[O.T.] Crisi economica

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Capitanvideo
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Re: [O.T.] Crisi economica

#2761 Messaggio da Capitanvideo »

Drogato_ di_porno ha scritto:Probabilmente la famosa "ripresa", il famoso "crisi ormai alle spalle" del 2010 era una cazzata colossale. Un conto è l'economia reale e un conto quella finanziaria. La crisi del 2008 è scoppiata per i debiti privati americani, dovuti al consumismo patologico degli yankee, coperti col debito pubblico. Solo che quel debito privato non è ancora stato smaltito, molti fondi monetari/pensione hanno paura che milioni di americani tornino a chiedere le loro quote e quindi hanno dismesso titoli sovrani europei per fare liquidità.
Mmmm....senza l'intervento della politica non ci sarebbero stati casini. Il mercato non crea falsa economia.

I politici decisero di permettere ai cittadini di comprarsi casa, anche a quelli che non potevano.

Quindi costrinsero le banche a concedere mutui improbabili, le cui rate poi non venivano pagate.

Da li e' nato il casino, dall'intervento politico.

Il capolavoro e' quello di dare le colpe al liberismo, basta legere i blog in giro. Colpa del capitalismo e del liberismo.

Ovviamente non mi riferisco a te, anche se sei un maledetto socialista :)
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Capitanvideo
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Re: [O.T.] Crisi economica

#2762 Messaggio da Capitanvideo »

Nel corso dell’ultimo anno i conti pubblici fuori controllo di alcuni Paesi UE hanno fatto temere pesanti conseguenze negative anche per la moneta unica. Inevitabilmente si è discusso sulla stessa ragion d’essere dell’euro, che è stato persino definito “una moneta bacata”. Pensato già nel 1992, è entrato nelle nostre tasche dieci anni più tardi, con la promessa di tenere fede a quattro impegni, meglio noti come parametri di Maastricht. Da quel momento a oggi, le grandi aspettative legate alla moneta unica hanno perso vigore. Se l’euro è apparso un esperimento di successo, nondimeno sono stati in molti (a cominciare da Martin Feldstein) a metterci in guardia contro il fatto che la vera cartina di tornasole, circa la riuscita o meno del tentativo di unificazione monetaria europea, si sarebbe avuta solo con la prima crisi.

Così, com’è vero che “moneta” viene da “monere”, ammonire, avvertire, l’andamento dell’euro oggi ci segnala che nell’Unione a 17 c’è disomogeneità economica e che - come sostiene il Direttore Mingardi:- «Ogni intervento emergenziale di fatto è un intervento redistributivo. Con i “forti”, i tedeschi, sempre meno disponibili a mettere mano al portafogli per tutti gli altri.»

Il destino dell’euro è a rischio. Ma, in un momento in cui anche il dollaro marca il passo, ci sono monete migliori?
Richard Ebeling, docente di economia presso la Northwood University (Michigan, USA) e importante economista della scuola austriaca, suggerise un ritorno al Gold Standard come antidoto al potere politico di stampare cartamoneta al fine di coprire il differenza tra spesa pubblica e gettito fiscale.

Anche fra quanti non contemplano soluzioni tanto radicali, è ormai diffusa l’idea che qualcosa debba cambiare, nel nostro modello sociale.

Persino Jean-Claude Trichet, presidente della Banca centrale europea, ha incitato all’abbandono del modello economico statalista e socialdemocratico, per restituire al mercato le competenze sottratte dai poteri pubblici. Daniel J. Mitchell (Cato Institute) in occasione di una visita all’Istituto Bruno Leoni ha fatto notare come si possa abbattere il debito senza aumentare le tasse, anche in Italia dove la mostruosità tocca i 120 punti percentuali di PIL.

