[O.T.] Crisi economica

Scatta il fluido erotico...

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Capitanvideo
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Re: [O.T.] Crisi economica

#2026 Messaggio da Capitanvideo »

Sembrava strano, in effetti.

Cmq dire che il capitalismo non va bene per gli USA e' bellissimo :lol:
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Capitanvideo
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Re: [O.T.] Crisi economica

#2027 Messaggio da Capitanvideo »

Ecco un movimento che sta crescendo veloce, velocissimo.
In italia ne e' stato fatto uno da poco, a Viareggio (o al Forte? non ricordo), dove mi sarebbe piaciuto partecipare, ma quando ho letto della presenza di Capezzone ho rinunciato.
In seguito ho saputo che il suo intervento non e' proprio piaciuto :)

Lo posto in questo thread di economia visto che e' un movimento nato sopratutto per intervenire in tal senso.

Un «tea» vale un manifesto.

Le origini del movimento popolare che contesta le politiche di spesa di Obama ma che è anche insoddisfatto dei repubblicani.

di Alberto Mingardi

“Noi americani comprendiamo la libertà. Ce la siamo guadagnata, abbiamo vissuto per essa, siamo morti per essa. Potremmo essere i missionari della libertà in un mondo roso dal dubbio. Ma prima dobbiamo rinnovare la missione della libertà nei nostri cuori e nelle nostre case”. Comincia così, con una citazione tratta dal discorso con cui Barry Goldwater accettò la nomination del Partito Repubblicano, Give Us Liberty: A Tea Party Manifesto di Dick Armey e Matt Kibbe. Armey, Congressman texano e uno degli autori del “Contratto con l’America” con cui i repubblicani conquistarono la maggioranza parlamentare nel 1994, dopo aver lasciato la politica ha assunto la presidenza di FreedomWorks, gruppo grassroots che Kibbe, economista di formazione, dirige.

FreedomWorks è attiva da una ventina di anni, ma ha conquistato la ribalta nazionale lo scorso 12 settembre, quando è stata il principale organizzatore di una manifestazione che ha visto mezzo milione di americani sfilare a Washington contro le politiche di spesa dell’Amministrazione Obama. È lo stesso “popolo” che, in una sfida non da poco, FreedomWorks e alcuni altre realtà (istituti di ricerca come la Heritage Foundation, siti web come Townhall, associazioni “di base” quali la National Taxpayers Union) cercano di mobilitare anche quest’anno. La “marcia su Washington” è stato il momento di maggiore visibilità di un movimento altrimenti decentralizzato e caotico: quello dei “Tea Party”. Raduni spontanei venuti sù come funghi dopo la pioggia di interventi che ha caratterizzato la fine dell’era Bush e l’inizio di quella Obama, i “Tea Party” sono stati ridotti a un cliché da parte dei mezzi d’informazione dell’establishment. La coda lunga di una destra rabbiosa e ignorante, “red America” al suo peggio, per alcuni persino un movimento para-razzista, che dietro la protesta politica maschera soltanto l’irritazione viscerale per il fatto che un uomo di colore sia finalmente entrato alla Casa Bianca.

Ma davvero i bevitori di thè non leggono? A giudicare da Amazon, parrebbe vero il contrario. È bastato che l’entertainer repubblicano Glenn Beck menzionasse nella sua trasmissione La via della schiavitù di Friedrich von Hayek per fare schizzare questo saggio pubblicato nel 1944 in cima alle classifiche di vendita. “Potete scommetterci che i Tea Partiers leggono”, scrivono Armey e Kibbe. A inizio anno era già uscito A New American Tea Party: The Counterrevolution Against Bailouts, Handouts, Reckless Spending, and More Taxes di John O’Hara (Illinois Policy Institute), seguito a ruota da The Tea Party Manifesto di Joseph Farah (editor del WorldNetDaily) ed alcuni altri titoli più pittoreschi. Lunedì sarà in libreria Boiling Mad: Inside Tea Party America di Kate Zernike, il primo volume scritto da una prospettiva “esterna” al movimento: Zernike è una giornalista del New York Times, e ha seguito il fenomeno accreditandosi come una reporter "fair" persino presso il pubblico più conservatore.

