinamiche le diamo per scontate, se evitamo di riflettere su certe distorsioni, anche su aspetti e cose apparentemente marginali, diamo il via libera al cambio culturale, alla diversa percezione delle cose. E questa non sarebbe sicuramente un cosa marginale!
Chiaro che la retromarcia di Amazon non è dovuta alla loro percezione di p.c., ma solamente in quanto vittima di questa strisciante inquisizione del p.c.. Per evitare polemiche o cattiva pubblicità, siamo arrivati al punto, che, solo per un paragone potenzialmente pericoloso da parte di una minoranza di clienti, anche un colosso piega la testa e modifica il marchio, scusandosene pure. E non mi venire a dire che probabilmente anche loro vi hanno visto il baffetto di Hitler!
Capisco che quando si parla di clienti, le imprese hanno tutto l'interesse a non scontentare nessuno e a rimanere in un solco comunicativo quanto più neutro. Infatti non si vuol certo colpevolizzare Amazon, ma solo mettere in luce la distorsione cognitiva (non so se è il termine giusto) della società odierna. E' un fenomeno antropologico complesso, di cui il p.c. è solo un aspetto.
Se minimiziamo tutto, se certe dinamiche le diamo per scontate, se evitamo di riflettere su certe distorsioni, anche su aspetti e cose apparentemente marginali, diamo il via libera al cambio culturale, alla diversa percezione delle cose. E questa non sarebbe sicuramente un cosa marginale!
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Re: Politically Correct: punto di non ritorno? (OT)
Una storiella su Amazon: Sai quante persone abbiamo nel settore marketing? (Attesa, suspence)... Abbiamo 7 miliardi di persone! (Capperi, tutte le persone del mondo! Accipicchia)
Morale: hanno talmente tanto dati da far girare che si accorgono cosa gli funziona meglio nei diversi mercati. Se il bottone grande o piccolo, se a destra o a sinistra, se mettere lo sfondo rosso o viola.
Può essere che se Albestilio non compra su Amazon si può offendere anche moltissimo di un marchio ma Jeff Bezos non se ne accorge e non cambia idea
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Re: Politically Correct: punto di non ritorno? (OT)
Non avevo colto che ci fossero state proteste, minacce di boicottaggio e poi scuse ufficiali (e nemmeno vado a rileggere, mi fido). Forse ho sottovalutato il tema influenzato dal poco che conosco il processo di rivoluzione digitale in corso. Forse mi ha influenzato conoscere processi consolidati di marketing basati su analisi dati. E forse sono anche influenzato dalla deriva, quella si mi pare evidente, di tanti qua dentro che vedono nel politicamente corretto solo una questione estetica, barocca, ipocrisia senza impatti sulla realtàSalieri D'Amato ha scritto: ↑06/03/2021, 10:32Geisha, la protesta sui baffetti hitleriani è la deriva del p.c.. Come dice Blif dovrebbe essere una questione concettuale, ma volendo parlare di proporzioni, se un, che so, 30% degli utenti vi vedesse una chiara allusione o fosse un rimando palese, sarebbe non solo giusto, ma doveroso il cambio del marchio. Ma quando un piccolo gruppo di utenti tira fuori un confronto, una similitudine, a mio avviso pretestuosa e tirata per i capelli (baffi in questo caso), e Amazon si adegua solo per paura che queste critiche vengano amplificate dal passaparola sui social e sui media, che troverebbe subito orde di crociati a sostegno, ebbene questo per me è un subire una prevaricazione, dovuta alla deriva di cui parlo.
Chiaro che la retromarcia di Amazon non è dovuta alla loro percezione di p.c., ma solamente in quanto vittima di questa strisciante inquisizione del p.c.. Per evitare polemiche o cattiva pubblicità, siamo arrivati al punto, che, solo per un paragone potenzialmente pericoloso da parte di una minoranza di clienti, anche un colosso piega la testa e modifica il marchio, scusandosene pure. E non mi venire a dire che probabilmente anche loro vi hanno visto il baffetto di Hitler!
Capisco che quando si parla di clienti, le imprese hanno tutto l'interesse a non scontentare nessuno e a rimanere in un solco comunicativo quanto più neutro. Infatti non si vuol certo colpevolizzare Amazon, ma solo mettere in luce la distorsione cognitiva (non so se è il termine giusto) della società odierna. E' un fenomeno antropologico complesso, di cui il p.c. è solo un aspetto.
Se minimiziamo tutto, se certe dinamiche le diamo per scontate, se evitamo di riflettere su certe distorsioni, anche su aspetti e cose apparentemente marginali, diamo il via libera al cambio culturale, alla diversa percezione delle cose. E questa non sarebbe sicuramente un cosa marginale!
Che da maschi, bianchi, eterosessuali, senza esposizioni ad altre culture è anche più facile non curarsi di come si sentono trattate certe classi della popolazione
Re: Politically Correct: punto di non ritorno? (OT)
Siamo arrivati al punto: è una pura e semplice lotta di potere, ma vestita di panni meno dignitosi.
Tu sai che il tuo nick è inaccettabile, perché si appropria di una cultura che non ti appartiene, vero?
Quando pensi di cambiarlo?
O per ora non lo cambi perché non c'è una forza di marketing che ti costringa a farlo?
Tu sai che il tuo nick è inaccettabile, perché si appropria di una cultura che non ti appartiene, vero?
Quando pensi di cambiarlo?
O per ora non lo cambi perché non c'è una forza di marketing che ti costringa a farlo?
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