Ho poco da dire.
Semplicemente, tenderei a dare meno importanza alle categorie dell'etologia come normative per un corretto approccio epistemologico alle relazioni di genere.
Vale a dire, questa storia delle "femmine" e del "gruppo dominante" vale certamente fra i primati e in discoteca (affinità significativa), ma risulta semplicistica per analisi riguardanti esseri evolutivamente superiori, come noi. Ho voluto sottolinearlo perchè mi è parso che il post di Anton fosse dominato da una simile antropologia riduttiva.
Dicevo che ho poco da dire perchè la mia è essenzialmente una "teoria degli ambienti familiari", mentre Anton sembra interessato a navigare verso orizzonti inesplorati. Ed io sugli orizzonti inesplorati sono poco pratico (concetto tautologico questo, se ci fate caso). Se vuoi andare in avanscoperta alla festa dei ciellini di giurisprudenza dell'università di Padova la cosa potrebbe non funzionare.
In generale tendo a pormi in antitesi al pur suggestivo modello Wardoggiano, attestantomi su posizioni che il Balkan commentó efficacemente in un suo celebre saggio ("Pizellonio ma dove cazzo vivi in una canzone di Lucio Battisti?

" Cfr. B. Wolf,
Fenomenologia della sfiga sociale, Auschwitz 1938, p. 1832ss.). Banalmente, non si deve uccidere il desiderio della donna. Non si deve mai uccidere nessun desiderio (e "non si deve mai andare in Germania", ma questa è solo una citazione coltissima). "Se cerchi di piacere ti pieghi. Ti rendi schiavo." (S. Wardog,
101 modi per uccidere utilizzando il pane carasau, Olbia 1978). Ma accettare la schiavitù del desiderio vuol dire accettare la propria stessa natura di essere umano: vuol dire vivere. "Cazzo dici, io vivo, solo voglio scopare.." mi dirai tu. Ed io ti rispondo che hai ragione, infatti non so dove voglio andare a parare. Il fatto è che mi annoio e avevo voglia di scrivere qualcosa. Cioè, avevo forse qualcosa da dire, ma mi è passata di mente. Si insomma non dare troppo potere agli altri: la donna, il gruppo di rastaminchia, i fighetti col maglione rosa. Se proprio ci vuoi andare fallo, ma nel caso non lasciarti disorientare e non nascondere quello che sai, quello che ti piace, il tuo modo di parlare (quindi niente "programmazione neurolinguistica" come qualcuno suggeriva).
Questo per due ragioni:
fare diversamente - fighetto fra i fighetti, rastamimchia fra i rastaminchia ecc... - è poco dignitoso (ok, categoria poco chiara quella della "dignità ", ma facciamo finta che sia chiarissimo a tutti).
soprattutto, non è necessario. Non esistono poi queste barriere invalicabili fra le etnie. A te piace una dark perchè è figa ma la cosa puó valere anche per lei: non dimenticare che dietro quella gonna di tulle nera, dietro quel corpetto nero e dietro quel trucco nero batte un cuore di femminuccia, e tu sei un maschietto. Lei è pur sempre un fiorellino e tu una piccola ape. Si insomma, tecnicismi a parte credo che il succo sia chiaro. Certo, se vai a una festa dark e tu e la tua giacca da filosofo anni '70 vi ritrovate immersi in un mare nero l'importanza delle identità etniche sale vertiginosamente, in maniera inversamente proporzionale alle tue speranze. Ma per la dark incontrata in treno o l'hippoppara incontrata al bar vale il principio dell'ape e del fiorellino. Se poi ti pare che un gruppo di persone sia particolarmete "chiuso" tu lascia perdere. Ho capito che la fighetta di giurisprudenza te lo fa venire duro, ma lei esce già con un ingegnere di Foggia, capisci?
Ora, perchè scrivere un post così lungo per dire tante banalità ? teste di cazzo ve l'ho scritto sopra, mi annoio.