[O.T.] Crisi economica

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Parakarro
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Re: [O.T.] Crisi economica

#1981 Messaggio da Parakarro »

visto che è domenica

un saluto speciale a blockbuster da parte mia e del mio amicissimo titolare della videoteca a gestione extrafamiliare che, tra le altre cose, mi ha rifornito dei film di fantozzi!

ciao, ciao :015

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Helmut
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Re: [O.T.] Crisi economica

#1982 Messaggio da Helmut »

pan ha scritto: Per converso le "visioni" di Parak di collocano spesso "dopo" i linguaggi specifici, quindi, da un punto di vista strettamente teorico, hanno maggiori possibilità di imbroccare qualche verità
Caro pan, hai scelto un esempio proprio infelice, riferendoti a Parakarro...lui non ne imbrocca una che sia una...!!! :DDD
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Parakarro
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Re: [O.T.] Crisi economica

#1983 Messaggio da Parakarro »

si si

se vuoi ti quoto un mio messaggio di qualche pagina fa

zimpatico pazzerellone!

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dostum
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Re: [O.T.] Crisi economica

#1984 Messaggio da dostum »

MENOMALE che cè un settore che TIRA


Boom dei centri massaggi orientali
Niente crisi per la prostituzione
Nell'ultimo anno i prezzi sono aumentati del 40%


Il sesso a pagamento è in controtendenza: nel 2010 infatti, nonostante la crisi che ha colpito diversi settori economici, ha visto un incremento dei prezzi delle prestazioni fino al 40%.
Questo dato è emerso in seguito ad un'indagine dalla Codacons, realizzata in tre importante città italiane, Roma, Milano Napoli, che prende in analisi anche come i prezzi possano variare in base al tipo di prostituta, al luogo e alle richieste dei clienti.

Ma come mai i prezzi sono aumentati così tanto? Uno dei principali motivi è la lotta contro le squillo in strada lanciata da alcune amministrazioni locali: i maggiori rischi e difficoltà legati a questa 'professione'' hanno determinato nell'ultimo anno un sensibile aumento dei prezzi.
Non dimentichiamo però che le tariffe del sesso a pagamento avevano già subito un forte incremento, addirittura del 150%, subito dopo l'introduzione dell'euro. Il giro di affari della prostituzione continua quindi ad avere numeri da capogiro e non conosce crisi, anche grazie alle nuove tecnologie.

Pubblicità e annunci hanno trovato un terreno fertile grazie alla diffusione delle connessioni a banda larga: video hot su Internet, telefonini, chat con webcam sono ormai strumenti comuni di guadagno. Inoltre, per contrastare la repressione della prostituzione da strada, sono tornate di moda le 'case chiuse' e c'è stato un vero e proprio boom di centri massaggi cinesi.

L'ultimo anno ha infatti evidenziato un sensibile incremento della prostituzione cinese. Meno curate ed avvenenti rispetto alle colleghe di altre nazionalità, le prostituite orientali rappresentano ormai il 40% delle 'offerte': si tratta di donne tra i 30 e 40 anni, che applicano tariffe davvero concorrenziali e ricevono i clienti nei centri massaggio, veri e propri luoghi di business, organizzati ed efficienti.

Ma quanto può costare una prestazione? Si può variare tra le 30 e le 500 euro.
Dai 30/40 euro in media per una sveltina con una ragazza cinese in un centro massaggi o per un rapporto in macchina con una ragazza dell'est: con 50/60 euro invece si può ottenere un ambiente più decoroso e un rapporto di massimo mezzora. Per qualsiasi variazione rispetto alla prestazione base, sono previste maggiorazioni dal 20% al 100% sul prezzo concordato.
Se però si preferisce un'italiana o una sudamericana, i prezzi possono variare dalle 100/150 euro fino alle 500 euro, se ci si vuole intrattenere tutta la notte nel suo appartamento.

Molto diversi tra loro i clienti, che possono essere divisi in tre fasce d'età principali: il 25% ha tra i diciotto e i venticinque anni, il 45% tra i venticinque e i cinquant`anni e il 30% oltre i cinquanta.

Gli ultracinquantenni preferiscono la comodità e si possono permettere di andare a trovare le professioniste del sesso nei loro appartamenti, mentre i più giovani optano per soluzioni più economiche, come i centri massaggi.
MEGLIO LICANTROPI CHE FILANTROPI

Baalkaan hai la machina targata Sassari?

