[O.T.] Aria di fascismo

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dostum
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Re: [O.T.] Aria di fascismo

#1591 Messaggio da dostum »

balkan wolf ha scritto:
18/10/2021, 12:10
Quale sarebbe la differenza tra "democrazia autoritaria" e fascismo?

I valori ovviamente. Il fascismo non è solo una forma di governo ma un impianto ideologico: per questo possiamo parlare di fascismo eterno alla Eco. La meloni e salvini, seppur inseriti in un sistema democratico, hanno valori fascisti.
Draghi seppur molto autoritario ha valori diversi, sostanzialmente quelli della società aperta che non coincidono minimamente con quelli fascisti.
Per fare un esempio lampante: il fascismo è tradizionalista la democrazia progressista ( in senso lato non in senso di “sinistra” ).
Ancora più banalmente il fascismo è sempre ferocemente reazionario la democrazia no.

Postilla personale
A me la democrazia fa schifo perché collettiva ed egalitarista e non per il suo impianto valoriale in se e per se. Sembra una contraddizione ma non lo è, o almeno non è una contraddizione insanabile.
Diciamo che in questa fase sono per una aristocrazia progressista da attuarsi ovviamente solo e soltanto con una feroce rivoluzione.
Se ci fosse il partito di Draghi, questo sarebbe il suo congresso fondativo e questi 1200 industriali in grisaglia, che si spellano le mani a ogni suo passaggio, i suoi delegati. Il partito del Pil”. Non è un grido d’allarme. Al contrario la frase è stata scritta con soddisfatto compiacimento in apertura dell’ articolo di commento all’Assemblea di Confindustria sul portale del quotidiano italiano che più si è distinto nell’apologetica draghiana. E purtroppo corrisponde a verità.

In effetti il 23 settembre, al Palazzetto dello sport di Roma, è nato il “partito unico dei padroni” intorno al suo leader massimo e indiscutibile, l’ex banchiere di Stato Mario Draghi. E nello stesso momento, con la proclamazione del medesimo a suo capo carismatico e titolare naturale di un Esecutivo sintetizzato nella sua persona, è stata annunciata la nuova forma di governo definibile come “Premierato Assoluto” (nulla di più lontano dal dettato costituzionale). L’evento è stato accolto dal coro bulgaro dei media (tutti quelli mainstream, TG di stato in testa, a far gara nell’abbinare le Ola dei confindustriali con gli abbracci degli atleti con tanto di dono della bicicletta, come dire denaro e muscoli uniti nell’applauso) ormai senza pudore nell’ostentare un culto della personalità degno di altri tempi. E accanto a loro la politica, anche qui senza quasi eccezioni, a invocare lunga vita al premierato dorato, se fosse possibile vita eterna, come nelle monarchie d’altri tempi…

Se valessero ancora le “regole auree” fissate dalla politologia novecentesca – mica quella marxista o socialdemocratica, ma la politologia liberaldemocratica, di orientamento comportamentista, egemone nell’area anglosassone – si dovrebbe dire che siamo fuori dal quadro democratico. In quel paradigma, infatti, la cifra di una democrazia sana, o comunque accettabile, stava nella netta separazione (in una effettiva “divisione del lavoro”, si diceva) tra i sottosistemi fondamentali: quello Politico, quello Economico e quello Culturale (ovvero Parlamento e Governo, Imprese e Banche, Informazione e Media). Quando uno di questi travalica la propria sfera e prende il controllo degli altri, si esce dai limiti dalla forma democratica: se la Politica pretende di annettersi Economia e Cultura si ha il “totalitarismo”, se l’Economia si compra Politica e Media si ha una abnorme variante di quello che Max Weber chiamò “patrimonialismo”, se la Cultura domina sugli altri due si ha una “teocrazia”. Il 23 settembre abbiamo avuto l’immagine plastica di questo cortocircuito malsano, che stava nell’aria, si percepiva da tempo, ma che mai era stato così materialmente visibile ed evidente.

