Quindi aumentare i "diritti", in questo caso la sicurezza dei lavoratori (ma se vogliamo anche quella dell'ambiente, il numero di ore di lavoro o le ferie) aumenta i costi e ci mette in concorrenza impari con chi non ha gli stessi diritti. In un mondo globalizzato per un prodotto standard (o commodity) non è sostenibile.Ortheus ha scritto:Quasi dimenticavo una piccola cosa .
Il carbone del sulcis si può tranquillamente utilizzare, ad un costo leggermente superiore da quello che l'Enel e altre aziende che operano nel settore, acquistano altrove.
Specie in Cina.
C'è un piccolissimo particolare.
Centinaia di minatori muoino ogni hanno in Cina ,sepolti nelle lore miniere, a causa della quasi totale assenza dei minimi requisiti di sicurezza.
Ma all'Enel e agli altri non gli frega un cazzo e acquistano quel carbone.
Se ci fosse un minimo di etica quel carbone, quell'alluminio, quell'acciaio, non si acquisterebbe .
Invece per pochi euro a tonnellata di differenza, si affama la propria Nazione.
Ci sarebbe bisogno di un sindacato mondiale per aumentare i diritti dei cinesi. Al momento non la vedo praticabile.
Per il resto le regole devono farle gli stati, le imprese debbono applicarle. I consumatori possono poi premiare che fa di più rispetto al minimo legale. Ad esempio io compro con marchio "fair trade" oppure biologico.
Se mettessero "energia prodotto con carbone del sulcis" ci sarebbe qualcuno disposto a prenderla e pagare di più la bolletta?