a quale ti riferisci?CanellaBruneri ha scritto:Cazzo, tutti dei novelli Adlai Stevenson!
[O.T.] The next U.S.A. President
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- norrin2007
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"Nessun uomo è mai tanto grande come quando è in ginocchio davanti a Dio." (B. Pascal)
"Vi è una sola cosa peggiore dell'ingiustizia: la giustizia senza la spada in mano. Quando il diritto non è la forza è male." (O. Wilde)
"io so' 'n gueriero che sta riposanno dopo che ha rivortato mezzo monno. ma ormai c'ho er doppio petto e la cravatta, 'ndo voi che vada..." (F. Califano)
"sta diventando morale tutto ciò che ci conviene. praticamente, un affare." G. Gaber
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Obama pubblica i memo sugli interrogatori dei terroristi. Ma gli agenti Cia non saranno perseguiti
Ci ha pensato e ripensato per un mese, rivela uno degli uomini più ascoltati alla Casa Bianca, David Axelrod. Ma alla fine il presidente americano Barack Obama ha deciso di compiere un altro strappo con l'ammninistrazione Bush, rendendo pubblici alcuni documenti scottanti, che risalgono al 2002, sugli interrogatori dei sospetti terroristi di al Qaida.
Sono, dice il Washington Post, la base legale che l'amministrazione di
Bush utilizzó per giustificare l'adozione di tecniche di interrogatorio spregiudicate, al limite della tortura. I memorandum - quattro dal 2002 al 2005 - descrivono una serie di tecniche di interrogatorio aggressive e tuttavia all'epoca autorizzate che vanno dall'annegamento simulato alla privazione del sonno e all'esposizione al freddo o al caldo eccessivo.
Obama ha motivato la diffusione dei documenti con la necessità di aiutare l'America "ad affrontare un capitolo buio e doloroso" della sua storia. Contestualmente, il dipartimento di Giustizia Usa ha rassicurato i funzionari della Cia: gli agenti di intelligence non saranno infatti accusati dal governo per le tecniche di interrogatorio utilizzate in passato, incluso il waterboarding.
"Sarebbe ingiusto accusare uomini e donne dediti a proteggere l'America per una condotta che è stata autorizzata dallo stesso dipartimento della Giustizia", ha detto il ministro della Giustizia Usa Eric H. Holder, stando a quanto risulta da un
comunicato.
Le nuove rivelazioni, sostanzialmente una conferma di quanto era già emerso nei mesi scorsi, coincidono con la pubblicazione di una inchiesta del New York Times dedicato altri casi di abusi della National Security Agency (Nsa), l'agenzia Usa di controspionaggio, nei confronti di cittadini americani negli Usa e all'estero intercettati senza mandato della magistratura negli ultimi mesi dell'amministrazione Bush.
Secondo il quotidiano, la Nsa ha intercettato comunicazioni private tra americani su una scala che andava oltre gli ampi limiti autorizzati l'anno scorso dal Congresso. Tra i bersagli del 'grande orecchio' dell'agenzia ci sarebbe stato addirittura un parlamentare del Congresso.

