[O.T.] I cazzi dei forumisti

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hermafroditos
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Re: [O.T.] I cazzi dei forumisti

#109861 Messaggio da hermafroditos »

ziggy7 ha scritto:
14/06/2023, 22:46
Piccolo? So vecchio

Grazie
Ma ti vedo come una creatura dolce e innocente, anche se schifi i terroni ❤

manigliasferica
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Re: [O.T.] I cazzi dei forumisti

#109862 Messaggio da manigliasferica »

hermafroditos ha scritto:
10/06/2023, 11:29
Salieri D'Amato ha scritto:
10/06/2023, 10:43
[Scopri]Spoiler
docu ha scritto:
10/06/2023, 8:45
Anche io volevo fare un corso di scrittura per affilarmi.
Per vendere ovv e farmi leggere; noterei ultimamente perfezioni formali ma che non “dicono” molto
Un Dumas, un Kipling, insomma in sti racconti non succede mai un cazzo dì interessante e somigliano un po’ a sceneggiature di Moretti intrise di tristezza e dolore …

Bravi attori, fighe che mostrano le tettone come la Morante o la Ferilli ed il volto scultoreo di servilo che osserva fumando

Un Conrad un Dickens dove cazzo sono ??
Hai una dote che mi piace molto, i tuoi scritti, confusionari e "carnali", riescono a trasmettermi con immediatezza, come fossero brevi flash, quadri e spaccati di vita in modo realistico, quasi fossero tridimensionali. E in più c'è sempre quella nota poetica in sottofondo che mi affascina.
Quindi lascia stare Conrad e Dickens, tu sei docu ... e tanto potrebbe bastare per scrivere materiale vendibile. Certo dovresti lavorarci un po' su, ma l'estro c'è, come c'è soprattutto la capacità di arrivare al lettore, che è la grande barriera che seleziona gli scrittori rispetto a chi scrive "solo" bene/benissimo.
Concordo.
pan ha scritto:
09/06/2023, 22:30
[Scopri]Spoiler
Metto qui dove passano tutti. Tratto da un episodio di cronaca del marzo scorso, il suicidio di uno studente universitario. Il racconto vincitore del nostro reading.


Fuoco fatuo
di Luca Di Biagio



Ci sono stati anche momenti felici. Di certo non gli ultimi.

È per questo che l’ho fatta finita.

Alla fine, se ci si pensa, esiste un’ideale di vita per un ragazzo di ventitré anni?

A parte la solita manfrina, ormai trita e ritrita, della spensieratezza o immaturità di fondo, capaci di farci scivolare il mondo addosso, io non saprei rispondere.

Quello che posso dire è che a me non è riuscito.

Il peso delle aspettative mi ha divorato ed inghiottito.

Ma visto che la storia è mia, voglio decidere almeno come debba essere raccontata.

Partiamo da quei momenti felici, un po’ per farla meno tragica di quanto già non sia, un po’ anche per riflettere e tirare delle somme.

Ecco, direi che questo mio lungo addio sia un modo non tanto per salutare o rimpiangere, ma piuttosto per capire. Capire perché si sia arrivati a tanto, dato che, in fondo, se ci si avviasse così presto ai saluti, vorrebbe dire che qualcosa storto potrebbe essere andato.

E in questi casi mi verrebbe da dire che le responsabilità sarebbero da dividere.

Perché se è vero che i matrimoni si fanno in due, al funerale invece si è da soli; come è vero che siamo tutti bravi quando c’è da festeggiare, ma poi a pulire lo schifo rimani sempre tu.

Ma non sono qui per piangermi addosso, tanto meno per essere compatito.

Tanto, quel che è fatto è fatto.

L’unica cosa che mi rimane da fare è cercare di tracciare una linea.

E sarò onesto (me lo perdonerete, giunto al capolinea), serve innanzitutto a me. Se non per conferire un senso al tutto, almeno per rendere il tutto meno vano.

Per far sì, se a qualcuno venisse in mente di avvalersene, di poter attingere al mio caso.

Mi hanno messo alle strette, ed io ho deciso di optare per la via più sbrigativa, più stringente, qualcuno dirà la più vigliacca.

A me è parsa essere semplicemente l’unica.

Sono sempre stato una persona pratica, ai limiti del cinismo.

E se il mondo che mi ospita, la vita che mi spetta, non mi appartiene, io semplicemente saluto, al massimo ringrazio, e tolgo il disturbo. Nemici come prima.

Se è giusto o sbagliato andarsene così, lo lascio dire ai posteri.

Fino a qualche anno fa vivevo un’esistenza tranquilla, oserei dire a tratti soddisfacente.

Zero eccessi, senza eccellere.

Obiettivi modesti, alla portata.

Insomma, un ragazzo nella media, a cui probabilmente non avresti mai fatto caso, e di cui sicuramente avresti fatto a meno.

Ma a me non interessava essere considerato; vestivo grandemente la mia mediocrità.