Draghi

Non stupiscono in questo i 1200 imprenditori che facevano la Ola nel parterre del Palazzetto dello Sport (anche il genius loci qui conta): erano lì a incassare le cedole del loro investimento, fatto già nel 2018, immediatamente dopo i risultati delle elezioni politiche in teoria più destabilizzanti del secolo (nuovo), quando appunto la bandiera di Mario Draghi fu alzata contro l’esito delle urne, e continuò a essere agitata ad ogni tornante di questa tormentata legislatura, fino alla liquidazione dell’ultimo governo Conte. Il rito ricordava i Te Deum cantati nelle cattedrali di mezza Europa dopo il congresso di Vienna, con i vecchi sovrani e le loro aristocrazie di corte a celebrare l’avvenuta Restaurazione. E nemmeno coglie di sorpresa più di tanto(avremmo dovuto esserci preparati) il ruere in servitium quasi unanime del coro mediatico: si tratta appunto di organi di stampa quasi tutti proprietà di gruppi industriali e finanziari che Draghi l’hanno da sempre considerato “uno dei loro”, se non altro per il suo essersi distinto in quelle “privatizzazioni senza liberalizzazioni” (così le definisce, con felice espressione, Giulio Sapelli sulle neonate pagine cartacee di “Tpi”) che costituiscono il suo capolavoro da grande Commis d’Etat. Forse colpisce un po’ di più la velocità con cui i partiti, nella stragrande maggioranza, si sono affrettati a consumare la propria (terminale) cessione di sovranità, e a certificare così la propria crisi strutturale. Esempio di scuola di autolesionismo delle élites nella fase del loro strutturale declino. Perché è fin troppo evidente – anche un bambino lo capirebbe – che all’ombra di questo Premierato Assoluto, con un Capo onnidecidente e il resto che, come l’intendenza napoleonica, deve seguire, tutto ciò che sta al piano terra della cuspide del potere, in primo luogo il “sistema dei partiti” che la tradizione politologica vorrebbe essenziale cerniera e canale di comunicazione tra Società e Istituzioni, avvizzisce e marcisce.
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Re: [O.T.] Aria di fascismo

#1592 Messaggio da OSCAR VENEZIA »

dostum ha scritto:
19/10/2021, 2:33

Se valessero ancora le “regole auree” fissate dalla politologia novecentesca – mica quella marxista o socialdemocratica, ma la politologia liberaldemocratica, di orientamento comportamentista, egemone nell’area anglosassone – si dovrebbe dire che siamo fuori dal quadro democratico. In quel paradigma, infatti, la cifra di una democrazia sana, o comunque accettabile, stava nella netta separazione (in una effettiva “divisione del lavoro”, si diceva) tra i sottosistemi fondamentali: quello Politico, quello Economico e quello Culturale (ovvero Parlamento e Governo, Imprese e Banche, Informazione e Media). Quando uno di questi travalica la propria sfera e prende il controllo degli altri, si esce dai limiti dalla forma democratica: se la Politica pretende di annettersi Economia e Cultura si ha il “totalitarismo”, se l’Economia si compra Politica e Media si ha una abnorme variante di quello che Max Weber chiamò “patrimonialismo”, se la Cultura domina sugli altri due si ha una “teocrazia”. Il 23 settembre abbiamo avuto l’immagine plastica di questo cortocircuito malsano, che stava nell’aria, si percepiva da tempo, ma che mai era stato così materialmente visibile ed evidente.

Sono sostanzialmente d'accordo andrebbero aggiunte delle postille e delle osservazioni personali che capirebbero in pochissimi.
Sento aria di regime non aria di fascismo. Se regime= fascismo sento aria di fascismo rosso. Il percorso che porta ad una palingenesi è di la da venire, utopico e improbabile.
Nell'attesa che un elite si incarichi di tirare fuori l'Italia da queste sabbie mobili molti penseranno a se stessi, a farsi i cazzi propri a costruirsi un microcosmo solido a dispetto di uno stato e di una repubblica la cui arretratezza politico culturale non vede solo chi non la vuol vedere

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dostum
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Re: [O.T.] Aria di fascismo

#1593 Messaggio da dostum »

