Trez ha scritto: ↑09/06/2023, 21:26Decisamente due culi di due donne mentre si slinguazzano....Gargarozzo ha scritto: ↑08/06/2023, 17:37Se aveste due cazzi preferireste sodomizzare una donna con due culi o due culi di due donne?
Ottimo

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Trez ha scritto: ↑09/06/2023, 21:26Decisamente due culi di due donne mentre si slinguazzano....Gargarozzo ha scritto: ↑08/06/2023, 17:37Se aveste due cazzi preferireste sodomizzare una donna con due culi o due culi di due donne?
Il punto che noti, Sal, l'ho visto -come te- come una presa di distanza di Luca rispetto al soggetto, ma anche del soggetto stesso rispetto al proprio gesto. Chissà se l'autore è venuto a conoscenza delle 42 pagine lasciate dal ragazzo? E in ogni caso lui lo fa parlare dalla tomba, immaginando come parlerebbe a quasi due mesi dal suicidio, cioè quando lui scrive. Chiaro che scrive ciò che sente uscire dal sepolcro, ma questo è appunto la letteratura, non l'analisi psicologica, che del resto in tema di suicidio non ci ha mai portato a grosse conoscenze perché la scienza lavora nello spazio/tempo, ma la morte ne è fuori, così che di un trapasso vede solo le terga di chi se ne va.Salieri D'Amato ha scritto: ↑09/06/2023, 23:36A me piace. Di primo acchito mi viene da pensare che io avrei evidenziato di più uno stato di sofferenza, presupponendo che si decida di togliersi la vita quando vi è un forte malessere, un disagio profondo, ma anche il racconto asettico, quasi impersonale rende bene, risulta quasi spiazzante. E ti lascia con la domanda: possibile che solo per questo uno decida di togliersi la vita? E la risposta è: probabilmente si, visto che spesso non riusciamo a rendersi conto del perchè persone apparentemente tranquille e senza particolari problemi decidano di lasciarci.
Quindi promosso. Ma per fare un confronto e dare un giudizio di merito sui risultati, bisognerebbe leggere anche il tuo e gli altri.
Hai un'età tale che dovresti superare di slancio queste delusioni. Se tu sei soddisfatto del tuo "lavoro", del resto puoi tranquillamente fregartene; non mi sei mai sembrato il tipo a cui piace particolarmente specchiarsi sugli altri, posto che pubblici riconoscimenti fanno sempre piacere a tutti. Capisco l'incazzatura a caldo, ma ormai dovresti aver metabolizzato.pan ha scritto: ↑10/06/2023, 5:13Il punto che noti, Sal, l'ho visto -come te- come una presa di distanza di Luca rispetto al soggetto, ma anche del soggetto stesso rispetto al proprio gesto. Chissà se l'autore è venuto a conoscenza delle 42 pagine lasciate dal ragazzo? E in ogni caso lui lo fa parlare dalla tomba, immaginando come parlerebbe a quasi due mesi dal suicidio, cioè quando lui scrive. Chiaro che scrive ciò che sente uscire dal sepolcro, ma questo è appunto la letteratura, non l'analisi psicologica, che del resto in tema di suicidio non ci ha mai portato a grosse conoscenze perché la scienza lavora nello spazio/tempo, ma la morte ne è fuori, così che di un trapasso vede solo le terga di chi se ne va.Salieri D'Amato ha scritto: ↑09/06/2023, 23:36A me piace. Di primo acchito mi viene da pensare che io avrei evidenziato di più uno stato di sofferenza, presupponendo che si decida di togliersi la vita quando vi è un forte malessere, un disagio profondo, ma anche il racconto asettico, quasi impersonale rende bene, risulta quasi spiazzante. E ti lascia con la domanda: possibile che solo per questo uno decida di togliersi la vita? E la risposta è: probabilmente si, visto che spesso non riusciamo a rendersi conto del perchè persone apparentemente tranquille e senza particolari problemi decidano di lasciarci.
Quindi promosso. Ma per fare un confronto e dare un giudizio di merito sui risultati, bisognerebbe leggere anche il tuo e gli altri.
