(OT) il topic dei valorosi/e

[dostum]

Punto primo, Dio, Patria e famiglia non sono io.
(Non vado a messa da una vita e da una vita convivo more uxorio con grande scandalo di tutti i benpensanti). Patria quello si, quando mi sveglio nel mio letto, prima di andare in scena ascolto l'inno di Mameli cantato da Mario del Monaco.
Secondo non è questione di essere gentiluomini, non chiedevo i nomi, ma i fatti.Semplicemente in questo contesto,avere delle remore a dire abbiamo/non abbiamo scopato e' assurdo .
Terzo io non misuro l'ego solo a spinte pelviche, il topic ,però è un microcosmo in cui per convenzione e' lecito farlo.

Sono totalmente d'accordo con Oscar meglio il cazzo delle cazzate.

[OSCAR VENEZIA]

La mia era solo un osservazione, un richiamo alla concretezza. I racconti sono ben scritti,per carità' , solo che non viene messo a fuoco il punto centrale, si sorvola pensando che sia inelegante ( farlo o raccontarlo ?). In un certo senso può anche andar bene il partecipare De Coubertianamente ma andrebbe chiarito cosa e' successo.
La devo dire tutta? Non vorrei che qualcuno non finalizzi per "senso del peccato" ,timore reverenziale o amenità' simili.

[Lonewolf]

Capisco Oscar e capisco anche Vinz. Da un lato c'è il desiderio del lettore a leggere i dettagli più spinti delle avventure altrui, dall'altro la volontà di chi scrive di scivolare nel machismo o nel mancare di rispetto alla coprotagonista.
Pure io nei miei racconti ho spesso desiderato infarcirli dei particolari più spinti e "sporchi", ma poi mi sono sempre limitato a far capire quello che era successo, più che a descriverlo. E infatti spesso venne criticato il mio stile "diconondico". Il problema è che in quei momenti io realmente volevo più soffermarmi sull'aspetto romantico delle vicende più che su quello pecoreccio e avevo sempre un grande rispetto della protagonista di ogni episodio.

Se la scorsa estate avessi ancora scritto, gli amanti dei dettagli sporchi e maiali, sarebbero stati soddisfatti nel leggere i racconti di Lonewolf e la moglie di un gondoliere, di cui avevo ben poca stima. Lì avrei fatto impallidire Crackpot e Launini...

[hellen]

quindi a ciccia? s'è spinto o no?

[Vinz Clortho]

Carissimo oscarvenezia, per uno che usa a ogni più sospinto termini come redde rationem o more uxorio - o forse proprio per questo - dimostri una scarsa comprensione del testo e dei meccanismi narrativi. Sei responsabile del motivo in cui il cinema moderno deve per forza esplicitare dei passaggi con dei tediosi dialoghi esplicativi quando l'ellissi nel testo - i concitati momenti della salita all'appartamento, stacco, il protagonista che scorge 50 sfumature di grigio sul comodino mentre se ne va - sarebbe stata più che sufficiente.
Il produttore che dice "Aò qua nun se capisce se han trombato", quindi, ha ragione. E allora tristissimi sceneggiatori a capo di quella scena avrebbero condotto il personaggio a un brunch domenicale con gli amici in cui lui li avrebbe riempiti di dettagli. Un cespuglio insolitamente rigoglioso per un'ossessionata di fitness, una tendenza allo squirting molto elevata. Alcuni avrebbero cercato un pay off della scena del libro raccontando come la donna in questione volesse che gli si dicesse, quasi ordinando, il da farsi. Altri avrebbero condito la scena ponendo l'accento sul ridicolo: la ragazza che obbliga il personaggio a dirle "prendimelo in bocca" e lei che dice, "no, oggi non ne ho voglia ma volevo sentirtelo dire". I più tarantiniani si dilungherebbero in una lunga discussione fra tipologie di tette rifatte, con gli improbabili amici del brunch a utilizzare termini come mastoplastica additiva peri areolare, sottolineando come la tecnica non lasci cicatrici sebbene le tette rifatte siano innaturalmente dure.

