la spiritualità è un fatto personale.zio ha scritto:la religiosità è un fatto individuale. soprattutto la sua tenuta e tormento di fronte a ció che accade in generale nella vita di un uomo.
la religione è un fatto sociale.
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Naturalmente la cosa è già diventata una canea ideologica da prima pagina.pan ha scritto:Trovo giustissima la sottolineatura della corte europea. La religiosità è una questione individuale e uno stato laico non puó avere preferenze,nè sponsorizzare dei. Quindi deve astenersi.
Sul muro? ma non l'avevano appeso sulla croce? Guarda che ti confondi.Pensiero Dominante ha scritto:Andando al nocciolo dellla questione, a me pare che un buon Cristiano dovrebbe preoccuparsi soprattutto di tenere Cristo sul proprio petto e nel proprio cuore, più che appeso ad un muro.
Quoto (una volta tanto)alex1jd1 ha scritto:Infatti. Siamo davvero convinti che la presenza del crodefisso in classe garantisca la nostra identità di paese dalle radici cristiane? E che la sua rimozione ne costituisca un attacco?
Lo stato italiano, riconoscendo l'importanza della religione cattolica, già garantisce nelle scuole l'insegnamento religioso (facoltativo), con stipendi degli insegnanti a carico dello stato. Non mi sembra poco.
Il buon Simmaco polemizzava al tempo con l'influentissimo Ambrogio di Milano, e tirava fuori quest'insolito invito alla tolleranza da una irrecuperabile posizione di debolezza. Era un po' una paraculata, diciamoci la verità . Se avesse scritto durante il secolo precedente col cazzo che avrebbe predicato la tolleranza.Barabino ha scritto:Niente di nuovo sotto il sole...
http://it.wikipedia.org/wiki/Altare_della_Vittoria
Con l'avvento del cristianesimo e il suo contrasto con la tradizionale religione romana, l'ara e la statua furono al centro di una disputa... Graziano (375-383), educato come un cristiano intollerante, ordinó nuovamente di rimuoverle: infatti, con l'Editto di Tessalonica (380), Teodosio I aveva stabiliva il cristianesimo come la nuova religione di Stato... Il partito dei senatori, favorevoli all'antica religione, fece un tentativo di ripristinare l'ara della Vittoria nel 384: il praefectus urbi Quinto Aurelio Simmaco si recó a Milano e indirizzó ai tre imperatori Valentiniano II, Teodosio I e Arcadio la Relatio tertia in repetenda ara Victoriae, in cui perorava la restaurazione dell'altare e del culto della Vittoria.
Simmaco sostiene la necessità di non abbandonare una tradizione che ha dimostrato di saper proteggere così a lungo lo Stato, come quando un tempo respinse Annibale dalle porte di Roma e i Galli dal Campidoglio, e il cui abbandono favorirebbe ora le invasioni dei barbari che premono ai confini. Ma il ripristino del culto della Vittoria non sarebbe soltanto utile allo Stato; sarebbe anche una manifestazione di tolleranza e la dimostrazione della possibilità di convivenza di due culture che, pur diverse, esprimono tuttavia la comune volontà di ricercare la verità nel grande mistero dell'universo: «àˆ giusto credere in un unico essere, quale che sia. Osserviamo gli stessi astri, ci è comune il cielo, ci circonda il medesimo universo: cosa importa se ciascuno cerca la verità a suo modo? Non c'è una sola strada per raggiungere un mistero così grande»
Togliere il crocifisso e' solo una giusta punizione per i cristiani...![]()
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Che per l'appunto poi, ad andare a riesaminare ció che è stata una gran parte della storia del Cristianesimo e della Chiesa, Cristo per primo scenderebbe dalla croce e fuggirebbe lontano dai suoi autoproclamatisi testimoni ed eredi. Sempre che non l'abbia già fatto.Mavco Pizellonio ha scritto:
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La storia rimane una delle materie principali del nostro ordinamento, ed è durante l'ora di storia che fanciulli di ogni età vengono quotidianamente e inevitabilmente a contatto con il cristianesimo, con il cattolicesimo, con i papi belli o brutti, con una storia d'Europa oggettivamente inscindibile dal fenomeno cristiano. Ora, guardiamoci nelle palle degli occhi: della nostra storia frega un cazzo a nessuno, altrimenti i ''difensori della croce'' sarebbero dei pozzi di scienza quanto a conoscenza storica, e non è necessariamente così. Il motivo (anche questo comprensibilissimo, beninteso) per cui molti hanno interesse ad identificare la complessa storia d'Europa con una religione particolare è che quella religione particolare funge ancora da fondamento ideologico per partiti ancora attivi. La storia d'Europa è stata anche la storia della nobiltà e della disuguaglianza fra gli uomini, ma partiti che oggi si rifanno a ideologie e tradizioni legittimiste, se ci sono, sono insognificanti. Esistono oggi partiti e forze politiche cattoliche, o che del cattolicesimo sfruttano il potenziale politico. Quindi esiste un dibattito che oserei definire ''riduzionista'', che poco ha a che fare con la nostra storia passata, e molto con la politica attuale.
secondo te il pantheon fu l'espressione dello spirito tollerante di una civiltà o di un imperatore? Per me Simmaco non era un paraculo, ma uno degli ultimi esponenti di una civiltà avanzata ed evoluta... poi è venuto il cristianesimo.Mavco Pizellonio ha scritto: Il buon Simmaco polemizzava al tempo con l'influentissimo Ambrogio di Milano, e tirava fuori quest'insolito invito alla tolleranza da una irrecuperabile posizione di debolezza. Era un po' una paraculata, diciamoci la verità . Se avesse scritto durante il secolo precedente col cazzo che avrebbe predicato la tolleranza.
Ovviamente non sono d'accordo. Ma se per te va bene eviterei di iniziare qui una di quelle discussioni interminabili sui massimi sistemi, devo ancora mangiare e fare i compiti.sawyer ha scritto:secondo te il pantheon fu l'espressione dello spirito tollerante di una civiltà o di un imperatore? Per me Simmaco non era un paraculo, ma uno degli ultimi esponenti di una civiltà avanzata ed evoluta... poi è venuto il cristianesimo.Mavco Pizellonio ha scritto: Il buon Simmaco polemizzava al tempo con l'influentissimo Ambrogio di Milano, e tirava fuori quest'insolito invito alla tolleranza da una irrecuperabile posizione di debolezza. Era un po' una paraculata, diciamoci la verità . Se avesse scritto durante il secolo precedente col cazzo che avrebbe predicato la tolleranza.