L'ANGOLO DELLA POESIA

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Red°
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Re: L'ANGOLO DELLA POESIA

#106 Messaggio da Red° »

dada ha scritto:Lasciamo stare la forma. C'è prosa e prosa. Comunque, risposta accettabile.

(So' intenditore, Red°)
Ok, per meritarmi la tua stima, ora prendo uno dei libri impolverati alle mie spalle e scrivo una poesia di quelle buone. :gomma:
Nippo-Crew official member: per la supremazia dell' erotismo orientale - contro il pornopiattume delle mangia-hamburger!

Perle di saggezza da Piombino:
"Meglio ave' i pantaloni rotti ar culo che un culo rotto ne' pantaloni."
"Ir cazzo 'un vor pensieri"
"Si lavora, si fatìa, per 'er pane e pella fia, si lavora tutto l'anno ma la fia un ce la danno"

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dada
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Re: L'ANGOLO DELLA POESIA

#107 Messaggio da dada »

Red° ha scritto:
dada ha scritto:Lasciamo stare la forma. C'è prosa e prosa. Comunque, risposta accettabile.

(So' intenditore, Red°)
Ok, per meritarmi la tua stima, ora prendo uno dei libri impolverati alle mie spalle e scrivo una poesia di quelle buone. :gomma:
Si scrive "bistrattate".

:)

Red°
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Re: L'ANGOLO DELLA POESIA

#108 Messaggio da Red° »

dada ha scritto:
Red° ha scritto:
dada ha scritto:Lasciamo stare la forma. C'è prosa e prosa. Comunque, risposta accettabile.

(So' intenditore, Red°)
Ok, per meritarmi la tua stima, ora prendo uno dei libri impolverati alle mie spalle e scrivo una poesia di quelle buone. :gomma:
Si scrive "bistrattate".

:)

Ecco, appunto. :DDD
Nippo-Crew official member: per la supremazia dell' erotismo orientale - contro il pornopiattume delle mangia-hamburger!

Perle di saggezza da Piombino:
"Meglio ave' i pantaloni rotti ar culo che un culo rotto ne' pantaloni."
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pan
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Re: L'ANGOLO DELLA POESIA

#109 Messaggio da pan »

dada ha scritto:Killer d'endecasillabi.

:)
Al contrario: gli ho reso il posto d'onore, al centro, impreziosito dalla rima interna. :)
Non seguire le orme degli antichi, ma quello che essi cercarono. (Matsuo Basho,1685) - fa caldo l'Italia è sull'orlo di un baratro e non scopo da mesi (cimmeno 2009) - ...stai su un forum di segaioli; dove pensavi di stare, grande uomo? (sunday silence,2012)

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Scirocco
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Re: L'ANGOLO DELLA POESIA

#110 Messaggio da Scirocco »

Testamende (di B . Leo poeta dialettale)

Ghi, viste ca mo stòche angòre bone (facìme re corne), e tènghe le cervìedde a poste e senze testemònie, percè sàcce scrive da sàule, vògghie mètte pe scritte, re volontà màie, pe spiegà accàmme auna fa l’erìede mi, quanne, fra ciende cinguand’anne, ghi, magara, me ne sò sciute a cudde munne.

Allore mo ve mètte tutte pe scritte e ve spiegaisce tutte le fatte accamme auna scì. (me raccumanne de fà tutte pe file e pe segne, ca ce naune ve vènghe a trà le piede!!).

Allore, mo ve fazze n’elenche de totte re cause:

1) Nan vògghie ca nesciùne ava chjange (se naune u mùorte s’affenne)
2) Rète a miche, doppe la funzione in da la chìesie, vogghie la banne, c’ava senà museche allegre (pigghiate na banna ‘bbona)
3) Avìte fà festa granne in da case, c’ava durà almene dò scernate (nan ve preoccupate, in da la buste, ‘nzieme a cusse testamende, ve so lassate le solte)
4) Me raccumanne, nan ze mange carne…. pigghiate u pesce!
5) Accàttate u sciampagne, nan facìte le spizzuameddìche!
6) Nan facìte fiure assè, chidde vaune a scettà……ce proprie velìte spenne le solte, facìte n’offerte alla recerche pu temone o a la chìesie
7) Alla feste avìte ‘mbetà tutte chidde crestiane ca me canoscene (me raccumanne manghe auna chjange – ce chjangene mettìtele in da re scale, senze mangià e senze vève)
8) Ogne tande meniteme ad’acchià, senza chjange però eh!

