Comunque ti dirò, confesso una cosa che farà impallidire Floppy e far vedere i sorci verdi al cicciuzzo, ma ultimamente ho riflettuto sulla famosa questione del diritto di Israele ad esistere, proprio sulla scia di tante opinioni e teorie lette di recente. Oltre ad una serie di questioni che mi hanno portato ad avere una visione più clinica della storia.alternativeone ha scritto: ↑13/09/2024, 11:52Se vai a casa dello smilzo a dettare legge 1) sei un vigliacco perché te la prendi con uno più debole di te 2) poi non ti meravigliare se lo smilzo ti aspetta in un vicolo buio col coltello per farti il culo, è da infame senza ombra di dubbio ma è l'unico modo che ha per fartela pagare e per non abbassare la testa, e comunque te la sei cercata andandogli a cacare il cazzo a casa sua.
Premessa: mi ritengo un progressista e in generale tendo ad applicare la regola del non si torna indietro in qualunque aspetto dell'essere. Ergo, lungi da me voler dire che nel 2024, dopo tanti decenni di esistenza, Israele non abbia diritto ad esistere. Tuttavia, come ho fatto per parecchie altre cose negli ultimi anni, ho rivisto la mia opinione circa il diritto di Israele - come lo conosciamo noi - a nascere.
Mentre era legittimo dare una casa agli Ebrei d'Europa, mi domando fino a che punto fosse necessario farlo ri-denominando Israele un territorio che si era chiamato Palestina dai tempi dell'Impero Romano e fondando uno stato ebraico in un territorio che era di cultura arabo-islamica da più di mille anni, il tutto rivendicando un diritto ancestrale risalente a duemila anni prima. Un principio a-storico, a-politico, a-morale. Perché ripeto, se la rivendicazione ancestrale della Palestina come Israele/Stato Ebraico è giusta, allora dobbiamo dar ragione anche ai poveri neoborbonici, trattati da tutti come barzellette viventi. Soprattutto considerando che 160 anni rappresentano un gap minimo rispetto a 2000 anni.