[O.T.] Devo entrare in analisi?

Scatta il fluido erotico...

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sawyer
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#316 Messaggio da sawyer »

sawyer ha scritto:ho pensato potesse riallacciarsi al topic questo fenomeno descritto nell'articolo....

http://www.corriere.it/cronache/09_febb ... aabc.shtml
pardon..... non vidi...
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WARDOG
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#317 Messaggio da WARDOG »

WARDOG, se tu fossi stato il mio sergente ti avrei seguito dappertutto, sicuro di uscirne vivo...!!!
Cazzo il mio post voleva essere umoristico..

Sono fermamente convinto che la depressione sia in gran parte innata.

Noi ci costruiamo la nostra realta',la interpretiamo con i nostri occhi e la nostra mente.

Un paradiso di uno e' l'inferno di un altro.

Detto questo, il depresso, essenzialmente tende a non avere il senso della speranza, cioè progressivamente lo perde, fino a vegetare in uno stato dove s'aggira pensoso e torvo in mezzo a una nebbia che lui stesso ha creato.

Quale puo' essere la soluzione?

Ma cazzo, si riprova a tirare i dadi, perbacco!

Questa vita non e' che uno degli innumerevoli passaggi casuali di stato, se questo non va bene, si distrugge il tramite per cui si sperimenta questo piano (il corpo) e si prova a vedere cazzo c'è di diverso.

Tanto, visto che la speranza non esiste, cazz c'è da perdere?

E invece NO..Perche' il depresso c'ha pure PAURA..

Quindi alla fin fine, il depresso si isola sempre di piu', causando casini di solito..

E tutto per cosa? PER LA VITA?

Ma mi facci il piacere vah..

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norrin2007
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#318 Messaggio da norrin2007 »

...io non ho la vita di briatore, o di beckham, o di tom cruise, o di chi cazzo volete... ho avuto/ho/avró problemi/ansie/preoccupazioni, ma... nonostante tutto a me la vita piace da morire (scusate l'involontario gioco di parole...)!
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Helmut
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#319 Messaggio da Helmut »

Drogato_ di_porno ha scritto: "Lo stretto rapporto con la madre. Proprio il suo essere iperprotettiva, spesso entrambi i genitori lo sono, puó rendere il figlio narcisista e fragile. E alla prima difficoltà  si ritira" (questo sono io sputato)
Avresti dovuto avere la mia.
Rigida protestante, anaffettiva, distaccata. Mi chiedeva 10 quando potevo dare al massimo 7. :blankstare:
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Drogato_ di_porno
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#320 Messaggio da Drogato_ di_porno »

norrin2007 ha scritto:ma non credi che la capacità  di autoanalisi sia già  un buon punto di inizio?
grazie ma non credo nell' autoanalisi. mi psicanalizzo da quando avevo 14 anni e credo di aver individuato da tempo i miei problemi: mancanza di autostima, timidezza, paranoia, narcisismo fragile (ho avuto la mamma iper-protettiva). nel mio caso è proprio lo scarto tra il desiderato e il reale, nel senso che ho un ideale di me stesso perfetto e umanamente irraggiungibile, perció sono condannato ad essere eternamente insoddisfatto. mi sono accorto che non me ne frega un cazzo di piacere agli altri, ma solo a me. poi c' è tutto il discorso sulla paranoia che non sto a spiegare.

Il problema è che la consapevolezza intellettuale non basta, ad essere reali non sono i fatti, perchè l' unica vera conoscenza è quella umorale, emotiva e percettiva. Io posso capire questo o quello ma sono frasi vuote, spazzate via dal primo irresistibile attacco di schizofrenia paranoide. Ritengo che la razionalità  non abbia alcun potere sull' emotività .

se puó farti piacere ho molto apprezzato questa tua frase:
Io ho imparato che la vita ti dà  quello che ti toglie (e viceversa), prima o poi. E tutto va a posto come per incanto. Basta solo essere pronti ad accorgersene..
"Non devo essere io ad insegnarvi che avete nemici ed in gran numero, che non sanno perché lo siano, ma che come cani bastardi di villaggio, si mettono ad abbaiare quando i loro simili lo fanno" (Shakespeare, Enrico VIII)