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pan
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Re: [O.T.] Crisi economica

#1985 Messaggio da pan »

Helmut ha scritto:
pan ha scritto: Per converso le "visioni" di Parak di collocano spesso "dopo" i linguaggi specifici, quindi, da un punto di vista strettamente teorico, hanno maggiori possibilità di imbroccare qualche verità
Caro pan, hai scelto un esempio proprio infelice, riferendoti a Parakarro...lui non ne imbrocca una che sia una...!!! :DDD
Facciamo l'esempio del paradosso del mentitore analizzato anche da Tarski. Ci troviamo di fronte ad un mentitore e gli chiediamo se è un bugiardo. Qualunque sarà la risposta non sapremo mai se è vera o falsa.
Due millenni di analisi da parte di filosofi e matematici non hanno approdato a nulla.

Arriva Parak e, invece di fargli domande dirette, lo invita a casa sua di domenica sera. Lo conduce nella mitica taverna e attacca con i metalinguaggi dei favolosi vini intercalati da visioni di altrettanto favolose teen.

All'una, una e trenta massimo, il mentitore avrà rivelato tutto di sé: verità, menzogne, vita e opere. :-D
Non seguire le orme degli antichi, ma quello che essi cercarono. (Matsuo Basho,1685) - fa caldo l'Italia è sull'orlo di un baratro e non scopo da mesi (cimmeno 2009) - ...stai su un forum di segaioli; dove pensavi di stare, grande uomo? (sunday silence,2012)

Giulio Tremonti
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Re: [O.T.] Crisi economica

#1986 Messaggio da Giulio Tremonti »

pan ha scritto:
Helmut ha scritto: Lo sappiamo che i numeri non ti piacciono, caro Parakarro...perche' sfortunatamente per te dicono sempre la verita'...!!! :o

Alfred Tarski (1936)
Il contributo più importante di Tarski è rappresentato dalle sue ricerche sulla semantica dei linguaggi formali e dal suo studio fondamentale della verità. Egli dimostra che la definizione di verità è data dal metalinguaggio. Con il suo importante teorema, viene risolto il "paradosso del mentitore", in quanto non si può parlare della verità nel linguaggio all'interno di un sistema formale. La verità sta nel metalinguaggio.

I numeri applicati all'economia stanno evidentemente all'interno del linguaggio economico, quindi non ne possono descrivere la Verità. Per converso le "visioni" di Parak di collocano spesso "dopo" i linguaggi specifici, quindi, da un punto di vista strettamente teorico, hanno maggiori possibilità di imbroccare qualche verità.

Se nei numeri risiedesse la Verità avremmo risolto tutto, caro Helmut, non ti pare ?
Tarski faceva riferimento ai linguaggio matematico, all'interno del quale non si riesce a parlare della proprieta di essere vero o falso. Ciò non toglie che si possano fare affermazioni vere. P.es.

la neve è bianca

"la neve è bianca" è vera

La prima frase esprime un fatto, la seconda dice qualcosa riguardo a una frase (menzione, come aveva intuito Occam). E' metalinguaggio perchè è una frase che parla di un'altra frase. Quando il discorso ha per oggetto la proprietà della verità stiamo utilizzando un metalinguaggio ma questo non significa che la prima frase non sia vera.

Il discorso ha però senso se si considera un linguaggio matematico. Nel linguaggio naturale i livelli sono commisti, linguaggio e metalinguaggio coincidono.


p.s. per stare in tema, è la prima volta che uso il termine 'commisto'.
...mostrando la medaglia appuntata al bavero: "Il Duce m'ha fatto l'onore di darmi questo grande titolo. E io me ne fregio". (Ettore Petrolini)

[url=http://www.youtube.com/watch?v=b63FTD58nKU]Un posticino tutto speciale[/url]

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Parakarro
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Re: [O.T.] Crisi economica

#1987 Messaggio da Parakarro »

si chiude oggi agosto...

e ci credo...è il 31... :-D

fatti i conti del mio piccolo mondo... sia mensili che trimestrali... io di solito conto assieme giugno, luglio ed agosto perchè è piu' comodo per non avere il conto sballato dalle ferie che variano...

e mentre il mio settore segna negativo io ad agosto segno un inaspettato +... e del 14 perciento :o e un + 1% sui tre mesi... pago un luglio orribile

resto comunque parecchio negativo nel conteggio da gennaio... porco di quel porco...

settembre m'impaurisce... però una notizia positiva ci voleva proprio :awww:

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Parakarro
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Re: [O.T.] Crisi economica

#1988 Messaggio da Parakarro »

edddopo Blockbuster... anche Burgher King rischia di lasciarci....

come mi dispiace.... :002 :002 :002 :002


ma c'è chi gode... :roll:

Immagine

ps
qua a BG, pure a orio al serio, i MC Donalds non accettano carte di credito... trovo bizzarro che uno dei simboli della globalizzazione e del capitalismo non accetti lo strumento principe del capitalismo e del consumismo..

