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Secondo i vigili non c'è disturbo alla quiete pubblica Musica bassa e esercizi per la mente e il corpo
PRATO. La più abile è Lin Aihe, pronta a sfoderare le sue tattiche di tai chi, tanto da guadagnarsi l'appellativo di "guerriera". è sempre lei a spiegare col sorriso sulle labbra ai suoi connazionali che lì, nei giardini "della discordia" di via Colombo, non bisogna tenere alto il volume della musica alta, né sporcare o intralciare con la bicicletta. E gli altri sembrano darle retta, tanto che venerdì mattina, in questo polmone verde nel cuore di Chinatown trasformato spontaneamente in una palestra a cielo aperto, una pattuglia di polizia municipale ha dovuto accertare che «tutto era sotto controllo e non c'era disturbo alla quiete pubblica». Eppure il consigliere comunale di An Giancarlo Auzzi insiste e chiede alla giunta un provvedimento che limiti l'ingresso dei cinesi nei giardini pubblici. Sarà interessante vedere se e come ci riuscirà .
Intanto Lidia, come si fa chiamare in italiano Aihe, non si accorge nemmeno dei vigili. Tuta da ginnastica e asciugamano al collo, la signora è intenta a meditare in questa disciplina di arti marziali che cura dolori e stress, ma che tanto infastidisce i residenti della zona per via della musica di prima mattina.
«è vero, in estate cominciamo alle 8 - ammette Lidia Lin - ma da settembre quando riaprono le scuole ci incontriamo verso le 9. Il disturbo della musica è solo un pretesto per fare polemica, perché teniamo il volume sempre basso. Qualche giorno fa una signora pratese ha persino minacciato di picchiarmi. Ci boicottano in tutti i modi, con parolacce e secchiate d'acqua».
Chi difende a spada tratta Lidia è Elisa Bianco, da un mese a questa parte frequentatrice assidua dei giardini. Le sue vacanze agostane, questa signora 56enne che abita in via Ciliani, le ha trascorse qui, andando d'amore e d'accordo con i cinesi che l'hanno conquistata con il tai chi. «Mi sento più sicura a fare questa attività nel parco, piuttosto che andare a correre sul lungobisenzio. Da quando vengo a fare ginnastica sono rinata: i dolori sono passati e in più mi sono arricchita scoprendo una nuova cultura. Se mi togliessero questo spazio all'aperto, non saprei dove andare».
Mentre Elisa spiega questa versione ai vigili, fa capolino Mario in bicicletta, accompagnato da una vecchietta del quartiere. Si mette subito le mani ai capelli vedendo così tanti cinesi nel "suo" parco, a occhio e croce una cinquantina. Racconta: «La situazione va avanti da tre anni. Sembra che quest'estate i cinesi si siano triplicati. Si dice che molti abbiamo chiuso le ditte e non sappiano più cosa fare dalla mattina alla sera. Di fatto questi giardini sono diventati un vero accampamento». E il vero problema, secondo l'anziana che lo segue, è che «di cinesi ce ne sono troppi».
Ma vai a dire a un cinese che non può fare sport all'aria aperta. «Non è una specificità solo pratese. In tutte le metropoli del mondo i cinesi si riuniscono spontaneamente nei parchi per fare attività sportiva. Si vuole vietare solo a Prato?», osserva Matteo Ye, presidente dell'associazione Prato-Cina che, al corrente delle ultime polemiche, è venuto a dare un'occhiata. Qui ritrova la zia Xie Xian, fisico esile da vera ballerina. Con i suoi numeri di danza col ventaglio, la signora stupisce tutti i presenti, italiani e cinesi. La applaude anche Franco, l'ex ortolano di via del Pesce ormai andato in pensione. Lui sì che la pensa diversamente dalla maggior parte dei residenti della zona. «I cinesi che vengono qui appartengono a una fascia sociale media. Sono per lo più medici e insegnanti. Un giorno di questi mi presenterò con un vassoio di paste fresche per fare colazione con loro».
Se a Franco i cinesi insegnano il tai chi, lui si diverte a prendere sotto la sua ala qualche donzella dagli occhi a mandorla in un inedito valzer multietnico. Al gruppo si avvicina infine Sergio, abitante in via Borgioli. Del suo quartiere sa molto. «A montare la polemica sui giardini è stato il consigliere Auzzi, che ha istigato tanti residenti. Vorrebbe mettere una soglia limite per gli ingressi: neanche ai tempi del fascismo. è sempre lui a venire qui e inveire contro i cinesi, affermando che il parco deve tornare ai pratesi. Ma se vanno via loro, questo spazio sarà destinato al degrado e allo spaccio».
Altro oggetto di contestazione è la musica di notte. «Qui la sera si balla - spiega Claudio, un ragazzo pratese che transita spesso da queste parti - ma alle 10 si ferma tutto e i cinesi tornano a casa».
Maria Lardara
Fonte: "Il Tirreno" Edizioni Prato
allora apsetto cinesissimo anche questo
la sera si balla nei parchi o pure nelle paizzette dalgi incroci
e la mattina si fa thai chi.( qua spesso si inizia PRIMA DELLE 6..)
mi rendo conto che per un itlaiano sia una cosa strana, ma sinceramente io la vedo di una normalita' disarmanete e camminare in citta o in un parco deserto o peggio con gentaglia, mi mette trsitezz..
vedere persone anche non piu giovani (soprattutto non piu giovani) riunirsi in questi happening, mi mette allegria..
Ma mai fermarsi senno ti mettono in mezzo e non ti fanno piu andare via..
(per evitare le solite polemiche ho solo risportato la notizia contestualizzandola un po....ho evitato giudizi ad personam..)
E' la vecchia guardia e i suoi interventi sul darkside sono imprescindibili, affronta il lato oscuro del sesso estremo con l'approccio dostojeschiano dell'uomo che soffre, mitizza e somatizza.UN DEMONE
Now I lay me down to sleep,Pray the lord my soul to keep.And if I die before I wake pray the lord my soul to take.