Le notti censurate della pornostar
[b:52b15b94b7]Reportage Viaggio nelle sexy-tv in pericolo[/b:52b15b94b7]
[i:52b15b94b7]Arriva trafelata dopo uno slalom nel traffico di Roma. Indossa un paio di jeans, una camicetta bianca sotto un maglione blu col collo a V. Gli occhi verdi sono una carezza, il corpo che si intuisce sotto gli abiti è un trionfo da Cantico dei Cantici. A prima vista Roberta Missoni è una ragazza normale, acqua e sapone. Ma le bastano pochi minuti di trucco per trasformarsi nella regina delle notti erotiche. Protagonista assoluta di quelle trasmissioni che l'Authority vuole proibire, inseguendo la sfuggente definizione di pornografia.
Il genere più in odore di scandalo è quello delle linee erotiche, dove belle ragazze spogliate invitano i clienti a telefonare. Come nelle normali televendite. Invece di materassi si spacciano sussurri erotici. Il pubblico chiama. Una parte delle conversazioni si svolge in diretta, quelle più hard, in privato, con la pornostar (su un numero estero, un po' salato). E' un bel business, che coinvolge un milione di spettatori, e un centinaio di tv locali. Ora serpeggia la paura. Perché il Garante può rifilare una multa fino a 50 mila euro, senza diffida, e tagliare alla tv i contributi statali. Molti plaudono al divieto, compresa una fetta di emittenti, quelle che trasmettono solo i video patinati di «playboy» (questo è eros). In rete, invece, spuntano i cobas del sesso che rivogliono le ragazze della notte.
«Ma cos'è pornografia? Picasso, l'Aretino, i disegni di Giulio Romano, un corpo di donna?» chiede Riccardo Schicchi, il più celebre pornomanager d'Italia, demiurgo di Moana e Cicciolina, esaltato come genio e stigmatizzato a seconda di come tira il vento, incappato pure in Vallettopoli. In giacca e cravatta, sorriso beffardo sulle labbra, sistema i cavi elettrici in terra per preparare la registrazione del messaggio promozionale di una linea erotica. Insomma uno dei programmi tabù.
Con il fidanzato
Lo studio di posa è in una palazzina sulla via Cassia, fuori Roma. Un tempo era abitata da tante pornostar, Moana, Cicciolina, Milly D'Abbraccio. Ora restano gli uffici della Diva Futura, tappezzati da ragazze nude, e attraversati da pigri gattoni (c'è anche un coniglio, di Mercedes Ambrus). E inquilini normali che mugugnano contro le ragazze ungheresi troppo scosciate.
Roberta Missoni, protagonista del «messaggio promozionale», è la pornostar italiana emergente. Corpo perfetto, e candore nell'animo che la mette al riparo dalla volgarità . Aveva studiato in una scuola per parrucchiere e lavorato con la mamma in un'impresa di pulizie. Ma la natura era stata troppo generosa, per dimenticarla tra stracci e scope. Ha fatto un po' la modella, poi il gradimento plebiscitario del Web l'ha portata a calendari, pubblicità , paginoni. Quindi spettacoli erotici, e film hard. Ora vive da pornostar a tempo pieno, seguita dal fidanzato, che l'ha appoggiata fin dall'inizio. «Era la sua strada non potevo cercare di bloccarla». Lui, volto da bravo ragazzo, alto un metro e novanta, parlata forbita, lavora a Fiumicino, manutenzione di aerei, è orgoglioso di stare con una donna ammirata da tutti. Neanche una fitta di gelosia? «Mi ritengo troppo fortunato per essere geloso».
Anche lei, Roberta Missoni, adora il fidanzato. Da undici anni. «Non l'ho mai tradito né lo farò mai». E il sesso nel film? «E' soltanto lavoro. Ma basta una doccia e, fuori dal set, torno a essere me stessa. Adoro essere ammirata, guardata, desiderata. Mi piace abitare i sogni degli uomini». Realizza l'aporia di essere esibizionista e timida al tempo stesso. «Quando sono nuda mi svuoto la mente. E' come se avessi davanti uno specchio nel quale mi rifletto. Se non riuscissi a non pensare a niente forse sarei colma di vergogna. Comunque è un lavoro serio e gratificante». Davvero così normale? «Assolutamente sì. Molte amiche che volevano fare le attrici per avere tre secondi in tv hanno dovuto passare in tanti letti. E sono ancora lì che aspettano». E lei, proposte indecenti? «Quando facevo la modella, qualcuna è arrivata. Ora no. Io non do niente a nessuno».