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Helmut
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Re: [O.T.] Crisi economica

#1989 Messaggio da Helmut »

Parakarro ha scritto:edddopo Blockbuster... anche Burgher King rischia di lasciarci....

come mi dispiace...
In compeso la franco-belga Quick (un MacDonald's adattato ai sapori europei con minestre, formaggi, insalate e frutta) apre a Parigi il primo fast-food Halal (per i musulmani)

http://www.ilsole24ore.com/art/economia ... d=AYQoWcJC

Come vedi, la globalizzazione la fermi da una parte e riprende dall'altra. :roll:
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Re: [O.T.] Crisi economica

#1990 Messaggio da Husker_Du »

pan ha scritto: Alfred Tarski (1936)
Il contributo più importante di Tarski è rappresentato dalle sue ricerche sulla semantica dei linguaggi formali e dal suo studio fondamentale della verità. Egli dimostra che la definizione di verità è data dal metalinguaggio. Con il suo importante teorema, viene risolto il "paradosso del mentitore", in quanto non si può parlare della verità nel linguaggio all'interno di un sistema formale. La verità sta nel metalinguaggio.
Mi permetto di dissentire, credo che il contributo piu' importante di Tarski sia il suo teorema del punto fisso.

''Let L be a complete lattice and let f : L → L be an order-preserving function. Then the set of fixed points of f in L is also a complete lattice''

Tutto lo sviluppo della supermodularita' in matematica e nelle scienze sociali si basa su quello.
"Signori benpensanti, spero non vi dispiaccia,
se in cielo in mezzo ai Santi, Dio fra le sue braccia, soffochera' il singhiozzo di quelle labbra smorte che all'odio e all'ignoranza preferirono la morte"

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Re: [O.T.] Crisi economica

#1991 Messaggio da Capitanvideo »

Viva la (social) Democrazia (1)

Lettere al Corriere:

Lunedì 30 agosto 2010

Carico fiscale eccessivo

Forse è difficile a credersi, ma io, libero professionista, ho sempre regolarmente fatturato. Nelle mie parcelle, ovviamente, ci deve pur essere una parte per me; tuttavia su 1.000 euro, 175 sono di Iva, 340 di Irpef, 11 di addizionali, 40 di Irap, 140 di contributi previdenziali: ossia più del 70% va allo Stato (e ci sono anche le spese dello studio). Altro che 43% di pressione fiscale: per portare a casa 100 e devo chiederne 350-400. Fatico ormai a tirare avanti: per restare onesto sono costretto a essere «carissimo» non per arricchirmi, ma per soddisfare le pretese dello Stato!

Giulio Massi, Roma
“Il più bravo, anche se è il più bravo e ne si ammiri il talento, non può prendersi tutto”

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Capitanvideo
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Re: [O.T.] Crisi economica

#1992 Messaggio da Capitanvideo »

Viva la (social) Democrazia (2):


Il sogno e la crisi – Welfare svedese e italiano a confronto


Due modelli differenti, quello italiano e quello scandinavo. Dai risultati diametralmente opposti. Entrambi oggi in crisi per motivi diversi, ed entrambi bisognosi di riforme. Ma mentre il Nord Europa è pronto al cambiamento, il Belpaese è ancora molto indietro.

Björn Gustavsson nasce nel 1981, lo stesso anno di Marco Rossi. Björn invece a Stoccolma, in Svezia. Marco a Roma, Italia. Björn comincia la sua carriera scolastica in uno dei paesi con livelli d’istruzione più efficienti ed alti al mondo (la Svezia investe in istruzione lo 7,5% del PIL). La sua famiglia dall’asilo fino all’università non dovrà pagare alcuna tassa per il suo diritto allo studio, perché lì svezia 1 Il sogno e la crisi Welfare svedese e italiano a confrontol’istruzione è gratuita. Marco nasce in una nazione che vanta livelli di istruzione e di innovazione tecnologica tra i più bassi in Europa (meno del 5% del PIL è investito in istruzione, ovvero meno della media europea) nonché percentuali di analfabetismo del 12% (Unla, 2005). Marco paga le tasse per l’istruzione allo stato, i libri, nonché – a seconda delle scuole – una sovratassa definita “di contributo scolastico”.