Il problema è sorto quando la mia normalità, nel senso stesso di “essere nella norma”, è iniziata a non bastare più. Ma non a me, ai canoni.

Mi si chiedeva di più, ed io quel di più non lo avevo nelle corde. Ero spalle al muro, senza un bersaglio con cui prendermela. Da qui nasce il pomo della discordia, una sorta di incompatibilità latente con la vita.

Ero uno studente della facoltà di Medicina all’ Università di Chieti.

Una matricola, un numero.

Per quanto mi preparassi, non ero mai all’altezza delle aspettative.

Quello di oggi, il nostro mondo universitario, è fatto di tanta competitività e poche scuse.

Mia sorella, che frequenta il liceo classico del nostro paesino natale, mi ha parlato di Verga, di quanto già ai suoi tempi si parlasse di “fiumana del progresso”:

Mantieni certi standard o sarai lasciato indietro -, mi spiegava.

Il suo era un modo non tanto per consolarmi (anch’ella evidentemente pragmatica, da buoni figli di nostro padre), quanto di responsabilizzarmi, di darmi “gli strumenti per conoscere il presente”, avrebbe detto papà.

I miei compagni di corso rispondevano diversamente alle esose e propedeutiche richieste istituzionali.

Si passava dai cosiddetti “animali da battaglia” (o bestie da soma, che dir si voglia), che più fustigavi e facevi carne da macello, più si costituivano tuoi adepti. Tu li aizzavi e loro si incattivivano. E ancor più si sottomettevano.

Era come colpire cani da combattimento, prima di gettarli nella faida, pronti a maciullarsi.

Fino a che, alla fine del fratricidio, non spuntava fuori la classe degli “avvoltoi”, che si accanivano sulle carogne dei rimandati a giudizio.

Ecco, eravamo tutti “sub iudice”, messi costantemente alla prova con qualcosa più grande di noi, e poi alla gogna, se non meritevoli di banchettare alla tavola degli illuminati.

Mi faceva un po’ strano comprendere quella logica. Si percepiva la sofferenza che ne derivava, nonostante si facesse di tutto per non darla a vedere.

Chi invece mi procurava un fastidio ai limiti del fisico era il prototipo di studente sui generis, di colui che sapeva rimanere al suo posto nonostante le angherie, riuscendo ad isolarsi, metaforicamente e non, da un meccanismo fin troppo oliato.

Come se, tutt’a un tratto, il criceto decidesse di scendere dalla ruota, captando di star correndo a vuoto.

Mi davano il voltastomaco, anche perché, con il loro esempio disgustosamente equilibrato, mi obbligavano a chiedere di più a me stesso.

E se il mio massimale non è abbastanza? Sarà anche un mio diritto quello di ammainare le vele oppure no? O è sempre il mondo a essere cattivo, spregevole e perfido? Sarà pur plausibile che ci sia chi, come me, sia destinato a soccombere? Alla fine, si tratta semplicemente di alzare l’asticella. E chi se ne importa se chi non si allinea, affonda. Vorrà dire che il futuro sarà dei superlativi, di maggioranza e minorati.

In fin dei conti, non è questo l’obiettivo ultimo dell’uomo? Progresso, evoluzione?

Forse, anche il mio sacrificio sarà stato consumato per uno scopo più grande.

Ma allora, perché fa così male?

Oggi, mi piace immaginarmi come un fuoco fatuo in una calda sera d’agosto.



Volevo fare il medico come papà. Non sono riuscito a salvare nemmeno me stesso.
Prima di tutto, non so quanto sia lecito postare su un forum dei riferimenti che possono condurre all'identità reale di una persona terza che alla fine è un privato cittadino. Ma sono dettagli.
Non mi esprimo nel merito del racconto, dico solo di non stare troppo appresso a questi concorsi. Un mio amico ci ha quasi perso la testa e un mio conoscente l'ha persa definitivamente.

Un racconto interessante sarebbe su uno scrittore amatoriale che cerca la consacrazione attraverso i concorsi letterari, salvo perdere la sanità mentale e sprofondare nell'abisso. Ecco, ti ho dato lo spunto per la prossima storia. Alla peggio ti vendichi dei torti che a detta tua avresti subito.

Sono curioso di leggere i racconti di cicciuzzo in tutto ciò.
in effetti come mai hai lasciato questi dati pan?
lo si trova subito

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Re: [O.T.] I cazzi dei forumisti

#109863 Messaggio da pan »

manigliasferica ha scritto:
15/06/2023, 7:00
hermafroditos ha scritto:
10/06/2023, 11:29
Salieri D'Amato ha scritto:
10/06/2023, 10:43
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docu ha scritto:
10/06/2023, 8:45
Anche io volevo fare un corso di scrittura per affilarmi.
Per vendere ovv e farmi leggere; noterei ultimamente perfezioni formali ma che non “dicono” molto
Un Dumas, un Kipling, insomma in sti racconti non succede mai un cazzo dì interessante e somigliano un po’ a sceneggiature di Moretti intrise di tristezza e dolore …