Su tutti, è il libro di Armey e Kibbe che segna una svolta. Si potrebbe dire che è una questione di ruolo: FreedomWorks è l’associazione che ha assunto una forma leadership, in questo movimento pure caotico e plurale. Tuttavia, Armey e Kibbe tutto vogliono fuorché indossare l’elmo del condottiero. Give Us Liberty è assieme un appassionato manifesto “liberista”, capace di presentare in modo semplice e lineare la teoria della scuola austriaca del ciclo economico piuttosto che la visione del processo politico sviluppata dagli economisti di public choice, e la ricostruzione della storia tumultuosa di come, nell’arco di poche settimane, si è passati da sporadici raduni di “dissenzienti” a un vero movimento politico di massa. Su tutte, sono due le caratteristiche degli autori che emergono. In primo luogo, un senso di profonda umiltà innanzi al “popolo americano”: il prezzo della libertà è l’eterna vigilanza, ed è una vigilanza che spetta a una società attenta e avvertita. Non sono i popoli a dover temere i propri governi, ma i governi che devono aver paura dei propri popoli. È così che nascono le storie di eroi casuali, come Mary Rakovich, una nonna di cinquantatré anni con un passato di ingegnere elettronico nell’industria automobilista, che in Florida ha organizzato un po’ per gioco una delle prime proteste contro i bailout.

In seconda battuta, Armey e Kibbe si fanno portavoce di un profondo senso di insoddisfazione verso il partito repubblicano. Alla marcia di FreedomWorks, chiunque può partecipare - ma sul palco stanno soltanto, l’altr’anno come quest’anno, intellettuali ed esponenti politici che si sono opposti ai bail-out sin dal principio, quando recavano la firma di George W. Bush. Non c’era e non ci sarà Sarah Palin: e gli unici repubblicani che parleranno sono Mike Pence, l’organizzatore dell’opposizione parlamentare ai salvataggi, e l’ex governatore del New Mexico Johnson, noto come sostenitore della liberalizzazione delle droghe leggere.

Per Armey, è vita vissuta. Trent’anni di esperienza politica fra i repubblicani sono impietosamente riassunto così. Nonostante le vittorie della destra, “il triangolo di ferro formato da politici, burocrati, e dal network degli interessi particolari è stato rallentato nella sua marcia ma mai sconfitto”. I repubblicani al governo hanno dimostrato “quanto ampio possa essere il divario fra retorica e realtà”. La speranza allora può venire solo da fuori dei partiti, e semmai bisogna lanciare “un’opa ostile” sul vecchio GOP. La libertà e la responsabilità individuale, i valori scolpiti nella Dichiarazione d’Indipendenza del 4 luglio, sono più forti di quanto appaia. C’è tutto un popolo che vuole “controllare i controllori”.

Da Il Sole 24 Ore, 13 settembre 2010
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dboon
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Re: [O.T.] Crisi economica

#2028 Messaggio da dboon »

qualcosa che in ItaGlia cresce c'e' e'

IL DEBITO PUBBLICO !


1.838,29 miliardi

http://www.repubblica.it/economia/2010/ ... o-7056726/

:gomma: :gomma: :gomma: :gomma:
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Capitanvideo
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Re: [O.T.] Crisi economica

#2029 Messaggio da Capitanvideo »

Meglio Raul Castro di Silvio Berlusconi!

Il fratello del comandante in capo Fidel, che da 4 anni é alla testa del regime cubano, sta per essere sepolto dalle macerie del comunismo, che se in 50 anni ha fatto patire le pene dell'inferno ai suoi cittadini (nonostante i miliardi di rubli da Mosca) ora, deve confrontarsi con un fatto risaputo: lo statalismo non paga.

Dunque, via ad una nuova rivoluzione a Cuba nel settore del pubblico impiego, ma non ditelo a Brunetta: "Il governo di L'Avana ha annunciato il taglio di 500mila dipendenti statali entro metà 2011 e la contestuale liberalizzazione delle imprese private per assorbire i nuovi disoccupati. Lo ha annunciato la Confederazione dei lavoratori cubani, l'unico sindacato tollerato dal governo, precisando che l'uscita dei dipendenti pubblici sarà graduale e si concluderà a giugno dell'anno prossimo. Per sostenere la misura, il governo autorizzerà la costituzione di nuove imprese private, distribuendo anche terre e infrastrutture statali".
La decisione segue l'annuncio fatto in agosto dal presidente Raul Castro che aveva parlato di un taglio di un milione di posti pubblici nell'arco di cinque anni.

Il regime è in bolletta, senza un sistema di mercato libero per davvero la ricchezza non si produce.
Pur senza menzionare esplicitamente una maggiore apertura per il settore privato (il retaggio culturale é sempre duro a morire), la decisione apre la strada ad alcune iniziative, come le cooperative, che renderebbero comunque più flessibile una economia che, attualmente, è controllata al 90% dallo Stato.
Dai giornali online: "Nei prossimi anni, si legge nel comunicato del Ctc centinaia di migliaia di lavoratori andranno a lavorare alle nuove forme di lavoro non statale, fra cui l'affidamento in gestione di piccoli negozi, l'usufrutto, le cooperative e la libera professione".

