[O.T.] Marco Travaglio

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faber
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#451 Messaggio da faber »

CianBellano ha scritto:Mapporca..

Lo abbiamo ricacciato nella sua zona scambisti, e voi che fate?? lo richiamate!!


:lol: :lol: :lol: chiedo scusa.....!!!

tiffany rayne
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#452 Messaggio da tiffany rayne »

dopo oltre 30 pagini si evince che Travaglio si ritrova tutti i difetti caratteriali di questo mondo

visto che quello che scrive non si puo' confutare si attacca la sua personalità 

gli manca solo l'accusa di essere ebreo e omosessuale, cosi per completare il ritratto....

Prof.Fontecedro
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#453 Messaggio da Prof.Fontecedro »

tiffany rayne ha scritto:dopo oltre 30 pagini si evince che Travaglio si ritrova tutti i difetti caratteriali di questo mondo

visto che quello che scrive non si puo' confutare si attacca la sua personalità 

gli manca solo l'accusa di essere ebreo e omosessuale, cosi per completare il ritratto....
Beh ma è risaputo che Travaglio è un finocchio ebreo :-D

docu
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#454 Messaggio da docu »

fate qualcosa x i giovani ... fate qualcosa per il sud ...

qui da noi non c'è nemmeno il 3% delle donne dai 20 ai 30 che guadagnano 1.000 euro al mese ...
una situazione inaccettabile...
il sud ostaggio del malaffare e delle "caste" ha lasciato in uno stato vegetativo migliaia ed ha inculcato modelli negativi ed anti-legalitari...
è anche esso uno scandalo nazionale ....
tutte quelle esistenze non puzzano come l'immodizia ma sono egualmente sintomatiche di un paese anomalo ed atipico nel panorama europeo attuale ...
fate qualcosa ...
ma mettete fine alla loro agonia

innanzitutto parlatene
dite che l'italia da roma in giù non è fondata sul lavoro ...
ma è come il texas delle piantagioni di cotone ...
molti giovani hanno catene invisibili ai piedi che fanno male ai loro tendini ...

moltissimi non chiedono tv ...ne riflettori ... non chiedono veline ..ne discoteche e nemmeno vacanze a formentera ...
chiedono solo di poter vivere

oggi sono morti viventi ...
tutti coloro che hanno contribuito a costruire questa società  malata
si facessero almeno un esame di coscienza ... e, mettendosi nei panni di quei genitori, spettatori inermi e disarmati delle angherie perpetuate nei confronti dei loro cari dottori ...
e provate almeno l'amaro che devono digerire tantissimi cittadini onesti e laboriosi

non mollate ... è giunto forse il momento di provare a costituire una coscienza nazionale... priva di colorazioni politiche ma finalizzata al miglioramento delle condizioni generali assicurando, non dico il benessere individuale, ma almeno la tranquillità  ....

oggi si vive di espedienti ...
giovani professionisti nella condizione dei contrabbandieri ...
rialzati davvero italia
Voi date poca cosa dando cio' che possedete. E'quando donate voi stessi che donate veramente.
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docu
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#455 Messaggio da docu »

ed intanto mentre napoli galleggia sull'acqua nera ...

-CINEMA-

Uno dei maggiori vanti dell'oligarchia bassoliniana e la fondazione della Film Commission Regione Campania, un'organizzazione foraggiata con milioni di euro pubblici (anche se nata come cooperativa privata!). Missione della FCRC sarebbe

promuovere nel mondo la Campania come set ideale per la produzione di film, serie televisive, spot pubblicitari ed altri prodotti dell'audiovisivo, attraendo e agevolando in ogni modo le società di produzione, fornendo un'informazione capillare su tutto ciò che concerne la lavorazione e le riprese, dalle location al casting, dall'ospitalità ai servizi logistici,fino all'individuazione di sistemi di finanziamento per le opere che potranno garantire per qualità o impegno distributivo la migliore visibilità del territorio. (dal sito ufficiale)

Ok, ottima iniziativa che ha condotto, tra l'altro, alla realizzazione di quella lota di fiction televisiva chiamata Capri, fiction in cui, tra l'altro, si presentava la camorra sotto una luce quasi benevola, col camorrista che quasi sempre è un "figo", che in fondo ha un cuore tenero.
Considerazioni su Capri a parte, mi sono messo a cercare su internet informazioni sulla FCRC e mi sono imbattuto, sfaccimma della sfaccimma, in uno strano sito, quello di un'altra Film Commission Campana. Come? Due film commission? Beh, questa seconda film commission, non foraggiata dai milioni di Don Bassolino, è stata in realtà fondata nel 2001, tre anni prima di quella presieduta da Luciano Stella, possessore delle più importanti sale cinematografiche cittadine e produttore cinematografico, in odore, quindi, di conflitto d'interesse.
La film commission fondata nel 2001, è una creazione di un tale chiamato Rino Piccolo. Non spetta a noi valutarne le capacità , ma il signor Piccolo, sembra, ha fatto tutto per benino. Dice Piccolo:

la "Campania Film Commission" diventava membro ufficiale del coordinamento delle Film Commission Italiane, accedeva (superando le varie prove d'esame) alla prestigiosissima AFCI (Massimo organo Associativo delle Film Commissions Internazionali) promuovendo Rino Piccolo a Film Commissioner "patentato" internazionale

Bene, la Regione Campania ha, secondo voi, valorizzato il lavoro di questo imprenditore che credeva nelle promesse della classe politica? Manco p'o cazz! Bassolino e soci hanno fondato un'ente concorrente, la FCRC, vi hanno piazzato i loro amici e hanno, di fatto, distrutto tramite concorrenza sleale (come fa un privato a competere con i milioni pubblici?) il povero Piccolo che, da tre anni mantiene sul suo sito una lettera aperta al governatore Bassolino alla quale Don Antonio pare non aver mai risposto.
Tralasciando le critiche all'operato della FCRC (quella "regionale") e alla opinabile formazione del suo staff, vi pare una cosa bella? Una cosa degna di una classe politica che voglia valorizzare il lavoro dei suoi amministrati?
Mah, dite la vostra...

fonte

- come gestiscono la res publica in Campania -

articolo di Antonello Caporale su "La Repubblica" nel quale il bravo giornalista sottolinea la pessima gestione dei fondi europei effettuata dalla Regione Campania. In particolare Caporale si sofferma sulla squallida concessione di finanziamenti, prebende e benefit vari ad una pletora di amici, elettori ed affiliati del governatore Bassolino. A beneficiare di queste elargizioni sono, tra gli altri, i cosiddetti GAL (gruppi di azione locale). Enti non meglio definiti che online sono presenti con orribili siti web dal costo medio di quarantacinquemila euro. Ogno GAL costa ai cittadini circa duecentocinquantamila euro annui e questi soldi sono utilizzati per svolgere approfondite ricerche sulle castagne o per pubblicare (con, anche qui, duecentocinquantamila euro) costosi volumi su misconosciuti intellettuali locali.
Nel suo articolo però caporale sottolinea i meriti dell'assessorato ai trasporti. Ebbene, cosa accade nei corridoi della Regione? L'assessore alle attività produttive Andrea Cozzolino, delfino storico di Bassolino, si lamenta sul Corriere del Mezzogiorno del fatto che questi meriti vengano evidenziati a discapito delle numerose proficue (ma quali?) attività della Regione Campania. Invidia? Gelosia? Coda di paglia?
Il Governatore ha spesso sbadierato i progetti ed i risultati ottenuti nel settore dei trasporti come il fiore all'occhiello della sua gestione ed ora proprio il suo delfino discute questi meriti solo perché mettono in ombra le attività dei GAL, delle castagne e dei siti web di merda?
Caro Cozzolino quali sono i risultati ottenuti dal suo assessorato e da tutti quelli dei suoi compagni di corrente?


p.s.

il potale Napoli Turismo (o come stracazzo si chiama), costato cinque milioni di euro

ecco dove sono finiti 5 MILIONI DI EURO PUBBLICI!!!!