IL MONDO DEL LAVORO - Dall’asilo all’Università. Björn riceve dallo stato svedese un assegno mensile per sei anni (2492 corone svedesi, circa 270 euro) che gli permette di coprire circa il 30% delle sue spese, anche se risulta uno studente universitario part-time. Potrà incrementare fino a 7,259 corone svedesi, circa 770 euro, se chiederà un prestito d’onore. Questi soldi dovrà rimborsarli in futuro allo Stato, il quale chiederà un 4% di interesse annuo. Questo gli permette di andare via da casa intorno ai 17-18 anni, in genere in un monolocale o casa dello studente a prezzi ovviamente vantaggiosi. Marco, una volta laureato e trovato un lavoro, se ne andrà di casa tra i 30-32 anni. Alla fine della sua carriera scolastica ed universitaria potrà dire di aver vissuto alle spalle della propria famiglia per 30 anni della sua vita. Björn una volta laureato (intorno ai 24 anni), se non riesce a trovare lavoro va allo IAF (Ufficio per la disoccupazione) e riceverà 320 SEK al giorno (circa 35 euro) fino a quando non troverà un lavoro. Ma dovrà dimostrare di cercarlo continuamente, altrimenti gli verrà negato l’assegno. Marco trova lavoro dopo alcuni anni di ricerca e di lavoretti saltuari e provvisori tramite la conoscenza di un amico di famiglia. Björn dopo aver lavorato tutta la sua vita intorno tra i 61 e i 67 anni deciderà di andare in pensione. La sua pensione dipenderà dalla quantità di contributi versati nella sua vita lavorativa (il 18,5% del suo stipendio verrà utilizzato per la sua pensione). Verranno inseriti anche gli anni di università e i giorni di malattia.

CONFRONTO IMPIETOSO? - In questo parallelismo tra la vita di uno svedese ed un italiano ci rendiamo conto delle differenze lampanti tra i due stati. Björn è figlio del più efficiente womb-to-tomb system al mondo (letteralmente dall’utero alla tomba). Uno Stato madre che organizza e aiuta i propri figli-cittadini, e rappresenta il più grande datore di lavoro della nazione. Una Svezia che è fiera di definirsi socialdemocrazia, che è rimasta come un faro ed un modello per tutti i partici socialisti europei.

Marco è figlio di un paese che ha attraversato due disastrose guerre mondiali, un successivo e straordinario boom economico e demografico, ma che poi ha perso il treno per l’innovazione non riuscendo ad adeguare i suoi obsoleti e farraginosi sistemi di stato sociale. Un’Italia che guardava da una parte al sistema capitalistico anglosassone, ma allo stesso tempo continuava ad utilizzare quello corporativo di stampo fascista per assicurare il protezionismo dallo Stato e la famiglia come nucleo fondamentale dell’azienda. Eppure la storia del welfare state in Italia e Svezia nasce nello stesso periodo e con singolari parallelismi. Il concetto di Folkhemmet (letteralmente “la casa del popolo“) nasce intorno alla fine degli anni ‘20 e inizio ‘30. Per Folkhemmet si intende la via di mezzo svedese, o terza via, un sistema cioè tra il Capitalismo ed il Comunismo. Il Partito Socialdemocratico Svedese (Sveriges socialdemokratiska arbetareparti), rimasto in sella al governo per la maggior parte degli ultimi 70 anni, fece suo questo concetto, tanto che ora si può considerare come un marchio di partito. Il Folkhemmet ebbe una influenza enorme in tutta l’area scandinava e perfino in europa centrale. Nello stesso periodo in cui in Svezia si delineavano le basi del futuro stato sociale svedese, in Italia Mussolini, introduce il concetto di Stato Corporativista, cioè uno stato che si basa sulle corporazioni di lavoratori controllate dal governo fascista. Lo stato sociale fascista viene definito come una terza via rispetto ai concetti antiquati di capitalismo liberista e di socialismo di stampo comunista ed ebbe una vasta influenza sui fascismi europei dell’epoca.venice02 Il sogno e la crisi Welfare svedese e italiano a confronto