Bravi attori, fighe che mostrano le tettone come la Morante o la Ferilli ed il volto scultoreo di servilo che osserva fumando

Un Conrad un Dickens dove cazzo sono ??
Hai una dote che mi piace molto, i tuoi scritti, confusionari e "carnali", riescono a trasmettermi con immediatezza, come fossero brevi flash, quadri e spaccati di vita in modo realistico, quasi fossero tridimensionali. E in più c'è sempre quella nota poetica in sottofondo che mi affascina.
Quindi lascia stare Conrad e Dickens, tu sei docu ... e tanto potrebbe bastare per scrivere materiale vendibile. Certo dovresti lavorarci un po' su, ma l'estro c'è, come c'è soprattutto la capacità di arrivare al lettore, che è la grande barriera che seleziona gli scrittori rispetto a chi scrive "solo" bene/benissimo.
Concordo.
pan ha scritto:
09/06/2023, 22:30
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Metto qui dove passano tutti. Tratto da un episodio di cronaca del marzo scorso, il suicidio di uno studente universitario. Il racconto vincitore del nostro reading.


Fuoco fatuo
di Luca Di Biagio



Ci sono stati anche momenti felici. Di certo non gli ultimi.

È per questo che l’ho fatta finita.

Alla fine, se ci si pensa, esiste un’ideale di vita per un ragazzo di ventitré anni?

A parte la solita manfrina, ormai trita e ritrita, della spensieratezza o immaturità di fondo, capaci di farci scivolare il mondo addosso, io non saprei rispondere.

Quello che posso dire è che a me non è riuscito.

Il peso delle aspettative mi ha divorato ed inghiottito.

Ma visto che la storia è mia, voglio decidere almeno come debba essere raccontata.

Partiamo da quei momenti felici, un po’ per farla meno tragica di quanto già non sia, un po’ anche per riflettere e tirare delle somme.

Ecco, direi che questo mio lungo addio sia un modo non tanto per salutare o rimpiangere, ma piuttosto per capire. Capire perché si sia arrivati a tanto, dato che, in fondo, se ci si avviasse così presto ai saluti, vorrebbe dire che qualcosa storto potrebbe essere andato.

E in questi casi mi verrebbe da dire che le responsabilità sarebbero da dividere.

Perché se è vero che i matrimoni si fanno in due, al funerale invece si è da soli; come è vero che siamo tutti bravi quando c’è da festeggiare, ma poi a pulire lo schifo rimani sempre tu.

Ma non sono qui per piangermi addosso, tanto meno per essere compatito.

Tanto, quel che è fatto è fatto.

L’unica cosa che mi rimane da fare è cercare di tracciare una linea.

E sarò onesto (me lo perdonerete, giunto al capolinea), serve innanzitutto a me. Se non per conferire un senso al tutto, almeno per rendere il tutto meno vano.

Per far sì, se a qualcuno venisse in mente di avvalersene, di poter attingere al mio caso.

Mi hanno messo alle strette, ed io ho deciso di optare per la via più sbrigativa, più stringente, qualcuno dirà la più vigliacca.

A me è parsa essere semplicemente l’unica.

Sono sempre stato una persona pratica, ai limiti del cinismo.

E se il mondo che mi ospita, la vita che mi spetta, non mi appartiene, io semplicemente saluto, al massimo ringrazio, e tolgo il disturbo. Nemici come prima.

Se è giusto o sbagliato andarsene così, lo lascio dire ai posteri.

Fino a qualche anno fa vivevo un’esistenza tranquilla, oserei dire a tratti soddisfacente.

Zero eccessi, senza eccellere.

Obiettivi modesti, alla portata.

Insomma, un ragazzo nella media, a cui probabilmente non avresti mai fatto caso, e di cui sicuramente avresti fatto a meno.

Ma a me non interessava essere considerato; vestivo grandemente la mia mediocrità.

Il problema è sorto quando la mia normalità, nel senso stesso di “essere nella norma”, è iniziata a non bastare più. Ma non a me, ai canoni.

Mi si chiedeva di più, ed io quel di più non lo avevo nelle corde. Ero spalle al muro, senza un bersaglio con cui prendermela. Da qui nasce il pomo della discordia, una sorta di incompatibilità latente con la vita.

Ero uno studente della facoltà di Medicina all’ Università di Chieti.

Una matricola, un numero.

Per quanto mi preparassi, non ero mai all’altezza delle aspettative.

Quello di oggi, il nostro mondo universitario, è fatto di tanta competitività e poche scuse.

Mia sorella, che frequenta il liceo classico del nostro paesino natale, mi ha parlato di Verga, di quanto già ai suoi tempi si parlasse di “fiumana del progresso”:

Mantieni certi standard o sarai lasciato indietro -, mi spiegava.

Il suo era un modo non tanto per consolarmi (anch’ella evidentemente pragmatica, da buoni figli di nostro padre), quanto di responsabilizzarmi, di darmi “gli strumenti per conoscere il presente”, avrebbe detto papà.