Grazie Napoli

fonte
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#456 Messaggio da docu »

Assessore ai rifiuti e alla sicurezza, scelto dalla Iervolino per risolvere il problema. Il diessino Mola tiene pulito il centro. E tutela i suoi affari privati.
Mister Monnezza

di Fabrizio Gatti

Dieci anni fa smaltire i rifiuti urbani a Napoli e provincia costava 15 euro a tonnellata. Ora se ne spendono 130 e con il trasporto all'estero via nave il prezzo salirà  a 150 euro a tonnellata. Ma il risultato è sempre lo stesso: che siano discariche o depositi di ecoballe, i rifiuti napoletani non vengono distrutti nè riciclati. ... E pensare che la sindaca Rosa Russo Iervolino l'aveva detto: "Adesso è tutta responsabilità  mia". Annuncio urbi et orbi nel presentare la giunta, all'indomani della sua rielezione a Napoli: "Le deleghe sono state assegnate ascoltando i suggerimenti dei forum della mia campagna elettorale". Da quel giorno, 19 giugno 2006, è passato meno di un anno. Ora gli abitanti di Posillipo, via Duomo e quartieri della borghesia sanno chi ringraziare.
Perchè da quelle parti non c'è nemmeno un sacchetto per terra. Sarà  che a Posillipo abita il governatore Antonio Bassolino. E intorno a via Duomo c'è lei, la lady di ferro che al suo secondo mandato in municipio è riuscita a risolvere il problema rifiuti sotto casa, nonchè gli altri guai della città  come la criminalità  e il traffico davanti alle sue finestre.

Non è soltanto merito del sindaco, va detto. E nemmeno del presidente della Regione. Il successo è soprattutto di un promettente assessore eletto nei Ds. Si chiama Gennaro Mola, ha 55 anni e da solo raccoglie gli assessorati alla Polizia locale, Viabilità , Parcheggi e Nettezza urbana. Insomma, dalla sicurezza all'immondizia: settori in cui Napoli ha raggiunto una popolarità  che nessuna città  del mondo avanzato ha saputo pareggiare.

Quando il prefetto Alessandro Pansa e il commissario Guido Bertolaso hanno invitato un rappresentante del Comune nell'unità  di crisi, la Iervolino ha mandato il suo assessore alla monnezza. Ma le sue qualità  di politico non si fermano qui. Gennaro Mola è benvoluto per essere il leader della corrente fassiniana in Campania. E per i suoi ottimi rapporti con il sindacato: tanto che in una società  di cui è stato amministratore unico e socio di maggioranza, i sindacalisti sono diventati di colpo manager. Mola è apprezzato per le sue larghe intese con la destra di Alleanza nazionale. àˆ stato in affari con Antonio Pezzella, deputato di An, ex presidente di Poste Vita e centurione in Parlamento dell'ex ministro della Salute, Francesco Storace. Ed è famoso in città  per i suoi legami societari, ereditati dall'onorevole Pezzella, con due famiglie di imprenditori assolti con formula piena ma che hanno avuto contatti con la camorra.

Sindacato e opposizione sono un solido punto di appoggio. La maggioranza, ovviamente, sta con l'assessore. Così nessuno ha mai chiesto al sindaco le dimissioni di Gennaro Mola. E i soldi in aggiunta che gli italiani spenderanno per salvare Napoli, dovranno vedersela con il suo potente ufficio. àˆ vero che da 13 anni in Campania la questione immondizia è affidata al commissario di governo. Ma la realizzazione dei progetti dipende dalla collaborazione dei Comuni, dalle aziende municipalizzate, dai subappalti ai privati, dai netturbini, dal criterio con cui sono stati assunti. E Mola, dal suo posto, controlla il Comune e la municipalizzata più importante.

Eppure l'assessore alla Nettezza urbana ha fatto davvero l'impossibile. Non è ironia. Basta passeggiare in questi giorni nel centro ricco di Napoli. Posillipo, Mergellina, Vomero. Strade pulite come quelle che nel 1994 hanno ospitato il vertice del G7 (per non scomodare i soliti paragoni nordisti con Lugano e la Svizzera). E non dev'essere stato facile far girare i camion, con le discariche ingolfate come tombini sotto il diluvio. Chi non è andato a Napoli a vedere di persona, puó visitare il sito dell'Asia spa, l'Azienda servizi di igiene ambientale di proprietà  del Comune. Mola è anche assessore per i Rapporti con la municipalizzata. Indirizzo: www.asianapoli.it.

La prima pagina è già  una fantasia: 'Napulita, la nuova raccolta differenziata per te'. Non si dice che l'unica raccolta differenziata a Napoli e dintorni riguarda solo due tipi di immondizia: quella dentro i cassonetti e quella abbandonata lungo le strade. Forse bisogna aspettare la fine dell'emergenza. Ma quando sarà ? Sul sito della Protezione civile, ordinanza 3.481 del presidente del Consiglio, una delle tante, firmata il 29 dicembre 2005 da Silvio Berlusconi, c'è scritto: "Termine emergenza: primo gennaio 1900". Proprio così: 1900, ma di quale era?

Un'altra visita la merita il sito della Fibe spa (www.fibespa.it), la società  del gruppo Impregilo che avrebbe dovuto realizzare il ciclo dei rifiuti in tutta la Campania. Un costoso appalto privato, smontato pezzo per pezzo dalle proteste dei sindaci contro i cinque termovalorizzatori previsti dal piano e contro le discariche che dovrebbero raccogliere i residui dello smaltimento. La pagina si apre con lo slogan: 'Per la nostra Campania più bella e più pulita'. I grafici, le spiegazioni, i disegni raccontano un paesaggio che non esiste. Come se Napoli fosse la capitale di Second Life, il mondo immaginario in voga su Internet. E i suoi amministratori, una banda di avatar.

L'odore del disastro aspetta appena fuori i quartieri della borghesia. Con i cumuli di sacchetti putrescenti e colorati che si fanno più alti a mano a mano che si sale verso i rioni di periferia. Fino a Scampia e Secondigliano, che a Mola hanno regalato il pieno di preferenze. Il più votato dei Ds a Secondigliano, nel 2001 e nel 2006. Secondo a Scampia nel 2001 e primo nel 2006. La conferma di una carriera in crescita. Anche se fuori dai due quartieri più turbolenti della città  lo scelgono in pochi. Mola si piazza soltanto ottavo nella classifica cittadina dei candidati Ds. Ma il sindaco sceglie proprio lui per gli incarichi più delicati. Occuparsi di sicurezza: nella città  appena uscita dalla guerra tra i clan di Scampia, con la criminalità  che non risparmia nemmeno i turisti. E affrontare l'emergenza rifiuti: in una metropoli ormai destinata al fallimento.
Rosa Russo Iervolino, dopo la presentazione della sua giunta, non ha mai rivelato quale forum le abbia suggerito il nome. Forse ha scelto Mola perchè di mestiere si occupa di sicurezza e vigilanza privata. Sicuramente non perchè sia un esperto di smaltimento e riciclaggio.

