Parakarro ha scritto: l'unico metodo democratico potrebbe essere fare un referendum a livello nazionale, già solo lasciar votare una parte del popolo vorrebbe dire dare identità a questa parte.


finalmente, il buonsenso!

Moderatori: Super Zeta, AlexSmith, Pim, Moderatore1
Parakarro ha scritto: l'unico metodo democratico potrebbe essere fare un referendum a livello nazionale, già solo lasciar votare una parte del popolo vorrebbe dire dare identità a questa parte.
Che cosa succederà nel calcio?
"L'aspetto più importante è la grande incognita di questi giorni, ovvero cosa succederà con le squadre professionistiche, dove giocheranno le squadre catalane e in particolare il Barça, visto che tutto il mondo è ossessionato dal tema. Non c'è una risposta dicotomica: chi dice che il futuro sarà bianco o nero sbaglia perché si aprirà un nuovo scenario e bisognerà negoziare. In caso d'indipendenza le squadre catalane di Liga, Barça, Espanyol e Girona, prima di tutto dovranno decidere dove vogliono giocare: nella Liga spagnola o in quella di un Paese vicino: Italia, Francia, la Premier. Una volta che i club avranno fatto questa riflessione si dovrà iniziare una trattativa con la Federazione che organizza il torneo prescelto".
Il presidente della Liga Javier Tebas ha detto più volte che in caso d'indipendenza le squadre catalane per legge non potranno giocare in Liga ma dovranno farlo in un torneo catalano.
"Dal mio punto di vista se le nostre squadre dovessero scegliere di continuare a giocare in Liga sarebbe ragionevole. Perché è una tradizione che si perpetua da tanti anni, perché è il Paese più vicino e affine e perché la Liga de Futbol Profesional non è un organismo politico ma un'organizzazione professionale che stila dei contratti di vario tipo, come quelli dei diritti tv che portano benefici. E penso che tanto al Barça come e soprattutto alla stessa Liga interessi che permanga lo status quo. Le due principali fonti d'introito della LFP sono Barcellona e Real Madrid".
Quando parlavi di massa critica catalana per fare uno Stato avevo fatto anche io il calcio per fare un esempio. Se in Slovacchia si fanno un campionato, perché no in Catalogna, giusto? Però non è competitivo a livello internazionale, non è efficiente avere uno stadio da 100.000 posti ... Vale per il calcio ma forse anche per la difesa, la ricerca scientifica, gli scambi internazionali.bellavista ha scritto:quando si parla di calcio la gente si interessa all'argomento.
ora vedrai che anche al bar si parlerà dell'indipendenza catalana
Capisco, è un punto di vista romantico, nel senso che mette i sentimenti personali in primo piano rispetto alla ragione illuminista.SoTTO di nove ha scritto:Conveniente la devo mettere tra le parole che non sopporto.
Ogni volta che si vuol fare una cosa, stiamo qui a sindacare se è o meno conveniente.
Ma se le ragioni (anche in caso fossero solo torti) fossero altre?
Per noi sarebbe conveniente svenderci agli Usa. Perchè nessuno fa la proposta di diventare il 51° stato Usa? Con la posizione geografica che abbiamo potremmo anche chiedergli condizioni fiscali vantaggiose.
Possiamo pure aspettare che passi il ciclone Trump prima di metterci a pecorina.
vedendo come si stanno mettendo le cose è molto probabile.cicciuzzo ha scritto:Secondo me arriveranno alle armi
Non possono vincere. Non sono combattenti di professione, la sera devono tornare a casa. L'esercito dispone di acquartieramenti professionali.manigliasferica ha scritto:vedendo come si stanno mettendo le cose è molto probabile.cicciuzzo ha scritto:Secondo me arriveranno alle armi
Il referendum per l'indipendenza della Catalogna, programmato per domenica 1° ottobre e fortemente osteggiato dall'autorità centrale di Madrid, fa "litigare" anche due grandi assi della Spagna. Sergio Ramos, capitano della Nazionale, commenta la presa di posizione del compagno Gerard Piqué che con un tweet aveva detto pubblicamente la sua ("Esprimiamoci pacificamente. Non diamo loro alcuna scusa. E' quello che vogliono. Ma cantiamo bene e forte: #Votarem!"). Ramos non ci sta e controbatte invitando a prendere una posizione più neutrale: "Ognuno di noi è libero di dire ciò che pensa, sebbene come capitano devo preoccuparmi dell'atmosfera della Nazionale e Gerard sapeva cosa stava facendo". E poi: "Questa cosa potrebbe causare un frattura nella squadra una settimana prima delle due cruciali partite di qualificazione ai Mondiali di Russia 201. Il tweet non è stata la cosa migliore se non vuole essere fischiato".
OSCAR VENEZIA ha scritto:Bah!
L'Andalusia e l'Estremadura votano massicciamente contro la secessione annullando il voto della Catalogna e questa rinuncia ai suoi propositi ?
Drogato_ di_porno ha scritto:Non possono vincere. Non sono combattenti di professione, la sera devono tornare a casa. L'esercito dispone di acquartieramenti professionali.manigliasferica ha scritto:vedendo come si stanno mettendo le cose è molto probabile.cicciuzzo ha scritto:Secondo me arriveranno alle armi
Hanno solo qualche trattore da opporre ai carri armati.
E poi domani alle 16.15 gioca il Barcellona contro il Las Palmas
A questo proposito il franchista Ramos ha riportato all'ordine il repubblicano Piquè
Il referendum per l'indipendenza della Catalogna, programmato per domenica 1° ottobre e fortemente osteggiato dall'autorità centrale di Madrid, fa "litigare" anche due grandi assi della Spagna. Sergio Ramos, capitano della Nazionale, commenta la presa di posizione del compagno Gerard Piqué che con un tweet aveva detto pubblicamente la sua ("Esprimiamoci pacificamente. Non diamo loro alcuna scusa. E' quello che vogliono. Ma cantiamo bene e forte: #Votarem!"). Ramos non ci sta e controbatte invitando a prendere una posizione più neutrale: "Ognuno di noi è libero di dire ciò che pensa, sebbene come capitano devo preoccuparmi dell'atmosfera della Nazionale e Gerard sapeva cosa stava facendo". E poi: "Questa cosa potrebbe causare un frattura nella squadra una settimana prima delle due cruciali partite di qualificazione ai Mondiali di Russia 201. Il tweet non è stata la cosa migliore se non vuole essere fischiato".
Dipende anche da quanta e' l'autonomia di cui godono gia adesso le aree in questione.SuperTrivelle ha scritto:
La Scozia ed il Québec hanno avuto la possibilità di rendersi indipendenti, ma alla fine hanno preferito restare col resto del Regno Unito e col resto del Canada.
L'Australia ha avuto la possibilità di diventare una repubblica, ma alla fine ha preferito mantenere l'attuale status (il sovrano del Regno Unito è anche il Capo di Stato dell'Australia, oltre che della Nuova Zelanda ed altre nazioni che in passato hanno fatto parte dell'Impero britannico).
Puerto Rico ha avuto la possibilità di scegliere se diventare il 51° Stato membro degli USA o se rendersi indipendente, ma alla fine ha preferito continuare ad essere un "territorio speciale" degli USA (qualcosa di simile a quel che sono Hong Kong e Macao in Cina).