tremonti! CIUCCIAMELO!
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Un appello a Bertinotti: faccia avere a Tremonti la tessera d'onore di Rifondazione
di Daniele Capezzone
Antologia delle dichiarazioni rese ieri dal bi-vicepresidente (del Consiglio e di Forza Italia).
Numero uno: la crociata contro il "mercatismo mondialista" della sinistra. Numero due: attacchi al "globalismo". Numero tre: meglio Vendola della "trimurti" Prodi-Fassino-D'Alema.
Ma a queste "new entries" occorre aggiungere gli "evergreen" del repertorio tremontiano. Numero uno: "No a Bruxelles come Washington". Numero due: "Sì a dazi e protezioni". Numero tre: difesa delle corporazioni e delle loro rendite a base di "professional day". Numero quattro (per la verità , in condominio con altri autorevoli membri della sua coalizione): attacchi alle compagnie aeree low-cost per la crisi dell'Alitalia.
Dinanzi a tutto questo (una originale, interessante, personalissima "summa" a-liberale o anti-liberale), mi permetto di formulare una riflessione e una proposta.
La riflessione è che siamo dinanzi a un personaggio che (lo ripeto: da sponde non liberali) ha indubbiamente una sua potente visione, un suo progetto, e puó davvero ambire alla leadership di uno schieramento politico.
La proposta è che, dinanzi a tutto questo ben di Dio, Fausto Bertinotti gli offra da subito la tessera d'onore di Rifondazione.
di Daniele Capezzone
Antologia delle dichiarazioni rese ieri dal bi-vicepresidente (del Consiglio e di Forza Italia).
Numero uno: la crociata contro il "mercatismo mondialista" della sinistra. Numero due: attacchi al "globalismo". Numero tre: meglio Vendola della "trimurti" Prodi-Fassino-D'Alema.
Ma a queste "new entries" occorre aggiungere gli "evergreen" del repertorio tremontiano. Numero uno: "No a Bruxelles come Washington". Numero due: "Sì a dazi e protezioni". Numero tre: difesa delle corporazioni e delle loro rendite a base di "professional day". Numero quattro (per la verità , in condominio con altri autorevoli membri della sua coalizione): attacchi alle compagnie aeree low-cost per la crisi dell'Alitalia.
Dinanzi a tutto questo (una originale, interessante, personalissima "summa" a-liberale o anti-liberale), mi permetto di formulare una riflessione e una proposta.
La riflessione è che siamo dinanzi a un personaggio che (lo ripeto: da sponde non liberali) ha indubbiamente una sua potente visione, un suo progetto, e puó davvero ambire alla leadership di uno schieramento politico.
La proposta è che, dinanzi a tutto questo ben di Dio, Fausto Bertinotti gli offra da subito la tessera d'onore di Rifondazione.
You are what you is (Frank Zappa)
"Cosa c'entra il Papa con l'apertura dell'anno accademico? E' come se a un concistoro si decidesse di invitare Belladonna" (Sacre Scuole)
"Che ci posso fare? Le banalità non mi emozionano" (Breglia)
"Cosa c'entra il Papa con l'apertura dell'anno accademico? E' come se a un concistoro si decidesse di invitare Belladonna" (Sacre Scuole)
"Che ci posso fare? Le banalità non mi emozionano" (Breglia)
Questa volta d'accordissimo con Capezzone.
Solo una faccia da culo come Tvemonti poteva in un batter d'occhio rinnegare tutti i progetti liberisti per dirsi 'colbertista' (qualunque cosa possa voler dire nel 2000 'colbertista').
Tessera di rifo e poi un bel calcio in culo
Seriamente, l'equivoco di fondo è che il nostro, professore di Diritto Tributario, si crede anche un Economista. Un pó come Martino, l'altro genio incompreso del centrodestra. Mamma che gente...
Solo una faccia da culo come Tvemonti poteva in un batter d'occhio rinnegare tutti i progetti liberisti per dirsi 'colbertista' (qualunque cosa possa voler dire nel 2000 'colbertista').
Tessera di rifo e poi un bel calcio in culo
Seriamente, l'equivoco di fondo è che il nostro, professore di Diritto Tributario, si crede anche un Economista. Un pó come Martino, l'altro genio incompreso del centrodestra. Mamma che gente...
tremonti!
ciucciamelo!
ciucciamelo!