Mbè, so specciate. Avaste! Achiude dò cusse testamende, mette la firme, ad’acchessì nesciùne pòte disce ca nan u so fatte ghi!

Me raccumanne facìte totte re cause aggarbàte
La generosità, roba rara, è ormai un evento "perturbante", che stupisce, spiazza, cerca un equilibrio, che poi si riassume in una unica parola: grazie (CanellaBruneri)

L'intuizione di una donna è molto più vicina alla verità della certezza di un uomo. (Rudyard Kipling)

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cytherea
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Re: L'ANGOLO DELLA POESIA

#111 Messaggio da cytherea »

Scirocco... non capisco! :)

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pan
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Re: L'ANGOLO DELLA POESIA

#112 Messaggio da pan »

Testamento

Io, visto che ora sto ancora bene(facciamo le corna), e ho il cervello a posto e senza testimoni, perché so scrivere da solo, voglio mettere per iscritto le mie volontà, per spiegare come(devono) fare i miei eredi, quando,tra centocinquant'anni, io, magari, me ne sono andato all'altro mondo.

Allora adesso vi metto tutto per iscritto e vi spiego tutti i fatti come dovranno andare[riuscire]. (mi raccomando di fare tutto per filo e per segno, che sennò vi vengo a tirare i piedi!!).

Allora, adesso vi faccio l'elenco di tutte le cose:

1) Non voglio che alcuno pianga (sennò il morto si offende)

2) Dietro di me, dopo la funzione in chiesa, voglio la banda, che deve suonare musiche allegre(prendete una buona banda)

3)Dovete fare festa grande in casa, che deve durare almeno due giornate(non vi preoccupate, dentro la busta,insieme a questo testamento, vi ho lasciato i soldi)

4) Mi raccomando, non si mangia carne... prendete il pesce

5) Comprate lo champagne, non fate i taccagni

6)Non(fate) fiori in abbondanza, ché quelli vanno buttati... se proprio volete spendere soldi, fate un offerta per la ricerca sul cancro o alla chiesa

7)Alla festa dovete invitare tutti quei cristiani che mi conoscono(mi raccomando nessuno pianga - se piangono metteteli dentro le scale, senza mangiare e senza bere)

Ogni tanto venitemi a guardare, senza piangere però,eh!

Mbè, ho finito. Basta! Chiudo questo testamento, metto la firma, in modo che nessuno possa dire che non l'ho fatto io !

Mi raccomando fate tutte le cose con garbo.
Non seguire le orme degli antichi, ma quello che essi cercarono. (Matsuo Basho,1685) - fa caldo l'Italia è sull'orlo di un baratro e non scopo da mesi (cimmeno 2009) - ...stai su un forum di segaioli; dove pensavi di stare, grande uomo? (sunday silence,2012)

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cytherea
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Re: L'ANGOLO DELLA POESIA

#113 Messaggio da cytherea »

:) Grazie pan.

Mi fà venire in mente, questo testamento, un altro testamento un po' più malinconico ma pur bello: El poeta murió al amanecer, di Raul Gonzalez Tuñon.

El poeta murió al amanecer

Sin un céntimo, solo, tal como vino al mundo,
murió al fin en la plaza frente a la inquieta feria.
Velaron el cadáver del dulce vagabundo
dos musas: la esperanza y la miseria.
Fue un poeta completo de su vida y su obra,
escribió versos casi celestes, casi mágicos,
de invención verdadera
y como hombre de su tiempo que era
también ardientes cantos y poemas civiles
de esquinas y banderas.

Algunos, los más viejos, lo negaron de entrada.
Algunos, los más jóvenes, lo negaron después.
Hoy irán a su entierro cuatro buenos amigos,
los parroquianos del Café,
los artistas del circo ambulante,
unos cuantos obreros,
un antiguo editor,
una hermosa mujer
y mañana, mañana,
florecerá la tierra que caiga sobre él.

Deja muy pocas cosas, libros, un Heine, un Whitman,
un Quevedo, un Darío, un Rimbaud, un Baudelaire,
un Schiller, un Bertrand, un Becquer, un Machado,
versos de un ser querido que se fue antes que él,
muchas cuentas impagas, un mapa, una veleta
y una antigua fragata dentro de una botella.
Los que le vieron dicen que murió como un niño.
Para él fue la muerte como el último asombro:
tenía una estrella muerta sobre el pecho vencido,
y un pájaro en el hombro.