Come dissi subito, Luca meritava assolutamente il primo premio; purtroppo le mie critiche alla giuria hanno determinato un brutto clima intorno a me, visto che proponendo a loro a una serata tutti insieme, hanno risposto solo in tre: il vincitore, il mio compagno di banco ignorato come me, e Fabio, ignorato più di tutti, che aveva proposto un horror show multimediale nel quale il candidato alla prova di cucina pur di vincere prepara una ricetta a base della sua milza autoasportata e cucinata in diretta TV. Non credo che altri metteranno in rete i loro lavori di cui sono molto gelosi. Se dovessero farlo li posterò. Per il mio devo ancora aspettare un distacco tale da non fregarmene più niente di tutta questa vicenda. Magari te lo manderò in anticipo in privato.
Hai una dote che mi piace molto, i tuoi scritti, confusionari e "carnali", riescono a trasmettermi con immediatezza, come fossero brevi flash, quadri e spaccati di vita in modo realistico, quasi fossero tridimensionali. E in più c'è sempre quella nota poetica in sottofondo che mi affascina.docu ha scritto: ↑10/06/2023, 8:45Anche io volevo fare un corso di scrittura per affilarmi.
Per vendere ovv e farmi leggere; noterei ultimamente perfezioni formali ma che non “dicono” molto
Un Dumas, un Kipling, insomma in sti racconti non succede mai un cazzo dì interessante e somigliano un po’ a sceneggiature di Moretti intrise di tristezza e dolore …
Bravi attori, fighe che mostrano le tettone come la Morante o la Ferilli ed il volto scultoreo di servilo che osserva fumando
Un Conrad un Dickens dove cazzo sono ??
E' possibile sapere quali studi hai fatto nella vita?cicciuzzo ha scritto: ↑10/06/2023, 11:02Io nel 2001 pensai di scrivere un romanzo generazionale
Mi fermai al primo capitolo per fortuna mia e soprattutto di altri
Poi ho scritto alcuni racconti erotici (più sessuali che erotici) pubblicati su un portale a tema abbastanza famoso qualche anno dopo
Chi ha letto questa produzione letteraria ha detto di averli apprezzati
Ma secondo me era roba modesta e scontata
Scienze politiche e prima liceo scientificomarkome ha scritto: ↑10/06/2023, 11:04E' possibile sapere quali studi hai fatto nella vita?cicciuzzo ha scritto: ↑10/06/2023, 11:02Io nel 2001 pensai di scrivere un romanzo generazionale
Mi fermai al primo capitolo per fortuna mia e soprattutto di altri
Poi ho scritto alcuni racconti erotici (più sessuali che erotici) pubblicati su un portale a tema abbastanza famoso qualche anno dopo
Chi ha letto questa produzione letteraria ha detto di averli apprezzati
Ma secondo me era roba modesta e scontata
Ecletticocicciuzzo ha scritto: ↑10/06/2023, 11:05Scienze politiche e prima liceo scientifico[Scopri]Spoilermarkome ha scritto: ↑10/06/2023, 11:04E' possibile sapere quali studi hai fatto nella vita?cicciuzzo ha scritto: ↑10/06/2023, 11:02Io nel 2001 pensai di scrivere un romanzo generazionale
Mi fermai al primo capitolo per fortuna mia e soprattutto di altri
Poi ho scritto alcuni racconti erotici (più sessuali che erotici) pubblicati su un portale a tema abbastanza famoso qualche anno dopo
Chi ha letto questa produzione letteraria ha detto di averli apprezzati
Ma secondo me era roba modesta e scontata
markome ha scritto: ↑10/06/2023, 11:07Ecletticocicciuzzo ha scritto: ↑10/06/2023, 11:05Scienze politiche e prima liceo scientifico[Scopri]Spoilermarkome ha scritto: ↑10/06/2023, 11:04E' possibile sapere quali studi hai fatto nella vita?cicciuzzo ha scritto: ↑10/06/2023, 11:02Io nel 2001 pensai di scrivere un romanzo generazionale
Mi fermai al primo capitolo per fortuna mia e soprattutto di altri
Poi ho scritto alcuni racconti erotici (più sessuali che erotici) pubblicati su un portale a tema abbastanza famoso qualche anno dopo
Chi ha letto questa produzione letteraria ha detto di averli apprezzati
Ma secondo me era roba modesta e scontata
Concordo.Salieri D'Amato ha scritto: ↑10/06/2023, 10:43[Scopri]SpoilerHai una dote che mi piace molto, i tuoi scritti, confusionari e "carnali", riescono a trasmettermi con immediatezza, come fossero brevi flash, quadri e spaccati di vita in modo realistico, quasi fossero tridimensionali. E in più c'è sempre quella nota poetica in sottofondo che mi affascina.docu ha scritto: ↑10/06/2023, 8:45Anche io volevo fare un corso di scrittura per affilarmi.
