CHAPEAUAntonchik ha scritto:
Poi dai un'occhiata alla democrazia, ti renderai conto che il compimento sociale non si è verificato, e l'uomo utilizza tale sistema organizzativo per auto-eleggersi,

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CHAPEAUAntonchik ha scritto:
Poi dai un'occhiata alla democrazia, ti renderai conto che il compimento sociale non si è verificato, e l'uomo utilizza tale sistema organizzativo per auto-eleggersi,
ti avevo detto di aspettaredonegal ha scritto:
Io ci credo ancora!
Quel faina del Bocha mi ha consigliato di comprare le Canistracci Oil.
Drugat, gia' scrissi da un'altra parte che non voglo passare per materialista storico, tuttavia devo ammettere che ci sono cose della visione storica di Marx e Engels che condivido.Drogato_ di_porno ha scritto: non ne sono sicuro Husker. dire che "l'ordine dei fatti storici è l'ordine dei fatti economici" è la tesi di base del materialismo storico (Marx). Tra politica ed economia, queste due dimensioni del reale, c'è un rapporto di influenza reciproca non facile da determinare (le teorie filosofiche e pseudo-scientifiche, da Marx a Weber, si sprecano).
a mio avviso la democrazia non è nient'altro che la competizione fra élite in (parziale) concorrenza il cui unico obiettivo è il consenso popolare per fare i propri interessi economici. Berlusconi ha approfittato dello spread fra bot e bund per fare un comizio elettorale. la campagna elettorale in democrazia è semi-permanente, quando c'è una sconfitta (come quella recente del centro destra) comincia la campagna per il 2013 che durerà 2 anni. lo spread è un pretesto per fare il comizio e regolare i conti (l'ascesa di Tremonti e la sfida della Lega, dare una rinfrescata alla propria leadership ecc.). Berlusconi sfrutta la crisi, gli torna utile. L agente è incazzata con la casta: pronti, si sacrifica un Alfonso papa, Di Pietro fa qualche sparata, e si cerca di comunicare agli elettori l'illusione di aver fatto qualcosa, in realtà è rimasto tutto uguale. gli stipendi dei politici sono stati semplicemente bloccati, non diminuiti.
Berlusconi ha detto a Tremonti "cazzi di chi viene dopo, vorrà dire che nel 2014 faremo una manovra da 800 milioni di miliardi di euro". L'accordo che premeva ad Obama era un accordo politico (coi repubblicani) prima che economico. Se c'è un tetto oltre il quale c'è il default non c'è problema, si alza il tetto e si rimanda il tutto (i debiti si pagheranno in data da destinarsi, ciò che conta è fornire a chi ti presta i soldi garanzie che in futuro pagherai). La politica è sì una conseguenza dell'economia, nel senso che se c'è una crisi economica il governo deve confrontarsi con essa, ma alla politica non interessa trovare una soluzione quanto l'immagine che si da all'elettore nel trovare una soluzione. E anche se lo stato dovesse fare bancarotta, ai politici non interesserebbe la bancarotta in sè, bensì l'immagine che si da alla gente come capacità di affrontare la bancarotta.
Husker_Du ha scritto:Drugat, gia' scrissi da un'altra parte che non voglo passare per materialista storico, tuttavia devo ammettere che ci sono cose della visione storica di Marx e Engels che condivido.Drogato_ di_porno ha scritto: non ne sono sicuro Husker. dire che "l'ordine dei fatti storici è l'ordine dei fatti economici" è la tesi di base del materialismo storico (Marx). Tra politica ed economia, queste due dimensioni del reale, c'è un rapporto di influenza reciproca non facile da determinare (le teorie filosofiche e pseudo-scientifiche, da Marx a Weber, si sprecano).
a mio avviso la democrazia non è nient'altro che la competizione fra élite in (parziale) concorrenza il cui unico obiettivo è il consenso popolare per fare i propri interessi economici. Berlusconi ha approfittato dello spread fra bot e bund per fare un comizio elettorale. la campagna elettorale in democrazia è semi-permanente, quando c'è una sconfitta (come quella recente del centro destra) comincia la campagna per il 2013 che durerà 2 anni. lo spread è un pretesto per fare il comizio e regolare i conti (l'ascesa di Tremonti e la sfida della Lega, dare una rinfrescata alla propria leadership ecc.). Berlusconi sfrutta la crisi, gli torna utile. L agente è incazzata con la casta: pronti, si sacrifica un Alfonso papa, Di Pietro fa qualche sparata, e si cerca di comunicare agli elettori l'illusione di aver fatto qualcosa, in realtà è rimasto tutto uguale. gli stipendi dei politici sono stati semplicemente bloccati, non diminuiti.
Berlusconi ha detto a Tremonti "cazzi di chi viene dopo, vorrà dire che nel 2014 faremo una manovra da 800 milioni di miliardi di euro". L'accordo che premeva ad Obama era un accordo politico (coi repubblicani) prima che economico. Se c'è un tetto oltre il quale c'è il default non c'è problema, si alza il tetto e si rimanda il tutto (i debiti si pagheranno in data da destinarsi, ciò che conta è fornire a chi ti presta i soldi garanzie che in futuro pagherai). La politica è sì una conseguenza dell'economia, nel senso che se c'è una crisi economica il governo deve confrontarsi con essa, ma alla politica non interessa trovare una soluzione quanto l'immagine che si da all'elettore nel trovare una soluzione. E anche se lo stato dovesse fare bancarotta, ai politici non interesserebbe la bancarotta in sè, bensì l'immagine che si da alla gente come capacità di affrontare la bancarotta.