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Blif
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Re: L'ANGOLO DELLA POESIA

#114 Messaggio da Blif »

dada ha scritto:Killer d'endecasillabi.

:)
Vivan gli endecasillabi (e i decasillabi)!

Ho innestato un bel tralcio di vite:
mi rallegra vederlo annuire
sotto l'alito fresco e solare
della brezza frizzante d'aprile.
Cresce stentato, e pure ne son fiero,
perché è il mio dono all'universo intero.
Ille ego, Blif, ductus Minervæ sorte sacerdos (ბლუფ)

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Shirley
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Re: L'ANGOLO DELLA POESIA

#115 Messaggio da Shirley »

Blif ha scritto:
dada ha scritto:Killer d'endecasillabi.

:)
Vivan gli endecasillabi (e i decasillabi)!

Ho innestato un bel tralcio di vite:
mi rallegra vederlo annuire
sotto l'alito fresco e solare
della brezza frizzante d'aprile.
Cresce stentato, e pure ne son fiero,
perché è il mio dono all'universo intero.
Killer di rime. :)
(bella bella)
Da Guida al Cinema:
Dboon - mi interessava l'argomento visto che narra di un gruppo di ragazze minorenni che decidono di farsi ingravidare
Cianbellano - ti interessava l'argomento visto che narra di un gruppo di ragazze minorenni che decidono di farsi ingravidare?

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Re: L'ANGOLO DELLA POESIA

#116 Messaggio da Pensiero Dominante »

Shirley ha scritto:Il violinista pazzo
Non fluì dalla strada del nord
né dalla via del sud
la sua musica selvaggia per la prima volta
nel villaggio quel giorno.

Egli apparve all' improvviso nel sentiero,
tutti uscirono ad ascoltarlo,
all' improvviso se ne andò, e invano
sperarono di rivederlo.

La sua strana musica infuse
in ogni cuore un desiderio di libertà.
Non era una melodia,
e neppure una non melodia.

In un luogo molto lontano,
in un luogo assai remoto,
costretti a vivere, essi
sentirono una risposta a questo suono.

Risposta a quel desiderio
che ognuno ha nel proprio seno,
il senso perduto che appartiene
alla ricerca dimenticata.

La sposa felice capì
d' essere malmaritata,
L' appassionato e contento amante
si stancò di amare ancora,

la fanciulla e il ragazzo furono felici

d' aver solo sognato,
i cuori solitari che erano tristi
si sentirono meno soli in qualche luogo.

In ogni anima sbocciava il fiore
che al tatto lascia polvere senza terra,
la prima ora dell' anima gemella,
quella parte che ci completa,

l' ombra che viene a benedire
dalle inespresse profondità lambite
la luminosa inquietudine
migliore del riposo.

Così come venne andò via.
Lo sentirono come un mezzo-essere.
Poi, dolcemente, si confuse
con il silenzio e il ricordo.

Il sonno lasciò di nuovo il loro riso,
morì la loro estatica speranza,
e poco dopo dimenticarono
che era passato.

Tuttavia, quando la tristezza di vivere,
poiché la vita non è voluta,
ritorna nell' ora dei sogni,
col senso della sua freddezza,

improvvisamente ciascuno ricorda -
risplendente come la luna nuova
dove il sogno-vita diventa cenere -
la melodia del violinista pazzo.

Fernando Pessoa

Casta e pan, sono vostre? Complimenti.
Per associazione di idee questo "violinista pazzo" (grazie Shirley, non conoscevo questa bellissima poesia) mi ha subito richiamato alla mente "il mistico suonatore di tromba":


HARK! some wild trumpeter—some strange musician,
Hovering unseen in air, vibrates capricious tunes to-night.

I hear thee, trumpeter—listening, alert, I catch thy notes,
Now pouring, whirling like a tempest round me,
Now low, subdued—now in the distance lost.



Come nearer, bodiless one—haply, in thee resounds
Some dead composer—haply thy pensive life
Was fill’d with aspirations high—unform’d ideals,
Waves, oceans musical, chaotically surging,
That now, ecstatic ghost, close to me bending, thy cornet echoing, pealing,
Gives out to no one’s ears but mine—but freely gives to mine,
That I may thee translate.



Blow, trumpeter, free and clear—I follow thee,
While at thy liquid prelude, glad, serene,
The fretting world, the streets, the noisy hours of day, withdraw;
A holy calm descends, like dew, upon me,
I walk, in cool refreshing night, the walks of Paradise,
I scent the grass, the moist air, and the roses;
Thy song expands my numb’d, imbonded spirit—thou freest, launchest me,
Floating and basking upon Heaven’s lake.