Per vendere ovv e farmi leggere; noterei ultimamente perfezioni formali ma che non “dicono” molto
Un Dumas, un Kipling, insomma in sti racconti non succede mai un cazzo dì interessante e somigliano un po’ a sceneggiature di Moretti intrise di tristezza e dolore …
Bravi attori, fighe che mostrano le tettone come la Morante o la Ferilli ed il volto scultoreo di servilo che osserva fumando
Un Conrad un Dickens dove cazzo sono ??
Quindi lascia stare Conrad e Dickens, tu sei docu ... e tanto potrebbe bastare per scrivere materiale vendibile. Certo dovresti lavorarci un po' su, ma l'estro c'è, come c'è soprattutto la capacità di arrivare al lettore, che è la grande barriera che seleziona gli scrittori rispetto a chi scrive "solo" bene/benissimo.
Prima di tutto, non so quanto sia lecito postare su un forum dei riferimenti che possono condurre all'identità reale di una persona terza che alla fine è un privato cittadino. Ma sono dettagli.pan ha scritto: ↑09/06/2023, 22:30[Scopri]SpoilerMetto qui dove passano tutti. Tratto da un episodio di cronaca del marzo scorso, il suicidio di uno studente universitario. Il racconto vincitore del nostro reading.
Fuoco fatuo
di Luca Di Biagio
Ci sono stati anche momenti felici. Di certo non gli ultimi.
È per questo che l’ho fatta finita.
Alla fine, se ci si pensa, esiste un’ideale di vita per un ragazzo di ventitré anni?
A parte la solita manfrina, ormai trita e ritrita, della spensieratezza o immaturità di fondo, capaci di farci scivolare il mondo addosso, io non saprei rispondere.
Quello che posso dire è che a me non è riuscito.
Il peso delle aspettative mi ha divorato ed inghiottito.
Ma visto che la storia è mia, voglio decidere almeno come debba essere raccontata.
Partiamo da quei momenti felici, un po’ per farla meno tragica di quanto già non sia, un po’ anche per riflettere e tirare delle somme.
Ecco, direi che questo mio lungo addio sia un modo non tanto per salutare o rimpiangere, ma piuttosto per capire. Capire perché si sia arrivati a tanto, dato che, in fondo, se ci si avviasse così presto ai saluti, vorrebbe dire che qualcosa storto potrebbe essere andato.
E in questi casi mi verrebbe da dire che le responsabilità sarebbero da dividere.
Perché se è vero che i matrimoni si fanno in due, al funerale invece si è da soli; come è vero che siamo tutti bravi quando c’è da festeggiare, ma poi a pulire lo schifo rimani sempre tu.
Ma non sono qui per piangermi addosso, tanto meno per essere compatito.
Tanto, quel che è fatto è fatto.
L’unica cosa che mi rimane da fare è cercare di tracciare una linea.
E sarò onesto (me lo perdonerete, giunto al capolinea), serve innanzitutto a me. Se non per conferire un senso al tutto, almeno per rendere il tutto meno vano.
Per far sì, se a qualcuno venisse in mente di avvalersene, di poter attingere al mio caso.
Mi hanno messo alle strette, ed io ho deciso di optare per la via più sbrigativa, più stringente, qualcuno dirà la più vigliacca.
A me è parsa essere semplicemente l’unica.
Sono sempre stato una persona pratica, ai limiti del cinismo.
