Ok, per meritarmi la tua stima, ora prendo uno dei libri impolverati alle mie spalle e scrivo una poesia di quelle buone.dada ha scritto:Lasciamo stare la forma. C'è prosa e prosa. Comunque, risposta accettabile.
(So' intenditore, Red°)

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Ok, per meritarmi la tua stima, ora prendo uno dei libri impolverati alle mie spalle e scrivo una poesia di quelle buone.dada ha scritto:Lasciamo stare la forma. C'è prosa e prosa. Comunque, risposta accettabile.
(So' intenditore, Red°)
Si scrive "bistrattate".Red° ha scritto:Ok, per meritarmi la tua stima, ora prendo uno dei libri impolverati alle mie spalle e scrivo una poesia di quelle buone.dada ha scritto:Lasciamo stare la forma. C'è prosa e prosa. Comunque, risposta accettabile.
(So' intenditore, Red°)
dada ha scritto:Si scrive "bistrattate".Red° ha scritto:Ok, per meritarmi la tua stima, ora prendo uno dei libri impolverati alle mie spalle e scrivo una poesia di quelle buone.dada ha scritto:Lasciamo stare la forma. C'è prosa e prosa. Comunque, risposta accettabile.
(So' intenditore, Red°)
Al contrario: gli ho reso il posto d'onore, al centro, impreziosito dalla rima interna.dada ha scritto:Killer d'endecasillabi.
Vivan gli endecasillabi (e i decasillabi)!dada ha scritto:Killer d'endecasillabi.
Killer di rime.Blif ha scritto:Vivan gli endecasillabi (e i decasillabi)!dada ha scritto:Killer d'endecasillabi.
Ho innestato un bel tralcio di vite:
mi rallegra vederlo annuire
sotto l'alito fresco e solare
della brezza frizzante d'aprile.
Cresce stentato, e pure ne son fiero,
perché è il mio dono all'universo intero.
Per associazione di idee questo "violinista pazzo" (grazie Shirley, non conoscevo questa bellissima poesia) mi ha subito richiamato alla mente "il mistico suonatore di tromba":Shirley ha scritto:Il violinista pazzo
Non fluì dalla strada del nord
né dalla via del sud
la sua musica selvaggia per la prima volta
nel villaggio quel giorno.
Egli apparve all' improvviso nel sentiero,
tutti uscirono ad ascoltarlo,
all' improvviso se ne andò, e invano
sperarono di rivederlo.
La sua strana musica infuse
in ogni cuore un desiderio di libertà.
Non era una melodia,
e neppure una non melodia.
In un luogo molto lontano,
in un luogo assai remoto,
costretti a vivere, essi
sentirono una risposta a questo suono.
Risposta a quel desiderio
che ognuno ha nel proprio seno,
il senso perduto che appartiene
alla ricerca dimenticata.
La sposa felice capì
d' essere malmaritata,
L' appassionato e contento amante
si stancò di amare ancora,
la fanciulla e il ragazzo furono felici
d' aver solo sognato,
i cuori solitari che erano tristi
si sentirono meno soli in qualche luogo.
In ogni anima sbocciava il fiore
che al tatto lascia polvere senza terra,
la prima ora dell' anima gemella,
quella parte che ci completa,
l' ombra che viene a benedire
dalle inespresse profondità lambite
la luminosa inquietudine
migliore del riposo.
Così come venne andò via.
Lo sentirono come un mezzo-essere.
Poi, dolcemente, si confuse
con il silenzio e il ricordo.
Il sonno lasciò di nuovo il loro riso,
morì la loro estatica speranza,
e poco dopo dimenticarono
che era passato.
Tuttavia, quando la tristezza di vivere,
poiché la vita non è voluta,
ritorna nell' ora dei sogni,
col senso della sua freddezza,
improvvisamente ciascuno ricorda -
risplendente come la luna nuova
dove il sogno-vita diventa cenere -
la melodia del violinista pazzo.
Fernando Pessoa
Casta e pan, sono vostre? Complimenti.
cytherea ha scritto:Grazie pan.
Mi fà venire in mente, questo testamento, un altro testamento un po' più malinconico ma pur bello: El poeta murió al amanecer, di Raul Gonzalez Tuñon.
El poeta murió al amanecer
Sin un céntimo, solo, tal como vino al mundo,
murió al fin en la plaza frente a la inquieta feria.
Velaron el cadáver del dulce vagabundo
dos musas: la esperanza y la miseria.
Fue un poeta completo de su vida y su obra,
escribió versos casi celestes, casi mágicos,
de invención verdadera
y como hombre de su tiempo que era
también ardientes cantos y poemas civiles
de esquinas y banderas.
Algunos, los más viejos, lo negaron de entrada.
Algunos, los más jóvenes, lo negaron después.
Hoy irán a su entierro cuatro buenos amigos,
los parroquianos del Café,
los artistas del circo ambulante,
unos cuantos obreros,
un antiguo editor,
una hermosa mujer
y mañana, mañana,
florecerá la tierra que caiga sobre él.
Deja muy pocas cosas, libros, un Heine, un Whitman,
un Quevedo, un Darío, un Rimbaud, un Baudelaire,
un Schiller, un Bertrand, un Becquer, un Machado,
versos de un ser querido que se fue antes que él,
muchas cuentas impagas, un mapa, una veleta
y una antigua fragata dentro de una botella.
Los que le vieron dicen que murió como un niño.
Para él fue la muerte como el último asombro:
tenía una estrella muerta sobre el pecho vencido,
y un pájaro en el hombro.