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[b:bd97c08067]Prostituzione, da sacra a immonda[/b:bd97c08067]
In tutta l'antichità e in ogni luogo è esistita la Ierodulia, o Prostituzione Sacra. Nei libri non se ne parla o se ne parla poco, perchè alla mentalità maschilista fa orrore.
Antiche sacerdotesse:
- Nei giorni di luna nera vestimmo a lutto e piangemmo la solitudine e il dolore degli uomini, lune nere di sofferenza, falci di morte, orfane della luce, antiche Parche. Poi l'astro risorgeva come un taglio di luce su una coltre scura e ogni notte cresceva come un ventre gravido.
Alla luna piena indossammo vesti di lino candido con cinture di lana rossa, e ci scatenammo nelle danze e negli accoppiamenti. Fummo prostitute eppure vergini, figlie, amanti e madri, sacerdotesse e menadi. Fummo agli uomini una porta per l'infinito. -
Un tempo c'erano le Sacre Ierodule, che si prostituivano nei templi della Grande Madre, rinnovando i cicli vitali del sesso e del lutto, dell'inizio e della fine. C'erano in tutto il Mediterraneo e in oriente. Creavano vita e gioia, e seppellivano i morti accompagnandoli nell'oltretomba nell'Ultimo Rito.
Ora le prostitute sono mignotte imbellettate, vittime d'una società che le relega ai confini e le disprezza, oggetti nelle mani di avidi sfruttatori e seviziatori, o rare volontarie convinte che l'unico bene sia il feticcio denaro, idolo mentale che ha sostituito l'anima.
Il denaro non ha nulla di male in sé e la mania della povertà come porta spirituale fa rivoltare lo stomaco.
La spiritualità non è contraria al denaro, è la prostituzione al denaro che è opposta all'evoluzione.
Il male non sta nella prostituzione del corpo, ma in quella dell'anima.
Se s'impegnano tutte l'energie a far denaro non ce ne sono per scoprirsi interiormente.
Se importa solo apparire non c'è posto per l'essere.
Il conflitto non è tra essere o avere, con buona pace di Herich Fromm che un po' moralista lo era, ma tra l'essere e il pensare di essere.
Le ierodule si prostituivano per la Dea nei templi, e la moneta d'argento per l'amplesso era donata al monastero. L'anima non era prostituita, né al denaro né ai maschi, per questo erano vergini.
I Cavalieri Templari avevano un motto: "Non nobis Domine, sed ad maiorem gloriam tuam." Calza alla ierodulia, non per l'ego, non per la protezione maschile, non per ricchezza, ma per svegliare la Dea che è nel profondo, aldilà dell'io. Cioè la donna vera, il vero femminile.
Nell'antica Babilonia non si poteva sposare se non prostituendosi almeno una volta. Questo toglieva l'orrido obbligo di mostrarsi vergini ai propri mariti, una costrizione che ha legato le donne per secoli, pena il disprezzo e l'emarginazione.
Gli uomini le rispettavano e giacevano con loro per una notte, facevano l'amore nel "tiaso" del tempio, nella zona sacra. Quando il sacerdozio finiva, in genere a 30 anni, le ierodule contraevano buoni matrimoni, perché la qualità di sacerdotesse le poneva in alto grado sociale.
Quanta allegria ci doveva essere negli antichi monasteri, i tiasi giocondi. In chiesa i fedeli s'annoiano a morte, a Messa fanno esercizio di pazienza, e all'Ostia si chiedono come sia possibile che un atto di cannibalismo rituale possa esaltare e far diventare buoni. Non per nulla è il Mistero della Messa.
Dove sono le Sacerdotesse che danzavano al chiaro di luna, che agitavano nastri propiziatori e li appendevano agli alberi sacri, che non s'inginocchiavano ai potenti della terra ma solo alla madre primigenia, la Terra stessa, le donne palustri del mistero infinito?
"Se non mi immergo non muoio, ma nemmeno vivo".
Questo era il motto delle ierodule.
Così a Nemi si immergevano ogni anno nel lago per tornare vergini, un miracolo? Si, ma solo dell'anima, quando ci si immerge nel profondo si se stessi. Andare nel profondo fa male perchè si entra nella sofferenza, ma libera dai condizionamenti. Il lago era la loro anima.
"Se non mi immergo non muoio, ma nemmeno vivo".
Perchè finchè si vive nella mente condizionata ci si sente immortali e con anima immortale, ma se si penetra nel profondo si scopre che siamo come la natura, moriamo con lei e la nostra energia ritrova forma ma il nostro io scompare per sempre.
Oggi le moderne sacerdotesse, le monache, sono tenute alla castità , e pregano nelle celle dei conventi e si confessano agli uomini, cui stirano le cotte a loro negate e le tovaglie degli altari da cui sono bandite.
