SoTTO di nove ha scritto:
Io ero sempre fuori a giocare.
Pure io.
Oltre a giocare fuori, giocavo anche con il GameBoy e scambiavo Pokemon con gli altri compagni di scuola, collezionavo e scambiavo figurine, scambiavo dischetti e cartucce del N64 (tutti, nella mia classe, impazzivano per 007 Goldeneye e DOOM 64) e della Play. Seguivo religiosamente "Dawson's Creek", davo bacetti alle compagne più carine, riparavo i giocattoli che erano rotti e alla quale ero molto affezionato, scrivevo poesie, suonavo il piano, viaggiavo con i miei quasi ogni Natale tra Europa e Australia (ne ho visti di posti).
Insomma, a quei tempi anche le cose più piccole e insignificanti avevano un loro valore. Ti facevano crescere.
Adesso invece è tutto troppo scontato e banale. E non esiste più quel senso di "comunità", di appartenenza, che c'era una volta.