Masuka ha scritto:premetto: sono d'accordo con tutti voi.
provo a fare l'avvocato del diavolo?
anxxur ha scritto:a) perché non c'era una minaccia tale da legittimare l'uso delle armi (a uno che scappa non puoi mai sparare, a meno che a sua volta il fuggitivo sia armato)
provo a mettermi nei panni del carabiniere.
se non ricordo male qualche mese fa, tre ragazzini su un motorino, hanno sparato a un posto di blocco per un controllo. risultato: un poliziotto ferito all'addome.
può essere che il ricordo di questa vicenda abbia influenzato la scelta del carabiniere in questione?
detto questo non sto cercando di giustificarlo, tutt'altro
Ma certo Masuka, chiunque venga fermato è potenzialmente pericoloso e può reagire con un'arma.
In questo modo però torni a porre l'accento sui fattori ambientali in cui si sono svolti i fatti: carabinieri stressati e quindi esageratamente sulla difensiva. Credo che a Pinarella di Cervia tutto ciò non sarebbe successo.
Tuttavia la legge dice che non è punibile il pubblico ufficiale che, al fine di adempiere un dovere del proprio ufficio, fa uso ovvero ordina di far uso delle armi o di un altro mezzo di coazione fisica, quando vi è costretto dalla necessità di respingere una violenza o di vincere una resistenza.
Violenza e resistenza devono - ovviamente - essere tali da giustificare l'uso delle armi.
Ora: il carabiniere ha dovuto respingere una violenza? Non mi sembra. Spesso per giustificare lo sparo si dice che il fuggitivo aveva tentato di investire il controllore, ma non è questo il caso. Erano in tre su uno scooter, sembra addirittura che la vettura dei cc li abbia speronati (i cc dicono invece che il motorino è finito addosso alla loro macchina dopo essere caduto. Vabbè). Insomma, scappavano e basta.
Il carabiniere ha dovuto respingere una resistenza? (Ribadisco, una resistenza che debba essere vinta con le armi). Non mi sembra.
Tutto qui.