L'Asia ha 3 mila dipendenti. Da una municipalizzata così un assessore dovrebbe pretendere molto. A cominciare dall'avvio della raccolta differenziata. Invece è il caos. Un episodio fra tutti, pochi giorni fa. In una piazza vicino alla stazione Centrale c'è da raccogliere un cumulo di cartoni. Arrivano quattro ditte. Tutte incaricate dall'Asia. Nello stesso giorno. Stessa ora. Una è il consorzio Napoli 5, istituito dal commissariato di governo con l'assunzione di 362 dipendenti ed esautorato dalla giunta Iervolino. Le altre sono una cooperativa e due subappaltatrici private.
"Succede spesso", rivelano i netturbini del consorzio Napoli 5. Di solito vengono pagati per non fare nulla. Da quando il Comune non li vuole, hanno perso i camion: comprati dallo Stato e regalati in blocco all'Asia.

Ovvio che l'assessore Ds e il sindaco non siano responsabili del passato. Ma il presente è già  un bel fardello. Napoli è la lente che ingrandisce i malanni d'Italia. E proprio per questo, la sua giunta dovrebbe essere il biglietto da visita della buona amministrazione. Mola peró non ha sempre i rifiuti al primo posto dei suoi pensieri. Il 31 agosto 2006 sale le scale della direzione provinciale Nuove politiche per l'occupazione. Davanti ai funzionari pubblici lui, assessore del Comune più influente della Provincia, rappresenta una società  di sicurezza privata in una vertenza sindacale per un appalto in una Asl napoletana. Se il conflitto di interessi non è un problema solo per Silvio Berlusconi, dovrebbe dimettersi da uno dei due incarichi. Non lo fa e nessuno glielo chiede. La società , tra l'altro, è la Mondial Security, proprietà  al 40 per cento di Carlo Buglione, finito sotto inchiesta con il fratello Antonio e insieme assolti: secondo il Tribunale di Nola, i contatti con Antonio Buglione confessati dal boss Carmine Alfieri non costituivano reato.

Sette mesi fa la Iervolino è alle prese con una nuova impennata di omicidi. E non si arrende davanti a chi l'accusa di aver fallito. In quei giorni, a Nola la Guardia di finanza controlla un'altra società  della famiglia Buglione, la Iss-International security service. Tra le irregolarità , i finanzieri scoprono che nel caveau l'istituto di trasporto denaro ha "superato il limite massimo di giacenza dei valori custoditi fino a un massimo accertato di 71 milioni 112 mila 165 euro". In cortile vengono trovati "cumuli di monete metalliche coperti con teloni di plastica... E due container aperti, colmi anch'essi di monete metalliche (euro di vario taglio)". Sembra il deposito di Paperon de' Paperoni.

La legge obbliga a consegnare i soldi in eccedenza alla Banca d'Italia.
Giusto per mettere al riparo l'azienda dal rischio che qualche dipendente o dirigente infedele usi quel capitale per propri scopi: come comprare società , corrompere funzionari pubblici, ordinare carichi di droga, ripulire denaro mafioso. Non è sicuramente il caso della Iss. Ma Napoli, nonostante le apparenze dimesse, è la città  con la più alta circolazione di contante illecito in Italia. E nessuno deve abbassare la guardia. La precauzione sfugge a Mola. Perchè non è solo rappresentante dei Buglione. àˆ anche in affari con loro: insieme alla Iss, Mola è socio di maggioranza nella Vigilanza partenopea, un istituto di cui l'assessore è amministratore unico.
La quota l'ha comprata poco dopo la campagna elettorale da una società  dell'onorevole di An, Antonio Pezzella. Il terzo socio, con Pezzella prima e con Mola poi, è un'altra agenzia di polizia privata, La vigilante, conosciuta a Napoli per avere ottenuto con la Iss importanti appalti dal consiglio regionale. E anche per essere di proprietà  del figlio del testimone di nozze di uno che conta: Edoardo Contini, 52 anni, boss di Vasto, Arenaccia e Poggioreale.

Per la permalosità  degli interessati, va aggiunto che essere compare d'anello non è reato. Nemmeno se l'azienda dei familiari si occupa di protezione di banche e negozi. Tra marzo e aprile di quest'anno i tre soci depositano la fine, almeno ufficiale, della loro collaborazione. Il posto di amministratore unico nella Vigilanza partenopea, l'assessore Ds lo cede a un sindacalista della Cisal. Nel frattempo vengono promossi i rappresentanti di Cgil, Cisl, Cisas e Ugl. Diventano manager della società  per la quale hanno accettato il licenziamento e la messa in mobilità  a carico dello Stato di 130 colleghi. Nessuno si scandalizza. Nessuna segreteria nazionale. Nessun funzionario della Prefettura. Nessun assessore. Nemmeno Gennaro Mola. Che accanto al sindaco che l'ha nominato, ancora promette di salvare i napoletani dal malaffare chiamato monnezza.

fonte....Espresso

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Grazie Stato&Camorra
Ultima modifica di docu il 01/06/2008, 15:49, modificato 2 volte in totale.
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#457 Messaggio da docu »

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pensaci tu ....

liberaci
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#458 Messaggio da docu »

Fiorani

Laureato in scienze politiche, è stato amministratore della Banca Popolare Italiana (già  Banca Popolare di Lodi), banca da cui, nell'estate del 2005, partì l'inchiesta Bancopoli, seguita dai PM di Roma e Milano. àˆ considerato uno dei "furbetti del quartierino".

Il 13 dicembre del 2005, a seguito degli sviluppi dell'inchiesta è stato arrestato. Tornato in libertà  il 13 giugno 2006, il 25 luglio 2007 la Procura di Milano ne chiede il rinvio a giudizio per associazione a delinquere, aggiotaggio manipolativo e informatico e ostacolo all'esercizio delle funzioni di vigilanza della Banca d'Italia. In precedenza, il 68,4% dei soci della banca della quale era AD avevano votato a favore per un'azione di responsabilità  a suo carico.

Dagli accertamenti della Procura e della Banca d'Italia [1] emerge che, da anni, Fiorani e soci si erano impadroniti del controllo totale dell'istituto della Banca Popolare di Lodi utilizzandolo sia per acquisire il controllo di altri istituti (Popolare di Crema), ma anche e soprattutto per acquisire ingenti vantaggi patrimoniali in favore proprio e di terzi, gestendo e operando in pieno arbitrio, nell'assoluta assenza e nella presumibile complicità  di organi interni, esterni e soprattutto istituzionali. La procura ha inoltre accertato che, per coprire alcune perdite, i clienti inconsapevoli si ritrovavano d'improvviso un clamoroso incremento delle spese per commissioni. In questo modo, scrive sempre il gip Forleo, sono stati provocati ai piccoli risparmiatori della banca danni enormi. Inoltre è stato appurato che, alla morte del cliente se i parenti non intervenivano in tempi brevi alla chiusura del conto, venivano incamerati illegalmente dalla Banca.

ordinanza parte I

ordinanza parte II

articolo corriere della sera

articolo la repubblica

Svolta clamorosa nell'estate del 2007: amico di Lele Mora (manager di artisti TV, anch'esso da poco uscito da un'inchiesta per favoreggiamento della prostituzione), viene ritratto in Sardegna nel discoteche più glam ed in compagnia di vallette ed artisti di varia natura. Si racconta di notti al Billionaire (il locale notturno di Flavio Briatore), intimità  con l'attrice Naike Rivelli e di esibizioni al karaoke.

dopo il danno la beffa ....