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https://subscribestar.adult/stokkafilippo
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I burqa fatti in Cina:
l'ultima moda afghana
Le donne conquistate dal «nuovo stile». Ma decine di sarti locali perdono il lavoro
«I cinesi producono un intero burqa in pochi minuti " spiega il sarto afghano Zamarai ". Non possiamo competere»
Il burqa è un simbolo dell'Afghanistan talebano, guardato con orrore da molte donne, occidentali e non solo. Ma è anche un oggetto la cui produzione è stata per decenni fonte di sostentamento per centinaia di sarti afghani. Fino a un anno fa, quando sono arrivati i cinesi.
Abili nel realizzare in massa prodotti anche di nicchia, dagli alberi di Natale ai reggiseni push-up, da un anno a questa parte i cinesi producono anche burqa destinati al mercato afghano. E pare che le donne trovino i burqa cinesi più «alla moda» di quelli locali, per via delle pieghette strette strette e dei ricami fatti a macchina.
Gli artigiani afghani non sono in grado di reggere la concorrenza: decine hanno perso il lavoro, secondo il reporter americano Jake Fairweather, che ha intervistato alcuni di loro per il suo blog
Islam's Advance sul Washington Post.
Nel 1996, i talebani, preso il potere a Kabul, imposero a tutte le donne di indossare quest'abito, che era già in uso nel Paese per motivi culturali e sociali e non necessariamente di fede. Dopo la cacciata dei talebani per mano degli americani nel 2001, nella capitale molte donne non lo indossano più. Le più istruite sono state le prime a sbarazzarsene, ma riconoscono che per molte non è ancora possibile farlo. Nelle campagne, i signori della guerra oppure padri e mariti conservatori continuano a imporne l'uso. Molte donne dicono di sentirsi protette con il burqa. E anche i successi dei guerriglieri talebani nel Sud del Paese non consentono a quest'abito di andare fuori moda.
I cinesi se ne erano accorti. Già due anni fa, il China Daily aveva intervistato un commerciante del bazar principale di Kabul, il quale ammetteva che, pur essendo le vendite di burqa diminuite (dimezzate) rispetto ai tempi dei talebani, riusciva a piazzarne una ventina al giorno. «I cinesi hanno cominciato a fare burqa un anno fa», racconta il sarto afghano Ali Ahmed Zamarai in una videointervista pubblicata sul blog. «Negli ultimi sei mesi, molti artigiani locali hanno perso il lavoro», dice, mentre la telecamera riprende le sue tre figlie che cuciono il copricapo e la moglie che ricama. Non riuscendo a mantenere la famiglia, lui si è indebitato facendosi prestare dai commercianti di Kabul i soldi per sopravvivere all'inverno.
Per realizzare un burqa ci vuole tempo e pazienza. In Afghanistan è un lavoro fatto artigianalmente, spesso a casa, con ago e filo e qualche macchina per cucire a manovella. I Zamarai sono sarti da tre generazioni. Trent'anni fa cucivano abiti occidentali. Poi si sono adeguati ai tempi. Mentre una delle ragazze realizza la parte inferiore, una tunica che copre interamente fino ai piedi, stretta con l'elastico alla vita, la madre e due delle sorelle si concentrano sul più complesso copricapo, che scende fino a coprire il sedere. Cilindrico sulla testa, con una griglia all'altezza degli occhi, pieghettato sul retro, è abbellito con ricami floreali.
I burqa non sono tutti uguali. Il colore più diffuso è l'azzurro: dietro tonalità più chiare si celano ragazze giovani, dietro tinte più scure donne più anziane. Il bianco è il colore delle novelle spose " o delle donne della città di Mazar-i Sharif. I fiori ricamati a mano sul copricapo sono unici per ogni pezzo.
Al mercato di Kabul i burqa in cotone fatti dalla famiglia Zamarai costano 20 dollari l'uno. Loro ricevono 20 centesimi a pezzo. Nella bella stagione, riescono a realizzare un massimo di 50 burqa al giorno per un profitto di 10 dollari. Ma i burqa in tessuti più rozzi importati dal Pakistan costano molto meno, anche 4 dollari, come pure quelli in poliestere. E i cinesi hanno macchine elettriche. «Possono fare un intero burqa in pochi minuti », spiega Zamarai. «Non possiamo competere con loro ». In Afghanistan una macchina per cucire manuale costa 100 dollari, il prezzo di quelle cinesi è di 4.000 l'una. «Nessuno puó permetterselo in questo Paese " spiega il sarto ". Presto tutti i nostri burqa saranno fatti in Cina».
«Alle donne piace il nuovo stile dei burqa cinesi, è più moderno», dice il venditore Hassan al reporter in un mercato di Kabul. Le vendite, aggiunge, sono andate bene negli ultimi anni. Lui lo spiega con la circolazione di dollari legati alla ricostruzione e agli aiuti stranieri piuttosto che con l'escalation della guerra e il ritorno dei talebani.