In Italia, paese gravato da un sistema a "socialismo democratico reale", ogni due per tre vediamo riportate le frasi ad effetto di Silvio Berlusconi sul bisogno di tagliare tasse e ridurre sprechi. Chiacchiere, anni di chiacchiere. Zeru risultati al contrario.
Alla faccia di Silvio e del ministrino Brunetta, non ci resta che intonare - seppur provocatoriamente - "Meno male che Raul c'è!"

di Annette Paulovitski
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Drogato_ di_porno
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Re: [O.T.] Crisi economica

#2030 Messaggio da Drogato_ di_porno »

si è calcolato che col debito pubblico ogni italiano, perfino un neonato, ha sulle spalle un fardello di 30.000 euro!
non so niente, non mi importa niente, non mi occupo di niente, non credo niente e non voglio niente

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Parakarro
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Re: [O.T.] Crisi economica

#2031 Messaggio da Parakarro »

scccccccchhhhhh

non dire così!

è tutto PIL che cola!

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dostum
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Re: [O.T.] Crisi economica

#2032 Messaggio da dostum »

Drogato_ di_porno ha scritto:si è calcolato che col debito pubblico ogni italiano, perfino un neonato, ha sulle spalle un fardello di 30.000 euro!
Sarei curioso di sapere quanto è indebitato ogni cittadino USA.
MEGLIO LICANTROPI CHE FILANTROPI

Baalkaan hai la machina targata Sassari?

VE LA MERITATE GEGGIA

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Re: [O.T.] Crisi economica

#2033 Messaggio da Capitanvideo »

dostum ha scritto:
Drogato_ di_porno ha scritto:si è calcolato che col debito pubblico ogni italiano, perfino un neonato, ha sulle spalle un fardello di 30.000 euro!
Sarei curioso di sapere quanto è indebitato ogni cittadino USA.
Agli ordini:

http://www.usdebtclock.org/
“Il più bravo, anche se è il più bravo e ne si ammiri il talento, non può prendersi tutto”

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dostum
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Re: [O.T.] Crisi economica

#2034 Messaggio da dostum »

Capitanvideo ha scritto:
dostum ha scritto:
Drogato_ di_porno ha scritto:si è calcolato che col debito pubblico ogni italiano, perfino un neonato, ha sulle spalle un fardello di 30.000 euro!
Sarei curioso di sapere quanto è indebitato ogni cittadino USA.
Agli ordini:

http://www.usdebtclock.org/
OK ma
Include anche il debito privato?
MEGLIO LICANTROPI CHE FILANTROPI

Baalkaan hai la machina targata Sassari?

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Re: [O.T.] Crisi economica

#2035 Messaggio da Capitanvideo »

dostum ha scritto: OK ma
Include anche il debito privato?
Non lo so ma tenderei a pensare di no.
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Re: [O.T.] Crisi economica

#2036 Messaggio da Capitanvideo »

Disoccupazione giovani +27,9%, record da 1999

I dati dell'Istat relativi al secondo trimestre 2010

ROMA - Il tasso di disoccupazione nel secondo trimestre del 2010 e' salito all'8,5%. Lo comunica l'Istat aggiungendo che si tratta dal livello piu' alto dal terzo trimestre del 2003.

Sempre con riferimento al tasso di disoccupazione destagionalizzato (8,5%) si registra un aumento di 0,1 decimi di punto rispetto al primo trimestre e di 1,0 punti rispetto al secondo trimestre 2009. L'istituto, fa notare, come "in termini congiunturali si registra un incremento più rallentato". Guardando ai dati non destagionalizzati (tasso di disoccupazione 8,3%), si nota come il tasso maschile cresca dal 6,3% del secondo trimestre 2009 al 7,6%. Mentre quello femminile passa dal 8,8% al 9,4%. Nel nord l'innalzamento dell'indicatore (dal 5 al 5,9%) riguarda sia gli uomini sia le donne; nel centro, il tasso si porta al 7,1% (6,7% un anno prima) per una crescita dovuta solo agli uomini. Nel Mezzogiorno il tasso di disoccupazione risulta pari al 13,4% (dall'11,9% di un anno prima), con una punta del 16,4% per le donne. Inoltre, il tasso di disoccupazione degli stranieri aumenta per la sesta volta consecutiva, portandosi all'11,6% (10,9% nel secondo trimestre 2009).

DISOCCUPAZIONE GIOVANI +27,9%, RECORD DA 1999 - Il tasso di disoccupazione giovanile (15-24 anni) nel secondo trimestre del 2010 è salito al 27,9%. Lo comunica l'Istat, precisando che si tratta del dato più alto dal secondo trimestre del 1999.