Ci ha pensato e ripensato per un mese, rivela uno degli uomini più ascoltati alla Casa Bianca, David Axelrod. Ma alla fine il presidente americano Barack Obama ha deciso di compiere un altro strappo con l'ammninistrazione Bush, rendendo pubblici alcuni documenti scottanti, che risalgono al 2002, sugli interrogatori dei sospetti terroristi di al Qaida.
Sono, dice il Washington Post, la base legale che l'amministrazione di
Bush utilizzó per giustificare l'adozione di tecniche di interrogatorio spregiudicate, al limite della tortura. I memorandum - quattro dal 2002 al 2005 - descrivono una serie di tecniche di interrogatorio aggressive e tuttavia all'epoca autorizzate che vanno dall'annegamento simulato alla privazione del sonno e all'esposizione al freddo o al caldo eccessivo.
Obama ha motivato la diffusione dei documenti con la necessità di aiutare l'America "ad affrontare un capitolo buio e doloroso" della sua storia. Contestualmente, il dipartimento di Giustizia Usa ha rassicurato i funzionari della Cia: gli agenti di intelligence non saranno infatti accusati dal governo per le tecniche di interrogatorio utilizzate in passato, incluso il waterboarding.
"Sarebbe ingiusto accusare uomini e donne dediti a proteggere l'America per una condotta che è stata autorizzata dallo stesso dipartimento della Giustizia", ha detto il ministro della Giustizia Usa Eric H. Holder, stando a quanto risulta da un
comunicato.
Le nuove rivelazioni, sostanzialmente una conferma di quanto era già emerso nei mesi scorsi, coincidono con la pubblicazione di una inchiesta del New York Times dedicato altri casi di abusi della National Security Agency (Nsa), l'agenzia Usa di controspionaggio, nei confronti di cittadini americani negli Usa e all'estero intercettati senza mandato della magistratura negli ultimi mesi dell'amministrazione Bush.
Secondo il quotidiano, la Nsa ha intercettato comunicazioni private tra americani su una scala che andava oltre gli ampi limiti autorizzati l'anno scorso dal Congresso. Tra i bersagli del 'grande orecchio' dell'agenzia ci sarebbe stato addirittura un parlamentare del Congresso.

- GaiusBaltar
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Sto negro mi ha pure nominato una Kennedy ad un ruolo di rilievo.................mo stai a vedere che al congresso delle nazioni del continente Americano stringe la mano a Raoul Castro, se lo fa lui rimane nigga ma i veterani della Cia diventano verdi dalla rabbia......altro che mano da stringere, a Castro bisogna mandare questo messaggio:


"Nel torbido si pesca meglio" Il Direttorino
"La cattiveria dei buoni è pericolosissima" G. Andreotti
http://www.youtube.com/watch?v=KLaTmro5MfE
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- norrin2007
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veramente, la mano a raoul il nigga gliel'ha già tesa, ma il barbone (nel senso di uomo dalla folta barba, beninteso...) l'ha usata come portacenere del suo "romeo y julieta"...GaiusBaltar ha scritto:Sto negro mi ha pure nominato una Kennedy ad un ruolo di rilievo.................mo stai a vedere che al congresso delle nazioni del continente Americano stringe la mano a Raoul Castro, se lo fa lui rimane nigga ma i veterani della Cia diventano verdi dalla rabbia......altro che mano da stringere, a Castro bisogna mandare questo messaggio:

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Ridate l'Hilton Avana alla Hilton! E poi anche le altre proprietà sequestrate, pure quelle delle famiglie mafiose yankees, cosi se ne tornano a Cuba e l'Fbi se li toglie dalle palle..........


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mai visti tanti microfoni attorno ad una scimmia.
p.s. comunque secondo me nella dispensa ha salame e mortadella.
"L'ho imparato molto tempo fa, non combattere mai con un maiale! Tu ti sporchi, e inoltre, al maiale piace". G. B. Shaw
- GaiusBaltar
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OBBAMA è bbono come Uolter e gli ha detto"famo pace?mannaggia al diavoletto che ci ha fatto litigà "
Vertice delle Americhe, storica stretta di mano Obama-Chavez
Fuori programma al vertice dei Paesi americani a Trinidad e Tobago. Barack Obama e il presidente venezuelano Hugo Chavez, noto per la sua ostilità contro gli Stati Uniti, si sono stretti la mano. La foto del saluto tra i due capi di Stato è stato diffusa dalla presidenza del Venezuela, che ha definito «storico» tale momento.
Nell'immagine, Obama e Chavez appaiono sorridenti. «Voglio essere tuo amico», ha detto Chavez, secondo quanto riferito da Caracas. La presidenza venezuelana ha inoltre precisato che è stato Obama ad «avvicinarsi» a Chavez per salutarlo. «Con questa stessa mano otto anni fa ho salutato Bush», ha spiegato Chavez a Obama riferendosi al predecessore dell'attuale presidente americano.

