Non è che io voglia inflazionare il topic, ma se nessuno ci scrive lo faccio io.
Allora, stasera ho rotto un tabù alimentare.
Bisogna sapere che, per oscurissimi motivi genetici tutti da indagare,
come mia sorella, ho ereditato dalla nonna serie difficoltà a mangiare il pesce.
Qualsiasi pesce tranne il tonno, che notoriamente non è un pesce, ma è carne di magro
che vive a tranci in scatole di varie dimensioni, e si divide
tra la sottospecie che abita nell'acqua salata e quella che abita nell'olio di oliva.
Si può facilmente immaginare l'incubo che creano le cene sociali, aziendali, di matrimonio,
in cui gli organizzatori credono di fare i fighi costruendo un intero menù focalizzato sul pesce.
Se ci pensate, è solo una forma astrusa di follia intellettualoide.
Come se qualcuno infliggesse agli altri un pasto costituito interamente di frutta,
oppure uccellagione, o farina di cereali, cominciando dagli antipasti sino a finire con il dolce.
Pura follia; socialmente accettata, ma follia.
Siccome fra me e mia sorella sono io quello ragionevole, costruttivo e aperto per natura
(per dire, mi piacciono i molluschi e non ho pregiudizi contro i crostacei, specie se aragoste),
da grande ho imparato ad assuefarmi al pesce, fino a "godermi" l'esperienza.
Il segreto è studiare il sapore, immedesimarcisi,
essere pesce
e con ciò spegnere l'orrore che la mente conscia prova per questa forma estrema di non-Io
sfuggente, molliccia e vagamente putrida.
Quindi, il problema non è più un problema.
Salvo il fatto che passare ore e ore seduto a tavola meditando alla ricerca del
satori
non è esattamente la mia definizione di godimento gastronomico.
E' per questo che non ero mai arrivato all'atto estremo di sottopormi volontariamente all'esperienza,
cioè di cucinare io stesso del pesce.
Bon, stasera invece ho preso il toro per le corna (benché la metafora sia fuori luogo)
e mi son fatto del salmone al vapore.
Siccome non è andata male, ma credo di aver sbagliato una serie di cose,
vorrei chiedere lumi in merito a qualche gentile ittiofago di passaggio.
Premetto che ne avevo congelati tre tranci insieme e ne ho dovuto staccare uno a coltellate.
Ci arrivo anch'io che la prossima volta vanno congelati separatamente o preparati freschi.
Comunque, ho preparato una marinatura di olio, limone, sale, pepe rosa, aneto, timo, alloro e rosmarino tritati.
Tolta la buccia, o pelle che dir si voglia, ho rivoltolato il trancio nella marinatura
e ce l'ho lasciato un quarto d'ora a familiarizzare con il suo nuovo odore.
Poi, ho messo a bollire acqua, scorze di limone, altro alloro, altro rosmarino, altro pepe rosa.
Quando l'acqua ha cominciato a bollire, ho scolato il salmone dalla marinatura,
e l'ho messo nella vaporiera sopra l'acqua bollente.
Dieci minuti o giù di lì, impiattamento e aggiunta della marinatura come condimento.
N.B.: L'immagine è a titolo puramente esemplificativo.
Domanda: l'animale aveva le spine; andavano tolte prima?
La ricetta dice di sì, ma io non mi ero mica accorto che ci fossero.
E se sondo il trancio per disossarlo, non mi si rompe tutto?
Altra domanda: a naso, tutta quella profusione di odori era gradevole, ma un po' eccessiva.
Come si fa a ridurre l'impatto? Basta ridurre le dosi di erbette varie?
E' davvero il caso di profumare anche l'acqua?
E' meglio tritarle più fini, così si mangiano senza fastidio, o più rozze, così si levano?
Domanda stupida: come si fa a sapere quando è cotto? Si dirà: assaggia, e senti se ti piace.
Ma se assaggio una cosa che non ho mai mangiato prima e che mangio in spirito di comunione con l'Alterità,
affidarsi al gusto è più facile a dirsi che a farsi.
Per la cronaca, il contorno erano bastoncini di sedano, carote, patate e zucchine passati in padella,
serviti su un letto di riso in bianco. Qualche errorino di troppo:
- troppo sedano
- imperfetta differenziazione dei tempi di cottura (prima carote e sedano, poi patate, infine zucchine):
le zucchine sono arrivate troppo tardi
- riso completamente privo di sale
Ad ogni modo, esperienza positiva, per una prima volta.