IN SECONDO TRIMESTRE -195 MILA OCCUPATI SU ANNOI - L'occupazione nel secondo trimestre del 2010 è diminuita di 195 mila unità rispetto allo stesso periodo del 2009 (-0,8%). Lo rileva l'Istat, precisando che il numero di occupati (in termini destagionalizzati) risulta pari a 22.915.000 unità segnalando un aumento rispetto al trimestre precedente pari allo 0,1%.

La contrazione tendenziale e' la sintesi di una sostenuta riduzione della componente italiana (-366 mila unita') e di una significativa crescita di quella straniera (+171 mila unita'). Persiste, nel confronto tendenziale, la forte riduzione - spiega l'Istat - del numero degli occupati nell'industria in senso stretto, soprattutto nel nord. Il tasso di occupazione nel secondo trimestre 2010 e' cosi' pari al 57,2%, con una flessione di 7 decimi di punto percentuale rispetto al secondo trimestre 2009. In particolare la sensibile riduzione tendenziale del numero di occupati nell'industria in senso stretto (-274 mila unita', pari al -5,7%) riguarda in misura consistente, oltre che i dipendenti delle regioni settentrionali le imprese di media dimensione. E mentre nei valori assoluti il calo e' piu' accentuato per gli uomini in confronto alle donne, il ritmo di discesa tendenziale dell'occupazione femminile (-7,9%) si conferma piu' accentuato rispetto a quello maschile (-4,8%). Inoltre, sempre nel secondo trimestre, il numero degli occupati a tempo pieno registra una riduzione tendenziale dell'1,6% (-316 mila unita').

Il risultato e' determinato principalmente dalla netta discesa dei dipendenti con contratto a tempo indeterminato (-283 mila unita'), in particolare nelle imprese di media dimensione della trasformazione industriale. A tale calo si associa quello dei dipendenti a termini (-51 mila unita') non compensato dalla modesta crescita dell'occupazione autonoma a tempo pieno (+18 mila unita'). Dopo la discesa intervenuta nel corso del 2009, gli occupati a tempo parziale continuano a segnalare di crescita significativi (+3,6%, pari a 121 mila unita' in piu' rispetto al secondo trimestre 2009). L'incremento e' dovuto esclusivamente al part-time di tipo involontario, ossia ai lavori accettati in mancanza di occasioni di impiego a tempo pieno.

2,136 MLN IN CERCA OCCUPAZIONE,MASSIMI 2001 - Nel secondo trimestre del 2010 il numero delle persone in cerca di occupazione ha raggiunto (in termini destagionalizzati) 2,136 milioni di unità, con un aumento dell'1,1% rispetto al primo trimestre (+24 mila unità), rispetto lo stesso periodo dell'anno precedente l'aumento e del 13,8%. Lo comunica l'Istat, precisando che in valori assoluti (2,136 milioni) si tratta del livello più alto dal secondo trimestre 2001.
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Re: [O.T.] Crisi economica

#2037 Messaggio da Helmut »

Capitanvideo ha scritto: DISOCCUPAZIONE GIOVANI +27,9%, RECORD DA 1999
Perchè non ci posti qualcosa in riferimento alla cronica mancanza di operai specializzati, artigiani, personale sanitario, camionisti, cuochi, edili, saldatori, marmisti, lamieristi et similia...???
:-?
"Innalzare templi alla virtù e scavare oscure e profonde prigioni al vizio."

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Re: [O.T.] Crisi economica

#2038 Messaggio da Drogato_ di_porno »

perchè sono lavori manuali Helmut, e noi siamo cresciuti col mito del dirigente d'azienda.

perchè cazzo credi che abbiamo fatto tutti il liceo?
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Re: [O.T.] Crisi economica

#2039 Messaggio da Helmut »

Drogato_ di_porno ha scritto:e noi siamo cresciuti col mito del dirigente d'azienda.
I miti scompaiono di fronte alla cruda realtà dei fatti. :o
"Innalzare templi alla virtù e scavare oscure e profonde prigioni al vizio."

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Re: [O.T.] Crisi economica

#2040 Messaggio da Drogato_ di_porno »

dovevi ricordarcelo negli anni '90 Helmut, quando non facevamo un cazzo al liceo invece di frequentare l'ITIS o le scuole professionali.

se a 14 anni avessi fatto l'idraulico (vivendo coi genitori a spese zero) ora avrei 250000 euro in banca (fai 1500 euro al mese per 17 anni tolta qualche spesa, dai non dico che non avrei speso nulla.).
non so niente, non mi importa niente, non mi occupo di niente, non credo niente e non voglio niente

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