Vertice delle Americhe, storica stretta di mano Obama-Chavez
Fuori programma al vertice dei Paesi americani a Trinidad e Tobago. Barack Obama e il presidente venezuelano Hugo Chavez, noto per la sua ostilità contro gli Stati Uniti, si sono stretti la mano. La foto del saluto tra i due capi di Stato è stato diffusa dalla presidenza del Venezuela, che ha definito «storico» tale momento.
Nell'immagine, Obama e Chavez appaiono sorridenti. «Voglio essere tuo amico», ha detto Chavez, secondo quanto riferito da Caracas. La presidenza venezuelana ha inoltre precisato che è stato Obama ad «avvicinarsi» a Chavez per salutarlo. «Con questa stessa mano otto anni fa ho salutato Bush», ha spiegato Chavez a Obama riferendosi al predecessore dell'attuale presidente americano.

MEGLIO LICANTROPI CHE FILANTROPI
Baalkaan hai la machina targata Sassari?
VE LA MERITATE GEGGIA
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[size=18:b6cbb6b1d7][b:b6cbb6b1d7]La limousine di Obama: lusso, sicurezza e anche un missile[/b:b6cbb6b1d7][/size:b6cbb6b1d7]
A vederla da fuori è una splendida limousine, di quelle che solo un presidente degli Stati Uniti potrebbe permettersi. Ma la superlimousine di Barack Obama , usata anche nel corso dell'ultimo vertice delle Americhe recentemente conclusosi a Trinidad e Tobago, fa del lusso una sorta di specchietto delle allodole. Perché al di là dell'esclusività delle proporzioni e degli interni la sua anima è molto più aggressiva di quello che esteriormente si veda. Una vera e propria macchina da guerra che le è valsa indistintamente il soprannome tra gli addetti ai lavori di "bestia" e "felino" . Nera nella carrozzeria in acciaio, alluminio e titanio, dai vetri oscurati, la limousine del presidente sembra uscita da un racconto di fantascienza. E' infatti blindata, a prova di proiettili ma anche di attacchi chimici con in dotazione perfino un piccolo missile in caso di situazioni estreme. Questo stando a quanto è stato comunicato, il che fa supporre, dicono gli esperti di intelligence, che la limousine presidenziale sia dotata di chissà quante altre diavolerie che per motivi di sicurezza chiaramente non possono essere rivelate. Tra le altre informazioni che sono state rese note, invece, quella sul serbatoio di benzina, protetto a qualsiasi tipo di esplosione e sulle ruote i cui pneumatici sono ricoperti di un'armatura d'acciaio e di una protezione antiproiettile. Questa supertecnologica limousine è anche in grado di sparare gas lacrimogeni e ha una telecamera da usare solo per potenziare la visuale notturna. E' costantemente in contatto con l'unità medica della Casa Bianca ma per le prime emergenze gode di una certa autonomia. Possiede, infatti, tank di ossigeno e sacche contenenti sangue dello stesso tipo di Obama per trasfusioni in caso di incidenti. Insomma, di fronte a tanto ingegno tecnologico e attenzione alla sicurezza ci si chiede solo se il Presidente trovi anche il tempo di rilassarsi durante i suoi spostamenti.