Superata la soglia del 60% consentito nel rapporto tra debito e pil, dunque, scattano le ricette più varie.

http://www.brunoleoni.it/nextpage.aspx?codice=10535

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Anche per l'Italia le cifre dimostrano che per liberarsi del deficit di bilancio basta un po' di rigore fiscale
di Daniel J. Mitchell

Alla fine del Secondo conflitto mondiale, il debito pubblico degli Stati Uniti era paragonabile a quello attuale dell'Italia: circa il 120 percento del pil. Tuttavia, entro la fine del secolo scorso il fardello del debito si era ridotto a meno del 40 per cento della produzione economica. Tale riduzione non ha avuto luogo perché l'America abbia saldato i propri debiti, ma grazie al fatto che il settore privato è cresciuto più velocemente del pubblico.

In altre parole, la limitazione della spesa nel Dopoguerra ha fatto sì che l'indebitamento nazionale diminuisse sempre più in proporzione all'economia generale. Non è stato necessario mettere le mani sulla ricchezza del popolo americano imponendo una tassa invalidante sul patrimonio. La risposta alla maggior parte dei problemi fiscali sta nel contenimento dell'aumento della spesa pubblica.

Tra gli anni 80 e l'inizio degli anni 90 il Canada versava in una grave situazione fiscale. Circa 15 anni fa i politici hanno deciso di fare la cosa giusta e porre un freno alla spesa. Tra il 1992 e il 1997, il bilancio canadese è cresciuto passando da 374 a 391 miliardi, con un aumento medio di meno dell'un per cento su base annua. Contestualmente il bilancio fiscale è passato da un disavanzo del 9,1 per cento rispetto al pil a un avanzo dello 0,2 per cento del pil. Diamo infine un'occhiata alla Nuova Zelanda. Negli anni 80 si era giunti a una situazione in cui il settore pubblico assorbiva più della metà della produzione economica. I neozelandesi hanno messo in atto un'inversione di tendenza, dando inizio a un periodo di rigore fiscale. Tra il 1990 e il 1995 il bilancio della Nuova Zelanda è passato da 39,3 miliardi a 38,8 miliardi e il paese è passato da un deficit del 4,5 per cento a un avanzo pari al 2,8 per cento del pil.

Il concetto chiave da capire è che non è necessario aumentare le tasse. I politici possono far quadrare il bilancio e ridurre il fardello del debito contenendo la crescita della spesa pubblica. Al contrario, l'esperienza europea dimostra che una pressione fiscale eccessiva non rappresenta la panacea per il bilancio fiscale. Aveva ragione Milton Friedman quando, molti anni fa, ammonì che "a lungo andare il governo spenderà tutto quello che il sistema delle imposte sarà in grado di raccogliere più tutto quello che riuscirà ad accaparrarsi". È per questo che il contenimento delle uscite è l'unico strumento efficace per scongiurare la crisi fiscale e, indubbiamente, è l'unico metodo che consenta la crescita.
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Re: [O.T.] Crisi economica

#2763 Messaggio da Parakarro »

Capitanvideo ha scritto: Mmmm....senza l'intervento della politica non ci sarebbero stati casini. Il mercato non crea falsa economia.
figa, te sei fissato...

i derivati non li hanno mica inventati i politici...

ps
ti saluta Tanzi

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Re: [O.T.] Crisi economica

#2764 Messaggio da Drogato_ di_porno »

Capitanvideo ha scritto:Ovviamente non mi riferisco a te, anche se sei un maledetto socialista :)
però tieni conto che se nel 2008 fossero fallite d'un botto Chrysler, General Motors e Ford (come stava accadendo) con milioni di lavoratori licenziati, gente senza casa (per la questione dei mutui), le banche prese d'assalto per riavere i propri depositi, si sarebbero formati i Soviet a Washington.