Viviana Mazza
l'ultima moda afghana
Le donne conquistate dal «nuovo stile». Ma decine di sarti locali perdono il lavoro
«I cinesi producono un intero burqa in pochi minuti " spiega il sarto afghano Zamarai ". Non possiamo competere»
Il burqa è un simbolo dell'Afghanistan talebano, guardato con orrore da molte donne, occidentali e non solo. Ma è anche un oggetto la cui produzione è stata per decenni fonte di sostentamento per centinaia di sarti afghani. Fino a un anno fa, quando sono arrivati i cinesi.
Abili nel realizzare in massa prodotti anche di nicchia, dagli alberi di Natale ai reggiseni push-up, da un anno a questa parte i cinesi producono anche burqa destinati al mercato afghano. E pare che le donne trovino i burqa cinesi più «alla moda» di quelli locali, per via delle pieghette strette strette e dei ricami fatti a macchina.
Gli artigiani afghani non sono in grado di reggere la concorrenza: decine hanno perso il lavoro, secondo il reporter americano Jake Fairweather, che ha intervistato alcuni di loro per il suo blog
Islam's Advance sul Washington Post.
Nel 1996, i talebani, preso il potere a Kabul, imposero a tutte le donne di indossare quest'abito, che era già in uso nel Paese per motivi culturali e sociali e non necessariamente di fede. Dopo la cacciata dei talebani per mano degli americani nel 2001, nella capitale molte donne non lo indossano più. Le più istruite sono state le prime a sbarazzarsene, ma riconoscono che per molte non è ancora possibile farlo. Nelle campagne, i signori della guerra oppure padri e mariti conservatori continuano a imporne l'uso. Molte donne dicono di sentirsi protette con il burqa. E anche i successi dei guerriglieri talebani nel Sud del Paese non consentono a quest'abito di andare fuori moda.
I cinesi se ne erano accorti. Già due anni fa, il China Daily aveva intervistato un commerciante del bazar principale di Kabul, il quale ammetteva che, pur essendo le vendite di burqa diminuite (dimezzate) rispetto ai tempi dei talebani, riusciva a piazzarne una ventina al giorno. «I cinesi hanno cominciato a fare burqa un anno fa», racconta il sarto afghano Ali Ahmed Zamarai in una videointervista pubblicata sul blog. «Negli ultimi sei mesi, molti artigiani locali hanno perso il lavoro», dice, mentre la telecamera riprende le sue tre figlie che cuciono il copricapo e la moglie che ricama. Non riuscendo a mantenere la famiglia, lui si è indebitato facendosi prestare dai commercianti di Kabul i soldi per sopravvivere all'inverno.
Per realizzare un burqa ci vuole tempo e pazienza. In Afghanistan è un lavoro fatto artigianalmente, spesso a casa, con ago e filo e qualche macchina per cucire a manovella. I Zamarai sono sarti da tre generazioni. Trent'anni fa cucivano abiti occidentali. Poi si sono adeguati ai tempi. Mentre una delle ragazze realizza la parte inferiore, una tunica che copre interamente fino ai piedi, stretta con l'elastico alla vita, la madre e due delle sorelle si concentrano sul più complesso copricapo, che scende fino a coprire il sedere. Cilindrico sulla testa, con una griglia all'altezza degli occhi, pieghettato sul retro, è abbellito con ricami floreali.
I burqa non sono tutti uguali. Il colore più diffuso è l'azzurro: dietro tonalità più chiare si celano ragazze giovani, dietro tinte più scure donne più anziane. Il bianco è il colore delle novelle spose " o delle donne della città di Mazar-i Sharif. I fiori ricamati a mano sul copricapo sono unici per ogni pezzo.
Al mercato di Kabul i burqa in cotone fatti dalla famiglia Zamarai costano 20 dollari l'uno. Loro ricevono 20 centesimi a pezzo. Nella bella stagione, riescono a realizzare un massimo di 50 burqa al giorno per un profitto di 10 dollari. Ma i burqa in tessuti più rozzi importati dal Pakistan costano molto meno, anche 4 dollari, come pure quelli in poliestere. E i cinesi hanno macchine elettriche. «Possono fare un intero burqa in pochi minuti », spiega Zamarai. «Non possiamo competere con loro ». In Afghanistan una macchina per cucire manuale costa 100 dollari, il prezzo di quelle cinesi è di 4.000 l'una. «Nessuno puó permetterselo in questo Paese " spiega il sarto ". Presto tutti i nostri burqa saranno fatti in Cina».
