Bellavista, il debito pubblico come grandezza assoluta è un indicatore assolutamente privo di significato. La dimensione di un debito pubblico si misura in proporzione al pil del paese. l'italia (120%) è si al terzo posto ma dietro a giappone (200%) e grecia (150%). Gli stati uniti rispetto al pil non sono messi cosi male (anche se si aggirano al 100%).bellavista ha scritto:Anche questo punto sembra logico. Ma in realtà non è cosìJacko23 ha scritto:Veramente interessante il tuo punto Bellavista sulla vicenda Mediaset, non ne ero al corrente.
Io lavoro nel mondo oil & gas, dominato da società multinazionali ma comportamenti evasivi in questo settore credo siano più difficili (altra cosa è la corruzione, ma anche questo nel 2012 almeno in questo settore ormai è spesso un falso mito).
Sono d'accordo con te che abbiamo un'evasione "nella norma" e siamo uno dei paesi con le più alte entrate in rapporto al PIL. Perchè non abbiamo allora i servizi della Norvegia? Secondo me la ragione principale è la necessità di costituire ogni anno un avanzo primario robusto per cercare di tenere sotto controllo la traettoria del debito pubblico. Quindi è evidente che lo stato italiano dovrà sempre chiedere ai cittadini 10 e restituire agli stessi sotto forma di servizi 8. Purtroppo gli interessi sul debito e la restituzione dello stesso comportano nel caso italiano un'inevitabile necessità di destinare una parte sostanziosa delle entrate fiscali a curare la “malattia” del debito pubblico oltre al 120% del Pil. Ciò che noi destiniamo a ripianare il debito la Danimarca e il Lussemburgo lo usano per costruire scuole e ospedali.
In linea secondaria, ma fortemente interconnessa con la motivazione di cui sopra, il fatto che siamo un paese in cui dilaga la corruzione soprattutto in cui spadroneggia la mafia. Quindi appalti pubblici drogati, costo di realizzazione di opere pubbliche tre quattro volte più elevati rispetto alla media europea etc.. e un Sud Italia in condizioni drammatiche.
In conclusione sostengo che in un paese con un debito pubblico al 120% sarà sempre inevitabile un rapporto conflittuale contribuente/stato proprio perchè il cittadino avrà sempre l’impressione di ricevere, sotto forma di servizi, la metà di ciò che versa sotto forma di tasse. Putroppo non ci sono ricette magiche o soluzioni.
L'italia ha la terza pressione fiscale più alta al mondo e ha il terzo debito pubblico al mondo
Sai chi ha il primo e il secondo debito?
Stati Uniti e Giappone
Bene, Stati Uniti e Giappone hanno una pressione fiscale rispettivamente del 24 e 32% . Quasi 20 punti percentuali meno che l'italia.
Quindi no, anche con il debito pubblico attuale, la pressione fiscale italiana è ampiamente INGUISTIFICATA
In grecia l'aumento della pressione fiscale e i massicci tagli alla spesa pubblica imposti dalla troika sono finalizzati appunto a creare un avanzo di bilancio che porti la traiettoria del debito al 120% tra dieci anni. In altre parole i greci pagheranno piu tasse e riceveranno meno servizi perchè tale differenziale dovrà pagare gli interessi sul debito (e progressivamente quote di capitale) al fine di ridurre negli anni l'ammontare complessivo di stock di debito.
Il Giappone è un caso complicatissimo perchè si trova in deflazione e quindi la dinamica del pil è molto più controversa.
Gli USA possono permettersi di non aumentare la pressione fiscale perchè i titoli di stato americani hanno un'ottima reputazione (rating) sui mercati mondiali e quindi il paese riesce a collocare il proprio debito a tassi d'interesse contenuti (perchè alla fine la Cina, i fondi sovrani arabi etc.. comprano e continueranno a comprare sempre il treasury bill americano). L'Italia non avendo la stessa reputazione (e quindi lo stesso rating) ha sempre dovuto collocare i propri titoli a tassi più alti e recentemente, come noto a tutti, ha subito un escalation dello spread (rispetto ai bund tedeschi) e quindi del tasso d'interesse che genera quindi una maggiore spesa per interessi sul debito che potrà essere colmata solo aumentando le tasse o aumentando la crescita (operazione molto ardua in italia).
Da qui la necessità di manovre finanziarie pesantissime da parte di Monti. I mercati, giustamente non credendo in un aumento della crescita in italia, sono stati tranquillizzati individuando con nuove tasse le risorse che andranno a coprire i futuri debiti che verranno contratti. Non a caso quindi, a seguito delle pesanti manovre imposte da Monti lo spread è sceso rapidamente e oggi ci troviamo sotto i 280 punti.
Rimango quindi dell'idea che il debito pubblico rimane la ragione numero uno di questa differenza tra ciò che il contribuente versa e continuerà a versare in italia vs ciò che si vede tornare indietro sotto forma di servizi.