Asse della sniffata

G.Fusco




Caro Mario; avrei voluto tante volte scriverti e mandarti roba, anche per pareggiare il sospeso che ho presso la tua amministrazione. Ma in questi ultimi mesi ho avuto diversi guai di varia indole, storie e fastidi dei quali ho subito approfittato per buttarmi nella condizione in fondo da me preferita; l’imbraco. Non dubitare però che mi farò vivo prestissimo con qualcosa di buono, spero. Ma ora ti scrivo (e non so bene come potrai utilizzare le straordinarie e autenticissime notizie che ti dò) a proposito di un intervento che qualche settimana fa fece al Senato il missino Franza, quando venne in discussione il caso Montesi in rapporto al governo. Il Franza si rivolse alle sinistre dicendo pressa poco (il testo esatto è rintracciabile su La Stampa) così: «Proprio voi fate gli scandalizzati e i moralisti, voi che avete fatto di tutto per affossare il fascismo, regime che aveva dato al paese un costume sano, vigoroso, senza vizi e corruzione». (Tutta la sinistra balza in piedi ruggente). A parte il fatto che non si capisce come possano esserci ancora senatori fascisti, io credo che il Franza parlasse in buona fede; perché è mia convinzione che la stragrande maggioranza degli italiani, compresi molti ostinati fascisti e molti integerrimi antifascisti, non abbiano precisa e profonda cognizione di ciò che capitò per vent’anni in Italia all’ombra del littorio. Voglio dire, ignorano e neppure, in certi casi, immaginano ciò che in realtà fosse il sottobosco fascista. Sono convinto che occorra insistere nel raccogliere e diffondere notizie e informazioni in proposito. Eccoti, intanto, una delle più sbalorditive storielle della collezione ch’io vado pian piano mettendo insieme. Tu sai che non ho fantasia. Quella che chiamerò “La notte di Matsuoka” è tutta, scrupolosamente vera.
Il ministro degli Esteri giapponese Matsuoka venne in Europa, nel 1941, a stringere patti più saldi con Mussolini e Hitler. Fu a Roma in primavera. Qualche tempo prima (in un discorso che io ascoltai a Gramsci, sotto il Tomori, mentre diluviava) Mussolini aveva annunciato «verrà il bello», volendo far intendere che stavano per finire le fregature che andavamo, specie in quei giorni, qua e là raccogliendo. Quando i romani videro sbarcare alla stazione di Termini il ministro giapponese, si limitarono a dire: «E questo sarebbe il bello?». Comunque, Matsuoka fu accolto con pompa e solennità. L’incontro col duce fu fissato, per la mattina successiva al suo arrivo, e intanto fu accompagnato all’hotel Excelsior dove si era per lui preparato un appartamento, salvo errore, al secondo piano. A quello stesso piano aveva per combinazione, fin dal 1924, il suo pied-à-terre una delle figure più singolari del regime e non solo di esso: voglio dire il Max Mugnani, una specie di demonio nato a Cento di Bologna, amico intimo di Italo Balbo e di altri altissimi gerarchi, figlio di ricchi possidenti, donnaiolo micidiale, corruttore spietato, fratello di latte della cocaina, console onorario della milizia, intelligentissimo, dotato di inesauribile fantasia. Un mostro simpaticissimo ed elegante. Oggi vive a Milano. Ha passato la cinquantina ma dimostra quindici anni di meno. Ha una salute di ferro. Il vizio è stato, evidentemente, la sua naftalina. Nelle sue stanze all’Excelsior, Mugnani era solito organizzare trattenimenti notturni non molto popolati ma in compenso intensissimi di trovate a petto delle quali le storie di Capocotta e dintorni non vanno al di là di Pinocchio. A quelle festicciole intervennero, a turno, quasi tutte le distinte dame littorie e le loro corti. Vi fu certamente Edda, vi fu sicuramente Maria Anfuso, non vi mancarono, è fortemente presumibile, né la Petacci, né la Ferida, né la Duranti, né Fanny Marchiò che fu per vent’anni l’amante ufficiale del nostro Max.
Inutile dire che a questi ricevimenti partecipava, al posto d’onore, la signora Streppa (costava, a quei giorni, dalle trenta alle sessanta lire al grammo, ma si trovava, con qualche compiacente ricetta, anche per meno), delle cui grazie tutti si valevano largamente. Poi, nella caratteristica penombra senza tempo che caratterizzava l’ambiente cocainico, cominciavano le voluttuose giostre. Si formavano sul tappeto gruppi a tutto tondo e basso rilievo, la cui complessità avrebbe impensierito il più esperto degli scultori.
