CanellaBruneri ha scritto:tiffany rayne ha scritto:"La socialdemocrazia in Germania o in Svezia o in Belgio è una cosa seria. Da noi corre sempre il rischio di diventare copertura d'una politica di destra." (Pietro Nenni, febbraio 1976)
Queste amare considerazioni di nenni (che condivido) si basano su fatti precisi:
Il secondo centro sinistra nato sotto il "tintinnare di sciabole" (1964)
la dolorosissima scissione del PSIUP (1964)
Il fallimento totale della fusione con i SocialDemocratici Italiani (1967)
L'ostracismo violento , arrogante e reazionario del PCI nel costruire un'alternativa di Sinistra.
A questo si riferivano le disillusioni di Nenni
... che fa il paio, se vogliamo, con la tentazione sempre presente e mai veramente abbandonata di egemonizzare la sinistra.
Io credo che la sinistra abbia una grossa chance in questo momento: provare ad essere, finalmente, tale!
Per fare questo, deve unire le tre anime principali che in questo momento la compongono:
1) l'area liberalsocialista & liberaldemocratica (PD);
2) l'area legalitaria (IDV);
3) l'area libertaria ed ecologista (SEL... ma anche Radicali e Verdi).
Queste tre anime non sono in conflitto fra di loro. E da qui bisogna partire.
Liberalsocialismo
Una sinistra che sia moderna e che non voglia più inseguire le sirene ideologiche del passato deve avere, sul piano economico, una cultura "liberista" e, sul piano politico, una formazione "liberale". Deve conoscere, cioè, i meccanismi del mercato, al fine di meglio conciliarlo e temprarlo con le necessità ed i bisogni dei cittadini (difesa del welfare, del servizio pubblico. Ma anche difesa del lavoro e del potere d'acquisto dei salari e della moneta in generale) e deve credere nella difesa delle istituzioni liberali e nella necessità della coesistenza di più "poteri", senza concessioni di sorta a populismi, anti-costituzionalismi, leaderismi, unanimismi, verticismi, giustizialismi e via dicendo.
La domanda è: quanto di veramente liberalsocialista e di genuinamente liberaldemocratico c'è all'interno del PD (che dovrebbe essere la colonna portante dell'alleanza)?
Il 20% del partito?
il 30%?
Comunque, certamente meno del 50%.
La gran parte di loro o sono post-democristiani o post-comunisti; l'area laica (di tradizione liberale e socialista) è ridotta all'osso. Il lavoro che attende Bersani, quindi, non è facile e non è scontato. E' paradossale dirlo, ma il PD è ancora un partito che se dice cose troppo di sinistra, perde un pezzo importante alla sua destra (l'area degli ex-margheritini) e se dice cose troppo di destra, conduce alla delusione milioni di elettori che, in buona fede, credono di votare un partito "di sinistra".
Legalitarismo
E' la cartina di tornasole. La vera sfida del centro-sinistra, per marcare la sua netta differenza con il centro-destra affarista, perdonista, condonista e dedito alle leggi ad-personam.
La funzione di Di Pietro e dell'Italia dei Valori, in questo senso, è fondamentale. Senza scomodare le "virtù" robersperriane, qui o si comincia a fare politica senza cedimenti alla convenienza, all'intrallazzo o al poltronismo, pensando e facendo le leggi per tutti, amici e nemici, e per il popolo, soprattutto, oppure gli avversari politici avranno sempre gioco facile a far credere che si è davvero tutti uguali. Legalitarismo non è giustizialismo. La propaganda della destra tende a nascondere la differenza, cercando di creare confusione o allarme. Aggiungo una mia considerazione: secondo me, Berlusconi sa perfettamente che i suoi peggiori nemici (così come i suoi migliori amici) si annidano all'interno del PD, e non all'interno dell'IDV, proprio perché la tentazione giustizialista (e quella inciucista) è molto più presente in quel partito che in quello di Di Pietro.
Libertarismo ed ambientalismo
E' concepibile una sinistra che sul piano dei diritti civili e delle minoranze faccia una politica simile a quella della destra?
Per conto mio, no.
Sulla legalizzazione delle droghe leggere (almeno su quelle, cazzo!), sulle coppie di fatto, sull'omossessualità, sull'emigrazione, sugli embroni e sul concepimento assistito, sull'aborto, sulla parità dei sessi: su tutto questo e su altro ancora, bisogna avere il coraggio di dire cose "di sinistra". Inseguire su queste tematiche gli argomenti della destra non porta nè voti nè credibilità. C'è una vasta area del paese che è già molto più avanti della politica reale. Bisogna avere il coraggio di combattere queste battaglie. Di spostare la frontiera... verso il duemila, e non verso il medioevo.
Sul piano del rispetto dell'ambiente, una sinistra che sia tale non può spudoratamente parteggiare per il progresso fine a se stesso. Il progresso, la ricerca, l'industria, la monnezza, l'acqua, l'aria... tutto deve fare i conti, innanzi tutto, con il rispetto dell'ambiente in cui viviamo e che abbiamo il dovere di consegnare nelle migliori condizioni possibili ai nostri figli e nipoti. E quindi, anche se mi rendo perfettamente conto che spesso i verdi e gli ambientalisti sono dei grandissimi cacacazzi o degli irriducibili talebani, escluderli dal progetto politico alternativo a Berlusconi e al berlusconismo significa, a gioco lungo, fare una scelta controproducente e incoerente.
Chiudo questo mio lungo intervento, ribadendo quanto detto prima: nessuna di queste anime può imporre vincoli o veti, per quanto grande o piccola sia. Le idee sono tutte valide e hanno tutte diritto di cittadinanza. O si sta tutti insieme e si condivide un progetto di ampio respiro, ognuno rinunciando a qualcosa e ognuno ottenendo qualcosa; o si sta tutti insieme scegliendosi TUTTI INSIEME un leader credibile e spendibile sul mercato dei voti: o si fa questo, e ci si crede totalmente e senza doppi o tripli giochi, oppure è meglio starsene a casa e non presentarsi proprio. Sarebbe l'ennesima carnevalata. L'ennesima dimostrazione di impotenza.
La ripresa non si vede, ma è dentro di noi.
Il governo ha aggravato la crisi per favorire la crescita.