«Alle donne piace il nuovo stile dei burqa cinesi, è più moderno», dice il venditore Hassan al reporter in un mercato di Kabul. Le vendite, aggiunge, sono andate bene negli ultimi anni. Lui lo spiega con la circolazione di dollari legati alla ricostruzione e agli aiuti stranieri piuttosto che con l'escalation della guerra e il ritorno dei talebani.
Viviana Mazza
E' la vecchia guardia e i suoi interventi sul darkside sono imprescindibili, affronta il lato oscuro del sesso estremo con l'approccio dostojeschiano dell'uomo che soffre, mitizza e somatizza.UN DEMONE
Now I lay me down to sleep,Pray the lord my soul to keep.And if I die before I wake pray the lord my soul to take.
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Re: tremonti! CIUCCIAMELO!
Kronos ha scritto:l'artefice del ridicolo, il responsabile del buco economico che ci costera' a breve lacrime e sangue
Ma come ? I miei amici evasori di Forza Itaglia mi dicevano ke è tutta colpa di Prodi ke li perseguita dalla mattina alla sera perkè li vuol far pagare un pó le tasse...
Sono andato a fare un pezzo da Peck, la vigilia di natale. Dovevate vedere le facce che facevano i professionisti milanesi quando -carta di credito alla mano e chilo di foie gras nel sacchetto- chiedevo loro come facevano a permettersi la spesa dopo che Prodi li aveva resi poveri in canna. Verrà stalin...
si cerca di essere il meno stronzi possibile
- Husker_Du
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In Itaglia e' ormai conclamata la cultura del "furbo".....se non paghi le tasse non sei un evasore, sei piu' "furbo" di quelli che le pagano e quindi e' un vanto....
Berlusconi ne e' un emblema quando affermo' in TV che aveva portato la sede di alcune societa' all'estero per non pagare le tasse in italia....ed era presidente del consiglio....
Berlusconi ne e' un emblema quando affermo' in TV che aveva portato la sede di alcune societa' all'estero per non pagare le tasse in italia....ed era presidente del consiglio....
"Signori benpensanti, spero non vi dispiaccia,
se in cielo in mezzo ai Santi, Dio fra le sue braccia, soffochera' il singhiozzo di quelle labbra smorte che all'odio e all'ignoranza preferirono la morte"
se in cielo in mezzo ai Santi, Dio fra le sue braccia, soffochera' il singhiozzo di quelle labbra smorte che all'odio e all'ignoranza preferirono la morte"
Quello di creare societa' off-shore nei paradisi fiscali non e' solo un vizio italico, purtroppo...Husker_Du ha scritto: Berlusconi ne e' un emblema quando affermo' in TV che aveva portato la sede di alcune societa' all'estero per non pagare le tasse in italia....ed era presidente del consiglio....
...anche il civilissimo Regno Unito ha due isole nella Manica dove i conti in banca possono essere cifrati e completamente segreti e si possono creare societa' di comodo...
...anche il centro d'Europa, il Lussemburgo e' una concentrazione di furbi matricolati...
...con questo non giustifico, ma e' inutile gridare al lupo...la sinistra ha avuto tre occasioni di governo per risolvere il conflitto di interessi e non lo ha mai fatto...

"Innalzare templi alla virtù e scavare oscure e profonde prigioni al vizio."
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Siamo d'accordo Helmut......io ho specificato la cosa secondo me piu' importante: ed era presidente del consiglio....Helmut ha scritto:Quello di creare societa' off-shore nei paradisi fiscali non e' solo un vizio italico, purtroppo...Husker_Du ha scritto: Berlusconi ne e' un emblema quando affermo' in TV che aveva portato la sede di alcune societa' all'estero per non pagare le tasse in italia....ed era presidente del consiglio....
...anche il civilissimo Regno Unito ha due isole nella Manica dove i conti in banca possono essere cifrati e completamente segreti e si possono creare societa' di comodo...
...anche il centro d'Europa, il Lussemburgo e' una concentrazione di furbi matricolati...
...con questo non giustifico, ma e' inutile gridare al lupo...la sinistra ha avuto tre occasioni di governo per risolvere il conflitto di interessi e non lo ha mai fatto...

Io non ho mai sentito Tony Blair in TV dire che ha portato alcune sue societa' all'estero per evitare di pagare le tasse mentre era primo ministro....anche perche' se l'avesse fatto non sarebbe piu' stato primo ministro....
