Non ho mai avuto in stima Recchioni. Non per il personaggio in sé, ma per l'esagerato peso che - a mio parere - il personaggio riveste nell'economia della sua attività di autore. Piú o meno: 80% personaggio - 15 % cultura - 5% abilità vere e proprie. E poi, ammettiamolo pure, anche il personaggio non è tra i miei preferiti. Ma fino a poco tempo fa lo consideravo sostanzialmente un incapace che ha fondato gran parte del suo successo su di un carisma che ha saputo esercitare su alcune persone - a mio avviso - deboli, Sclavi su tutti. Poi vendendo fumo con appassionati ed addetti ai lavori, attività - la vendita di fumo - che noto ti viene tanto piú inosservata, paradossalmente ma non troppo, se offri a tutti l'esibizione di tracotanza, di autocelebrazione, di autogiustificazione continua del proprio lavoro di "riciclatore" (ma non riuscendo mai ad emulare neppure lontanamente l'abile capacità ricombinatoria di Tarantino o di altri).
Al netto di ció ho provato in passato a leggere cose sue, sperando (come capitato con altra gente o prodotti, in passato) di ricredermi, trovandole invece deludenti e a volte davvero ridicole (è il caso di "Orfani"). Ho trovato Recchioni non soltanto mediocre e sopravvalutato, ma persino banale. Qua e là qualche opera isolata di buon livello, ma mai dei veri capolavori tali da giustificare la vita di rendita su cui ha vissuto a lungo, con tanto di retorica annessa.
Detto questo, il problema è ben piú radicato di cosí. Iniziai a leggere DD giovanissimo e relativamente carente di cultura filmica, per cui anche i primi 100 mi parevano geniali. Nel tempo colmai quelle carenze e trovai migliori quei film letteralmente ricalcati in molti albi, aggiungendoci come protagonista un Rupert Everett vestito sempre uguale, puttaniere malgrado la pretesa di innamorarsi di ogni scopata come un 18enne qualsiasi o un gran pezzo di merda, e con Groucho Marx. Stop, me ne allontanai per un po' una volta che finirono "i film horror famosi e ben fatti da scopiazzare bellamente" trovai che il calo drastico della qualità delle storie fosse tutt'altro che casuale, smisi di essere in collezionista e solo ogni tanto continuai a prendere le storie, in stazione tra un viaggio in treno e l'altro.
Recchioni va ad instaurati fondamentalmente in un bisogno di intrattenimento da persone di bocca buona con cultura filmica quasi nulla e che si sente in soggezione di fronte al primo baluba che si atteggia a rockstar maledetta de' noantri, mi dissi: e trovai di pochezza insopportabile quel poco che lessi.
Ora a distanza di tempo, un po' meno coinvolto e un po' piú disincantato, mi sento di fare queste aggiunte:
- la forza di DD non era solo nelle idee saccheggiare altrove ma nel bilanciamento tematico, un antieroe borghesuccio che continuo a non sopportare unito ad un assistente mitico, a qualche personaggio apprezzabile ma soprattutto a disegni di qualità. Certo, Dylan Dog (esattamente come X files, ad esempio) aveva molto piú senso in quell'atmosfera dark di fine anni 80, inizio anni 90. Oggi sono tempi in cui il senso del mistero quasi sempre è degradato in cieca fede nelle fake news e nel new age a buon mercato quale grande cerimoniere di tutte le proprie peggiori mancanze di gusto estetico, etico ed artistico.
Recchioni è una scommessa che, in questi ultimi numeri, esce definitivamente allo scoperto nel suo proposito - dopotutto plausibile - di svincolare DD da un'eredità pesante e di un'atmosfera non piú proponibile nei tempi attuali, salvo perpetuare esiti involontariamente grotteschi. Sclavi aveva ai tempi d'oro un talento visionario che declina a verso il delirio e che fuoriuscita belle sue storie piú personali. Sclavi ha sempre vissuto la lacerazione tra il razionalismo di chi è socio Cicap (che trasferiva nel paradossale scetticismo di Dylan Dog, pur avendo assistito a milioni di eventi soprannaturali) e la visionarietà, l'irrazionalità, l'alcoolismo (anche DD ha il fantasma dell'alcoolismo).
Quindi, avendo letto il 399 (che, finalmente, mi è piaciuto) ed il 400 (che ho apprezzato come discorso programmatico) non posso che essere d'accordo con la strada presa.
Continueró a non leggere assiduamente Dylan Dog, ma comprendo che c'era bisogno di un azzardo e tutto sommato non mi sembra cosí improponibile, per chi vuole divertirsi a continuare a leggerlo...