I miei compagni di corso rispondevano diversamente alle esose e propedeutiche richieste istituzionali.

Si passava dai cosiddetti “animali da battaglia” (o bestie da soma, che dir si voglia), che più fustigavi e facevi carne da macello, più si costituivano tuoi adepti. Tu li aizzavi e loro si incattivivano. E ancor più si sottomettevano.

Era come colpire cani da combattimento, prima di gettarli nella faida, pronti a maciullarsi.

Fino a che, alla fine del fratricidio, non spuntava fuori la classe degli “avvoltoi”, che si accanivano sulle carogne dei rimandati a giudizio.

Ecco, eravamo tutti “sub iudice”, messi costantemente alla prova con qualcosa più grande di noi, e poi alla gogna, se non meritevoli di banchettare alla tavola degli illuminati.

Mi faceva un po’ strano comprendere quella logica. Si percepiva la sofferenza che ne derivava, nonostante si facesse di tutto per non darla a vedere.

Chi invece mi procurava un fastidio ai limiti del fisico era il prototipo di studente sui generis, di colui che sapeva rimanere al suo posto nonostante le angherie, riuscendo ad isolarsi, metaforicamente e non, da un meccanismo fin troppo oliato.

Come se, tutt’a un tratto, il criceto decidesse di scendere dalla ruota, captando di star correndo a vuoto.

Mi davano il voltastomaco, anche perché, con il loro esempio disgustosamente equilibrato, mi obbligavano a chiedere di più a me stesso.

E se il mio massimale non è abbastanza? Sarà anche un mio diritto quello di ammainare le vele oppure no? O è sempre il mondo a essere cattivo, spregevole e perfido? Sarà pur plausibile che ci sia chi, come me, sia destinato a soccombere? Alla fine, si tratta semplicemente di alzare l’asticella. E chi se ne importa se chi non si allinea, affonda. Vorrà dire che il futuro sarà dei superlativi, di maggioranza e minorati.

In fin dei conti, non è questo l’obiettivo ultimo dell’uomo? Progresso, evoluzione?

Forse, anche il mio sacrificio sarà stato consumato per uno scopo più grande.

Ma allora, perché fa così male?

Oggi, mi piace immaginarmi come un fuoco fatuo in una calda sera d’agosto.



Volevo fare il medico come papà. Non sono riuscito a salvare nemmeno me stesso.
Prima di tutto, non so quanto sia lecito postare su un forum dei riferimenti che possono condurre all'identità reale di una persona terza che alla fine è un privato cittadino. Ma sono dettagli.
Non mi esprimo nel merito del racconto, dico solo di non stare troppo appresso a questi concorsi. Un mio amico ci ha quasi perso la testa e un mio conoscente l'ha persa definitivamente.

Un racconto interessante sarebbe su uno scrittore amatoriale che cerca la consacrazione attraverso i concorsi letterari, salvo perdere la sanità mentale e sprofondare nell'abisso. Ecco, ti ho dato lo spunto per la prossima storia. Alla peggio ti vendichi dei torti che a detta tua avresti subito.

Sono curioso di leggere i racconti di cicciuzzo in tutto ciò.
in effetti come mai hai lasciato questi dati pan?
lo si trova subito
Guardate che fino a un mese fa su qualche giornale online di Abruzzo e Puglia mi pare vi fossero anche il nome e una foto. Ora non ci sono. Tuttora vi è il paese di origine. D'altra parte il caso è riconoscibile leggendo il testo vincitore che è in rete ( non messo da me) oltre a essere stato letto in pubblico il 13/5. Ora se ha sbagliato l'autore non so, non conosco le leggi vigenti in materia. Io ho semplicemente messo qui un racconto già pubblicato e da molti ricollegato al caso.
A questo punto, Sal, devo dire che ho fatto bene a mandarti il mio racconto in privato, perché anche lì sono personaggi riconoscibili in ambito locale.
Ultima modifica di pan il 15/06/2023, 18:28, modificato 1 volta in totale.
Non seguire le orme degli antichi, ma quello che essi cercarono. (Matsuo Basho,1685) - fa caldo l'Italia è sull'orlo di un baratro e non scopo da mesi (cimmeno 2009) - ...stai su un forum di segaioli; dove pensavi di stare, grande uomo? (sunday silence,2012)

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Re: [O.T.] I cazzi dei forumisti

#109864 Messaggio da hermafroditos »

pan ha scritto:
15/06/2023, 18:15
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manigliasferica ha scritto:
15/06/2023, 7:00
hermafroditos ha scritto:
10/06/2023, 11:29
Salieri D'Amato ha scritto:
10/06/2023, 10:43
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Hai una dote che mi piace molto, i tuoi scritti, confusionari e "carnali", riescono a trasmettermi con immediatezza, come fossero brevi flash, quadri e spaccati di vita in modo realistico, quasi fossero tridimensionali. E in più c'è sempre quella nota poetica in sottofondo che mi affascina.
Quindi lascia stare Conrad e Dickens, tu sei docu ... e tanto potrebbe bastare per scrivere materiale vendibile. Certo dovresti lavorarci un po' su, ma l'estro c'è, come c'è soprattutto la capacità di arrivare al lettore, che è la grande barriera che seleziona gli scrittori rispetto a chi scrive "solo" bene/benissimo.
Concordo.
pan ha scritto:
09/06/2023, 22:30
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Metto qui dove passano tutti. Tratto da un episodio di cronaca del marzo scorso, il suicidio di uno studente universitario. Il racconto vincitore del nostro reading.