Il problema e' che come primo ministro sei nella posizione di chiedere ai cittadini di pagare le tasse per finanziare parte della tua politica economica......se come primo ministro pero' sei il primo a dire che evadi parti gia' da una situazione sbagliata........

"Signori benpensanti, spero non vi dispiaccia,
se in cielo in mezzo ai Santi, Dio fra le sue braccia, soffochera' il singhiozzo di quelle labbra smorte che all'odio e all'ignoranza preferirono la morte"
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Re: tremonti! CIUCCIAMELO!
Secondo me è proprio lo status di ministro dell'Economia che ti fa rincoglionire. Dopo le cazzate di Tremonti l'avete sentita l'ultima di domenica di Tommaso Coglione Schioppa? L'Alitalia è mia e la vendo come cazzo voglio io. Nel culo agli imprenditori lombardi e alla Formiga.Kronos ha scritto:quando ci vuole ci vuole.
l'artefice del ridicolo, il responsabile del buco economico che ci costera' a breve lacrime e sangue, il liberista fai da te della domenica pomeriggio all'oratorio e' uscito con l'ennesima stronzata: vendere le spiagge del belpaese per 99 anni e con il ricavato investire in infrastrutture tipo aeroporti a 4 piste (cazzo ma di piste non bastavano quelle di micciche'?) perche' da noi si deve fare turismo di massa.
memore dello spettacolo di luttazzi lancio ufficalmente la campagna mondiale:
tremonti, CIUCCIAMELO!
scrivete e diffondete ovunque questo verbo: uno cosi' merita davvero il confino in una casa di cura per malattie mentali.
Peccato che a prenderla nel culo siano i lavoratori dipendenti come mio fratello.
- gregor samsa
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- Iscritto il: 30/12/2007, 0:22
Re: tremonti! CIUCCIAMELO!
il problema dell'alitalia è di tutti quei manager e dirigenti (messi dai partiti) che con i loro stipendi da favola e le loro scelte imprenditoriali assurde si sono mangiati un patrimonio nazionale.Montoya ha scritto:Secondo me è proprio lo status di ministro dell'Economia che ti fa rincoglionire. Dopo le cazzate di Tremonti l'avete sentita l'ultima di domenica di Tommaso Coglione Schioppa? L'Alitalia è mia e la vendo come cazzo voglio io. Nel culo agli imprenditori lombardi e alla Formiga.Kronos ha scritto:quando ci vuole ci vuole.
l'artefice del ridicolo, il responsabile del buco economico che ci costera' a breve lacrime e sangue, il liberista fai da te della domenica pomeriggio all'oratorio e' uscito con l'ennesima stronzata: vendere le spiagge del belpaese per 99 anni e con il ricavato investire in infrastrutture tipo aeroporti a 4 piste (cazzo ma di piste non bastavano quelle di micciche'?) perche' da noi si deve fare turismo di massa.
memore dello spettacolo di luttazzi lancio ufficalmente la campagna mondiale:
tremonti, CIUCCIAMELO!
scrivete e diffondete ovunque questo verbo: uno cosi' merita davvero il confino in una casa di cura per malattie mentali.
Peccato che a prenderla nel culo siano i lavoratori dipendenti come mio fratello.
a mio avviso oggi è un bene che l'alitalia venga venduta. non è mica detto che si debba avere per forza una compagnia di bandiera. quello che conta è il servizio e il relativo costo, non chi lo offre.
vorrei che qualcuno mi spiegasse come mai ryanair è in attivo con biglietti da 1 euro ed alitalia è in passivo facendo pagare 150 euro per lo stesso volo. e non mi ripetete le menate dei sedili più stretti, della colazione o del succo di frutta a bordo, del giornale, ecc.
l'aspetto doloroso, piuttosto, è che i manager e i dirigenti ladri ed incapaci si ricicleranno agevolmente, i lavoratori la prenderanno nel culo come sempre.
...se sbaglio, mi corigerete. (gpII)
- Husker_Du
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Re: tremonti! CIUCCIAMELO!
Vero....e mi spiace per tuo fratello.....ma e' indubbio che per anni per sostenere l'alitalia se lo sono presi in culo migliaia di italiani....Montoya ha scritto: Nel culo agli imprenditori lombardi e alla Formiga.
Peccato che a prenderla nel culo siano i lavoratori dipendenti come mio fratello.

"Signori benpensanti, spero non vi dispiaccia,
se in cielo in mezzo ai Santi, Dio fra le sue braccia, soffochera' il singhiozzo di quelle labbra smorte che all'odio e all'ignoranza preferirono la morte"
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