[img:b6cbb6b1d7]http://i40.tinypic.com/zk0tba.jpg[/img:b6cbb6b1d7]
A vederla da fuori è una splendida limousine, di quelle che solo un presidente degli Stati Uniti potrebbe permettersi. Ma la superlimousine di Barack Obama , usata anche nel corso dell'ultimo vertice delle Americhe recentemente conclusosi a Trinidad e Tobago, fa del lusso una sorta di specchietto delle allodole. Perché al di là dell'esclusività delle proporzioni e degli interni la sua anima è molto più aggressiva di quello che esteriormente si veda. Una vera e propria macchina da guerra che le è valsa indistintamente il soprannome tra gli addetti ai lavori di "bestia" e "felino" . Nera nella carrozzeria in acciaio, alluminio e titanio, dai vetri oscurati, la limousine del presidente sembra uscita da un racconto di fantascienza. E' infatti blindata, a prova di proiettili ma anche di attacchi chimici con in dotazione perfino un piccolo missile in caso di situazioni estreme. Questo stando a quanto è stato comunicato, il che fa supporre, dicono gli esperti di intelligence, che la limousine presidenziale sia dotata di chissà quante altre diavolerie che per motivi di sicurezza chiaramente non possono essere rivelate. Tra le altre informazioni che sono state rese note, invece, quella sul serbatoio di benzina, protetto a qualsiasi tipo di esplosione e sulle ruote i cui pneumatici sono ricoperti di un'armatura d'acciaio e di una protezione antiproiettile. Questa supertecnologica limousine è anche in grado di sparare gas lacrimogeni e ha una telecamera da usare solo per potenziare la visuale notturna. E' costantemente in contatto con l'unità medica della Casa Bianca ma per le prime emergenze gode di una certa autonomia. Possiede, infatti, tank di ossigeno e sacche contenenti sangue dello stesso tipo di Obama per trasfusioni in caso di incidenti. Insomma, di fronte a tanto ingegno tecnologico e attenzione alla sicurezza ci si chiede solo se il Presidente trovi anche il tempo di rilassarsi durante i suoi spostamenti.
[img:b6cbb6b1d7]http://i40.tinypic.com/zk0tba.jpg[/img:b6cbb6b1d7]
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George Hussein Obush
Pare che l'elezione di Barack Obama non abbia cambiato nulla agli occhi di al Quaeda 11tqy52.jpge del suo intellettuale di riferimento, il fanatico egiziano al Zawahiri che ci ha graziosamente fornito un'altra registrazione con il suo pensiero. Meno male. Tutti coloro che sostengono che Obama sia soltanto una versione appena un po' meno sgrammaticata e meno pallida di Giorgino e con lui non sia cambiato niente, potranno tirare un respiro di sollievo. Anche al Qaeda convalida e condivide la loro opinione. Sono soddisfazioni.