Blow again, trumpeter! and for my sensuous eyes,
Bring the old pageants—show the feudal world.

What charm thy music works!—thou makest pass before me,
Ladies and cavaliers long dead—barons are in their castle halls—the troubadours are singing;
Arm’d knights go forth to redress wrongs—some in quest of the Holy Grail:
I see the tournament—I see the contestants, encased in heavy armor, seated on stately, champing horses;
I hear the shouts—the sounds of blows and smiting steel:
I see the Crusaders’ tumultuous armies—Hark! how the cymbals clang!
Lo! where the monks walk in advance, bearing the cross on high!


Blow again, trumpeter! and for thy theme,
Take now the enclosing theme of all—the solvent and the setting;
Love, that is pulse of all—the sustenace and the pang;
The heart of man and woman all for love;
No other theme but love—knitting, enclosing, all-diffusing love.

O, how the immortal phantoms crowd around me!
I see the vast alembic ever working—I see and know the flames that heat the world;
The glow, the blush, the beating hearts of lovers,
So blissful happy some—and some so silent, dark, and nigh to death:
Love, that is all the earth to lovers—Love, that mocks time and space;
Love, that is day and night—Love, that is sun and moon and stars;
Love, that is crimson, sumptuous, sick with perfume;
No other words, but words of love—no other thought but Love.


Blow again, trumpeter—conjure war’s Wild alarums.
Swift to thy spell, a shuddering hum like distant thunder rolls;
Lo! where the arm’d men hasten—Lo! mid the clouds of dust, the glint of bayonets;
I see the grime-faced cannoniers—I mark the rosy flash amid the smoke—I hear the cracking of the guns:
—Nor war alone—thy fearful music-song, wild player, brings every sight of fear,
The deeds of ruthless brigands—rapine, murder—I hear the cries for help!
I see ships foundering at sea—I behold on deck, and below deck, the terrible tableaux.


O trumpeter! methinks I am myself the instrument thou playest!
Thou melt’st my heart, my brain—thou movest, drawest, changest them, at will:
And now thy sullen notes send darkness through me;
Thou takest away all cheering light—all hope:
I see the enslaved, the overthrown, the hurt, the opprest of the whole earth;
I feel the measureless shame and humiliation of my race—it becomes all mine;
Mine too the revenges of humanity—the wrongs of ages—baffled feuds and hatreds;
Utter defeat upon me weighs—all lost! the foe victorious!
(Yet ’mid the ruins Pride colossal stands, unshaken to the last;
Endurance, resolution, to the last.)


Now, trumpeter, for thy close,
Vouchsafe a higher strain than any yet;
Sing to my soul—renew its languishing faith and hope;
Rouse up my slow belief—give me some vision of the future;
Give me, for once, its prophecy and joy.

O glad, exulting, culminating song!
A vigor more than earth’s is in thy notes!
Marches of victory—man disenthrall’d—the conqueror at last!
Hymns to the universal God, from universal Man—all joy!
A reborn race appears—a perfect World, all joy!
Women and Men, in wisdom, innocence and health—all joy!
Riotous, laughing bacchanals, fill’d with joy!

War, sorrow, suffering gone—The rank earth purged—nothing but joy left!
The ocean fill’d with joy—the atmosphere all joy!
Joy! Joy! in freedom, worship, love! Joy in the ecstacy of life!
Enough to merely be! Enough to breathe!
Joy! Joy! all over Joy!
Pensiero Dominante, forumista temporaneamente de-gnokkizzato

La gioventù resiste a tutto, ai re e alle poesie e all'amore. A tutto, ma non al tempo

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Re: L'ANGOLO DELLA POESIA

#117 Messaggio da pan »