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italiani pecore ....
continuate ....continuate pure ad andare in sardegna ...
"bbeeee beeee"

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p.s.

MARCO su Fiorani

ancora....
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#459 Messaggio da docu »

[...omissis...]

L'oggettivo e già  evidenziato deficit probatorio in ordine a specifici e concreti interventi agevolativi degli interessi della associazione mafiosa posti in essere dall'imputato, che possono, in termini plausibili, soltanto immaginarsi, non assume, pertanto, valenza determinante, posto che, comunque, con la sua condotta (si ribadisce, non meramente fittizia), l'imputato ha, non senza personale tornaconto, consapevolmente e deliberatamente coltivato una stabile relazione con il sodalizio criminale ed arrecato, comunque, allo stesso un contributo rafforzativo manifestando la sua disponibilità  a favorire i mafiosi.
In definitiva, la Corte ritiene che sia ravvisabile il reato di partecipazione alla associazione per delinquere nella condotta di un eminentissimo personaggio politico nazionale, di spiccatissima influenza nella politica generale del Paese ed estraneo all'ambiente siciliano, il quale, nell'arco di un congruo lasso di tempo, anche al di fuori di una esplicitata negoziazione di appoggi elettorali in cambio di propri interventi in favore di una organizzazione mafiosa di rilevantissimo radicamento territoriale nell'Isola: a) chieda ed ottenga, per conto di suoi sodali, ad esponenti di spicco della associazione interventi para-legali, ancorchè per finalità  non riprovevoli; b) incontri ripetutamente esponenti di vertice della stessa associazione; c) intrattenga con gli stessi relazioni amichevoli, rafforzandone la influenza anche rispetto ad altre componenti dello stesso sodalizio tagliate fuori da tali rapporti; d) appalesi autentico interessamento in relazione a vicende particolarmente delicate per la vita del sodalizio mafioso; e) indichi ai mafiosi, in relazione a tali vicende, le strade da seguire e discuta con i medesimi anche di fatti criminali gravissimi da loro perpetrati in connessione con le medesime vicende, senza destare in essi la preoccupazione di venire denunciati; f) ometta di denunciare elementi utili a far luce su fatti di particolarissima gravità , di cui sia venuto a conoscenza in dipendenza di diretti contatti con i mafiosi; g) dia, in buona sostanza, a detti esponenti mafiosi segni autentici – e non meramente fittizi – di amichevole disponibilità , idonei, anche al di fuori della messa in atto di specifici ed effettivi interventi agevolativi, a contribuire al rafforzamento della organizzazione criminale, inducendo negli affiliati, anche per la sua autorevolezza politica, il sentimento di essere protetti al più alto livello del potere legale.
Alla stregua dell'esposto convincimento, si deve concludere che ricorrono le condizioni per ribaltare, sia pure nei limiti del periodo in considerazione, il giudizio negativo espresso dal Tribunale in ordine alla sussistenza del reato e che, conseguentemente, siano nel merito fondate le censure dei PM appellanti.
Non resta, allora, che confermare, anche sotto il profilo considerato, il già  precisato orientamento ed emettere, pertanto, la statuizione di non luogo a procedere per essere il reato concretamente ravvisabile a carico del sen. Andreotti estinto per prescrizione.

<<<<<<<<<<<<<<<<<<>>>>>>>>>>>>>>>>>>

PER QUESTI MOTIVI

La Corte, visti gli artt. 416, 416bis, 157 e ss., c.p.; 531 e 605 c.p.p.; in parziale riforma della sentenza resa il 23 ottobre 1999 dal Tribunale di Palermo nei confronti di Andreotti Giulio ed appellata dal Procuratore della Repubblica e dal Procuratore Generale, dichiara non doversi procedere nei confronti dello stesso Andreotti in ordine al reato di associazione per delinquere a lui ascritto al capo A) della rubrica, commesso fino alla primavera deI 1980, per essere Io stesso reato estinto per prescrizione; conferma, nel resto, la appellata sentenza.
Visto l'art. 544, comma 3, c.p.p.; indica in giorni novanta il termine entro il quale verranno depositate le motivazioni della sentenza.
Palermo, lì 2 maggio 2003.
IL CONSIGLIERE est. IL PRESIDENTE
(Dr. Mario Fontana) (Dr. Salvatore Scaduti)


Piero che fa una domanda al Senatore....

fate conoscere gli atti pubblici al popolo ...
giornalisti -
servi della gleba

p.s.
leggete anche voi la sentenza ...

:lol: :lol: :lol: :lol:
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#460 Messaggio da Squirto »

docu ha scritto:italiani pecore ....
continuate ....continuate pure ad andare in sardegna ...
infatti... gente come fiorani, costantino e lele mora possono rimanere a casa loro, non li vogliamo! :)
You are what you is (Frank Zappa)
"Cosa c'entra il Papa con l'apertura dell'anno accademico? E' come se a un concistoro si decidesse di invitare Belladonna" (Sacre Scuole)
"Che ci posso fare? Le banalità  non mi emozionano" (Breglia)

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#461 Messaggio da docu »

Squirto ha scritto:
docu ha scritto:italiani pecore ....
continuate ....continuate pure ad andare in sardegna ...
infatti... gente come fiorani, costantino e lele mora possono rimanere a casa loro, non li vogliamo! :)
gli ITALIANI dovrebbero smetterla di essere trattati da pecore...

pagare 300 euro per entrare in una disco ed assistere a come potenti e succhiacazzi di gay produttori fanno il filo alle veline è una mortificazione alla vostra intelligenza ...

i banchieri dovrebbero pagare 300.000 per fare entrare tutti gratis ...
e non farebbero niente di chè ...
restituirebbero solo qualche briciola....

pagare 300 euro per andare in disco

:evil: :evil: :evil: :evil: :evil:

è un lusso dicono ...
è un lusso solo per gli onesti ...

chi avrà  ricevuto lauti guadagni, grazie a tante cose tranne che al merito, avrà  sempre soldi in abbondanza e ....
per di più non pagherà  nemmeno!!!

Vergogna Italia

p.s. era riferito a "quella sardegna"

no a questa

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"...salude e libertade, non b'ada oro chi la paghe...."
ma forse dovrebbero conoscere meglio
"...chi semenat ispinas non andet iscurzu...."

auguri Flavio per il matrimonio ed attenzione alla testa- mi raccomando ...

:DDD :DDD :DDD
Ultima modifica di docu il 01/06/2008, 20:32, modificato 3 volte in totale.
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#462 Messaggio da docu »

aó eccone un altro

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Occhio ai piani alti dell'imprenditoria capitolina. Perturbazioni si annunciano in direzione nord, sull'asse Roma-Milano-Brescia. Con possibili ripercussioni sui listini. Titoli interessati: Hopa, Bipielle Investimenti, Banca Valori. Tutti dismessi, per un ammontare di 70 milioni di euro. Di cosa si tratta? Della sfrenata attività  di Stefano Ricucci, che dopo aver valorizzato quei titoli ha deciso di fare cassa reinvestendoli nel core business immobiliare.
"Ricucci chi?", rispose Cesare Geronzi, presidente di Capitalia, a chi gli chiedeva se conoscesse l'imprenditore che rastrellava azioni della sua banca. In tanti pensarono a un gioco delle parti. Ma anche Ricucci smentisce, mai visti prima. Sono passati due anni e Geronzi non solo si è dovuto sedere con lui intorno a un tavolo. Ma lo ha dovuto anche ringraziare per avergli assunto nella sua Magiste International il genero Fabrizio Lombardo, bisognoso di nuova collocazione.
Quella frase fu un affronto. Ricucci ci ha messo una pietra sopra. "Pure i grandi qualche volta sbagliano", dice: "Sarebbe ora che i banchieri la smettessero di mettersi sul piedistallo dicendo agli imprenditori tu sì, tu no". Per il resto guarda avanti, al calendario dei suoi business. Immobili e partecipazioni: Capitalia, Bnl, Popolare di Lodi, Hopa, Bipielle investimenti, Banca Valori, Meliorbanca, Lazio calcio. Un portafoglio da 700 milioni di euro sulla cui effettiva proprietà  non cessano le maldicenze. Soprattutto dopo l'assalto a Capitalia e Bnl, che Ricucci condurrebbe per conto di chissà  chi.