Pare che l'elezione di Barack Obama non abbia cambiato nulla agli occhi di al Quaeda 11tqy52.jpge del suo intellettuale di riferimento, il fanatico egiziano al Zawahiri che ci ha graziosamente fornito un'altra registrazione con il suo pensiero. Meno male. Tutti coloro che sostengono che Obama sia soltanto una versione appena un po' meno sgrammaticata e meno pallida di Giorgino e con lui non sia cambiato niente, potranno tirare un respiro di sollievo. Anche al Qaeda convalida e condivide la loro opinione. Sono soddisfazioni.

- GaiusBaltar
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Mi pare che un famoso quotidiano Usa, non ricordo quale, abbia giudicato i primi 100 giorni di Obama mia "deludenti", ora che lui fosse un bel spot televisino noi poveri tapini anti nigga anti democrat ci eravamo già arrivati da tempo, consola, puramente sul piano del confronto giornalistico tra Usa e italietta, che a distanza di tempo ci siano arrivati pure loro. Meglio tardi che mai.
"Nel torbido si pesca meglio" Il Direttorino
"La cattiveria dei buoni è pericolosissima" G. Andreotti
http://www.youtube.com/watch?v=KLaTmro5MfE
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OBBAMA iraniano
Lo slogan elettorale di Ahmadinejad:
«Yes We Can» tradotto in lingua farsi
Il presidente iraniano usa la frase simbolo del suo rivale. Ma c'è chi dice che Barack si sia ispirato proprio a lui
Nella versione americana, c'erano l'attrice Scarlett Johansson, sexy, sognante, il cantante Will.I.Am, serio, e decine di celebrità che ripetevano lo slogan della campagna elettorale di Barack Obama: «Yes, We Can», «Sì, possiamo». Nella versione iraniana, c'è il presidente Mahmoud Ahmadinejad con l'eterna giacchetta a vento beige sulla camicia bianca. Sotto la barba di cinque giorni, segno di devozione, si intravede un mezzo sorriso, mentre indica sulla lavagna una frase scritta in farsi col gessetto: «Ma Mitavanim», «Possiamo». L'anno scorso, il discorso di Obama dopo le primarie in New Hampshire (Hillary vinse a sorpresa, ma lui promise «Noi possiamo, è il credo scritto nei documenti dei fondatori... Noi possiamo, è il sospiro degli schiavi e degli abolizionisti...») ispiró un video spontaneo, popolarissimo su internet, vincitore di un Emmy. Adesso ci prova il presidente iraniano, in vista del voto del 12 giugno, che spera lo riconfermi per un secondo mandato.
Punta sullo stesso slogan di Obama e sullo status di ex professore universitario (lo è stato prima di diventare sindaco di Teheran). Ahmadinejad copia Obama? Così sostiene il Guardian, affermando che se l'Iran ha accolto con scetticismo l'offerta di amicizia del presidente Usa, i due leader si ritrovano almeno d'accordo sugli slogan. E l'iraniano non sarebbe il primo. L'anno scorso Veltroni adottó «Si puó fare» come motto per il PD e il neopremier israeliano Bibi Netanyahu chiese ai suoi guru una campagna «stile Obama». Ma in realtà Ahmadinejad è un comunicatore sottovalutato. Nel 2005, quando fu eletto presidente, due video erano stati mandati in onda senza sosta in tv. Lo mostravano tra i poveri. Lo slogan: «E' fattibile, e possiamo farlo.

Lo slogan elettorale di Ahmadinejad:
«Yes We Can» tradotto in lingua farsi
Il presidente iraniano usa la frase simbolo del suo rivale. Ma c'è chi dice che Barack si sia ispirato proprio a lui
Nella versione americana, c'erano l'attrice Scarlett Johansson, sexy, sognante, il cantante Will.I.Am, serio, e decine di celebrità che ripetevano lo slogan della campagna elettorale di Barack Obama: «Yes, We Can», «Sì, possiamo». Nella versione iraniana, c'è il presidente Mahmoud Ahmadinejad con l'eterna giacchetta a vento beige sulla camicia bianca. Sotto la barba di cinque giorni, segno di devozione, si intravede un mezzo sorriso, mentre indica sulla lavagna una frase scritta in farsi col gessetto: «Ma Mitavanim», «Possiamo». L'anno scorso, il discorso di Obama dopo le primarie in New Hampshire (Hillary vinse a sorpresa, ma lui promise «Noi possiamo, è il credo scritto nei documenti dei fondatori... Noi possiamo, è il sospiro degli schiavi e degli abolizionisti...») ispiró un video spontaneo, popolarissimo su internet, vincitore di un Emmy. Adesso ci prova il presidente iraniano, in vista del voto del 12 giugno, che spera lo riconfermi per un secondo mandato.
Punta sullo stesso slogan di Obama e sullo status di ex professore universitario (lo è stato prima di diventare sindaco di Teheran). Ahmadinejad copia Obama? Così sostiene il Guardian, affermando che se l'Iran ha accolto con scetticismo l'offerta di amicizia del presidente Usa, i due leader si ritrovano almeno d'accordo sugli slogan. E l'iraniano non sarebbe il primo. L'anno scorso Veltroni adottó «Si puó fare» come motto per il PD e il neopremier israeliano Bibi Netanyahu chiese ai suoi guru una campagna «stile Obama». Ma in realtà Ahmadinejad è un comunicatore sottovalutato. Nel 2005, quando fu eletto presidente, due video erano stati mandati in onda senza sosta in tv. Lo mostravano tra i poveri. Lo slogan: «E' fattibile, e possiamo farlo.

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