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#321 Messaggio da norrin2007 »

Drogato_ di_porno ha scritto:
norrin2007 ha scritto:ma non credi che la capacità  di autoanalisi sia già  un buon punto di inizio?
grazie ma non credo nell' autoanalisi. mi psicanalizzo da quando avevo 14 anni e credo di aver individuato da tempo i miei problemi: mancanza di autostima, timidezza, paranoia, narcisismo fragile (ho avuto la mamma iper-protettiva). nel mio caso è proprio lo scarto tra il desiderato e il reale, nel senso che ho un ideale di me stesso perfetto e umanamente irraggiungibile, perció sono condannato ad essere eternamente insoddisfatto. mi sono accorto che non me ne frega un cazzo di piacere agli altri, ma solo a me. poi c' è tutto il discorso sulla paranoia che non sto a spiegare.

Il problema è che la consapevolezza intellettuale non basta, ad essere reali non sono i fatti, perchè l' unica vera conoscenza è quella umorale, emotiva e percettiva. Io posso capire questo o quello ma sono frasi vuote, spazzate via dal primo irresistibile attacco di schizofrenia paranoide. Ritengo che la razionalità  non abbia alcun potere sull' emotività .

se puó farti piacere ho molto apprezzato questa tua frase:
Io ho imparato che la vita ti dà  quello che ti toglie (e viceversa), prima o poi. E tutto va a posto come per incanto. Basta solo essere pronti ad accorgersene..
ti conosco meno di niente (anche se mi ricordi tantissimo un mio amico che adoro), perció potrei sbagliare, ma non posso capire la "mancanza di autostima" in una testa come la tua (prendilo come un complimento!). ed il fatto che tu abbia coscienza precisa dei tuoi problemi lo conferma. perció... non è che ti piace crogiolarti nel ruolo dell'incompreso?
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Drogato_ di_porno
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#322 Messaggio da Drogato_ di_porno »

norrin2007 ha scritto: non è che ti piace crogiolarti nel ruolo dell'incompreso?
chissà , forse un modo come un altro per distinguersi. nel mio caso probabilmente no, l' autocommiserazione non mi portava all' orgasmo

incolpiamo sempre di tutto le mamme, ma potrebbe essere stata colpa della pubblicità  o di helmut o di balkan
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Helmut
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#323 Messaggio da Helmut »

Drogato_ di_porno ha scritto: ma potrebbe essere stata colpa della pubblicità  o di helmut o di balkan
Questa me la puoi spiegare...??? :roll:
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Drogato_ di_porno
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#324 Messaggio da Drogato_ di_porno »

da piccolo ero andato al cinema a vedere un film con lino banfi. vicino a me c' era un tipo inquietante che faceva schiamazzi...ebbi paura.
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#325 Messaggio da Antonchik »

Drogato_ di_porno ha scritto:
norrin2007 ha scritto:ma non credi che la capacità  di autoanalisi sia già  un buon punto di inizio?
grazie ma non credo nell' autoanalisi. mi psicanalizzo da quando avevo 14 anni e credo di aver individuato da tempo i miei problemi: mancanza di autostima, timidezza, paranoia, narcisismo fragile (ho avuto la mamma iper-protettiva). nel mio caso è proprio lo scarto tra il desiderato e il reale, nel senso che ho un ideale di me stesso perfetto e umanamente irraggiungibile, perció sono condannato ad essere eternamente insoddisfatto. mi sono accorto che non me ne frega un cazzo di piacere agli altri, ma solo a me. poi c' è tutto il discorso sulla paranoia che non sto a spiegare.

