sawyer ha scritto:Mavco Pizellonio ha scritto:
Ma se per te va bene eviterei di iniziare qui una di quelle discussioni interminabili sui massimi sistemi
aggiudicato. naturalmente non t'incolpo di nulla...
cmq, intuisco anche il tuo punto di vista: vedi l'avvento del cristianesimo come la naturale sostituzione di una cultura debole e vecchia con il vigore della nascente religione... o sbaglio?
E' che proprio non mi riesce di giudicare fatti storici, è più forte di me. L'unica cosa che è lecito fare è analizzare, nient'altro. E se siamo contenti del presente in cui viviamo (io tutto sommato lo sono) non possiamo fare altro che seguire il percorso che ci ha portato sin qui. Non si puó scegliere a casaccio nel passato, dire ''io mi rifaccio alla Grecia antica con tanta Roma e un pizzico di Galileo in cima''. Se dovessi dare un giudizio - giudizio che sarebbe necessariamente quello di una persona nata nel XX secolo, con i suoi valori più o meno irrinunciabili e sempre relativi anche quando assoluti - dovrei condannare tutta la storia dell'umanità , greci e romani compresi. Ma che senso ha? Quand'anche riuscissi a condannare un fatto, non riuscirei mai a condannare una cosa enorme, vaga e ambigua come ''cristianesimo'': cristianesimo è solo una parola, e usare questo genere di parole è rischioso.
Ad esempio: Simmaco (''Roma'') contro Ambrogio (''il cristianesimo''). La lotta fra una civiltà superiore e una nuova religione più o meno dannosa? Ma Ambrogio era romano quanto Simmaco! Possiamo dimenticarci di questo solo se consideriamo il ''cristianesimo'' come una categoria astratta, calata su un sistema ad essa estraneo. La chiesa di cui Ambrogio faceva parte era un prodotto del mondo romano. Possiamo forse considerare Ambrogio un progressista, e Simmaco un conservatore. Non ci fu nessuno scontro di civiltà , nemmeno allora.

Ci furono fenomeni di trasformazione del mondo romano. Il cristianesimo, benchè in origine un culto orientale (ma di un oriente che da qualche decennio era entrato nell'orbita romana), incontró e rivoluzionó se stesso a contatto con la cultura romana. E ancora di più a contatto con il potere (ancora una volta romano). Al tempo della disputa sull'altare della vittoria questo è tanto vero che il senatore romano Simmaco si trova a polemizzare con Ambrogio, anch'egli romano, anch'egli appartenente ad una famiglia senatoriale e a suo tempo, anch'egli, senatore. Il culto che l'imperatore Teodosio aveva imposto al suo impero era il cristianesimo nella sua versione ''cattolica'' (nel celebre editto si impone la fede nella forma ''professata da Damaso vescovo di Roma e Pietro vescovo di Alessandria'' - più o meno, vado a memoria): la professione di fede cattolica era il risultato di un accordo (o meglio, della vittoria di un partito) nel'ambito di un concilio che era stato l'imperatore (all'epoca, Costantino) a convocare, e il cui risultato traeva forza coattiva dall'autorità e dalla forza materiale dell'imperatore. Romano e cristiano.
Vabè, ho un po' divagato. Mi sa che volevo arrivare da qualche parte ma mi sono perso.

Comunque no, non considero il cristianesimo un male per il semplice fatto che non so proprio immaginare la storia occidentale, Agostino, Federico II, l'umanesimo, Montaigne, Voltaire, il socialismo, Giuliano Ferrara, internet, Lisa Ann, me, te e tutto quello che ti pare escludendo il cristianesimo, qualunque cosa si voglia intendere con questa parola.
Niente, rileggo ma non so cosa volevo dire, post fallito. Entschuldigung.