Ma il Max non appartiene alla categoria dei cocainomani “statici”: quelli che preferiscono le carezze lente e silenziose, sotto le lampade velate. Egli potrebbe, anzi, essere definito un “bersagliere” della droga, per il quale l’estasi si tramuta presto in assalto, in corse, arcane e febbrili ricerche, fame di pericoli e di atroci beffe. Così, in quella prima notte di Matsuoka all’Excelsior, Max, che stava appunto facendo gli onori di casa a un gruppo di amici, uscì a un certo punto dalle sue stanze, in pigiama arancione, a piedi nudi, con occhi luccicanti e labbra aride e sottili. Si era fitto in capo di portare in giostra qualcuno che, possibilmente, non fosse ancora iniziato alla droga. Avrebbe preferito una donna, ma si sarebbe accontentato anche di un uomo. Avanzò a passi elastici e silenziosi sulla guida del corridoio, come la tigre fra le liane. Si affidava all’istinto, e, intanto, gettava occhiate in fondo agli usci per vedere che genere di scarpe vi fossero. Lo colpirono due paia di minuscoli, irreprensibili stivaletti neri con ghetta chiara esposti a quattro o cinque porte dalla sua. Stivaletti singolari, tanto lucidi da risparmiare ogni fatica al facchino dell’albergo.
Max appoggiò l’orecchio a quella porta. Udì un vago rumore di respiro, rotto da sommessi gorgoglii. Cautamente, provò la maniglia e trattenne a stento un grido di giubilo: la porta era aperta. Senza esitare, la tigre penetrò nella tana dell’antilope. Annusò il buio, e un curioso odore, fra acido e dolcissimo, aumentò il suo interesse per l’avventura. Accese un fiammifero. Si trovava in uno dei soliti salottini dell’albergo. Alla breve luce, riuscì a vedere che la porta della stanza da letto era semi aperta. Il dormiente, dietro quello spiraglio ronfava dolcemente, ignaro.
Il balzo della tigre sulla preda è tanto più fulmineo quanto più quatta e silenziosa fu la manovra di avvicinamento. Accendere la luce, scattare sul dormiente, agguantarlo, gettarselo sulle spalle prima ancora che cominciasse a sgambettare o avesse il tempo di strillare, portarselo di corsa di là, nel proprio sgozzatoio, fu per Max l’affare di venti secondi. Gli amici lo accolsero con soffocati gridolini di ammirazione e di festa. Poi, l’eccellenza Matsuoka, con gli occhietti sbarrati sulla mano di Max che gli tappava la bocca, fu messo a sedere su una poltrona. «Oh, il bell’omarino giallo» sibilava il Mugnani. «Oh, il bel risottino alla milanese! Mettiamoci un po’ di formaggio buono». E un cannello d’argento fu tosto introdotto nella narice destra del ministro, il quale, per non soffocare, fu costretto a tirare su una mezza cartata di quel eccezionale “formaggino”.
Che accadde in seguito. La cocaina ha le sue ore perse e senza storia. Ma è un fatto che la mattina alle sette e mezza, quando il segretario particolare del ministro si recò a svegliare, rispettosamente, il principale, lo trovò messo di traverso sul letto con un reggipetto agganciato attorno all’esile torace e, particolare significativo, alcune tracce di sangue sui pantaloni del pigiama verde loto.
Ecco perché l’incontro con Mussolini fu rimandato alle sei del pomeriggio e perché, una settimana dopo, Max Mugnani e tre dei suoi amici furono mandati al confino.
Ma un mese dopo, Galeazzo Ciano ricevette una lettera personale di Matsuoka nella quale il ministro gli esprimeva il suo ringraziamento per le magnifiche accoglienze fattegli a Roma, pregandolo al tempo stesso, di ringraziare per suo conto, in modo particolare, quel «simpaticissimo, raffinato signore che la prima notte, in albergo, aveva organizzato in suo onore una riuscitissima festa “neroniana” e, quindi, tipicamente imperiale». Se fosse riuscito a rintracciarlo, il ministro avrebbe spedito a quel signore un’onorificenza civile di notevole grado.
Questa è la storia della Notte di Matsuoka. Me l’ha raccontata, insieme a molte altre, altrettanto vere e altrettanto straordinarie, lo stesso Max Mugnani. Sonia Mactovic, che fu l’amica per tanti anni di Ettore Muti, me l’ha confermata. Altre testimonianze non mancano, attendibilissime. Che ne dice il senatore Franza?
E tu, che ne dici? Cosa si può fare di tutto ciò? Un tempo, prima che i nostri rapporti si allentassero in seguito al mio articolo su «Navi e poltrone», Longanesi mi aveva chiesto di fargli un volumetto di questi episodi. E ora? In questo momento, come forse sai, fra me e l’Europeo c’è parecchio freddo. Credo che cambiando o mascherando i nomi qualcosa per il Mondo ci potrebbe anche uscire, magari in alcune puntate; con “cauti” anticipi...
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Re: [O.T.] Aria di fascismo