Ma come nasce la fortuna di Ricucci? àˆ un prestanome o un vero capitano d'industria? "Sono il figlio di un autista dell'Atac che dai 14 anni lavora senza l'aiuto di nessuno". Questo afferma Ricucci con un eloquio emancipato a fatica dalla cadenza romanesca. Anche su questo si ironizza. Così come sul suo fidanzamento con l'attrice Anna Falchi e la fresca laurea in economia ("Tesi sui derivati e le Opa") conseguita a San Marino in una di quelle università  americane sulla cui severità  pochi scommettono.
Finite le medie a San Cesareo, paesotto dei Castelli, Ricucci decise che non avrebbe più chiesto soldi nè aiuto ai genitori. "E a chi poteva raccomandarmi mio padre? Non conosceva nessuno, era un lavoratore, uno 'sfigato'". E si mise a vendere bibite e a fare il cameriere. Voleva comprarsi una Vespa. E Vespa fu. Poi, si iscrisse all'Istituto per odontotecnici dell'Eastman, Policlinico di Roma. Frequentava, arrotondando l'impegno scolastico con la pratica in uno studio dentistico della periferia, Centocelle: "Pulivo i locali, spiavo i medici, imparavo". Finiva tardi, risaliva sul pullman, tornava a casa, poi sui libri a studiare. Prese il diploma e venne assunto come odontotecnico all'Eastman a un milione 200 mila lire al mese.
Con il pomeriggio libero si trovó una seconda occupazione. Di solito sono i dentisti che assumono gli odontotecnici. In questo caso è Ricucci che recluta i cinque medici alle cui dipendenze lavora la mattina. E pagandoli a percentuale, li mette a lavorare in due studi dentistici che apre a San Cesareo e Palestrina. Lavora anche lui, ma si dedica soprattutto alle pubbliche relazioni. A sentirlo, gli affari prosperano a tal punto che dopo un anno e mezzo si licenzia dall'Estman, apre un altro studio nella vicina Carchitti, allargandosi fino a Frattocchie al laboratorio industriale Smile (176 dipendenti) che gli forniva i materiali.

"Ho rimesso i denti a tutti i Castelli", si vanta. I proprietari di Smile gli propongono di entrare in società . Gli danno il 10 per cento, ma in pochi mesi Ricucci conquista la maggioranza. Morale: "A 23 anni", racconta, "fatturavo già  6 miliardi".
Cinque anni di lavoro peró non spiegano i miliardi accumulati. Qualcuno gli ha dato i soldi? I politici lo hanno aiutato? àˆ la fase più oscura dell'ascesa di Ricucci. Nessun favore, spiega lui: "Non penserete mica che in quel periodo abbia fatto solo lodontotecnico?".
Infatti, mentre armeggia con trapani e dentiere, racconta di aver trovato il tempo anche per battezzare il suo primo immobile. Un italian dream? "'Na tragedia", chiosa lui: "àˆ che il mattone è stata sempre la mia grande passione". La madre Gina aveva ereditato un terreno: era una specie di discarica, divenne edificabile con un miracoloso cambio di piano regolatore. Aveva 19 anni, con tanta faccia tosta Ricucci si presenta al proprietario dell'immobiliare Magnolia '78 dicendogli di voler costruire in società . Dove la sua metà  era rappresentata dal terreno. Incassó un diniego, ma si vide proporre in cambio tre appartamenti.
"Guadagnai così 249 milioni", gongola adesso. Destinati ad aumentare perchè, con gli immobili ancora in costruzione, li rivende a 376 milioni. "E senza tirare fuori una lira", precisa.

Innescato il meccanismo, parte in una cavalcata in crescendo. Prende i 376 milioni e va da un altro piccolo costruttore, Gino Mistura, che a Zagarolo sta edificando un centro commerciale. Anche lì, sulla carta, Ricucci compra 10 negozi. Prezzo? Lui dice un miliardo, Mistura ricorda solo 500 milioni. Prima che siano terminati, peró, Ricucci li rivende per 2 miliardi 150 milioni. Liquida Mistura e si presenta a Roberto Ponzo che costruisce a Finocchio. Sempre sulla carta acquista cinque negozi e 16 appartamenti per 2 miliardi 250 milioni. Una parte li affitta, il resto lo rivende a 3 miliardi 600. Così dice di aver fatto i miliardi il giovane Ricucci che a 27 anni, dopo essersi sposato, fonda la sua immobiliare Magiste (sulla quale è in corso una verifica della Guardia di finanza) allargando gli orizzonti imprenditoriali: centri commerciali e villini a San Cesareo, Zagarolo e Grottaferrata, 60 appartamenti a Finocchio, altri 112 a Frascati. Con un infortunio: l'avventura nella società  di costruzione Cosport (dentro ci sono i principali imprenditori di San Cesareo), finita pignorata.
Di essa Ricucci, oltre che azionista è stato anche amministratore delegato. Ma mentre gli altri soci bruciano nel fallimento i loro patrimoni personali, lui si tira fuori. Nel '96 Ricucci liquida gli studi dentistici e sbarca a Roma. Ricorrendo ai finanziamenti delle banche, ancora centri commerciali e appartamenti (Talenti), palazzi di pregio ai Parioli e a piazza Venezia, l'apertura chiavi in mano di 150 sportelli bancari, una sua specialità . Tutto messo a reddito con perizia. "Contratti di locazione, minimo 12 anni, senza diritto di recesso", questa la ricetta. I suoi inquilini? Grandi assicurazioni (Generali) e le banche, praticamente tutte, in ogni parte d'Italia.

Arriviamo al 2001. Separatosi, con un figlio, Edoardo, Ricucci coltiva altre ambizioni: entrare nella grande finanza: "Solo così sei veramente rispettato". Cosa fa? Va da Chicco Gnutti e vende alla sua Fingruppo una fetta degli immobili Magiste. Qualcuno lo pilota nell'operazione? Magari Capitalia? No, "Mi sono consigliato da me". Siamo a marzo, incassa 340 miliardi, acquista una quota di Hopa, il 5 per cento della Investimenti immobiliari lombardi e un pacchetto di Banca Valori: "Partecipazioni che ora vendo, non sono più strategiche per il gruppo", rivela.
Totale dello shopping, 150 miliardi. Ai quali aggiunge quelli spesi per la Popolare di Lodi (4,99 per cento). "Ho guadagnato molto", spiega Ricucci: "Quando Gnutti vende Telecom a Tronchetti Provera la partecipazione Hopa raddoppia". àˆ in quei mesi che fiorisce l'amore con la Falchi e cresce il suo appetito per le banche capitoline. Rastrella azioni fino a comunicare il possesso del 5 per cento di Capitalia e del 3,6 di Bnl. I circoli finanziari s'interrogano: chi è l'intruso e per chi lavora?
"Dietro Ricucci c'è solo Ricucci e la sua Magiste International", ripete l'interessato. Ma dietro questa Magiste, società  lussemburghese posseduta da un misterioso The Libra Trust dell'isola di Guernsey, chi si nasconde? Banche, soldi stranieri? Ricucci mostra l'atto costitutivo del trust. I cui beneficiari risultano Ricucci stesso, il figlio Edoardo, gli altri discendenti eventuali e, a sorpresa, addirittura la Croce Rossa.