Sono d'accordo che se si vuol fare i liberisti duri e puri (da Inghilterra settecentesca) bisogna piantarla col "troppo grandi per fallire". darsi al puro darwinismo: fallimenti a raffica e poi ci si guarda intorno per vedere chi è ancora vivo, chi è rimasto in piedi. ma così facendo bisognerebbe tenere in stato d'allerta l'esercito.
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Re: [O.T.] Crisi economica

#2765 Messaggio da Capitanvideo »

Drogato_ di_porno ha scritto:
Capitanvideo ha scritto:Ovviamente non mi riferisco a te, anche se sei un maledetto socialista :)
però tieni conto che se nel 2008 fossero fallite d'un botto Chrysler, General Motors e Ford (come stava accadendo) con milioni di lavoratori licenziati, gente senza casa (per la questione dei mutui), le banche prese d'assalto per riavere i propri depositi, si sarebbero formati i Soviet a Washington.

Sono d'accordo che se si vuol fare i liberisti duri e puri (da Inghilterra settecentesca) bisogna piantarla col "troppo grandi per fallire". darsi al puro darwinismo: fallimenti a raffica e poi ci si guarda intorno per vedere chi è ancora vivo, chi è rimasto in piedi. ma così facendo bisognerebbe tenere in stato d'allerta l'esercito.
Senza interventi esterni ci sarebbero fallimenti, e' ovvio, ma e' anche fisiologico. Falliscono le piccole imprese, perche' non devono fallire le grandi? 50 piccole imprese ne valgono 1 grande (se mi sente Helmut mi sputa), ma le piccole vengono lasciate al loro destino. Adesso basta, finiti i soldi finita la pacchia. Ho paura come tutti, ma sotto sotto un po ci godo, perche' mi sono rotto il cazzo.

E' meglio fallisca una Crysler nel 2005 e una Ford 10 anni dopo (o magari non sarebbe fallita, se Crysler non produceva piu', chi lo sa?) che mezzo mondo nel 2012.
E' ora di finirla di fare il passo piu' lungo della gamba. Lo fa il cittadino e lo fanno gli stati.
Non si puo' sempre crescere pompando denaro che non esiste, sperando che qualcuno compri carta straccia.
Il denaro non e' capitale. Lo sarebbe se finisse in mano a gente che sappia trasformarla in beni o servizi, creando ricchezza e occupazione. Invece serve a tappare falle e pagare parassiti.

Si tende a tenere in piedi tutto e tutti, finche' si riesce. Poi scoppiano tutti insieme quando lo Stato non ha piu' grana.

E l'esercito mi sa che conviene tenerlo all'erta lo stesso finche' si hanno soldi per pagarlo, perche' i focolai cominciano a prendere forma.

Sono contento che il too big to fail abbia rotto il cazzo anche a te.

Adesso vado a mangiare la pappa. Con gli ortaggi del mio orticello di guerra :)
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Re: [O.T.] Crisi economica

#2766 Messaggio da Drogato_ di_porno »

questo discorso non regge capitano: nell'Inghilterra del '700 il suffragio non era universale, votavano in pochi. il primo ministro poteva far sterminare la popolazione senza troppe paturnie.

oggi la politica precede l'economia: Obama deve impedire che gli operai della Chrysler perdano lavoro anche per motivi di consenso (oltre che di ordine pubblico). Insomma, si devono coprire i debiti dei privati coi soldi pubblici apposta per questo. e non diamo sempre la colpa ai governi: anche i privati e le aziende sono teste di minchia se "compra oggi paghi tra un anno".

i mercati dipendono molto dalla politica: abbiamo visto in questi giorni che un aggettivo fuori posto nel discorso di un premier può far crollare la borsa. Berlusconi mercoledì doveva parlare alle 15.30 ma per prudenza ha posticipato il suo intervento alle 17.30, quando i mercati erano chiusi. Mica che una delle sue cazzate facesse ripartire l'attacco speculativo (cosa che cmq è successa perchè il discorso faceva cagare).
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Re: [O.T.] Crisi economica

#2767 Messaggio da Capitanvideo »

Drogato_ di_porno ha scritto:questo discorso non regge capitano: nell'Inghilterra del '700 il suffragio non era universale, votavano in pochi. il primo ministro poteva far sterminare la popolazione senza troppe paturnie.