Dispongono fiori nei templi che non potranno mai benedire, perché il Dio in croce è maschio e non vuole femmine, e la Trinità non è formata da un padre e una madre che fanno un figlio, ma da un maschio padre, da un figlio maschio e da uno spirito santo, maschio, che va a ingravidare un'ancella, per giunta umile, del signore Dio Padre.
Le laiche si inginocchiano al Papa che le considera inferiori ai maschi, che non ha mai speso una parola per liberarle, che non ha mai gridato alla sopraffazione maschile, che insiste sul loro valore di madri e che non tentino di sfuggirgli con l'aborto, che non si sognino d'avere una vita loro non dedicata al maschio e ai figli.
La dominazione sulla donna e l'esclusione dal fatto religioso sono tutt'uno.
L'abominio della sessualità e la sottomissione della donna sono tutt'uno.
La condanna per la sessualità libera della donna è la paura dell'uomo-bambino di essere tradito dalla madre con maschi-padri-più potenti di lui.
Da qui la ricerca delle tette grosse e le misurazioni del pene a chi ce l'ha più grande.
Non sopportando la libertà femminile il maschio resta eterno bambino.
Che sanno le donne, che in chiesa si velano il capo, delle loro ave che si scarmigliavano danzando al lato notturno delle dèe? Che sanno le devote, con la moneta per accendere la lampadina-simil-candela sotto l'immagine di St. Antonio, di quando agitavano le torce al chiaro di luna?... Di ciò, nei libri di scuola?.... Assolutamente nulla.
Quando il femminile era tramite fra cielo e terra l'umanità fu tutt'uno con la natura, con le belve, con gli alberi dei monti e i ruscelli delle valli. Gli uomini guardavano il volgere delle stagioni come segno della loro sorte, e godevano avidamente ogni istante di vita.
Noi invece sognamo il futuro, e la speranza ci sorregge, ma il futuro è solo personale, solo un sogno, finché capiamo che la vita è al termine e non abbiamo saputo darle un perché.
Viviamo nel passato o nel futuro, il presente ci sfugge.
Aspettiamo la risposta dall'esterno, dai preti, dai libri, dalla filosofia, dai cartomanti, e ci dimentichiamo di vivere. Di qui la faccia triste dei vecchi.
Un tempo le sacerdotesse ierodule avevano il Tiaso della ierodulia nel Trivio, sacro ad Ecate triforme, la luna trinitaria, oggi del trivio resta il "triviale", ciò che era sacro è diventato volgare.
Oppure si prostituivano nel Lupanare, sacro alla Dea Lupa, quella Dea che allattò Romolo e Remo declassata a mero animale.
Chiamare puttana o mignotta o baldracca una donna che si concede per soldi è un affronto a tutte le donne.
Chi si prostituisce non fa male a nessuno e ha il diritto ad essere rispettata come qualsiasi donna. Questo disprezzo e questa persecuzione l'hanno inventata gli uomini, per paura che le donne praticassero il sesso liberamente.
Il guaio è che anche le donne hanno assorbito questa mentalità , ecco il moralismo del secolo in cui siamo immersi e che scopriremo tra un secolo, quando guardando indietro ci troveremo assurdi e crudeli.
In quanto alla Dea Lupa, resta un materno animale spelacchiato che non aveva di meglio che allattare due gemelli litigiosi. Un giorno si sarebbero scannati per il trono di Roma, ma per il potere maschile è normale.
Dei Lupercali, ai Castelli Romani, rimane lo strano biscotto d'una donna a tre seni, misero ricordo della Grande Madre dalle infinite mammelle, la Luna piena dei Castelli Romani, quando Diana riempie la cornucopia del mondo.
Romolo e Remo si fecero allattare dalla Dea Lupa, Zeus dalla Dea Capra Amaltea, ma uomini o Dei che siano, si sono mai svezzati?
"Se non mi immergo non muoio, ma nemmeno vivo".
Prostituendosi le donne toglievano le illusioni dal maschio, smettevano di idealizzarlo, e conoscevano gli aspetti più gragili e anche un poì oscuri. Il che consentiva loro un rapporto paritario coi maschi.
Rapporto nemmeno oggi raggiunto, visto che ancora si condanna il sesso libero delle donne. Chi vuole farlo lo faccia, chi non vuole farlo taccia. Altrimenti c'è sotto invidia per la libertà o rivalità .
Se le donne fossero più donne i maschi sarebbero più virili, ma nell'animo non in un pezzo di carne. E forse scoprirebbero il loro femminile.
"Se non mi immergo non muoio, ma nemmeno vivo".
E la maggior parte degli umani pensano senza vivere.
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