Fuoco fatuo
di Luca Di Biagio



Ci sono stati anche momenti felici. Di certo non gli ultimi.

È per questo che l’ho fatta finita.

Alla fine, se ci si pensa, esiste un’ideale di vita per un ragazzo di ventitré anni?

A parte la solita manfrina, ormai trita e ritrita, della spensieratezza o immaturità di fondo, capaci di farci scivolare il mondo addosso, io non saprei rispondere.

Quello che posso dire è che a me non è riuscito.

Il peso delle aspettative mi ha divorato ed inghiottito.

Ma visto che la storia è mia, voglio decidere almeno come debba essere raccontata.

Partiamo da quei momenti felici, un po’ per farla meno tragica di quanto già non sia, un po’ anche per riflettere e tirare delle somme.

Ecco, direi che questo mio lungo addio sia un modo non tanto per salutare o rimpiangere, ma piuttosto per capire. Capire perché si sia arrivati a tanto, dato che, in fondo, se ci si avviasse così presto ai saluti, vorrebbe dire che qualcosa storto potrebbe essere andato.

E in questi casi mi verrebbe da dire che le responsabilità sarebbero da dividere.

Perché se è vero che i matrimoni si fanno in due, al funerale invece si è da soli; come è vero che siamo tutti bravi quando c’è da festeggiare, ma poi a pulire lo schifo rimani sempre tu.

Ma non sono qui per piangermi addosso, tanto meno per essere compatito.

Tanto, quel che è fatto è fatto.

L’unica cosa che mi rimane da fare è cercare di tracciare una linea.

E sarò onesto (me lo perdonerete, giunto al capolinea), serve innanzitutto a me. Se non per conferire un senso al tutto, almeno per rendere il tutto meno vano.

Per far sì, se a qualcuno venisse in mente di avvalersene, di poter attingere al mio caso.

Mi hanno messo alle strette, ed io ho deciso di optare per la via più sbrigativa, più stringente, qualcuno dirà la più vigliacca.

A me è parsa essere semplicemente l’unica.

Sono sempre stato una persona pratica, ai limiti del cinismo.

E se il mondo che mi ospita, la vita che mi spetta, non mi appartiene, io semplicemente saluto, al massimo ringrazio, e tolgo il disturbo. Nemici come prima.

Se è giusto o sbagliato andarsene così, lo lascio dire ai posteri.

Fino a qualche anno fa vivevo un’esistenza tranquilla, oserei dire a tratti soddisfacente.

Zero eccessi, senza eccellere.

Obiettivi modesti, alla portata.

Insomma, un ragazzo nella media, a cui probabilmente non avresti mai fatto caso, e di cui sicuramente avresti fatto a meno.

Ma a me non interessava essere considerato; vestivo grandemente la mia mediocrità.

Il problema è sorto quando la mia normalità, nel senso stesso di “essere nella norma”, è iniziata a non bastare più. Ma non a me, ai canoni.

Mi si chiedeva di più, ed io quel di più non lo avevo nelle corde. Ero spalle al muro, senza un bersaglio con cui prendermela. Da qui nasce il pomo della discordia, una sorta di incompatibilità latente con la vita.

Ero uno studente della facoltà di Medicina all’ Università di Chieti.

Una matricola, un numero.

Per quanto mi preparassi, non ero mai all’altezza delle aspettative.

Quello di oggi, il nostro mondo universitario, è fatto di tanta competitività e poche scuse.

Mia sorella, che frequenta il liceo classico del nostro paesino natale, mi ha parlato di Verga, di quanto già ai suoi tempi si parlasse di “fiumana del progresso”:

Mantieni certi standard o sarai lasciato indietro -, mi spiegava.

Il suo era un modo non tanto per consolarmi (anch’ella evidentemente pragmatica, da buoni figli di nostro padre), quanto di responsabilizzarmi, di darmi “gli strumenti per conoscere il presente”, avrebbe detto papà.

I miei compagni di corso rispondevano diversamente alle esose e propedeutiche richieste istituzionali.

Si passava dai cosiddetti “animali da battaglia” (o bestie da soma, che dir si voglia), che più fustigavi e facevi carne da macello, più si costituivano tuoi adepti. Tu li aizzavi e loro si incattivivano. E ancor più si sottomettevano.

Era come colpire cani da combattimento, prima di gettarli nella faida, pronti a maciullarsi.

Fino a che, alla fine del fratricidio, non spuntava fuori la classe degli “avvoltoi”, che si accanivano sulle carogne dei rimandati a giudizio.