Ma il punto, mio caro oscarvenezia, è che tale spiegone è assolutamente inutile. Non è per ritrosia o per gentlemanship che non è stato fatto. Nemmeno per evitare il machismo (che si può evitare anche nei racconti più dettagliati e cruenti, usando uno stile adatto) sempre incombente. Ma perchè è inutile. Il punto del racconto è l'ordalia del protagonista per arrivare alla trombata. Il valoroso che ha dovuto ballare in una specie di circolo degli orrori "A far l'amore cominci tu" rendendosi conto del doloroso cortocircuito pop perchè in quel momento Sorrentino nell'incipit dell'ultimo film stava parlando di lui, per arrivare a una chiavata. Fu vera gloria? E' qui che deve rispondere, nella sua solitudine il lettore. Lo scrittore, da par suo, evitando di commentare l'atto sessuale sembra suggerire: "ma esiste un amplesso di tal fatta da motivare tutti i patimenti prima di raggiungerlo?" Poi è chiaro lo stile un po' welshiano usato (che Lone ha sempre portato così bene su questo forum) rende il tutto più brioso e sottolinea, come in Fuori orario di Scorsese, che forse quelle disavventure sono state l'unico motivo di vivere quella notte.

O, forse, l'autore si sta chiedendo se non si renda necessaria una seconda tenzone. Perchè lui quel pompino non l'ha proprio ricevuto. E gli brucia un casino. Più dello stomaco il giorno dopo dopo 4 vodka marca "vodka".

[Stickman]

feeeega

shiampò

[hellen]

[Rand Al'Thor]

Vinz dovrebbe vincere masterpiece honoris causa

[Lonewolf]

Fantastico Vinz!!!


@Hellen: il mio comparire in questo topic è sempre un'esca a cui non resisti...

[scb]

Fantastico Vinz!!!


@Hellen: il mio comparire in questo topic è sempre un'esca a cui non resisti...

Ecco so bene che ormai sei un uomo di sani principi, fedele ed innamorato, però potresti ancora deliziarci con ricordi delle passate avventure.

Un sorta di memorie del casanova che fosti.

Daje.

[Miss Spring]

Secondi me Vinz è Matteo Bordone.
Oh, io la butto lì.
E, in ogni modo, applaudo.

[zio]

[pan]

Carissimo oscarvenezia, per uno che usa a ogni più sospinto termini come redde rationem o more uxorio - o forse proprio per questo - dimostri una scarsa comprensione del testo e dei meccanismi narrativi. Sei responsabile del motivo in cui il cinema moderno deve per forza esplicitare dei passaggi con dei tediosi dialoghi esplicativi quando l'ellissi nel testo - i concitati momenti della salita all'appartamento, stacco, il protagonista che scorge 50 sfumature di grigio sul comodino mentre se ne va - sarebbe stata più che sufficiente.
Il produttore che dice "Aò qua nun se capisce se han trombato", quindi, ha ragione. E allora tristissimi sceneggiatori a capo di quella scena avrebbero condotto il personaggio a un brunch domenicale con gli amici in cui lui li avrebbe riempiti di dettagli. Un cespuglio insolitamente rigoglioso per un'ossessionata di fitness, una tendenza allo squirting molto elevata. Alcuni avrebbero cercato un pay off della scena del libro raccontando come la donna in questione volesse che gli si dicesse, quasi ordinando, il da farsi. Altri avrebbero condito la scena ponendo l'accento sul ridicolo: la ragazza che obbliga il personaggio a dirle "prendimelo in bocca" e lei che dice, "no, oggi non ne ho voglia ma volevo sentirtelo dire". I più tarantiniani si dilungherebbero in una lunga discussione fra tipologie di tette rifatte, con gli improbabili amici del brunch a utilizzare termini come mastoplastica additiva peri areolare, sottolineando come la tecnica non lasci cicatrici sebbene le tette rifatte siano innaturalmente dure.

