Ma ti rispondi da solo. Se chi produce riduce il suo "margine" nel venderlo al grossista americano per non rischiare un calo di vendite dovuto all'aumento del prezzo al dettagli (causa dazi) significa che è consapevole che le vendite altrimenti caleranno.giorgiograndi ha scritto: ↑06/04/2025, 18:07Bho. Io non ragiono cosìSoTTO di nove ha scritto: ↑06/04/2025, 17:36L'agroalimentare italiano non è un lusso nel vero senso della parola. E se sugli scaffali il prezzo sale le vendite calano. Anche perchè nella spesa di tutti i giorni il prodotto italiano è già un "lusso" (non quello che intendi te) adesso rispetto a prodotti da discount.giorgiograndi ha scritto: ↑06/04/2025, 14:53Il dazio è sul valore/costo del prodotto alla fonte, non sul prezzo di vendita finale al consumatore
Un dazio del 30% sull’importazione di un container di vini, si trasforma in un incremento magari del 5-10% sul prezzo di una bottiglia al consumo.
Visto che i prodotti esportati dall’Italia sono più che altro “lusso”, cambia poco o nulla.
Noi invece oltre al dazio (sui prodotti nel container importato) aggiungiamo l’IVA sul prodotto al consumo (quindi magari il il dazio è su 5 euro mentre l’IVA su 10 euro) Fate voi i calcoli dove lo stato arraffa di più
Stessa cosa vale per una macchina. Da che mondo e mondo se una macchina pensi valga 20.000 euro non la compri se te la fanno pagare 25.000. (o comunque qualcuno che DEVE guardare al portafoglio non la compra)
Sul discorso commerciale non mi infilo ma il punto non cambia. Più il prezzo sale e meno vendi se ci sono alternative più economiche. (e un americano che a fatica avevi convinto a spendere qualcosa in più per una buona mozzarella da oggi storcerà il naso se deve metterci ogni volta anche solo un dollaro in più).
Chiaro che come Italia continueremo ad esportare grazie alla qualità. Ma un calo di vendite ci sarà per forza di cose.
Compro una cosa perché voglio quella cosa e se il prezzo è nella ragionevolezza la compro.
Un dazio del 30% si trasforma nella metà al banco, ammesso che non sia anche meno se chi produce, chi importa è chi vende decide di tagliare un po’ il proprio profitto per mantenere il prodotto più concorrenziale.
Non credo che si debba vedere il dazio come causa diretta di un bene che vende meno a causa del prezzo, bisogna vedere come si comporta la filiera di produzione e vendita. Se aumenti la produttività e tagli un po’ il profitto, il dazio non influisce più di tanto sul prezzo finale se è ragionevole. Certo se il dazio è il 100% c’è poco da fare)
Mi preoccupa di più una Europa che risponde ai dazi con altri dazi spropositati (come quello che vuole fare sul whisky). È come se ti hanno sparato su un piede e rispondi a fuoco sparandoti sull’altro piede.
Ovviamente chi produce dovrà stare in equilibrio tra il ridurre il proprio margine di guadagno e il rischio di veder andare fuori mercato il proprio prodotto.
Questo succede anche per l'aumento del costo delle materie prime. Il dazio è solo un aumento dei costi nella catena di distribuzione. Se qualcuno (in questo caso il produttore) decide di coprire parte di questi costi aggiuntivi è una sua scelta ma non è un modo per ridimensionare l'impatto di un dazio.