Ecco, eravamo tutti “sub iudice”, messi costantemente alla prova con qualcosa più grande di noi, e poi alla gogna, se non meritevoli di banchettare alla tavola degli illuminati.

Mi faceva un po’ strano comprendere quella logica. Si percepiva la sofferenza che ne derivava, nonostante si facesse di tutto per non darla a vedere.

Chi invece mi procurava un fastidio ai limiti del fisico era il prototipo di studente sui generis, di colui che sapeva rimanere al suo posto nonostante le angherie, riuscendo ad isolarsi, metaforicamente e non, da un meccanismo fin troppo oliato.

Come se, tutt’a un tratto, il criceto decidesse di scendere dalla ruota, captando di star correndo a vuoto.

Mi davano il voltastomaco, anche perché, con il loro esempio disgustosamente equilibrato, mi obbligavano a chiedere di più a me stesso.

E se il mio massimale non è abbastanza? Sarà anche un mio diritto quello di ammainare le vele oppure no? O è sempre il mondo a essere cattivo, spregevole e perfido? Sarà pur plausibile che ci sia chi, come me, sia destinato a soccombere? Alla fine, si tratta semplicemente di alzare l’asticella. E chi se ne importa se chi non si allinea, affonda. Vorrà dire che il futuro sarà dei superlativi, di maggioranza e minorati.

In fin dei conti, non è questo l’obiettivo ultimo dell’uomo? Progresso, evoluzione?

Forse, anche il mio sacrificio sarà stato consumato per uno scopo più grande.

Ma allora, perché fa così male?

Oggi, mi piace immaginarmi come un fuoco fatuo in una calda sera d’agosto.



Volevo fare il medico come papà. Non sono riuscito a salvare nemmeno me stesso.
Prima di tutto, non so quanto sia lecito postare su un forum dei riferimenti che possono condurre all'identità reale di una persona terza che alla fine è un privato cittadino. Ma sono dettagli.
Non mi esprimo nel merito del racconto, dico solo di non stare troppo appresso a questi concorsi. Un mio amico ci ha quasi perso la testa e un mio conoscente l'ha persa definitivamente.

Un racconto interessante sarebbe su uno scrittore amatoriale che cerca la consacrazione attraverso i concorsi letterari, salvo perdere la sanità mentale e sprofondare nell'abisso. Ecco, ti ho dato lo spunto per la prossima storia. Alla peggio ti vendichi dei torti che a detta tua avresti subito.

Sono curioso di leggere i racconti di cicciuzzo in tutto ciò.
in effetti come mai hai lasciato questi dati pan?
lo si trova subito
Guardate che fino a un mese fa su qualche giornale online di Abruzzo e Puglia mi pare vi fossero anche il nome e una foto. Ora non ci sono. Tuttora vi è il paese di origine. D'altra parte il caso è riconoscibile leggendo il testo vincitore che è in rete ( non messo da me) oltre a essere stato letto in pubblico il 13/5. Ora se ha sbagliato l'autore non so, non conosco le leggi vigenti in materia. Io ho semplicemente messo qui un racconto già pubblicato.
A questo punto, Sal, devo dire che ho fatto bene a mandarti il mio racconto in privato, perché anche lì sono personaggi riconoscibili in ambito locale.
Io in realtà non mi riferivo al protagonista del racconto, ma all'autore. Stai (s)parlando di una persona estranea al forum rendendone noti nome e cognome, una persona che non ha alcun ruolo pubblico né è famosa. Non hai commesso un crimine, ma è eticamente molto discutibile, e su un qualunque altro forum saresti stato bannato per questa cosa.

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Re: [O.T.] I cazzi dei forumisti

#109865 Messaggio da pan »

hermafroditos ha scritto:
15/06/2023, 18:28
pan ha scritto:
15/06/2023, 18:15
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10/06/2023, 11:29


Concordo.



Prima di tutto, non so quanto sia lecito postare su un forum dei riferimenti che possono condurre all'identità reale di una persona terza che alla fine è un privato cittadino. Ma sono dettagli.
Non mi esprimo nel merito del racconto, dico solo di non stare troppo appresso a questi concorsi. Un mio amico ci ha quasi perso la testa e un mio conoscente l'ha persa definitivamente.

Un racconto interessante sarebbe su uno scrittore amatoriale che cerca la consacrazione attraverso i concorsi letterari, salvo perdere la sanità mentale e sprofondare nell'abisso. Ecco, ti ho dato lo spunto per la prossima storia. Alla peggio ti vendichi dei torti che a detta tua avresti subito.