oggi la politica precede l'economia: Obama deve impedire che gli operai della Chrysler perdano lavoro anche per motivi di consenso (oltre che di ordine pubblico). Insomma, si devono coprire i debiti dei privati coi soldi pubblici apposta per questo. e non diamo sempre la colpa ai governi: anche i privati e le aziende sono teste di minchia se "compra oggi paghi tra un anno".

i mercati dipendono molto dalla politica: abbiamo visto in questi giorni che un aggettivo fuori posto nel discorso di un premier può far crollare la borsa. Berlusconi mercoledì doveva parlare alle 15.30 ma per prudenza ha posticipato il suo intervento alle 17.30, quando i mercati erano chiusi. Mica che una delle sue cazzate facesse ripartire l'attacco speculativo (cosa che cmq è successa perchè il discorso faceva cagare).
Si si Drugat, concordo su tutto. E' solo che non mi riconosco in questo metodo. Come posso fidarmi di un sistema dove se una troia spompina un uomo politico il giorno dopo perdo un sacco di soldi?
Governi minimi, con paletti costituzionali e chi sfora si fora, poteri forti ma in pochissimi ambiti strategici. E che abbiano capacità, non tessere.
Ma come cazzo fai a dare potere economico e decisionale sulla vita della popolazione a gente che non ha mai fatto un cazzo perche' non sa fare un cazzo, non capisce un cazzo, e vive nel suo mondo dorato del cazzo?

Alcune volte straparlo, me ne rendo conto, ma l'odio che provo per quella gente mi annebbia il cervello.
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Re: [O.T.] Crisi economica

#2768 Messaggio da Parakarro »

Drogato_ di_porno ha scritto: i mercati dipendono molto dalla politica:.
dici?!

io credo l'esatto opposto e cioè che la politica sia vittima dei mercati

taglio gli incentivi alle auto?! no perchè altrimenti Fiat chiude in Italia e lascia a casa 10k di lavoratori
taglio le grandi opere?! no perchè altrimenti i costruttori licenziano i muranda
elimino i guardiaboschi siciliani?! no perchè altrimenti perdo i voti del sud
ecc..

come non credo che basti un pompino sbagliato o un discorso suicida per destabilizzare una borsa ... Unicredit perde il 5% al giorno perchè Berlusconi fa un discorso del cazzo? Oppure perde perchè è piena di immondizia e gli investitori non credono più in lei?!

ps
ovvio concordo sul discorso di lasciar fallire le aziende indipendentemente dalla loro grandezza

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Re: [O.T.] Crisi economica

#2769 Messaggio da Capitanvideo »

Ops mi e' partito il tasto sbagliato.

Approfitto del post inviato per errore con un aggiornamento sulle borse a pezzi:

Borse, tonfo in Piazza Affari: Mib -6%

Wall Street sempre più giù: Dow -3,65%

Nuovo crollo a Piazza Affari con gli indici di Wall Street che cedono oltre i 3 punti percentuali. A circa un’ora dalla chiusura delle contrattazioni, l’indice Ftse Mib segna un -6% a 14.775 punti, nuovo minimo dell’anno, mentre l’All Share cede il 5,56%. Sul paniere principale dieci i titoli sospesi. Ancora sospesi Banco popolare (-8,44% teorico), Bpm (-7,46%), Ubi (-9,96%), Fonsai (-6,78%), Eni (-4,96%), Buzzi (-7,03), Fiat industrial (-8,04%), Fiat (-8,19%), Prysmian (-8,32%) e Autogrill (-2,64). Intesa è rientrata nelle contrattazioni e cede il 13,11%. Pessima anche la reazione delle altre borse europee: maglia nera a Francoforte (-5,32%) seguita da Parigi che perde il 4,93%
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Re: [O.T.] Crisi economica

#2770 Messaggio da Barabino »

Capitanvideo ha scritto:
Mmmm....senza l'intervento della politica non ci sarebbero stati casini. Il mercato non crea falsa economia.

I politici decisero di permettere ai cittadini di comprarsi casa, anche a quelli che non potevano.