E se il mondo che mi ospita, la vita che mi spetta, non mi appartiene, io semplicemente saluto, al massimo ringrazio, e tolgo il disturbo. Nemici come prima.
Se è giusto o sbagliato andarsene così, lo lascio dire ai posteri.
Fino a qualche anno fa vivevo un’esistenza tranquilla, oserei dire a tratti soddisfacente.
Zero eccessi, senza eccellere.
Obiettivi modesti, alla portata.
Insomma, un ragazzo nella media, a cui probabilmente non avresti mai fatto caso, e di cui sicuramente avresti fatto a meno.
Ma a me non interessava essere considerato; vestivo grandemente la mia mediocrità.
Il problema è sorto quando la mia normalità, nel senso stesso di “essere nella norma”, è iniziata a non bastare più. Ma non a me, ai canoni.
Mi si chiedeva di più, ed io quel di più non lo avevo nelle corde. Ero spalle al muro, senza un bersaglio con cui prendermela. Da qui nasce il pomo della discordia, una sorta di incompatibilità latente con la vita.
Ero uno studente della facoltà di Medicina all’ Università di Chieti.
Una matricola, un numero.
Per quanto mi preparassi, non ero mai all’altezza delle aspettative.
Quello di oggi, il nostro mondo universitario, è fatto di tanta competitività e poche scuse.
Mia sorella, che frequenta il liceo classico del nostro paesino natale, mi ha parlato di Verga, di quanto già ai suoi tempi si parlasse di “fiumana del progresso”:
Mantieni certi standard o sarai lasciato indietro -, mi spiegava.
Il suo era un modo non tanto per consolarmi (anch’ella evidentemente pragmatica, da buoni figli di nostro padre), quanto di responsabilizzarmi, di darmi “gli strumenti per conoscere il presente”, avrebbe detto papà.
I miei compagni di corso rispondevano diversamente alle esose e propedeutiche richieste istituzionali.
Si passava dai cosiddetti “animali da battaglia” (o bestie da soma, che dir si voglia), che più fustigavi e facevi carne da macello, più si costituivano tuoi adepti. Tu li aizzavi e loro si incattivivano. E ancor più si sottomettevano.
Era come colpire cani da combattimento, prima di gettarli nella faida, pronti a maciullarsi.
Fino a che, alla fine del fratricidio, non spuntava fuori la classe degli “avvoltoi”, che si accanivano sulle carogne dei rimandati a giudizio.
Ecco, eravamo tutti “sub iudice”, messi costantemente alla prova con qualcosa più grande di noi, e poi alla gogna, se non meritevoli di banchettare alla tavola degli illuminati.
Mi faceva un po’ strano comprendere quella logica. Si percepiva la sofferenza che ne derivava, nonostante si facesse di tutto per non darla a vedere.
Chi invece mi procurava un fastidio ai limiti del fisico era il prototipo di studente sui generis, di colui che sapeva rimanere al suo posto nonostante le angherie, riuscendo ad isolarsi, metaforicamente e non, da un meccanismo fin troppo oliato.
Come se, tutt’a un tratto, il criceto decidesse di scendere dalla ruota, captando di star correndo a vuoto.
Mi davano il voltastomaco, anche perché, con il loro esempio disgustosamente equilibrato, mi obbligavano a chiedere di più a me stesso.
E se il mio massimale non è abbastanza? Sarà anche un mio diritto quello di ammainare le vele oppure no? O è sempre il mondo a essere cattivo, spregevole e perfido? Sarà pur plausibile che ci sia chi, come me, sia destinato a soccombere? Alla fine, si tratta semplicemente di alzare l’asticella. E chi se ne importa se chi non si allinea, affonda. Vorrà dire che il futuro sarà dei superlativi, di maggioranza e minorati.
In fin dei conti, non è questo l’obiettivo ultimo dell’uomo? Progresso, evoluzione?
Forse, anche il mio sacrificio sarà stato consumato per uno scopo più grande.
Ma allora, perché fa così male?
Oggi, mi piace immaginarmi come un fuoco fatuo in una calda sera d’agosto.
Volevo fare il medico come papà. Non sono riuscito a salvare nemmeno me stesso.