Eccolo.
S'era deciso di uscire e si esce. Il compagno di mille avventure, il pelato che dorme nella stanza di là, non ne vuole sapere. Bastardo.
Piglio l'auto e sfidando il lavaggio strade mi avventuro in città. Schifo d'un mercoledì.
Passo sul luogo del misfatto di un paio di settimane fa. Una ragazza brutta, tanto per cambiare, parla di Steinbeck sul palco. Non so perché. I soliti quattro gatti sorridono compiaciuti.
Mi sporgo sul balcone dove è solita riunirsi fauna di cazzeggiatori e alternative dell'ultima ora. Nessuno. Mercoledì schifoso.
In realtà sono uscito per ben altro. Una ragazzotta di Roma "suona" in un altro circoletto. Come fai a non andare.
Perché cazzo la gente si porti il cane pulcioso nei locali ancora non l'ho capito. Piglio una birra e mi guardo in giro. Quattro gatti stronzi. Mercoledì infame.
Tre figuri troppo vecchi per essere fuori a metà settimana e un paio di ragazze che discutono animatamente di chissà che cazzo.
Vado a salutarle facendo finta di conoscerle, una delle due mi guarda male. Mi conosce.
Mesto torno alla birra.
Inizia il concertino, noise pare. Bordello allucinante in uno sgabuzzino.
Mi siedo accanto ad una ragazza, sta bevendo un chinotto. Troppo piccola.
Intanto le pere della musicante fanno capolino dalla canotta, spero in una svolta. Falso allarme.
La questione si dilunga poco.
Finito il tormento mi fermo a parlare con lei. Non capisco nulla ma non vedo perché non continuare.
Parla con un accento così forte che all'inizio penso mi stia prendendo per il culo. Ma davero davero.
Quando sto per fingere conoscenze nel campo, arriva il proprietario che scopro essere caro amico del di lei uomo.
Ritirata.