belnudo ha scritto:
il problema della globalizzazione selvaggia delle merci ha danneggiato moltissimo l'Italia, paese manifatturiero dove il costo del personale e la produttività hanno ancora un grande peso.
'Selvaggia' dà l'idea di qualcosa di non regolamentato che crea danni. L'impressione che abbiamo di 'subire' la globalizzazione è dovuta al fatto che nessuno investe in Italia. Essendo l'Italia poco attraente per gli investitori esteri ci toccano i suoi gli effetti negativi per una serie di motivi: mancanza di infrastrutture decenti, un sistema che garantisca la proprietà privata e ordine pubblico (al Sud soprattutto), burocrazia elefantiaca, tassazione vessatoria, poca flessibilità, sindacati irriducibili e ideologizzati, legislazione e mercato del lavoro vischioso etc. Su questi punti si dovrebbe si dovrebbe impostare una politica industriale, non i sussidi pubblici.
Senza contare che quando ci provano a investire in Italia li cacciamo, come nell'affaire Alitalia, per supposti motivi di priorità nazionale. (KLM, nelle stesse condizioni, assorbita da Air France, ha aumentato fatturato e occupazione).
Quindi, gli investimenti esteri non sono una questione da poco, sono il motivo per cui percepiamo la globalizzazione come fenomeno negativo anzichè come opportunità. La Germania, che pure è un Paese manifatturiero ed ha un costo del lavoro più alto, ha saputo cogliere l'opportunità della globalizzazione. Lo stock degli investimenti diretti esteri in Germania è il 35% del Pil contro il 20% per l'Italia (Francia 46%, UK 58%).
Questo è solo l'inizio, di incremento di efficienza, poi toccherà ridurre gli stipendi di tutti, operai in primis per adeguarli a quelli cinesi ed indiani.
mala tempora currunt
L'idea di inseguire cinesi e indiani facendo competizione sui prezzi, tagliando costi e stipendi, è una follia e non servirebbe a niente. Sarebbe comunque un suicidio. La risposta alla nuova concorrenza della globalizzazione è produrre beni a più alto valore aggiunto in cui abbiamo un vantaggio comparato. Si lasci ai cinesi la produzione delle tshirt e si producano camicie di qualità, per dire.
I tedeschi vendono Mercedes, BMW e Audi ai cinesi. VW vende oramai in Cina il doppio delle auto che vende in Germania ed è il suo mercato di riferimento.
Questa è la logica giusta. Ci si dimentica quando, con la lira svalutata, eravamo noi i cinesi d'Europa ed esportavamo i nostri prodotti a basso costo. Mettersi a fare concorrenza a cinesi e indiani su ciò che importiamo invece di esportare là il made in Italy, quello che non si può fare con la manodopera a basso costo, è un controsenso. Per poter spostare la produzione a beni a più alto VA bisogna investire in ricerca, educazione, formazione e riqualificazione del personale. Temi non all'ordine del giorno.
Questo semplice concetto l'hanno compreso tutti, tranne che noi. Noi abbiamo un ministro del Tesoro che parla di pericolo cinese, di dazi, di concorrenza sleale e chiusura dei mercati... allucinante. Non si rendono conto di essere fuori dal mondo e non aver capito le dinamiche di quello che ci sta travolgendo.
E' il prezzo che si paga per avere una classe politica non all'altezza, fatta di parvenu che si trovano a ricoprire incarichi fondamentali senza che abbiano le competenze necessarie. Personaggi reclutati dal libro paga o nel giro delle conoscenze di un potente, anzichè essere le eccellenze dei propri ambiti professionali.
...mostrando la medaglia appuntata al bavero: "Il Duce m'ha fatto l'onore di darmi questo grande titolo. E io me ne fregio". (Ettore Petrolini)
[url=http://www.youtube.com/watch?v=b63FTD58nKU]Un posticino tutto speciale[/url]