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Biografia -

Figlio di un autista di autobus, cresce a Santa Maria Maggiore ed inizia a lavorare come cameriere, seguendo contemporaneamente un corso di odontotecnica. Diplomatosi, svolge l'attività  di odontotecnico a Roma.

Nel frattempo comincia la sua attività  imprenditoriale acquistando e cedendo terreni agricoli e immobili nella capitale. A detta di Ricucci, questa attività  è potuta iniziare grazie a un terreno agricolo di famiglia divenuto edificabile che lui avrebbe venduto ottenendo così il capitale iniziale da cui è partito per costruire il suo impero immobiliare, sempre basato sul meccanismo dell'acquisto e rivendita di terreni e immobili.

Entra nel mondo della finanza italiana reinvestendo 100 milioni di euro di plusvalenze in alcune grandi casseforti, come Hopa (1,4%), Banca Popolare di Lodi (0,9%), Reti Bancarie (1%), Investimenti Immobiliari Lombardi (0,4%) e Banca Valori (1%). Continuando con le speculazioni, giunge a detenere il 5% circa di Capitalia, venduta nel 2003 con un guadagno di 120 milioni di euro.

Sposato una prima volta con una compagna di scuola ha divorziato e ha sposato nel 2005 l'attrice Anna Falchi.

L'ascesa nel mondo finanziario -

Secondo alcuni osservatori critici, le straordinarie fortune accumulate da Ricucci nasconderebbero una qualche forma di finanziamento misteriosa, ipotesi che l'immobiliarista romano ha sempre smentito. La Magiste International, società  madre di tutte le attività  di Ricucci, ha sede in Lussemburgo e risulta posseduta da un trust con sede in un paradiso fiscale, l'Isola di Guernsey.

Nell'estate del 2005 appare su tutti i giornali quando annuncia - violando un elementare principio di correttezza e di saggezza - di essere in possesso di quote sempre maggiori di RCS, la società  editrice del Corriere della Sera. Il fatto è stato considerato straordinario in quanto il personaggio era precedentemente conosciuto esclusivamente agli addetti ai lavori. Il Corriere è infatti considerato la roccaforte del salotto buono, il gruppo delle più grandi aziende italiane (Fiat, Mediobanca, Generali) che ne detengono il controllo e quello di Ricucci è stato visto come un tentativo goffo di rompere un equilibrio del sistema capitalistico italiano. Un'OPA sulla società  non è stata tuttavia mai lanciata, a differenza di quanto annunciato dal consulente Livolsi e lasciato intendere dallo stesso Ricucci. àˆ stato inserito nel gruppo dei furbetti del quartierino, espressione coniata da Ricucci e intercettata, che indica il gruppo di imprenditori e banchieri italiani coinvolti negli scandali finanziari del 2005 (Fiorani, Consorte, Coppola, Statuto e Ricucci).

Durante le indagini della magistratura, una serie di intercettazioni telefoniche sullo stesso Ricucci sono apparse sui maggiori quotidiani, dando popolarità  al linguaggio estremamente vernacolare e popolare - e talvolta triviale - con cui Ricucci trattava giganteschi affari finanziari.

L'arresto -

A seguito d'indagini sulla "scalata" all'RCS, Ricucci è stato arrestato nel pomeriggio del 18 aprile 2006 con le accuse di aggiotaggio e rivelazione del segreto d'ufficio. Gli vengono inoltre contestate anche le ipotesi di bancarotta fraudolenta, false fatturazioni ed occultamento di scritture contabili. Il 13 luglio successivo, il Tribunale di Roma ne ha disposto la scarcerazione. Il 13 luglio dello stesso anno La Consob, l'organismo di controllo sulla Borsa, ha multato la Magiste intenational di 290.000 euro per ripetute violazioni alla normativa che tutela i mercati nel caso Antonveneta.


giovani quando vi dicono che ci vogliono master ... MBA bocconiani ... oltre la laurea .. quando vi diranno che dovete metterci sudore e sangue ...


fate notare loro che i potenti qui in italia hanno lauree in scienze politiche e diplomi odontotecnici

:lol: :lol: :lol: :lol: :lol:

e che voi ben potreste aspirare a diventare Presidenti della Repubblica...

e quando vi dicono che occorre l'inglese ...

rispondete loro che i potenti nemmeno in italiano sanno parlare ...
almeno le intercettazioni hanno mostrato il ricco eloquio di tali elementi

"aó passame la palla che devo annà  a segnà "

:lol: :lol: :lol: :lol: :lol:

i potenti...

dategli una nuova velina in sposa...
dategli altre copertine sui giornali...
altra pubblicità  ...
altro tavolo riservato al privè del billionaire per Mr. Ricucci e Signora


:DDD :DDD :DDD
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-Kahlil Gibran-

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#463 Messaggio da docu »

Michele Sindona

Michele Sindona (Patti, 11 maggio 1920 – Voghera, 22 marzo 1986) è stato un criminale italiano, coinvolto nell'affare Calvi insieme allo IOR dell'arcivescovo Paul Marcinkus.

Compró diverse banche, la prima fu la Banca Privata Finanziaria, successivamente (1972) entró in possesso del pacchetto di controllo della Franklin National Bank (nell'elenco delle prime venti banche statunitensi) e fondó tra le altre la FASCO AG (Liechtenstein), migliaia di altre società  finanziarie, oltre ad altre aziende di partecipazione tra cui una banca di investimento in Italia in diretta concorrenza a Mediobanca. Venne arrestato per bancarotta fraudolenta e condannato anche per l'omicidio di Giorgio Ambrosoli, liquidatore delle sue banche. Durante le indagini emersero contatti con la P2, il Vaticano, la Massoneria e ambienti mafiosi.

Due giorni dopo la condanna per l'omicidio di Ambrosoli, rimase avvelenato con un caffè al cianuro nel supercarcere di Voghera il 20 marzo 1986, morì due giorni dopo.

La sua morte è stata archiviata come suicidio, poichè le prove e le testimonianze riguardo il veleno utilizzato e il comportamento e i movimenti di Sindona stesso, lo confermavano, facendo pensare a un tentativo di auto-avvelenamento per essere ri-estradato negli Usa, coi quali l'Italia aveva un accordo sulla custodia di Sindona legato alla sua sicurezza e incolumità . Quindi un tentativo di avvelenamento lo avrebbe riportato al sicuro in America . Sindona fece di tutto per ottenere la riestradizione in America, l'avvelenamento, secondo l'ipotesi più accreditata, fu l'ennesimo tentativo. Resta comunque plausibile l'ipotesi che la persona che gli fornì il veleno lo manipoló in modo che lo portasse alla morte, non solo a un malore come previsto, magari in accordo con chi lo avrebbe voluto togliere di mezzo.