Il problema è che la consapevolezza intellettuale non basta, ad essere reali non sono i fatti, perchè l' unica vera conoscenza è quella umorale, emotiva e percettiva. Io posso capire questo o quello ma sono frasi vuote, spazzate via dal primo irresistibile attacco di schizofrenia paranoide. Ritengo che la razionalità  non abbia alcun potere sull' emotività .

se puó farti piacere ho molto apprezzato questa tua frase:
Io ho imparato che la vita ti dà  quello che ti toglie (e viceversa), prima o poi. E tutto va a posto come per incanto. Basta solo essere pronti ad accorgersene..

Drugat non sai quanto mi rispecchio nelle tue parole, nella tua situazione, e se vogliamo nella tua storia.

Anche io ritengo la base della mia formazione il periodo tra gli 11 ed i 14, in parole povere le scuole medie.

Insomma là  si costruisce tutta la stima di sè, e si impara a non avere paura del mondo. Potrei scrivere pagine e pagine (ma meglio lasciar stare, è roba facilmente intuibile e sono convinto che tu mi capisci al volo) sulle cause che poi portano ad isolarsi e a chiudersi nel proprio mondo, sviluppando quel narcisismo e quella voglia individualista di soddisfare l'immagine di sè e di piacere in fondo soltanto a sè stessi, facendosi scudo talvolta della propria diversità . Beh quest'ultima cosa non è sempre sbagliata, considerando che a 12 anni per la mia diversità  ci piangevo...


Insomma aggiungi al disagio personale, quello culturale, che persone con una spiccata sensibilità  hanno la sfortuna e la fortun di percepire. Dio è morto da tempo e non c'è più quella speranza-certezza di una potenza che comunque vada ti dà  quello che ti manca, base dei monoteismi in quanto risposte alla difficoltà  della vita nei deserti mediorientali. Il deserto oggi è la nostra anima ma siamo troppo figli della tecnica per illuderci che ci sia qualcosa che "lavori per noi"...

Soffermiamoci un attimo su questa frase: "ho un ideale di me stesso perfetto e umanamente irraggiungibile, perció sono condannato ad essere eternamente insoddisfatto."

Se prima era la nevrosi il malessere della civiltà  occidentale, oggi è la depressione, per il fatto che prima si viveva in funzione delle regole e dei limiti, e la nevrosi originava dalla paura di infrangerli e dal senso di colpa per averli infranti. Oggi i limiti sono stati del tutto abbattuti, ci si chiede non più se possiamo fare una cosa, ma cosa dobbiamo fare per raggiungere quell'obbiettivo.

Siamo in un periodo di transizione tra i peggiori tralaltro, perchè non abbiamo ancora gli strumenti per raggiungere il livello di superumani.

Forse è nell'incertezza che dobbiamo consolarci, accettare che non esistono per ora punti di riferimento...

Cosa daremmo per scappare via da tutto e tutti, possibilmente anche da noi stessi?

L'eroe che dovremmo assumere come esempio per eccellenza secondo me è Ulisse. Non era assolutamente forte come Achille, o paragonabile ad altri eroi o antieroi meglio "inquadrati" nel proprio ruolo, ma aveva un'intelligenza spiccata che lo rendeva padrone del dualismo logico, quel dualismo logico che oggi ci rende impotenti e schizofrenici. Per ogni sensazione negativa, umorale come tu la definisci, ce n'è sempre una positiva, molto dipende dall'atteggiamento con il quale si affrontano le vicende genitrici di tali sensazioni. Ulisse se ne fregó di tutto e di tutti e seguì non la conoscenza o l'avventura, ma seguì sè stesso per 20 anni in un vortice di instabilità  e continuo cambiamento, impugnando la propria vita e dandole quella scossa che una voce interiore gli suggeriva di dargli.

Insomma bisognerebbe avere la forza di sperare con giovanile innocenza ed entusiasmo e non più di aspettare il verdetto finale, in quest'ottica cade anche il ragionamento sul fatto che la vita ti toglie tutto quello che ti dà . O meglio, la vita ti toglie tutto ma ció non ha senso, o meglio, viene messo tra parentesi perchè è il sogno, lo scopo a venire in primo piano, qualunque esso sia. Che sia persino la presa di coscienza di un'esistenza "ulissiana"...