LA RISURREZIONE




È risorto: or come a morte
La sua preda fu ritolta?
Come ha vinte l'atre porte,
Come è salvo un'altra volta
Quei che giacque in forza altrui?
Io lo giuro per Colui
Che da' morti il suscitò.
È risorto: il capo santo
Più non posa nel sudario
È risorto: dall'un canto
Dell'avello solitario
Sta il coperchio rovesciato:
Come un forte inebbriato
Il Signor si risvegliò.
Come a mezzo del cammino,
Riposato alla foresta,
Si risente il pellegrino,
E si scote dalla testa
Una foglia inaridita,
Che dal ramo dipartita,
Lenta lenta vi risté:
Tale il marmo inoperoso,
Che premea l'arca scavata,
Gittò via quel Vigoroso,
Quando l'anima tornata
Dalla squallida vallea,
Al Divino che tacea:
Sorgi, disse, io son con Te.
Che parola si diffuse
Tra i sopiti d'Israele!
Il Signor le porte ha schiuse!
Il Signor, I'Emmanuele!
O sopiti in aspettando,
È finito il vostro bando:
Egli è desso, il Redentor.
Pria di Lui nel regno eterno
Che mortal sarebbe asceso?
A rapirvi al muto inferno,
Vecchi padri, Egli è disceso;
Il sospir del tempo antico,
Il terror dell'inimico,
Il promesso Vincitor.
Ai mirabili Veggenti,
Che narrarono il futuro
Come il padre ai figli intenti
Narra i casi che già furo,
Si mostrò quel sommo Sole
Che, parlando in lor parole,
Alla terra Iddio giurò;
Quando Aggeo, quando Isaia
Mallevaro al mondo intero
Che il Bramato un dì verria,
Quando, assorto in suo pensiero,
Lesse i giorni numerati,
E degli anni ancor non nati
Daniel si ricordò.
Era l'alba; e molli il viso
Maddalena e l'altre donne
Fean lamento sull'Ucciso;
Ecco tutta di Sionne
Si commosse la pendice,
E la scolta insultatrice
Di spavento tramortì.
Un estranio giovinetto
Si posò sul monumento:
Era folgore l'aspetto,
Era neve il vestimento:
Alla mesta che 'l richiese
Diè risposta quel cortese:
E risorto; non è qui.
Via co' palii disadorni
Lo squallor della viola:
L'oro usato a splender torni:
Sacerdote, in bianca stola,
Esci ai grandi ministeri,
Tra la luce de' doppieri,
Il Risorto ad annunziar.
Dall'altar si mosse un grido:
Godi, o Donna alma del cielo;
Godi; il Dio cui fosti nido
A vestirsi il nostro velo,
È risorto, come il disse:
Per noi prega: Egli prescrisse,
Che sia legge il tuo pregar.
O fratelli, il santo rito
Sol di gaudio oggi ragiona;
Oggi è giorno di convito;
Oggi esulta ogni persona:
Non è madre che sia schiva
Della spoglia più festiva
I suoi bamboli vestir.
Sia frugal del ricco il pasto;
Ogni mensa abbia i suoi doni;
E il tesor negato al fasto
Di superbe imbandigioni,
Scorra amico all'umil tetto,
Faccia il desco poveretto
Più ridente oggi apparir.
Lunge il grido e la tempesta
De' tripudi inverecondi:
L'allegrezza non è questa
Di che i giusti son giocondi;
Ma pacata in suo contegno,
Ma celeste, come segno
Della gioia che verrà.
Oh beati! a lor più bello
Spunta il sol de' giorni santi;
Ma che fia di chi rubello
Torse, ahi stolto! i passi erranti
Nel sentier che a morte guida?
Nel Signor chi si confida
Col Signor risorgerà.

[Alessandro Manzoni Aprile-23 giugno 1812]
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Re: L'ANGOLO DELLA POESIA

#118 Messaggio da pan »

cytherea ha scritto::) Grazie pan.

Mi fà venire in mente, questo testamento, un altro testamento un po' più malinconico ma pur bello: El poeta murió al amanecer, di Raul Gonzalez Tuñon.

El poeta murió al amanecer

Sin un céntimo, solo, tal como vino al mundo,
murió al fin en la plaza frente a la inquieta feria.
Velaron el cadáver del dulce vagabundo
dos musas: la esperanza y la miseria.
Fue un poeta completo de su vida y su obra,
escribió versos casi celestes, casi mágicos,
de invención verdadera
y como hombre de su tiempo que era
también ardientes cantos y poemas civiles
de esquinas y banderas.

Algunos, los más viejos, lo negaron de entrada.
Algunos, los más jóvenes, lo negaron después.
Hoy irán a su entierro cuatro buenos amigos,
los parroquianos del Café,
los artistas del circo ambulante,
unos cuantos obreros,
un antiguo editor,
una hermosa mujer
y mañana, mañana,
florecerá la tierra que caiga sobre él.