Sono curioso di leggere i racconti di cicciuzzo in tutto ciò.
in effetti come mai hai lasciato questi dati pan?
lo si trova subito
Guardate che fino a un mese fa su qualche giornale online di Abruzzo e Puglia mi pare vi fossero anche il nome e una foto. Ora non ci sono. Tuttora vi è il paese di origine. D'altra parte il caso è riconoscibile leggendo il testo vincitore che è in rete ( non messo da me) oltre a essere stato letto in pubblico il 13/5. Ora se ha sbagliato l'autore non so, non conosco le leggi vigenti in materia. Io ho semplicemente messo qui un racconto già pubblicato.
A questo punto, Sal, devo dire che ho fatto bene a mandarti il mio racconto in privato, perché anche lì sono personaggi riconoscibili in ambito locale.
Io in realtà non mi riferivo al protagonista del racconto, ma all'autore. Stai (s)parlando di una persona estranea al forum rendendone noti nome e cognome, una persona che non ha alcun ruolo pubblico né è famosa. Non hai commesso un crimine, ma è eticamente molto discutibile, e su un qualunque altro forum saresti stato bannato per questa cosa.
Scusa, herma, ma ti pare che uno che aspira a diventare scrittore, campeggia con il premio vinto e il testo sul portale del circolo che lo ha premiato, disdegni di essere nominato in un forum che di porno ha ormai poco più di un nostalgico ricordo? Ma poi, 'sto porno è ancora tutto 'sto taboo???
Non seguire le orme degli antichi, ma quello che essi cercarono. (Matsuo Basho,1685) - fa caldo l'Italia è sull'orlo di un baratro e non scopo da mesi (cimmeno 2009) - ...stai su un forum di segaioli; dove pensavi di stare, grande uomo? (sunday silence,2012)

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hermafroditos
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Re: [O.T.] I cazzi dei forumisti

#109866 Messaggio da hermafroditos »

pan ha scritto:
15/06/2023, 18:36
[Scopri]Spoiler
hermafroditos ha scritto:
15/06/2023, 18:28
pan ha scritto:
15/06/2023, 18:15
[Scopri]Spoiler
manigliasferica ha scritto:
15/06/2023, 7:00


in effetti come mai hai lasciato questi dati pan?
lo si trova subito
Guardate che fino a un mese fa su qualche giornale online di Abruzzo e Puglia mi pare vi fossero anche il nome e una foto. Ora non ci sono. Tuttora vi è il paese di origine. D'altra parte il caso è riconoscibile leggendo il testo vincitore che è in rete ( non messo da me) oltre a essere stato letto in pubblico il 13/5. Ora se ha sbagliato l'autore non so, non conosco le leggi vigenti in materia. Io ho semplicemente messo qui un racconto già pubblicato.
A questo punto, Sal, devo dire che ho fatto bene a mandarti il mio racconto in privato, perché anche lì sono personaggi riconoscibili in ambito locale.
Io in realtà non mi riferivo al protagonista del racconto, ma all'autore. Stai (s)parlando di una persona estranea al forum rendendone noti nome e cognome, una persona che non ha alcun ruolo pubblico né è famosa. Non hai commesso un crimine, ma è eticamente molto discutibile, e su un qualunque altro forum saresti stato bannato per questa cosa.
Scusa, herma, ma ti pare che uno che aspira a diventare scrittore, campeggia con il premio vinto e il testo sul portale del circolo che lo ha premiato, disdegni di essere nominato in un forum che di porno ha ormai poco più di un nostalgico ricordo? Ma poi, 'sto porno è ancora tutto 'sto taboo???
Non è per la questione porno, è proprio per il fatto di essere nominato in un forum (che in teoria dovrebbe garantire l'anonimato) da terzi, senza aver possibilità di replicare e con la propria identità resa vulnerabile. Sono regole valide da quando esistono i forum stessi.
Poi non è che sia uno scrittore con un profilo pubblico e i cui lavori sono proposti da case editrici note ai più. Stiamo parlando fondamentalmente di un privato cittadino, che non è uno scrittore ma appunto aspira a diventarvi.

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Re: [O.T.] I cazzi dei forumisti

#109867 Messaggio da pan »

Quindi se anche lui ne avesse piacere sarei ugualmente meritevole di sanzioni?
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Re: [O.T.] I cazzi dei forumisti

#109868 Messaggio da gaston »

io l'ho sempre pensato, i testi con dati sensibili vanno fatti circolare tramite scritto che inviluppa un sasso da lanciare alla finestra del destinatario, non sarà raffinato ma è l'unico metodo sicuro, pan comincia ad allenare i bicipiti :DDD :DDD

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Re: [O.T.] I cazzi dei forumisti

#109869 Messaggio da hermafroditos »

pan ha scritto:
15/06/2023, 18:49
Quindi se anche lui ne avesse piacere sarei ugualmente meritevole di sanzioni?
Ma non è che devi essere sanzionato, non è che siamo in una società di polizia (in teoria...).
Comunque sì, non andrebbe fatto nemmeno se avesse piacere.