#1594 Messaggio da balkan wolf »

Senza andare tanto in la nel tempo anche negli anni di piombo i picchiatori missini erano soliti farsi di coca… alcuni oggi militano in fdi e credo proprio non abbiano perso le vecchie abitudini. “Non ho le prove ma so” ( cit. )
“Quando il treno dei tuoi pensieri sferraglia verso il passato e le urla si fanno insopportabili, ricorda che c’è sempre la follia. La follia è l’uscita d’emergenza!”
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Re: [O.T.] Aria di fascismo

#1595 Messaggio da Hyperion »

Masticare un sogno.

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Re: [O.T.] Aria di fascismo

#1596 Messaggio da OSCAR VENEZIA »

Uno studio senza pregiudizi del fascismo e’ la cosa migliore che potremmo fare e che non faremo mai.
Esempio: nel calo demografico italiano ,che ha pesanti riflessi in economia, e non solo, quanto ha inciso, nel non porvi rimedio , il condizionamento delle politiche demografiche di Mussolini ? Molto. Se sei comunista, antifascista o cretino , che e’ piu o meno la stessa cosa, pensi che la demografia e’ una scienza fascista.

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Re: [O.T.] Aria di fascismo

#1597 Messaggio da balkan wolf »

Figli alla patria e tassa sul celibato?
Detto questo concordo che l’antifascismo ignorante sia strumentale all’esistenza di una certa sinistra ma è una vecchia teoria: si è antifascisti perché non si può essere anticapitalisti… i famigerati antifa trallalà.

Ps

Ci vorrebbe uno studio neutro sul nazismo più che altro… evidenziando in modo amorale le incredibili eccellenze ma non si farà mai.
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Re: [O.T.] Aria di fascismo

#1598 Messaggio da dostum »

n un paese del Gargano, un cantastorie invasato e carismatico di nome Ippazio si è convinto che, tanta è la fame e tanta la povertà, il Messia non sia mai davvero sceso in Terra. E visto che in quelle campagne ognuno ha i suoi buoni motivi per guardare la Chiesa con sospetto, non gli è poi difficile convertire i contadini della zona all'ebraismo, né conquistare il cuore di Lucetta, la ragazza madre che fa le pulizie dall'arciprete in persona. Persuaso che gli ebrei dell'Antico Testamento si siano estinti ai tempi di Noè, Ippazio si inventa una religione tutta sua, con tanto di canti che si concludono con il braccio alzato di fronte alla foto dell'Eccellentissimo Mussechini (Mussolini). Quando i contadini vengono a sapere da un italoamericano tornato in paese che gli ebrei sono vivi e vegeti, esultano: mandano lettere accorate ai rabbini di Roma, implorano la circoncisione. I rabbini tentennano. È il 1938. Marina Collaci si è ispirata alla storia vera del paesino pugliese che si è convertito in blocco all'ebraismo nell'anno "più sbagliato", quello delle leggi razziali, per scrivere un romanzo dove il comico prende la sua rivincita sul tragico, grazie alla forza di personaggi dolci e spassosi.