Ma il punto, mio caro oscarvenezia, è che tale spiegone è assolutamente inutile. Non è per ritrosia o per gentlemanship che non è stato fatto. Nemmeno per evitare il machismo (che si può evitare anche nei racconti più dettagliati e cruenti, usando uno stile adatto) sempre incombente. Ma perchè è inutile. Il punto del racconto è l'ordalia del protagonista per arrivare alla trombata. Il valoroso che ha dovuto ballare in una specie di circolo degli orrori "A far l'amore cominci tu" rendendosi conto del doloroso cortocircuito pop perchè in quel momento Sorrentino nell'incipit dell'ultimo film stava parlando di lui, per arrivare a una chiavata. Fu vera gloria? E' qui che deve rispondere, nella sua solitudine il lettore. Lo scrittore, da par suo, evitando di commentare l'atto sessuale sembra suggerire: "ma esiste un amplesso di tal fatta da motivare tutti i patimenti prima di raggiungerlo?" Poi è chiaro lo stile un po' welshiano usato (che Lone ha sempre portato così bene su questo forum) rende il tutto più brioso e sottolinea, come in Fuori orario di Scorsese, che forse quelle disavventure sono state l'unico motivo di vivere quella notte.

O, forse, l'autore si sta chiedendo se non si renda necessaria una seconda tenzone. Perchè lui quel pompino non l'ha proprio ricevuto. E gli brucia un casino. Più dello stomaco il giorno dopo dopo 4 vodka marca "vodka".

Il critico di se stesso che supera il se stesso autore mi mancava. Fantastico Vinz !

[OSCAR VENEZIA]

Carissimo oscarvenezia, per uno che usa a ogni più sospinto termini come redde rationem o more uxorio - o forse proprio per questo - dimostri una scarsa comprensione del testo e dei meccanismi narrativi. Sei responsabile del motivo in cui il cinema moderno deve per forza esplicitare dei passaggi con dei tediosi dialoghi esplicativi quando l'ellissi nel testo - i concitati momenti della salita all'appartamento, stacco, il protagonista che scorge 50 sfumature di grigio sul comodino mentre se ne va - sarebbe stata più che sufficiente.
Il produttore che dice "Aò qua nun se capisce se han trombato", quindi, ha ragione. E allora tristissimi sceneggiatori a capo di quella scena avrebbero condotto il personaggio a un brunch domenicale con gli amici in cui lui li avrebbe riempiti di dettagli. Un cespuglio insolitamente rigoglioso per un'ossessionata di fitness, una tendenza allo squirting molto elevata. Alcuni avrebbero cercato un pay off della scena del libro raccontando come la donna in questione volesse che gli si dicesse, quasi ordinando, il da farsi. Altri avrebbero condito la scena ponendo l'accento sul ridicolo: la ragazza che obbliga il personaggio a dirle "prendimelo in bocca" e lei che dice, "no, oggi non ne ho voglia ma volevo sentirtelo dire". I più tarantiniani si dilungherebbero in una lunga discussione fra tipologie di tette rifatte, con gli improbabili amici del brunch a utilizzare termini come mastoplastica additiva peri areolare, sottolineando come la tecnica non lasci cicatrici sebbene le tette rifatte siano innaturalmente dure.

Ma il punto, mio caro oscarvenezia, è che tale spiegone è assolutamente inutile. Non è per ritrosia o per gentlemanship che non è stato fatto. Nemmeno per evitare il machismo (che si può evitare anche nei racconti più dettagliati e cruenti, usando uno stile adatto) sempre incombente. Ma perchè è inutile. Il punto del racconto è l'ordalia del protagonista per arrivare alla trombata. Il valoroso che ha dovuto ballare in una specie di circolo degli orrori "A far l'amore cominci tu" rendendosi conto del doloroso cortocircuito pop perchè in quel momento Sorrentino nell'incipit dell'ultimo film stava parlando di lui, per arrivare a una chiavata. Fu vera gloria? E' qui che deve rispondere, nella sua solitudine il lettore. Lo scrittore, da par suo, evitando di commentare l'atto sessuale sembra suggerire: "ma esiste un amplesso di tal fatta da motivare tutti i patimenti prima di raggiungerlo?" Poi è chiaro lo stile un po' welshiano usato (che Lone ha sempre portato così bene su questo forum) rende il tutto più brioso e sottolinea, come in Fuori orario di Scorsese, che forse quelle disavventure sono state l'unico motivo di vivere quella notte.

O, forse, l'autore si sta chiedendo se non si renda necessaria una seconda tenzone. Perchè lui quel pompino non l'ha proprio ricevuto. E gli brucia un casino. Più dello stomaco il giorno dopo dopo 4 vodka marca "vodka".

[OSCAR VENEZIA]

Il produttore che dice "Aò qua nun se capisce se han trombato"

Il romanesco non conosce un ' apocope simile.