Quindi costrinsero le banche a concedere mutui improbabili, le cui rate poi non venivano pagate.

(io direi: permisero alle banche di concedere mutui improbabili -- dato che in un'epoca di interessi bassi e denaro facile, le banche sono li' per concedere i mutui, non per negarli)

:)
Ti ringrazio di averci ricordato com'e' andata... e' davvero incredibile come il "comunismo" :wink: (nel senso del trinariciuto che crede a tutto quello che dice Repubblica) riesca a far credere che le cose vadano nel verso opposto alla realta'... come dire che l'acqua va per insu'...

per quanto riguarda la creazione di moneta agganciata all'oro invece che creata dalla banca centrale in base al pil...

mi stupisco che gli sia favorevole proprio il movimento contro il signoraggio (a prima vista, di estrema sinistra)...

non ci capisco piu' niente... :o

In fondo, credevo che per l'estrema sinistra, il salario dovesse essere la variabile indipendente come negli anni '70... e quindi stampare moneta a nastro era ok...

cosa e' cambiato? :o che adesso i salari sono NON indicizzati all'inflazione e ogni aumento va penosamente contrattato?

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Re: [O.T.] Crisi economica

#2771 Messaggio da Capitanvideo »

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Incredibile come stia salendo, lo sto controllando in diretta. QUi se continuano a crollare le borse e' la volta che mi arricchisco davvero.
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Re: [O.T.] Crisi economica

#2772 Messaggio da Drogato_ di_porno »

Parakarro ha scritto:Unicredit perde il 5% al giorno perchè Berlusconi fa un discorso del cazzo? Oppure perde perchè è piena di immondizia e gli investitori non credono più in lei?!
le banche sono più esposte perchè sono aziende particolari, per definizione vivono di debito. inoltre detengono quote significative di titoli di Stato, ergo se manca la fiducia nella politica del paese è normale che le banche siano le prime aziende bersaglio.

Piuttosto, quando Berlusconi ha fatto il suo comizio "va tutto bene" il giorno dopo è aumentato lo spread fra Bot e Bund...tanto che Giulio ha dovuto cambiare la manovra anticipando il pareggio di bilancio al 2013. In America il declassamento è stato imputato alla lentezza dell'accordo politico tra repubblicani e democratici (Obama vuol tassare i ricchi, i repubblicani vogliono detassarli, è un problema politico).

Altrimenti come si spiega che l'economia ha problemi ma non si sente parlar d'altro che di politica?

E poi qualche domanda: perchè Francofrte perde? La Germania era uno dei pochi paesi mondiali veramente in crescita, che senso ha la perdita di Francoforte? Oggi il casino è partito dalla "voce" (poi smentita) che le agenzie di rating volevano declassare la Francia: ma chi ha messo in giro la "voce"? Chi rappresentano ste agenzie? Chi le controlla (chi controlla i controllori)? A chi rispondono? Come può un organismo sovra-nazionale (l'agenzia di rating) mettere in crisi le prime economie del pianeta (vedi gli USA)?
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Re: [O.T.] Crisi economica

#2773 Messaggio da federicoweb »

minkia........

NY crolla: DJ -4,65%.

anche domani son cazzi................
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sono sacchi a pelo per il cazzo " ( Cit. ZETA )

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Re: [O.T.] Crisi economica

#2774 Messaggio da Tigerman »

Io ho paura..
C'è, nelle cose umane, una marea che colta nel flusso conduce alla fortuna ma perduta, l'intero viaggio della nostra vita si arena su fondali di miseria. Ora noi navighiamo in un mare aperto dobbiamo dunque prendere la corrente finchè è a favore
oppure fallire l'impresa avanti a noi

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Re: [O.T.] Crisi economica

#2775 Messaggio da fib62 »

mah !
Per concatenamento degli eventi, per le modalità e le reazioni, la situazione attuale ricorda abbastanza il periodo degli inizi del 900.
Quale sarà la scintilla questa volta? A chi sparare questa volta? Staremo a vedere ...

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