Bidella pendolare da Napoli a Milano? I conti non tornano. E il lavoro «ad ogni costo» è contrario alle norme di sicurezza e alla Costituzione
18 GENNAIO 2023 - 20:53
di Giampiero Falasca
Se anche la giovane riuscisse a spendere 400 euro al mese per i treni – cosa dubbia – la scuola per cui lavora non potrebbe far finta di niente. L’analisi di Giampiero Falasca
La storia della bidella che fa la pendolare tutti i giorni da Napoli a Milano ha conquistato un grosso spazio sui giornali, sui siti d’informazione e sui social, generando due “fazioni” abbastanza contrapposte: una positiva, che al momento sembra nettamente prevalente, composta dalle persone che lodano lo spirito di sacrificio della ragazza campana, e una critica, che non ritiene giusto accettare un sacrificio di questo tipo. Da che parte stare? Proviamo a vedere la storia da due angolazioni finora poco esplorate: la credibilità del racconto e la regolarità di questa modalità di spostamento verso il luogo di lavoro.
I conti non tornano
La bidella pendolare sostiene di aver scelto di andare e tornare ogni giorno da Napoli a Milano con il Frecciarossa perché costerebbe meno dell’affitto di una stanza a Milano. Se cerchiamo un treno Frecciarossa per andare, giovedì 19 gennaio, da Napoli Centrale a Milano Centrale, troviamo un treno che parte alle 5.09 e arriva alle 9.24, alla modica cifra di 92.70 euro; per il tragitto contrario, da Milano a Napoli, c’è un treno che parte alle 18.00 e arriva alle 22.33 che costa la stessa somma (92.70 euro). In una sola giornata, la spesa è di 185,40 euro. È vero che Trenitalia (ma anche il suo concorrente Italo) ha diverse offerte che consentono di abbattere il costo dei biglietti, ma possiamo escludere che siano sufficienti, per 24-25 giorni lavorativi, i 400 euro di spesa dichiarati dalla protagonista della storia. Anche perché l’acquisto di biglietti scontati richiede una programmazione molto anticipata dei viaggi e una grossa spesa anticipata, elemento che non sembra tanto coerente con la necessità dichiarata di far fronte al caro vita. Un altro grosso buco nella narrativa riguarda la comparazione con il costo degli affitti: è certamente vero che una stanza singola a Milano ha raggiunto costi stellari, ma il fenomeno ha dimensioni ben diverse spostandosi di pochi chilometri fuori dalla città.
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