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Re: [O.T.] Aria di fascismo

#1599 Messaggio da Floppy Disk »

Visto che se ne è parlato altrove, è bene ricordare ai più digiuni in materia che non sono passati così tanti anni da quando la Lega pensò di abolire la legge Mancino.

https://www.ilpost.it/2018/08/03/lorenz ... e-mancino/
https://www.wired.it/attualita/politica ... o-fontana/
I'm a humanist. Maybe the last humanist.

In the long run we are all dead.

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Re: [O.T.] Aria di fascismo

#1600 Messaggio da cazzaniga90 »

In Italia il ritorno del fascismo credo sia una cosa impossibile per via della dodicesima disposizione transitoria.
La XII disposizione transitoria e finale della Costituzione Italiana vieta la riorganizzazione del Partito Nazionale Fascista. Pur essendo inserita tra le disposizioni transitorie e finali, ha carattere permanente e valore giuridico pari a quello delle altre norme della Costituzione.
https://it.wikipedia.org/wiki/XII_dispo ... e_italiana
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Re: [O.T.] Aria di fascismo

#1601 Messaggio da Desmond »

[Scopri]Spoiler
cazzaniga90 ha scritto:
29/07/2022, 19:42
In Italia il ritorno del fascismo credo sia una cosa impossibile per via della dodicesima disposizione transitoria.
La XII disposizione transitoria e finale della Costituzione Italiana vieta la riorganizzazione del Partito Nazionale Fascista. Pur essendo inserita tra le disposizioni transitorie e finali, ha carattere permanente e valore giuridico pari a quello delle altre norme della Costituzione.
https://it.wikipedia.org/wiki/XII_dispo ... e_italiana

il ritorno del fascismo è impossibile per un semplice motivo: il fascismo fu un movimento socializzatore, bellicista e soprattutto giovanilista. Fondamentalmente rivoluzionario e ribelle/goliardico (il famoso me ne frego, il canto Giovinezza, primavera di bellezza). In un paese di "vecchi" queste cose sono impossibili.

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Re: [O.T.] Aria di fascismo

#1602 Messaggio da federicoweb »

Se la sinistra continua a giocarsi la carta fascismo e' perdente in partenza
Chi non ha mai posseduto un cane, non sa cosa significhi essere amato ( Arthur Schopenhauer )
" Ste sgallettate che non sanno fare un cazzo e non partoriscono un concetto nemmeno sotto tortura
sono sacchi a pelo per il cazzo " ( Cit. ZETA )

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Re: [O.T.] Aria di fascismo

#1603 Messaggio da OSCAR VENEZIA »

Vi e’ una profonda cesura fra il fascismo di Mussolini ed il neo fascismo attuale.
Mussolini pur nascendo ribellista, futurista, situazionista e socialista una volta insediatosi si dedicò innegabilmente alla costruzione dello Stato ( che può piacere o meno ) e poi lo sfascio’ con la guerra.
L’attuale neofascismo ( ma anche la destra liberale e quella federalista) non hanno alcun rapporto con la costruzione delle stato , privilegiando una dimensione anarcoide con diverse sfaccettature a secondo che si tratti di neofascisti, leghisti o esponenti di forza Italia. Dimensione anarcoide che non riesce , per motivi intriseci, nemmeno a garantirgli di prevalere sugli avversari politici.
Forse la dirigenza di FdI e’ estranea a questo fenomeno ma sicuramente il bacino elettorale a cui si rivolge nel suo complesso non crede più nello stato italiano e questo ne segna la cesura con il fascismo mussoliniano.
Se trovi la croce celtica nel cassetto di un elettore di destra essa e’ oggi mero simulacro partitico nostalgico scevro da impegni concreti ed assunzioni di responsabilità.
Discorso molto interessante che coinvolge ad esempio anche le destre americane, ma ovviamente non proseguibile alla presenza di simpatizzanti PD che non sarebbero in grado di andare oltre le solite battute demenzial propagandistiche.