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#464 Messaggio da docu »

Licio Gelli

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Intervista a Gelli: "Guardo il Paese, leggo i giornali e dico: avevo già  scritto tutto trent'anni fa"
"Giustizia, tv, ordine pubblico è finita proprio come dicevo io"

AREZZO - Son soddisfazioni, arrivare indenni a quell'età  e godersi il copyright. "Ho una vecchiaia serena. Tutte le mattine parlo con le voci della mia coscienza, ed è un dialogo che mi quieta. Guardo il Paese, leggo i giornali e penso: ecco qua che tutto si realizza poco a poco, pezzo a pezzo. Forse sì, dovrei avere i diritti d'autore. La giustizia, la tv, l'ordine pubblico. Ho scritto tutto trent'anni fa". Tutto nel piano di Rinascita, che preveggenza. Tutto in quelle carte sequestrate qui a villa Wanda ventidue anni fa: 962 affiliati alla Loggia. C'erano militari, magistrati, politici, imprenditori, giornalisti. C'era l'attuale presidente del Consiglio, il suo nuovo braccio destro al partito Cicchitto: allora erano socialisti.
Chi ha condiviso quel progetto è oggi alla guida del paese. "Se le radici sono buone la pianta germoglia. Ma questo è un fatto che non ha più niente a che vedere con me". Niente, certo. Difatti quando parla di Berlusconi e di Cicchitto, di Fini di Costanzo e di Cossiga lo fa con la benevolenza lieve che si riserva ai ricordi di una stagione propizia. Sempre con una frase, peró, con una parola che li fissa senza errore ad un'origine precisa della storia.
Quel che rende Licio Gelli ancora spaventosamente potente è la memoria. Lo si capisce dopo la prima mezz'ora di conversazione, atterrisce dopo due. Il Venerabile maestro della Loggia Propaganda 2 è in grado di ricordare l'indirizzo completo di numero civico della prima casa romana di Giorgio Almirante, l'abito che indossava la sua prima moglie quel giorno che gli fece visita a Natale, i nomi dei tre figli di Attilio Piccioni e da lì ricostruire nel dettaglio il caso Montesi che vide coinvolto uno dei tre, ricorda il numero di conto corrente su cui fece quel certo bonifico un giorno di sessant'anni fa, la targa della camionetta di quando era ufficiale di collegamento col comando nazista, quante volte esattamente ha incontrato Silvio Berlusconi e in che anni in che mesi in che giorni, come si chiamava il segretario di Giovanni Leone a cui consegnó la cartella coi 58 punti del piano R, che macchina guidava, se a Roma c'era il sole quella mattina e chi incontró prima di arrivare a destinazione, che cosa gli disse, cosa quello rispose.
Questo di ogni giorno dei suoi 84 anni di vita, attualmente archiviata in 33 faldoni al primo piano di villa Wanda, dietro a una porta invisibile a scomparsa. "Ogni sera, sempre, ho scritto un appunto del giorno. Per il momento per fortuna non mi servono, perchè ricordo tutto. Peró sono tranquillo, gli appunti sono lì".
Il potere della memoria, ecco. Il resto è coreografia: il parco della villa che sembra il giardino di Bomarzo, con le statue le fontane i mostri, la villa in fondo a un sentiero di ghiaia dietro a un convento, le stanze con le pareti foderate di seta, i soffitti bassi di legno scuro, elefanti di porcellana che reggono i telefoni rossi, divani di cuoio da due da tre da sette posti, di velluto blu, di raso rosa, a elle e a emiciclo, icone russe, madonne italiane, guerrieri d'argento, pupi, porcellane danesi, un vittoriano buio con le imposte chiuse al sole di settembre, scale, studi, studioli, sale d'attesa coi vassoi d'argento pieni di caramelle al limone. Ma lei vive qui da solo?. "Sì certo solo". E questi rumori, le ombre dietro le porte di vetro colorato? "La servitù".
Commendatore, gli sussurra una segretaria pallida porgendogli un biglietto: una visita. "Mi scusi, mi consente di assentarmi un attimo? E' un vecchio amico".
Gelli è in piena attività . Riceve in tre uffici: a Pistoia, a Montecatini, a Roma. Oltre che in villa, naturalmente, ma fino ad Arezzo si spingono gli intimi. Dedica ad ogni città  un giorno della settimana. A Pistoia il venerdì, di solito. A Roma viene il mercoledì, e scende ancora all'Excelsior. Le liste d'attesa per incontrarlo sono di circa dodici giorni, ma dipende. Per alcuni il rito è abbreviato. Al telefono coi suoi segretari si è pregati di chiamarlo "lo zio": "La regola numero uno è non fare mai nomi ? insiste l'ultimo di una serie di intermediari ? Lei non dica niente, nè chi la manda nè perchè. La richiameranno. Quando poi lo incontra vedrà : è una persona squisita. Solo: non gli parli di politica". Di poesia, vorrebbe si parlasse: perchè Licio Gelli da quando ha ufficialmente smesso di lavorare alla trasformazione dell'Italia in un Paese "ordinato secondo i criteri del merito e della gerarchia", come lui dice, "per l'esclusivo bene del popolo" ha preso a scrivere libri di poesia, ovviamente premiati di norma con coppe e medaglie, gli "amici" nel '96 lo hanno anche candidato al Nobel.
"Vorrei scivolare dolcemente nell'oblio. Vedo che il mio nome compare anche nelle parole crociate, e ne soffro. Vorrei che di me come Venerabile maestro non si parlasse più. Siamo stati sottoposti a un massacro. Pensi a Carmelo Spagnolo, procuratore generale di Roma, pensi a Stammati che tentó di uccidersi. E' stata una gogna in confronto alla quale le conseguenze di Mani Pulite sono una sciocchezza. In fondo Mani pulite è stata solo una faccenda di corna. Lei crede che la corruzione sia scomparsa? Non vede che è ovunque, peggio di prima? Prima si prendeva facciamo il 3 per cento, ora il 10. Io non ho mai fatto niente di illegale nè di illecito. Sono stato assolto da tutto. Le mie mani, eccole, sono nette di oro e di sangue".
Assolto da tutto non è vero, dev'essere per questo che lo ripete tre volte e s'indurisce. Indossa un abito principe di Galles, cravatta di seta, catena d'oro al taschino, occhiali con montatura leggerissima, all'anulare la fede e un grosso anello con stemma. Questo avrebbe detto dunque a Montecatini, a quel convegno a cui l'hanno invitata e poi non è andato? Dicono che Andreotti l'abbia chiamata per dissuaderla. "E' una sciocchezza. Andreotti non è uomo da fare un gesto simile. Si vede che lei non lo conosce".
Senz'altro lei lo conosce meglio. "Se Andreotti fosse un'azione avrebbe sul mercato mondiale centinaia di compratori. E' un uomo di grandissimo valore politico". Come molti della sua generazione. "Molti, non tutti. Cossiga certamente. Non Forlani, non aveva spina dorsale. Naturalmente Almirante, eravamo molto amici, siamo stati nella Repubblica sociale insieme. L'ho finanziato due volte: la seconda per Fini. Prometteva molto, Fini. Da un paio d'anni si è come appannato". Forse un po' schiacciato dalla personalità  di Berlusconi. "Puó darsi. Berlusconi è un uomo fuori dal comune. Ricordo bene che già  allora, ai tempi dei nostri primi incontri, aveva questa caratteristica: sapeva realizzare i suoi progetti. Un uomo del fare. Di questo c'è bisogno in Italia: non di parole, di azioni".
Vi sentite ancora? "Che domanda impertinente. Piuttosto. L'editore Dino, lo conosce?, ha appena ripubblicato il mio primo libro: Fuoco! E' stata la mia opera più sofferta, anche perchè ha coinciso con la morte di mio fratello nella nostra guerra di Spagna. E' un edizione pregiata a tiratura limitata, porta in copertina il mio bassorilievo in argento. Ci sono due altri solo autori in questo catalogo: il Santo padre, e Silvio Berlusconi". Anche Berlusconi col bassorilievo d'argento? "Certo, guardi". Il titolo dell'opera è "Cultura e valori di una società  globalizzata". Pensa che Berlusconi abbia saputo scegliere con accortezza i suoi collaboratori? "Credo che in questa ultima fase si senta assediato. E' circondato da persone che pensano al "dopo". Non si fida, e fa bene.
E' stato giusto bonificare il partito, affidarlo a un uomo come Cicchitto. Cicchitto lo conosco bene: è bravo, preparato". Il coordinatore sarebbe Bondi in realtà . "Sì, d'accordo. Credo che anche Bondi sia preparato. E' uno che viene dalla disciplina di partito". Comunista. "Non importa. Quello che conta è la disciplina e il rispetto della gerarchia". Ha visto il progetto di riordino del sistema televisivo? "Sì, buono". E la riforma della giustizia? "Ho sentito che quel Cordova ha detto: ma questo è il piano di Gelli. E dunque?
L'avevo messo per scritto trent'anni fa cosa fosse necessario fare. Leone mi chiese un parere, gli mandai uno schema in 58 punti per il tramite del suo segretario Valentino. Pensa che chi voglia assaltare il comando consegni il piano al generale nemico, o al ministro dell'Interno? Ma comunque non è di questo che vogliamo parlare, no? Vuole anche lei avere i materiali per scrivere una mia biografia? Arriva tardi: ho già  completato il lavoro con uno scrittore di gran fama". Su una poltrona è appoggiato l'ultimo libro di Roberto Gervaso. La scrive con Gervaso? "Ma no, ci vuole una persona estranea ai fatti. Se vuole le mostro lo scaffale con le opere che mi riguardano, le ho catalogate: sono 344". Certo: il burattinaio è un soggetto affascinante. "Andó così: venne Costanzo a intervistarmi per il Corriere della sera. Dopo due ore di conversazione mi chiese: lei cosa voleva fare da piccolo. E io: il burattinaio. Meglio fare il burattinaio che il burattino, non le pare?".
Sembra che ce ne siano diversi di burattinai in giro ultimamente. "Il burattinaio è sempre uno, non ce ne possono essere diversi". E adesso chi è? "Adesso? Questa è una classe politica molto modesta, mediocre. Sono tutti ricattabili". Tutti? Mettiamo: Bossi. "Bossi si è creato la sua fortezza con la Padania, ha portato 80 parlamentari è stato bravo. Ma aveva molti debiti... Per risollevare il Paese servono soldi, non proclami. Ho sentito che Berlusconi ha invitato gli americani a investire in Italia: ha fatto bene, se qualcuno abbocca?
Ma la situazione è molto seria. L'economia va malissimo, l'Europa è stata una sventura. Non abolire le barriere, bisognava: moltiplicarle. Fare la spesa è diventato un problema, il popolo è scontento. Serve un progetto preciso". Per la Rinascita del Paese. "Certo". C'è il suo: certo forse i 900 affiliati alla P2 erano pochi. "Ma cosa dice, novecento persone sono anche troppe. Ne bastano molte meno". Allora quelle che ci sono ancora bastano, tolti i pentiti. "Nessuno si è pentito. Pentiti? A chi si riferisce? Costanzo, forse. L'unico. Con tutto quello che ho fatto per lui. Guardi: io non devo niente a nessuno ma tutti quelli che ho incontrato devono qualcosa a me. Ci sono dei ribelli a cui ho salvato la vita, ancora oggi quando mi incontrano mi abbracciano". Ribelli? "Sì, i ribelli che stavano sulle montagne, in tempo di guerra. Io ero ufficiale di collegamento fra il comando tedesco e quello italiano. Ne ho salvati tanti". Intende partigiani. "Li chiami come crede. Eravamo su fronti opposti, ma quando sei di fronte ad un amico non c'è divisa che conti.
L'amicizia, la fedeltà  ad un amico viene prima di ogni cosa". L'amicizia, sì. La rete. Cossiga l'ha citata giorni fa, in un'intervista. Ha detto: chiedete a Gelli cosa pensava di Moro. "Da Moro andai a portare le credenziali quando ero console per un paese sudamericano. Mi disse: lei viene in nome di una dittatura, l'Italia è una democrazia. Mi spiegó che la democrazia è come un piatto di fagioli: per cucinarli bisogna avere molta pazienza, disse, e io gli risposi stia attento che i suoi fagioli non restino senz'acqua, ministro'". Anche in questo caso tragicamente profetico, per così dire. Lei cosa avrebbe fatto, potendo, per salvare Moro? "Non avrei fatto niente. Era stato fascista in gioventù, come Fanfani del resto, ma poi era diventato troppo diverso da noi. Lei ha visto il film sul delitto Moro?" Quello di Bellocchio? "No, l'altro. Quello tratto dal libro di Flamigni.
Ma le pare che si possa immaginare un agente dei servizi segreti che con un impermeabile bianco va a controllare sulla scena del delitto se è tutto andato secondo i piani?". Gli agenti dei servizi sono più prudenti? "Lei conosce Cossiga? Proprio una bravissima persona. E poi un uomo così colto, uno capace di conversare in tedesco. Un uomo puro, un animo limpido. Dopo la morte di mia moglie mi mandó un biglietto: "Ti sono vicino nel tuo primo Natale senza di lei", capisce che pensiero? Vorrebbe farmi una cortesia? Se lo incontra, vuole porgergli i miei ricordi, e i miei saluti?".

