Che dire? Innanzitutto dico auguri a Nikkone. Mi piacerebbe tantissimo diventare come lui da grande, ma la vedo stradura.
Poi dico che sono tre anni che non festeggio il compleanno.
In più degli altri anni stavolta c'è che ho sfanculato gran parte dei miei amici, mi sono ritirato a vita privata e ho accettato che una nera di tanto in tanto può essere la mia massima aspirazione sentimentale. Ah si, forse sono più consapevole del processo Oblomoviano che mi sta caratterizzando.
In più però questa consapevolezza porta qualcosa di forte. La percezione reale del disagio, in cui sono costantemente immerso piuttosto che lenirlo con una parvenza di vita sociale, con un cannone, con le false promesse di ciò che promette di cambiarti ma in realtà non sa nemmeno chi sei. Non so quanto sia ok tutto questo, dato che ho un'apatia talmente testarda che è in grado di neutralizzare qualsiasi tensione, paura, desiderio, e trasformarli nello zero più assoluto.
Tuttavia non ho una rendita di 6000 rubli (di circa 100-200 anni fa) annuali come Oblomov, nè ho vinto al superenalotto, quindi qualcosa dovrò pur fare. Non so minimamente cosa, i miei non li vedo e non li sento da 1 settimana eppure viviamo nella stessa casa. Mio padre evidentemente ha accettato l'idea che morirò suicida se mi ha mandato gli auguri via sms dal bagno. Ergo puntare su di loro, che hanno ben altri e gravissimi problemi, è come puntare su un cavallo sognatore. E forse sono stati loro a puntare sul cavallo sognatore... quel cavallo sono io e sono stato tutt'altro che vincente... Fortuna che riesco a scappare dai loro volti delusi e perennemente preoccupati, mi guardano e pensano "che cazzo di guaio che è uscito fuori", e si danno la colpa a vicenda.
Propositi per il futuro? Non ne ho idea, sto facendo ripetizioni e sono un ottimo insegnante, allo stadio sono riuscito a cavarmela nonostante fossi a contatto con criminali napolecani della più infima specie, gente a cui puoi augurare soltanto un colera di quelli raccontati dagli striscioni della tifoseria veronese negli anni 80. Insomma, quando agisco, combatto, ce la faccio sempre. Se riuscissi a portare avanti per più tempo questi stati, se avessi una giornata piena di impegni sensati, ne porterei sicuramente a termine molti, direbbe Helmut che starei tirando a me l'imperscrutabile potere della Grazia. Se, se, se...
Ma tant'è che ho dentro una spinta autodistruttiva e non riesco a spegnerla, la storia non si fa nè di se e nè di ma e ho una fottuta paura di alzarmi domani, avere 32 anni e stare ancora a disegnare arabeschi di vite ideali.
Comunque qualcosa cambierà, arriverà il momento in cui il disagio sarà tale che percepirò lo scappare come una soluzione.
Voi non ve lo ricordate o non lo sapete ma i 23 anni per uno come me sono una mazzata in fronte di quelle brutte brutte brutte.
As usual: niente consigli, era un "discorso-sfogo", non li seguirei. Mi conosco troppo bene.

Guarda attentamente, poichè ciò che stai per vedere non è più ciò che hai appena visto.
Ho vissuto per molto tempo nell'oscurità perché mi accontentavo di suonare quello che ci si aspettava da me, senza cercare di aggiungerci qualcosa di mio.