avendo poca voglia di fare, leggevo prima...e copio sotto..
Un punto interessante è che in Spinoza non c'è una concezione statica della natura umana, così come non c'è una concezione statica della natura in generale o di Dio in generale: tutte le cose sono sottoposte a cambiamenti. Quello che però Spinoza ritiene tipico dell'uomo, è la mobilità. Gli uomini possono compiere dei passaggi o delle transizioni da uno stato dato ad uno peggiore o migliore: quando io vado verso il peggio, vado verso il peggio perché non sono capace di staccarmi da quelle passioni di tristezza - di tristitia, le chiama Spinoza - che mi deprimono e mi opprimono, come la malinconia, l'odio, l'invidia. Tutte queste forze mi tengono prigioniero; ma io devo essere capace di crescere su me stesso, perché il problema spinoziano non è soltanto quello dell'autoconservazione - com'era nel passato, com'era in Hobbes -, ma è quello dell'autoespansione: l'uomo nell'ambito della necessità può crescere diventando più padrone di se stesso, sia in termini individuali che sociali. Quindi io posso compiere una transizione verso il meglio, e questa transizione mi rende non soltanto più saggio, più razionale, ma anche, nello stesso tempo, più felice. Passare dal livello delle passioni o dell'immaginazione al livello della ragione mi tranquillizza ancora di più, ma passare dal livello della ragione a livello dell'amore intellettuale, cioè dal livello delle conoscenze generali al livello delle conoscenze specifiche, mi fa sentire nel mondo e nella società più a mio agio.
Premesso che non so assolutamente nulla di psicologia e simili, e molto poco in generale,e che la perfezione non abita da queste parti, e che in genere i suggerimenti che do' si rivelano quasi sempre sbagliati

, anche io sono d'accordo con chi ti consiglia di fare la telefonata e informarti.