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#326 Messaggio da balkan wolf »

imho si fa ancora confusione tra depressione esistenziale e depressione clinica

ohh che mondo di merda me infelice è una cosa

opps. è 1 mese che non esco di casa e non parlo con nessuno è un altra

servirebbe un intervento coi controcazzi del doc canella per fare chiarezza
“Quando il treno dei tuoi pensieri sferraglia verso il passato e le urla si fanno insopportabili, ricorda che c’è sempre la follia. La follia è l’uscita d’emergenza!”
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#327 Messaggio da Antonchik »

Personalmente mi riferisco a quella esistenziale
Guarda attentamente, poichè ciò che stai per vedere non è più ciò che hai appena visto.

Ho vissuto per molto tempo nell'oscurità perché mi accontentavo di suonare quello che ci si aspettava da me, senza cercare di aggiungerci qualcosa di mio.

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#328 Messaggio da Drogato_ di_porno »

bravo Anton, rotta verso Itaca. stasera di nuovo in palestra a puntare l' istruttrice che mi piace
"Non devo essere io ad insegnarvi che avete nemici ed in gran numero, che non sanno perché lo siano, ma che come cani bastardi di villaggio, si mettono ad abbaiare quando i loro simili lo fanno" (Shakespeare, Enrico VIII)

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#329 Messaggio da Helmut »

Antonchik ha scritto: Cosa daremmo per scappare via da tutto e tutti, possibilmente anche da noi stessi?
"Marinaio, arma la prora e salpa verso il mondo!"(cit.)

:-D
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#330 Messaggio da pan »

balkan wolf ha scritto:imho si fa ancora confusione tra depressione esistenziale e depressione clinica

ohh che mondo di merda me infelice è una cosa

opps. è 1 mese che non esco di casa e non parlo con nessuno è un altra

servirebbe un intervento coi controcazzi del doc canella per fare chiarezza
Provo velocemente a sostituirmi all'autorevole collega in questo momento impegnato.

I due casi esemplificati da bw( cui va un "bravissimo" in psichiatria, per la capacità  -più volte dimostrata- di saper cogliere l'essenza della sue fenomenologie) sono i poli delle due situazioni.

Effettivamente la depressione è stata la prima grande sindrome clinica di cui sono state individuate le basi molecolari in un'alterazione nel metabolismo cerebrale di certi neuromediatori che non mi dilungo a descrivere.

Nella sua forma tipica insorge senza un collegamento con avvenimenti esterni luttuosi, e comunque slegata da esperienze di "perdita". Un tempo veniva chiamata depressione endogena, proprio per significarne l'apparente inspiegabilità .

Al contrario, quelle che insorgono dopo un'esperienza di perdita(lutti, abbandoni, malattie fisiche, tracolli economici ecc.ecc.) venivano etichettate col termine "esogene" o "reattive" per indicare l'esistenza di un nesso di causalità  "comprensibile".

Tuttavia, come tutte le classificazioni, risentiva di uno schematismo più che altro didattico, essendo pressochè infinite le situazioni intermedie, proprio come nella scala dei grigi.

Infatti non tutti rispondono allo stesso modo al medesimo evento.

Anche in seguito alle nuove e vigenti classificazioni sono stati usati criteri convenzionali statistici quanto arbitrari.

Ad esempio la depressione che segue la perdita di una persona amata(per morte o abbandono) è considerata fino a determinati limiti fenomenologici e temporali "lutto non complicato", ma oltre questi diviene "lutto complicato" che prevede un intervento terapeutico decisamente più incisivo.

Facile rendersi conto di quanto tutti questi strumenti presuntamente oggettivi siano molto più idonei a eliminare l'ansia e l'incertezza dell'operatore, che a inquadrare realmente la condizione di un dato paziente, perchè in psichiatria, più che in ogni altra branca, esiste il malato e non la malattia.
Ultima modifica di pan il 12/02/2009, 9:40, modificato 2 volte in totale.

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