Andiamo per ordine
(come direbbe Helmut)
Convivono in Drogato, e questo è evidente, due modalità cogenti e comunque discordi di "essere se stesso con gli altri": l'uomo educato ai valori spicci della falsa morale cattolica (sorridi, sii buono, sii compassionevole, cerca l'empatia con il prossimo, etc..) che si sublimano nel: "non fare al prossimo tuo, ciò che non vuoi fosse fatto a te". Dio muore sulla croce perchè ci ama: può farlo solo perchè ha amato talmente tanto la consapevolezza di "essere supremo" (ovvero se stesso) che può sacrificarla per la salvezza e la redenzione dell'uomo. Drogato dunque pensò: se non conosco quanto mi posso amare, come potrò mai amare una diverso da me? Drogato non può uscire dal cul de sac; l'educazione e il retaggio della sanzione familiare e sociale (maledetto Durkheim...) se commettesse infrazione lo incatenano come un novello Prometeo alla rupe Scizia, l'avvoltoio della falsa etica pedagogicamente instillata in Lui fin dalla più tenera età gli consuma il fegato e quindi la pazienza del vivere. Tuttavia Drogato conosce una verità che potrebbe rompere le catene. Un conto, infatti, è essere una maglia di un'ancora che altri hanno costruito e fortificato; un altro è essere il capostipite di un nuovo lavoro. Drogato ha l'età e la forza critica per cimentarsi in quest'opera di rinnovamento, sia personale che familiare.Ha imparato ad essere, di nascosto,il contrario di ciò che gli è stato indottrinato: è pornomane, è antiberlusconiano; si è avvicinato alla sinistra liberale e riformista; è acculturato di "scritture maledette e messe all'indice", ha sviluppato un profondo senso ipercritico della realtà, tanto da provare compassione e quindi dolore per ciò che non potrà mai capire il senso del ridicolo (ovvero per tutta la realtà "Mediasettizzata" dell'italietta da operetta): insomma ha la "maschera di ricambio". Solo che non può e non deve farla vedere in un consesso familiare: nessuno deve sapere la duplice essenza drogatesca. In effetti la compassione (intesa come imbarazzo nel comportamento e quindi senso di inadeguatezza, che Egli definisce anche come ansia, attenzione come usi questo termine estremo quanto incontrollabile negli effeti asocializzanti...) non è per la situazione con le ragazze, perfettamente gestibile dal Drogato2, ma dall'ambiente da cui quest'ultima promana: la cugina, i parenti, il matrimonio, il ricordo della costrizione, etc...Che fare? Dissociare gli eventi, potrebbe essere un'opzione valida. Lo ha fatto con se stesso, può farlo con l'altro da se. Conoscere le ragazze nel più canonizzato e moralistico degli eventi (la festa per un "contratto matrimoniale", è addirittura troppo patetica anche per un convivio borghese...) e mostrare la "sua verità" in separata sede, non già alla più carina, ma a quella che meglio di altre sembra aver fatto il suo percorso: ad occhio la 35enne che, martoriata da se stessa e dalla inutile dissolutezza sfigurante della beltà di gioventù, potrebbe aiutarlo a liberarsi dalle catene della Scizia.
Andiamo nel pratico: la ragazza ti dice: andiamo a bere qualche cosa? "Sì perchè no, ma non qui non sopporto questa famiglia e questo giorno di falsa allegria obbligatoria, anche se voglio solo il meglio per loro". La risposta della ragazza potrebbe essere: è un sociopatico alla tony Soprano; oppure: ecco, uno che ha un suo carattere. Da lì, in poi è pianura e un pò di discesa.
Tanto per intenderci e svaccargli un pò il topic, ecco un altro esempio (la vita di Drogato) in cui il valore è un antivalore, caro Helmut...
Ho timore e vorrei dire, Domine non sum dignus, ma....
Helmut ha scritto:
Dando il 2 di picche alle sue pretendenti, Drogato non compirà alcuna nefandezza, solo un atto dovuto e previsto dal Grande Architetto dell'Universo: la selezione della specie.
Spiegami, "per cortesia" (cit. videoludica) chi intendi per Grande Architetto dell' Universo e se, centri qualche cosa con la selezione naturale.