Shirley ha scritto:Bellavì, infatti la censura non centra niente. E' ovvio che ci sia un discorso economico sotto, ma, guarda caso (basta leggere l'articolo uscito su repubblica) l'Italia è l'unico dei grandi paesi europei a non aver comprato il film.
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Faccio così, appena esce in streaming in inglese sottotitolato (c'è una community molto attiva nel sottotitolare i film inglesi prima ancora che escano in italia) ti mando il link così te lo vedi alla faccia degli stronzi italiani che ancora i film aspettano di vederli al cinema
Sto acquistando dal Torrente Store questo:
Tre persone che non si conoscono e apparentemente scollegate tra loro hanno invece qualcosa in comune. Qualcosa di terribile.
Hagen ha un'amante morta che tiene nascosta in casa,
nella speranza che un giorno il cadavere di lei torni in vita. Travis ha perso la famiglia,
e con essa tutti gli affetti, e vede nella morte un ricongiungimento con le uniche persone che veramente ama.
Morbius, il proprietario di un bar tradito dalle persone alle quali ha concesso il suo amore,
una volta morto torna in vita per vendicarsi di costoro...
Drogato_ di_porno ha scritto:il provincialismo itaGlico ha portato a termine il suo compito: oggi ho parlato con uno che mi ha detto ''hanno fatto bene a privilegiare il cinepanettone sugli altri perchè i prodotti italiani vanno protetti''.
volevo suicidarmi.
il cinepanettone è un ottimo prodotto, considerando l'orifizio che lo ha partorito.
Lamento di coniglio:
ho avuto un solo figlio.
(Gino Patroni)
Il cinepanettone rischia l'ambigua qualifica di ''cinema d'essai''
hai ragione: l'ex ministro urbani, inventore del meccanismo ''d'essai'', sembra uno degli orifizi dei mutanti del film ''le colline hanno gli occhi''
Il cinepanettone d'essai sbanca anche il botteghino
di Cesare Balbo
28 DICEMBRE 2009
E "Natale a Beverly Hills" diventò film d'essai
A leggere la classifica degli incassi del box office italiano, con "Natale a Beverly Hills" saldamente in testa con oltre 10 milioni di euro, di cui quasi un terzo ricavati nel solo giorno di Santo Stefano, il cinepanettone non è così indigesto al pubblico italiano. Forse lo è di più a chi ha invitato il pubblico a boicottarlo e al ministro Sandro Bondi, che ha dovuto scrivere una lettera di precisazione dopo le polemiche sui presunti contributi statali al film.
Una necessaria puntualizzazione che chiarirebbe come erronea «la notizia del contributo statale» pur ribadendo, «il riconoscimento per i requisiti di spettacolarità al fine della possibilità di ottenere il credito di imposta così da poter reinvestire», sempre sul sequel del prossimo anno. Tuttavia, che qualcosa non quadri allo stesso ministero della Cultura lo si capisce dal fatto che il ministero stesso riconosce che vada rivisto il criterio di sostegno, tanto da annunciare che verrà limitato il finanziamento diretto «in conseguenza al riconosciuto valore culturale del film solo alle opere prime».
Vale a dire che saranno sostenuti solo i registi esordienti, che sono in fase di start-up nel mercato, per controbilanciare il rischio di impresa di un progetto innovativo. Tuttavia sulla querelle in corso resta il punto che gli esercenti che programmano il controverso cinepanettone, possano beneficiare dei crediti di imposta e degli aiuti fiscali e monetari ideati per i circuiti più alternativi, i cosiddetti "d'essai", che danno spazio a film meno nazional-popolari. Ad esempio a Roma "Natale a Beverly Hills" è stato proiettato in 31 sale su 57, e potrebbe diventare una tendenza quella di monopolizzare tutti gli spazi. Così anziché mantenere «l'intero cinema italiano», come oggi inelegantemente sostiene piccato Christian De Sica, il cinepanettone potrebbe farlo sparire dalla circolazione, specie nelle feste natalizie. Certo si potrebbe ovviare al problema con una programmazione intelligente evitando, come per gli esodi, di far uscire certi film quando non è consigliabile. Peccato resti il fatto che la maggior parte degli italiani vada al cinema non tutto l'anno ma giusto nel periodo natalizio. A conferma che più che premiare il cinepanettone viene rispettata la tradizione di andare al cinema, anche se non c'è altro da vedere.
28 DICEMBRE 2009
"Che ve lo dico a fare" ,questo è "il Capolavoro",visto,rivisto,stavisto.. non basta mai,semplicemente un film stupendo.
finalmente chi la pensa come me. l'unico difetto che posso additare è la differenza tra la deborah bambina e quella adulta. Elizabeth McGovern non regge il confronto con la Connelly. Nonostante i 14 anni Jennifer è devastante. la prima volta che ho visto il film inconsciamente ho sperato, anzi supplicato, che la seconda parte fosse stata girata anni dopo, con la Connelly adulta. nella scena in cui legge la bibbia nel retrobottega ha uno sguardo che sembra trapassare noodles, sembra metterlo a nudo, mi fa tremare i polsi come un bambino. quella strana combinazione di lineamenti, pelle, capelli, occhi...le conferisce un'espressione che mi lascia sgomento
Pare proprio così: in Italia rischiamo di non vedere il film con Viggo Mortensen che John Hillcoat ha tratto dal romanzo di Cormac McCarthy. La motivazione è che i distributori considerano la pellicola "troppo deprimente" per il pubblico italiano. Se andasse davvero così, per l'Italia sarebbe una vera sconfitta culturale, un precedente di censura totale per motivo d'altronde alquanto discutibili. Un film deve prima essere visto, poi giudicato, e sta al pubblico stabilire se sia deprimente o meno, se andare al cinema o meno.
La questione è anche più assurda se si pensa che parliamo di un film tratto da un romanzo che ha venduto un milione di copie in America, che ha vinto il Pulitzer e che è stato amato anche qui da noi. Alcune case di distribuzione indipendenti lamentano il fatto che anche se loro volessero acquistare e proporre il film nelle sale non possono permetterselo per i prezzi troppo alti e i ricavi poi non adeguati (perché non supportati da una distribuzione massiccia come avviene per le major).
Ora, la questione è: vedremo mai questo film? Che avrà avuto anche recensioni negative e sarà andato anche male al botteghino Usa, ma avremo noi italiani il diritto di giudicare da soli? Speriamo.
qualcuno ha visto il capolavoro finanziato coi nsi $$$ ,
un capolavoro leghista,
con Kaz Degan: "Il Barbarossa" !
cè Bosi che fà la comparsa...
PS: scommetto che aveva sù i ray-ban e l'orologio...
Tutto quello che faceva paura del comunismo - che avremmo perso le nostre case, i nostri risparmi, che ci avrebbero costretto a lavorare tutto il tempo per un salario scarso, e che non avremmo avuto alcuna voce contro il sistema - è diventato realtà grazie al capitalismo.
Se esiste un Dio, un giorno sarà lui a dovermi chiedere perdono (frase letta su un muro di Auschwitz).
se ve lo siete perso al cinema guardate questo bel film ora su Retequattro
E' quello con Bernal?
Da Guida al Cinema:
Dboon - mi interessava l'argomento visto che narra di un gruppo di ragazze minorenni che decidono di farsi ingravidare
Cianbellano - ti interessava l'argomento visto che narra di un gruppo di ragazze minorenni che decidono di farsi ingravidare?