Salieri D'Amato ha scritto: ↑16/03/2025, 1:17
Drogato_ di_porno ha scritto: ↑16/03/2025, 0:52
Salieri D'Amato ha scritto: ↑15/03/2025, 11:59
Potrebbe essere, ma mi sembra improbabile che si giochi alleanze, credibilità personale e statunitense per un azzardo finanziario, i cui benefici nel medio termine sarebbero ben minori dei costi che porterebbe.
il taglio tassi serve anche per ridurre il servizio del debito (non solo per pompare le borse), Trump ha bisogno di un dollaro più debole. i dazi e il DOGE rappresentano il (disperato?) tentativo di riportare il deficit dal 6 al 3%. Anche le leggi sulle stablecoin servono a mantenere l'egemonia del dollaro. già il fatto che Trump voglia spartirsi il mondo in "sfere" di influenza con Cina e Russia rappresenta un arretramento dell'america, perchè dopo il crollo del muro di Berlino non doveva spartire nulla con nessuno (la multipolarità è già un'incrinatura dell'unipolarità). Trump e Musk sono tutt'altro che folli, e non c'è nessun deep state a salvare la baracca. Già Yellen aveva tentato di tamponare il problema emettendo debito a brevissima scadenza, calciando la lattina
Fosse così si starebbero muovendo su un crinale pericolosissimo, perchè il rischio è che il dollaro più che indebolirsi crolli. Tu dici che dopo le sparate e un po' di schermaglie con l'Europa e altri paesi i due saprebbero fermarsi e arrivare a nuovi accordi, dopo aver aggiunto gli obiettivi prefissati?
Io dubito che sappiano farlo e non mi sembra che abbiano una statura e un background politico in grado di ricompattare le divisioni che stanno creando.
in effetti anch'io la penso come DDP nello specifico trovo sensata l' analisi di Niall ferguson che qui copincollo
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b]Lo storico Niall Ferguson segnala da tempo il problema , nella storia qualsiasi grande potenza che spenda di più per il servizio del debito (la spesa per interessi) rispetto alla difesa non rimarrà grande per molto tempo a lungo. “È stato vero per la Spagna degli Asburgo, vero per la Francia dell’Ancien régime, vero per l’Impero ottomano, vero per l’Impero britannico” e, sostiene ora Ferguson, gli Stati Uniti si trovano per la prima volta in questa situazione.
A partire dal 2024, quindi già con l’Amministrazione Biden, la spesa per interessi è risultata pari al 3,1% del pil, quindi superiore a quella per la difesa che è pari al 3%: 881 miliardi di spesa per interessi contro 850 miliardi di dollari di spese militari. E questo sorpasso è solo l’inizio, dato che nel prossimo decennio il divario si allargherà rapidamente. Secondo le ultime proiezioni del Congressional Budget Office (l’agenzia federale che fornisce i numeri sul bilancio statunitense), quest’anno la differenza passerà da 26 a 93 miliardi di dollari: 952 miliardi per il servizio del debito e 859 per la difesa.
Nel 2035, la spesa per interessi sarà il 70% in più rispetto alle spese militari: 1.783 contro 1.053 miliardi. Attorno al 2040, gli interessi passivi (4,6% del pil) arriveranno a doppiare il budget per la difesa (2,3%). “Tra il 1962 e il 1989 – è il paragone fatto da Ferguson – i pagamenti per interessi ammontavano in media all’1,8% del pil, mentre quelli per la difesa al 6,4%”.
il peso del servizio del debito sale da un lato per l’incremento dei tassi di interesse e dall’altro per l’aumento dello stock di debito, gonfiato da un deficit enorme.
insomma gli americani non vogliono più farsi carico della pax americana, la situazione in realtà non è disperata , potrebbero andare avanti per un po' ci sono fior di studi al riguardo, però non credono più che ne valga la pena
ma soprattutto quel che lascia perplessi è la loro exit strategy
per capirci qualcosa si deve guardare alla figura di stephen miran lo stratega dei dazi e la "mente" dietro la politica economica del potus
quest' articolo spiega chiaramente che cosa ha in mente costui
https://www.cdt.ch/news/economia/ecco-c ... ump-388112
una breve sinossi: gli Stati Uniti hanno una moneta forte, il dollaro è sopravvalutato rispetto alle altre valute perché è il punto di riferimento globale. Al contempo, la forza del dollaro sta danneggiando l'industria manifatturiera del Paese. Non solo, la stessa forza del biglietto verde, secondo l'economista, favorisce le importazioni e penalizza le esportazioni di prodotti americani, accentuando il deficit commerciale degli Stati Uniti.
i dazi servono a sussidiare il reimpianto del manifatturiero negli usa, e poi a fare pressioni sugli altri grandi per un qualche tipo di accordo valutario che permetta alle merci americane di tornare competitive,
in pratica una riedizione dell' accordo del plaza del 1985 che dimezzò il valore del dollaro,
D'accordo, ma come fare a quel punto con le perdite finanziarie legate a un potenziale deprezzamento del dollaro? Miran, a tal proposito, ha spiegato che queste perdite potrebbero essere riequilibrate vendendo «titoli del Tesoro USA a 100 anni» ai Paesi detentori di dollari, un meccanismo che soddisferebbe le esigenze di finanziamento del debito statunitense. Il debito degli Stati Uniti, attualmente, è colossale: parliamo (quasi) del 100% del PIL, ovvero di circa 34.600 miliardi di dollari.
questo è quello che passa per la testa dell'uomo più potente e arancione del mondo
gli riuscirà?
A giudicare dalle sue mosse, a me sembra che stia solo portando il caos nel sistema dei commerci e della finanza internazionale
il piano è azzardato e lui sta agitando la clava dando colpi a casaccio , io non sono ottimista
lui non ha il senso del pericolo ed è troppo arrogante per capire che è necessario saper contestualizzare le cose, perchè non siamo più negli anni 80, e anche se dicono che non si riesce a uscire dagli anni 80, la verità è che sono finiti da molto tempo e sono vivi solo nei ricordi dei 50 enni panzoni come me, il mondo è cambiato
è come voler riparare uno smartphone con un ascia, ecco io di smartphone non so nulla ma credo che un'ascia non sia lo strumento adatto.