DUE MODELLI, DUE CRISI - Fin qui il sogno. Ma da qualche anno il welfare state svedese sta attraversando la più grande crisi della sua lunga e gloriosa vita. Il collasso del sistema ha portato al declino del suo più grande idealizzatore e sostenitore: alle ultime elezioni del 2006, infatti, il Partito Socialdemocratico ha incontrato la peggior sconfitta di sempre, cedendo il trono alla coalizione di centro-destra. La crisi viene da molto lontano, dagli anni ‘70 e tra gli economisti si è in disaccordo sulle sue cause. Dagli anni ‘80 in poi la disoccupazione è cominciata a crescere in modo esponenziale, le ore lavorative sono diminuite (in parte anche grazie ad una legge assurda per cui il datore del lavoro non può verificare se il proprio dipendente che si mette in malattia è veramente malato), e poi sono arrivate la crisi del comparto industriale, il collasso del sistema previdenziale troppo generoso, la crescita della popolazione, la congiuntura internazionale ecc. Ma forse la crisi del sistema svedese nasce da un fattore non svedese: l’immigrato. Il 12.5% della popolazione è di origine non svedese, per lo più mediorientali e asiatici, i quali spesso diventano veri e propri parassiti dello stato sociale, rompendo i pilastri del sistema di convivenza: egualitarismo, onestà e lagom (concetto svedese che non ha equivalenti in altre lingue è che significa “moderato, il giusto tanto, né troppo né poco”). La Svezia quindi si sta avviando in un periodo di crisi epocale del suo welfare system e potrà salvarsi solo attuando importanti riforme strutturali per stare al passo coi nuovi tempi. Siamo certi che a breve troveranno una soluzione di compromesso per mantenere un forte stato sociale più flessibile e probabilmente meno generoso: conosciamo i loro tempi a la loro tenacia. I figli di Björn probabilmente non avranno di che temere in futuro. Chissà se invece i figli di Marco, in un paese in cui le riforme strutturali sembrano solo miraggi o vaghe promesse elettorali, riusciranno a vedere uno spiraglio di cambiamento.
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Re: [O.T.] Crisi economica

#1993 Messaggio da Parakarro »

Helmut ha scritto:
Parakarro ha scritto:edddopo Blockbuster... anche Burgher King rischia di lasciarci....

come mi dispiace...
In compeso la franco-belga Quick (un MacDonald's adattato ai sapori europei con minestre, formaggi, insalate e frutta) apre a Parigi il primo fast-food Halal (per i musulmani)

http://www.ilsole24ore.com/art/economia ... d=AYQoWcJC

Come vedi, la globalizzazione la fermi da una parte e riprende dall'altra. :roll:
già il fatto che si debba diversificare così tanto un fast food in base ai continenti ed alla clientela mi sembra l'opposto della globalizzazione... mc donalds è globalizzazione con variazioni minime....

comunque ste catene le attendo in Ilalia 8)

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Helmut
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Re: [O.T.] Crisi economica

#1994 Messaggio da Helmut »

Parakarro ha scritto: comunque ste catene le attendo in Ilalia
Arriveranno, arriveranno...non manca molto, nonostante le barriere legislative che i governi di tutti i colori mettono per bloccare la concorrenza... :roll:

...intanto leggi qua:

http://www.soldionline.it/notizie/azion ... credit-4-1

:-D
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Re: [O.T.] Crisi economica

#1995 Messaggio da Husker_Du »

Invece di guardare ad un dato di borsa giornaliero, guardiamo al trend degli ultimi 70 anni.

Il Dow Jones (gli altri indici di mercato si muovono in maniera simile, a parte i tecnologici che iniziano molto dopo) che misura il mercato della produzione industriale si vede qui:

http://stockcharts.com/charts/historical/djia1900.html

Come si vede dal 2000 il trend di mercato e' piatto. Tra il 1985 ed il 2000 invece il trend era positivo.
In precedenza solo tra il 1965 ed il 1985 il trend e' stato piatto (parliamo di 20 anni di piattume di valore di scambio nei mercati finanziari).

Sono 10 anni, quindi ben prima che iniziasse il credi crunch, che i mercati finanziari sono in fase di stallo.

Non sara' certo un giorno di buoni scambi a far cambiare il trend.

ps Yahoo Finance di merda.
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