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il piano di rinascita democratica ...leggetelo e ricordatelo...
che democrazia!!!

pochi potenti e tanti schiavi ....


chi lotta per il rinnovamento muore licio...

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ricordalo ...

e tu & gli altri
camperete cent'anni ...

se un giorno morendo dovesse esserci il paradiso e dovessi andarci anche io e dovessi vedervi passeggiare lì ...

inizierei a bestemmiare come un folle ...

"mandatemi all'inferno ... preferisco il fuoco eterno alla puzza di merda"

:-D

W L'ITALIA...
Voi date poca cosa dando cio' che possedete. E'quando donate voi stessi che donate veramente.
-Kahlil Gibran-

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#465 Messaggio da docu »

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imparate a morire italiani...

"vivere per niente... o morire per qualcosa"

il vostro paese è occupato ...
dalla casta.... una grande piramide ...
iniziate a rompere la base... le piramidi vanno giù rompendo la base ...

interessatevi alla politica ...
la politica è il modo come vengono spesi i vostri soldi ...
come li utilizzano ...

i vostri soldi sono lì ... in opere mai completate ...
chissà  in quali conticorrenti ... in mano a persone quanto meno dal passato oscuro ...

il benessere che vi hanno regalato è visibile nella condizione dei vostri figli ...

figli maschi schiavi ...
e femmine puttane

questo vi ha portato il benessere oltre che la tv e la macchina in garage
Voi date poca cosa dando cio' che possedete. E'quando donate voi stessi che donate veramente.
-Kahlil Gibran-

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