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Re: [O.T.] Aria di fascismo

#1604 Messaggio da GeishaBalls »

Desmond ha scritto:
29/07/2022, 19:50
[Scopri]Spoiler
cazzaniga90 ha scritto:
29/07/2022, 19:42
In Italia il ritorno del fascismo credo sia una cosa impossibile per via della dodicesima disposizione transitoria.
La XII disposizione transitoria e finale della Costituzione Italiana vieta la riorganizzazione del Partito Nazionale Fascista. Pur essendo inserita tra le disposizioni transitorie e finali, ha carattere permanente e valore giuridico pari a quello delle altre norme della Costituzione.
https://it.wikipedia.org/wiki/XII_dispo ... e_italiana
il ritorno del fascismo è impossibile per un semplice motivo: il fascismo fu un movimento socializzatore, bellicista e soprattutto giovanilista. Fondamentalmente rivoluzionario e ribelle/goliardico (il famoso me ne frego, il canto Giovinezza, primavera di bellezza). In un paese di "vecchi" queste cose sono impossibili.
il ritorno del fascismo come partito sarebbe vietato per legge ma come movimento sociale dovrebbe essere la cultura, l’educazione e l’intelligenza a renderlo improponibile. Vediamo che i fascisti al governo in molti paesi sono molto apprezzati per idee chiare, perché non perdono tempo con le cazzate (diritti civili delle minoranze, opposizione politica…). Si dovrebbe studiare cosa è fascismo, e non dire che se uno non si mette la divisa da balilla allora non è fascismo.
Poi non c’è bisogno di mettere queste etichette a nessuno per scegliere di votare altro. Non c’è bisogno di dire che Salvini è fascista o meno per non votarlo

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Re: [O.T.] Aria di fascismo

#1605 Messaggio da GeishaBalls »

OSCAR VENEZIA ha scritto:
30/07/2022, 5:48
Vi e’ una profonda cesura fra il fascismo di Mussolini ed il neo fascismo attuale.
Mussolini pur nascendo ribellista, futurista, situazionista e socialista una volta insediatosi si dedicò innegabilmente alla costruzione dello Stato ( che può piacere o meno ) e poi lo sfascio’ con la guerra.
L’attuale neofascismo ( ma anche la destra liberale e quella federalista) non hanno alcun rapporto con la costruzione delle stato , privilegiando una dimensione anarcoide con diverse sfaccettature a secondo che si tratti di neofascisti, leghisti o esponenti di forza Italia. Dimensione anarcoide che non riesce , per motivi intriseci, nemmeno a garantirgli di prevalere sugli avversari politici.
Forse la dirigenza di FdI e’ estranea a questo fenomeno ma sicuramente il bacino elettorale a cui si rivolge nel suo complesso non crede più nello stato italiano e questo ne segna la cesura con il fascismo mussoliniano.
Se trovi la croce celtica nel cassetto di un elettore di destra essa e’ oggi mero simulacro partitico nostalgico scevro da impegni concreti ed assunzioni di responsabilità.
Discorso molto interessante che coinvolge ad esempio anche le destre americane, ma ovviamente non proseguibile alla presenza di simpatizzanti PD che non sarebbero in grado di andare oltre le solite battute demenzial propagandistiche.
Costruzione dello Stato la fa chi è al potere. Il potere: prima cercano di prenderlo e consolidarlo e poi lo usano. La differenza è tutta lì: sono al potere o no? Magari non credono in questo Stato ma ne costruirebbero un altro

Mussolini, Stalin, Hitler si sono costruiti lo Stato che gli piaceva. Libertà individuali, opposizione politica, libertà di informazione, diritti civili delle minoranze etniche, religiose, di scelte sessuali… lo Stato decide e fa il bene del popolo che non sa cosa vuole. Nei sistemi democratici ci sono un po’ di difese, per cui il Trump che cerca di invalidare il voto viene ostacolato. Ma anche Erdogan era in un paese democratico e guarda cosa è diventato ora

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