Deja muy pocas cosas, libros, un Heine, un Whitman,
un Quevedo, un Darío, un Rimbaud, un Baudelaire,
un Schiller, un Bertrand, un Becquer, un Machado,
versos de un ser querido que se fue antes que él,
muchas cuentas impagas, un mapa, una veleta
y una antigua fragata dentro de una botella.
Los que le vieron dicen que murió como un niño.
Para él fue la muerte como el último asombro:
tenía una estrella muerta sobre el pecho vencido,
y un pájaro en el hombro.


IL POETA MORI’ ALL’ALBA


Senza un soldo, solo, così come venne al mondo,
morì infine nella piazza, di fronte all’irrequieta festa.
Vegliarono il cadavere del dolce vagabondo
due Muse: la speranza e la miseria.
Fu un poeta completo nella vita e nell’opera,
scrisse versi quasi celesti, quasi magici,
di invenzione veritiera,
e da uomo del suo tempo, quale era,
anche ardenti canti e poemi civili
di parte e di bandiere.

Alcuni, i più vecchi, lo rifiutarono dal principio.
Alcuni, i più giovani, lo rifiutarono in seguito.
Oggi andranno al funerale quattro buoni amici,
i parrocchiani del Caffé,
gli artisti del circo ambulante,
un po’ di operai,
un vecchio editore,
una donna bellissima,
e domani, un domani,
fiorirà la terra caduta su di lui.

Lascia poche cose, libri, un Heine, un Whitman,
un Quevedo, un Darío, un Rimbaud, un Baudelaire,
uno Schiller, un Bertrand, un Bécquer, un Machado,
versi di un essere amato che se ne andò prima di lui,
molti racconti incompiuti, una mappa, una candela,
e un’antica fregata dentro una bottiglia.
Quelli che lo videro dicono che morì come un bimbo.
Per lui la morte fu come l’ultimo incanto:

aveva una stella morta sopra al petto vinto
e un uccello sulla spalla.


Ci ho provato. Sii indulgente nella critica. :oops:
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Re: L'ANGOLO DELLA POESIA

#119 Messaggio da pan »

Meno un paio di errori.

IL POETA MORI’ ALL’ALBA


Senza un soldo, solo, così come venne al mondo,
morì infine nella piazza, di fronte all’irrequieta festa.
Vegliarono il cadavere del dolce vagabondo
due Muse: la speranza e la miseria.
Fu un poeta completo nella vita e nelle opere,
scrisse versi quasi celesti, quasi magici,
di invenzione veritiera,
e da uomo del suo tempo, quale era,
anche ardenti canti e poemi civili
di parte e di bandiere.

Alcuni, i più vecchi, lo rifiutarono dal principio.
Alcuni, i più giovani, lo rifiutarono in seguito.
Oggi andranno al funerale quattro buoni amici,
i parrocchiani del Caffé,
gli artisti del circo ambulante,
un po’ di operai,
un vecchio editore,
una donna bellissima,
e domani, un domani,
fiorirà la terra caduta su di lui.

Lascia poche cose, libri, un Heine, un Whitman,
un Quevedo, un Darío, un Rimbaud, un Baudelaire,
uno Schiller, un Bertrand, un Bécquer, un Machado,
versi di un essere amato che se ne andò prima di lui,
molti racconti incompiuti, una mappa, una banderuola
e un’antica fregata dentro una bottiglia.
Quelli che lo videro dicono che morì come un bimbo.
Per lui la morte fu come l’ultimo incanto:
aveva una stella morta sopra al petto vinto
e un uccello nella spalla.
Non seguire le orme degli antichi, ma quello che essi cercarono. (Matsuo Basho,1685) - fa caldo l'Italia è sull'orlo di un baratro e non scopo da mesi (cimmeno 2009) - ...stai su un forum di segaioli; dove pensavi di stare, grande uomo? (sunday silence,2012)

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Helmut
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Re: L'ANGOLO DELLA POESIA

#120 Messaggio da Helmut »

Appena rientrato da un survey in terra di Russia, mi è venuta in mente questa, di un grandissimo autore:

Ti amai...

Ti amai - anche se forse
ancora non è spento
del tutto l'amore.

Ma se per te non è più tormento
voglio che nulla ti addolori.

Senza speranza, geloso,
ti ho amata nel silenzio e soffrivo,
teneramente ti ho amata
come - Dio voglia - un altro possa amarti.


(Aleksandr Puskin)
"Innalzare templi alla virtù e scavare oscure e profonde prigioni al vizio."

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