XCLARAX ha scritto:[/list]
ahhhhh!!! quante pippe claretta, baci.
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ma siamo sicuri che sia proprio così?Olivia Saint ha scritto:Avete seguito la puntata di oggi pomeriggio di Forum?
La sentenza del giudice mi ha lasciato letteralmente basito.
La legge, a cui Santi Licheri ha fatto riferimento, presta il fianco a troppi abusi e prefigura conseguenze nefaste, anche nei casi di buona fede.
Mettete il caso di un diciottenne che consuma un rapporto sessuale con una diciassettenne la famiglia della quale è all'oscuro di tutto.
Immaginate che la minorenne, risentita per essere stata lasciata dall'ex, decida di svelare l'arcano ai suoi genitori e questi ultimi, per vendicarsi dell'affronto subito, stabiliscano di portare in giudizio il poveretto, facendo leva sul fatto che essi erano inconsapevoli di ció che avveniva tra la loro candida colombella e il lurido sciacallo.
Ebbene, la legge prevede, in casi del genere, fino a due anni di reclusione per il malcapitato, al di là della sua buona fede e del consenso della minorenne.Se le cose stanno in tal modo, sapete quanti casi di denuncia sono ipotizzabili in Italia, dove migliaia di ragazzi frequentano anche minorenni, all'insaputa dei genitori?
Puoi raccontare qualcosa nick?nik978 ha scritto:urla e grida sul lavoro addirittura un anno fa x sta cosa..Olivia Saint ha scritto:Avete seguito la puntata di oggi pomeriggio di Forum?
La sentenza del giudice mi ha lasciato letteralmente basito.
La legge, a cui Santi Licheri ha fatto riferimento, presta il fianco a troppi abusi e prefigura conseguenze nefaste, anche nei casi di buona fede.
Mettete il caso di un diciottenne che consuma un rapporto sessuale con una diciassettenne la famiglia della quale è all'oscuro di tutto.
Immaginate che la minorenne, risentita per essere stata lasciata dall'ex, decida di svelare l'arcano ai suoi genitori e questi ultimi, per vendicarsi dell'affronto subito, stabiliscano di portare in giudizio il poveretto, facendo leva sul fatto che essi erano inconsapevoli di ció che avveniva tra la loro candida colombella e il lurido sciacallo.
Ebbene, la legge prevede, in casi del genere, fino a due anni di reclusione per il malcapitato, al di là della sua buona fede e del consenso della minorenne.
Se le cose stanno in tal modo, sapete quanti casi di denuncia sono ipotizzabili in Italia, dove migliaia di ragazzi frequentano anche minorenni, all'insaputa dei genitori?
(brutta cosa lavorare con la massa..)
Io sì, ma proprio oggi una di 18 anni mi ha dato buca, sono molto triste.danny ha scritto:anxxur ha scritto:No, non sbagli. Dì la verità : te la sei fatta con una 17enne e ti è scesa una gocciolina di sudore, eh..?![]()
no sono troppo vecchio...non saprei cosa cazzo dire ad una 17enne (neanche a una 20enne per la verità)
e più in generale la VIOLENZA a sfondo sessuale su un soggetto che non è in grado di difendersi e non è ancora in grado di decidere se essere consenziente o meno.balkan wolf ha scritto: CRISTO SANTOSIAMO CHIARI
la merdosissima pedofilia è lo stupro di bambini incoscienti... non facciamo confusione cazzo
Credo sia giurisprudenza consolidata.danny ha scritto:da repubblica.it
Pedofilia, condannato Augusto Martelli
La Cassazione: "Reato collegarsi ai siti"
La Suprema Corte ha equiparato produttori e consumatori di materiale pedopornografico
"Procurano una grave lesione alla libertà sessuale e individuale dei minori coinvolti"
ROMA - Condannato per pedofilia online Augusto Martelli, autore di Mina e di brani di successo e arrangiatore di canzoni dello 'Zecchino d'Oro' e di molti jingle. Al musicista 67enne sono stati inflitti un anno e sei mesi di reclusione. La condanna è stata confermata dalla Cassazione, stabilendo che commette reato chi si collega ai siti a pagamento per guardare e scaricare materiale pedopornografico. In pratica, secondo gli 'ermellini' il "consumatore" di queste immagini, viene considerato "dannoso" nei confronti dei minori sfruttati come se fosse egli stesso il "produttore" di tale materiale.
L'inchiesta. Martelli era finito nell'inchiesta condotta dal pm milanese Pietro Forno, culminata nel novembre 2001 con la perquisizione delle abitazioni di 113 persone che si collegavano a siti internet pedopornografici pagando l'accesso con la carta di credito. La posizione del compositore, che doveva rispondere della detenzione di centinaia di foto pedopornografiche che gli erano state sequestrate nel computer di casa, era stata stralciata e inviata per competenza territoriale a Como. Nell'aprile del 2003 il tribunale della città lo aveva condannato a 18 mesi, con pena sospesa.
La difesa di Martelli. "Io non c'entro nulla con i pedofili - aveva dichiarato il musicista appena il suo nome era comparso tra quello degli indagati - semmai li combatto e proprio per questo sono finito in questa storia: ho cercato di seguire l'esempio di don Di Noto e ho fatto indagini con la mia carta di credito". Il musicista, padre di cinque figli, aveva raccontato di una sua collaborazione con i carabinieri "per raccogliere materiale". Ma la collaborazione di Martelli era stata negata sia dagli inquirenti sia dai carabinieri.
L'avvocato. Senza successo anche la linea di difesa del legale di Martelli che ha sostenuto in Cassazione una "illegittimità costituzionale" delle norme contro lo sfruttamento sessuale dei minori sostenendo che "non si puó, esprimendo un punto di vista solo moralistico, condannare una persona solo perchè si compiaccia di scene pornografiche o pedopornografiche, quando non abbia in alcun modo partecipato alla realizzazione del prodotto e non ne tragga un vantaggio economico e, soprattutto, non lo divulghi".
La sentenza. I supremi giudici della Terza Sezione penale, - sentenza 41570 - hanno replicato: "E' indubbio che tutta l'attività organizzativa ai fini della produzione, diffusione e messa in commercio di certe immagini, esiste e si perpetua solo perchè vi è, a monte, una domanda: un pubblico, cioè, di consumatori che intende acquistarle e detenerle".
"Pertanto - proseguono i giudici di piazza Cavour - il comportamento di chi accede ai siti e versa gli importi richiesti per procurarsi il prodotto, è altrettanto pregiudizievole di quello dei produttori. Ed è questa la ragione per la quale, del tutto legittimamente, il legislatore punisce anche quelle condotte che concorrono a procurare una grave lesione alla libertà sessuale e individuale dei minori coinvolti".
I giudici della Suprema Corte ricordano in proposito che "qualsiasi espressione della propria personalità e libertà , è lecita e costituzionalmente garantita solo se, nella sua esplicazione, non comporta danno per altre persone: specie se si tratta di soggetti incapaci di difendersi e impossibilitati ad operare delle libere scelte", come nel caso dei minori sfruttati.