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Re: [O.T.] I cazzi dei forumisti

#109870 Messaggio da pan »

gaston ha scritto:
15/06/2023, 18:49
io l'ho sempre pensato, i testi con dati sensibili vanno fatti circolare tramite scritto che inviluppa un sasso da lanciare alla finestra del destinatario, non sarà raffinato ma è l'unico metodo sicuro, pan comincia ad allenare i bicipiti :DDD :DDD
Cos'è? Un escamotage al Sorvegliare e punire, testo che mi è assai caro. :-D
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Re: [O.T.] I cazzi dei forumisti

#109871 Messaggio da Salieri D'Amato »

Ma, secondo me citare una persona per un qualcosa che lui stesso ha reso pubblico è più che legittimo. Mentre è stato sempre ribadito di non sbandierare vicende private di cui eravamo a conoscenza. Se invece lui avesse spedito il proprio testo a Pan e Pan l'avesse messo in rete o comunque diffuso a terzi (SZ o altro) avrebbe commesso un "abuso".

Io vinco un premio e lo pubblico, poi che la cosa la riporti Il Gazzettino del paesino, Il Corriere della Sera o SZ non trovo faccia differerenza.
Così, come quando qualche forumista ha messo necrologi di amici o conoscenti con tanto di nome e cognome.
Se invece Pan avesse detto che il tizio, vincitore del concorso letterario, era un noto maiale che frequentava i tali locali o che gli aveva confessato vizi immondi (o virtù celestiali), avrebbe in quel caso violato la sua privacy.
Come quando Barabino parlava di alcune tizie con cui era uscito o con cui ci aveva retiteratamente provato, raccontandone alcune peculiarità sessuali-comportamentali e poi ne pubblicava le immagini o chiari riferimenti, rendendole identificabili.

Insomma, se io dico "Ho fatto l'assicurazione all'auto presso l'agenzia di Marco Rossi" non vedo quale controindicazioni possa avere, è oggettivo che Marco Rossi sia un assicuratore e che l'oggetto della sua attività sia pubblico.
Se invece io dico "Ho fatto l'assicurazione presso Marco Rossi, noto maiale della zona che se la fa con la moglie del farmacista accanto" aggiungo delle considerazioni lesive della privacy (e non solo di quella) del Rossi, del farmacista e della di lui moglie. E non va bene per niente.
La via più breve tra due cuori è il pene

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Re: [O.T.] I cazzi dei forumisti

#109872 Messaggio da manigliasferica »

sono interessanti tutti gli interventi.
però...però questo ragazzo vuole diventare/provare ad essere conosciuto?
oppure no?
tecnicamente adesso il suo nome la sua vita può essere vista da tutti. con tutti i pro e contro.
io non avrei mai saputo chi fosse, ora posso vedere cose della sua vita. non che abbia interessi a farlo, però magari altri si.

mettiamo che pan faceva sta cose qui sul forum nel 2003. ok il nome e cognome del tipo, ma poi?
non c'erano social, esisteva niente. le pagine gialle? ok.
oggi è diverso perchè possono andare di mezzo altri non solo il tipo. puoi venire a scoprire altri nomi etc.

se non ha problemi punto 1 sopra, digli di iscriversi al forum pan, magari da cosa nasce cosa e qualcuno lo legge e gli propone un contratto. non si sa mai, tanto costa niente stare qui.

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Re: [O.T.] I cazzi dei forumisti

#109873 Messaggio da ziggy7 »

Ma fatemi il piacere

Io trovo quel testo pubblicato su un sito con il nome dell' autore e lo copio qui

Assisto a un concorso letterario dove si legge lo stesso testo e poi posto qui le mie opinioni in merito

Ma giusto giusto se sul sito dove c'è il testo fosse scritto diritti riservati non riportare. Ma è già ridicolo a dirlo

Quale che sia il tema del forum è relativo, non è un sito illegale o palesemente denigratorio
c è sempre tanta musica nell' aria -- a cup of tea would restore my normality-- “Non vi è alcuna strada che porta alla pace: la pace è la via” nulla contro l'utente Tenz

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Re: [O.T.] I cazzi dei forumisti

#109874 Messaggio da hermafroditos »

@SDA e Ziggy vi sfugge un attimo il dettaglio che pan non si è limitato a pubblicare il racconto tout court come se fosse stato uno scritto random trovato su internet, ma fondamentalmente ha attribuito all'autore prevedibilità e piaggeria, senza che questi abbia possibilità di replicare. Non sono stata lese la sua privacy e la sua dignità, però non mi sembra comunque molto cortese.

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Re: [O.T.] I cazzi dei forumisti

#109875 Messaggio da TeNz »

hermafroditos ha scritto:
16/06/2023, 9:04
@SDA e Ziggy vi sfugge un attimo il dettaglio che pan non si è limitato a pubblicare il racconto tout court come se fosse stato uno scritto random trovato su internet, ma fondamentalmente ha attribuito all'autore prevedibilità e piaggeria, senza che questi abbia possibilità di replicare. Non sono stata lese la sua privacy e la sua dignità, però non mi sembra comunque molto cortese.
cerchi la cortesia su superzeta??? :DDD

dai herma, capisco la vis polemica e tutto ma come direbbe verga.. non rompere !!!
nell'avatar un caloroso saluto da Eveline Dellai.

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