GeishaBalls ha scritto: ↑27/09/2024, 17:10
Ma della nuova dottrina strategica russa presentata da Putin vogliamo parlare? Attacco con nucleare anche per minaccia e non attacco, anche per chi ha armi convenzionali e non nucleari, anche per chi minaccia la Bielorussia e non la Russia (a proposito di Stati cuscinetto). Mi sembra che questo Putin sia bellicoso
Riporto un articolo estratto su Topolino
Per capire la modifica della dottrina si deve partire da qui: Gli Stati Uniti e i loro vassalli hanno deciso di ‟infliggere una sconfitta strategica” a una potenza nucleare, armando e finanziando l’esercito di una nazione controllata per usarlo a questo scopo. Visto che le cose non vanno come hanno sognato nel loro delirio di cambi di regime hanno messo in opera una serie di escalation, aumentando la quantità, la qualità e la letalità degli armamenti forniti, fino ad arrivare a discutere pubblicamente, sui giornali e in televisione oltre che nelle cancellerie e nei comandi militari, se autorizzare l’impiego in profondità sul territorio russo, su strutture militari e civili di importanza strategica, di armamenti a lungo raggio non solo del tutto indistinguibili, nel momento in cui vengono rilevati, da armi nucleari ma che inoltre, distruggendo installazioni strategiche e indebolendo le difese russe, potrebbero aprire la strada ad altri attacchi convenzionali che farebbero altri e maggiori danni, o ad attacchi nucleari veri e propri.
Ciò detto, le modifiche proposte ieri alla dottrina nucleare della Federazione Russa che disciplina l’impiego del suo arsenale nucleare tattico e strategico sono queste: Il nucleare resta una ‟misura estrema per proteggere la sovranità del Paese”, ma siccome la situazione politico-militare sta cambiando ‟dinamicamente”, bisogna adattare la dottrina alle realtà correnti. La versione aggiornata del documento prevede che d’ora in poi ogni attacco verso la Russia da parte di uno stato che non possiede armi nucleari ma con la ‟partecipazione” o il ‟sostegno” di uno stato nucleare sarà considerato un attacco congiunto alla Federazione Russa da parte di entrambi. In secondo luogo, ‟sotto determinate condizioni”, ‟informazioni attendibili” circa l’inizio di un attacco aerospaziale e il passaggio della frontiera con aerei strategici o tattici, missili cruise, droni, missili ipersonici ‟e altri apparecchi volanti” può portare a una risposta nucleare. Infine, la protezione nucleare è estesa anche alla Bielorussia, alle stesse condizioni.
Ora, già la dottrina nucleare del 2020 stabiliva che anche un attacco militare convenzionale poteva portare a una risposta nucleare, ma c’era la questione della ‟minaccia alla sopravvivenza della Federazione”. Ora questa dicitura, almeno nella formulazione orale che abbiamo ascoltato ieri, viene apparentemente a cadere, il che lascia credere che la soglia di utilizzo delle armi nucleari si è abbassata notevolmente. In più, ed è questo il dato più importante, abbiamo questa sostanziale equiparazione della minaccia di uno stato non-nucleare ma con alleati nucleari a quella di uno stato nucleare.
Questo è nei fatti il vero cambiamento dottrinale. Se, a titolo d’esempio, in precedenza la Russia, in caso di attacco missilistico anche massiccio da parte di uno stato non-nucleare sarebbe partita da logico presupposto che quell’attacco non poteva costituire una minaccia nucleare perché proveniva, appunto, da uno stato non nucleare, ora non è più così. E non nel senso che la Russia creda che gli USA o chi per loro possano aver fornito armi nucleari all’Ucraina, e che quindi quello che sta arrivando è un attacco nucleare: ma che essendo l’Ucraina alleata di stati nucleari sarebbero questi ultimi che potrebbero successivamente lanciare un attacco nucleare dopo che l’attacco convenzionale ucraino ha indebolito le difese russe.
In sintesi: se sei alleato di uno stato nucleare devo partire dal presupposto che qualsiasi tuo attacco convenzionale è la ‟fase 1”, alla quale seguirà una ‟fase 2” che si gioverà dei danni che il tuo attacco convenzionale ha prodotto alle mie difese.