Tuttavia io ho parlato di politica ed economica non di ogni evento storico come sottostruttura dell'economia.
Dici cose condivisibili sul contratto sociale democratico e che l'immagine conta come e quanto l'economia.
Esplico il mio concetto in maniera piu' articolata.
Ogni persona, in generale, tende a massimizzare la propria utilita' nel prendere le proprie decisioni (consumo, investimento, etc. etc.) dati i vari vincoli che ha di fronte. Tale utilita' e' di solito misurabile in termini monetari.
Ogni politico si comporta come ogni persona. E quindi nel prendere decisioni politiche tende a farlo per ottenere vantaggi che possono essere misurati in termini monetari (anche una questione di status ha risvolti monetari). Anche l'immagine di cui parli ha risvolti economici. Avere un'immagine sbagliata ti puo' impedire di essere rieletto etc. etc.
Da questo il mio discorso: ogni decisione politica e' una decisione economica.
Nessun politico prendera' mai una decisione che possa ridurre un suo vantaggio economico, o del suo partito, etc. etc.
Sull'accordo americano vale lo stesso principio. I vantaggi economici nel fare un accordo sono, per tutti (politici compresi), maggiori dei costi e quindi lo si fa. L'accordo e' politico ma la causa e' fondamentalmente economica.
L'immagine e' una valore economico. Un'immagine che non ha valore economico non conta nulla.
CanellaBruneri ha scritto:P.S. Marx non è un vecchio arnese
Si, va bene.OSCAR VENEZIA ha scritto:post doppio
E' colpa di Prodi.scb ha scritto:Il giorno dopo lo scialbo discorso della mummia, la borsa cola a picco.
Il cosidetto accordo americano è solo papocchio la verità è che da 20 anni gli USA campano di buffiHusker_Du ha scritto:Drogato_ di_porno ha scritto: Drugat, gia' scrissi da un'altra parte che non voglo passare per materialista storico, tuttavia devo ammettere che ci sono cose della visione storica di Marx e Engels che condivido.
Tuttavia io ho parlato di politica ed economica non di ogni evento storico come sottostruttura dell'economia.
Dici cose condivisibili sul contratto sociale democratico e che l'immagine conta come e quanto l'economia.
Esplico il mio concetto in maniera piu' articolata.
Ogni persona, in generale, tende a massimizzare la propria utilita' nel prendere le proprie decisioni (consumo, investimento, etc. etc.) dati i vari vincoli che ha di fronte. Tale utilita' e' di solito misurabile in termini monetari.
Ogni politico si comporta come ogni persona. E quindi nel prendere decisioni politiche tende a farlo per ottenere vantaggi che possono essere misurati in termini monetari (anche una questione di status ha risvolti monetari). Anche l'immagine di cui parli ha risvolti economici. Avere un'immagine sbagliata ti puo' impedire di essere rieletto etc. etc.
Da questo il mio discorso: ogni decisione politica e' una decisione economica.
Nessun politico prendera' mai una decisione che possa ridurre un suo vantaggio economico, o del suo partito, etc. etc.
Sull'accordo americano vale lo stesso principio. I vantaggi economici nel fare un accordo sono, per tutti (politici compresi), maggiori dei costi e quindi lo si fa. L'accordo e' politico ma la causa e' fondamentalmente economica.
L'immagine e' una valore economico. Un'immagine che non ha valore economico non conta nulla.
E' verissimo che gli USA vivono al di sopra dei propri mezzi da 20 anni (e forse piu', il Twin deficit nasce con il primo Reagan). Ma lo possono fare perche' ci sono paesi che da vent'anni vivono al di sotto delle loro possibilita' (vedi Cina) e che finanziano gli USA.dostum ha scritto:
Il cosidetto accordo americano è solo papocchio la verità è che da 20 anni gli USA campano di buffi
Mosca, 01 ago - Gli Stati Uniti "vivono a credito, al di sopra dei propri mezzi e lasciano una parte del carico del debito sull'economia mondiale. Agiscono come un parassita dell'economia mondiale usando la posizione di monopolio del dollaro".
sopportiamolo fino al 2013scb ha scritto:Il giorno dopo lo scialbo discorso della mummia, la borsa cola a picco.
Purtroppo si fa pochissimo. Nei paesi anglosassoni i corsi di storia del pensiero economico (dove qualcosa di Marx si studia sempre) non si fanno piu', non sono abbastanza attrattivi per gli studenti. Corsi sul Marxismo in economia oramai non si fanno piu' se non in Cina, Cuba etc. etc.CanellaBruneri ha scritto:P.S. Marx non è un vecchio arnese, buono solo ad essere esposto alle feste dell'Unità. Mi auguro che fra gli economisti, sia ancora studiato