Mentre Roberta Missoni racconta la sua vita, il sogno di aprire una profumeria quando avrà smesso con l'eros, si sottopone al trucco. Un trattamento leggero, per togliere le stigmati di due giorni di influenza e due piccoli, insolenti, brufoli sul mento. Sceglie la biancheria intima divisa in sacchetti di nylon nel trolley che si è portata dietro. Si sfila gli abiti da ragazza normale e diventa pornodiva. Passa uno straccio con l'alcol sulla poltrona di plastica sulla quale sarà nuda davanti alla telecamera. «Qui si siedono anche altre... non si sa mai...». Nell'appartamento-studio, un'ottantina di metri quadrati, c'è di tutto. Sedie, divani, un letto. I feticisti andrebbero in visibilio tra scarpe a tacco immenso e indumenti sparsi tra sculture di plastica e quadri. Cartelli a pennarello «Godi ecitata» (sic) «Gioca con le mutande». «Servono per dare le istruzioni alle artiste durante le riprese» spiega il tecnico.
Sogni, ma casti
E' venuta l'ora del silenzio. Si comincia a girare. «Oggi sono qui per voi. Chiamatemi. Vi farò sognare». Dice Roberta Missoni davanti alla telecamera, seducente e naturale. Le telefonate cui risponde sono ovviamente finte. E' uno spot. I maschi che chiamano sono reclutati nei dintorni. Perché le trasmissioni messe all'indice dal Garante nascono così, nell'improvvisazione, nell'economia, nel caso. Sembrano le parodie di «Mai dire martedì». Un assistente di Schicchi ha portato in studio i suoi amici, un gruppo di ragazzi che lavorano in un supermercato vicino. Aspettano seduti su un divano, con i berretti in testa e i jeans a vita bassa. Poi, a turno vanno al telefono. Farfugliano e guardano Roberta, che risponde a pochi metri da loro. «Ciao sono Mario... mi piaci da morire». Lei, improvvisa, chiacchiera con la sua voce calda, romana. Balla, con la grazia provocante di chi ha studiato dieci anni di danza, si toglie qualche indumento. Arriva un muratore, che porta un preventivo di lavori. Vorrebbe strappare un acconto. Ma Schicchi costringe anche lui a improvvisare una telefonata. Sono Antonio da Frascati. «Cosa ti piace di una donna?», chiede Roberta. «Tutto dalla testa ai piedi», mormora lui, un po' indignato, un po' contento di far parte di quel gioco erotico. Arriva anche una ragazza formosissima, dalla Slovenia, ballerina di lap dance nel Veneto. Vorrebbe fare un provino per entrare nel mondo dell'hard, una delle tante che si presentano ogni giorno, anche lei viene coinvolta in una telefonata.
Intanto Roberta Missoni va avanti, si è tolta anche gli ultimi indumenti. Ora è nuda. «Ma attenta, non devi toccarti. Tieni le gambe bene accavallate», si raccomanda il regista, spaventato dal Garante. Le trasmissioni proibite, emendate, a questo punto, sono ormai caste come un documentario sugli amori delle lontre di Discovery Channel. Intanto, di giorno, nei reality vanno in onda bestemmie, volgarità , e le ragazze fanno di tutto pur di non beccarsi una nomination.
Le autoreggenti
Parte la musica. «E le tette? Posso toccarmele?» chiede Roberta. «No... sei matta... puoi guardare maliziosa... ma niente parti intime» dice il regista. «Chiamatemi in privato... e se volete potete venire a trovarmi... il calendario dei miei spettacoli è on line». Roberta Missoni lancia un bacio agli spettatori che faranno zapping nelle notti insonni, ruminando nel buio sull'arduo mestiere di vivere. Poi esce dallo studio. E' il momento della pausa. E' stata davanti alla telecamera per due ore. Più di una partita di rugby. Nello studio, intanto, sono arrivate altre due sexy star. Si cambiano, chiacchierano di futuri spettacoli. «Hanno chiamato anche te per la serata lesbo?» «Ok, allora magari andiamo insieme». Aprono le confezioni di autoreggenti e parlano dei clienti che hanno tenuto a bada la sera prima su un palco.
E subito si ricomincia a girare un altro messaggio promozionale. Manco a farlo apposta telefona sul cellulare di Schicchi un produttore tv. «Mi raccomando non si deve vedere niente... neanche una tetta nuda... e niente turpiloquio... non bisogna dire neanche "scopare", capito Riccardo». «Vede c'è paura» dice Schicchi. Lei ne ha? «Io? - sorride -. Io è dal 70 che vado avanti a piccoli passi per spostare il senso del pudore. Abbiamo cominciato con Cicciolina e radio Luna. Ed eravamo riusciti a creare un'Italia libera. Ora rivogliono la censura. E' una caccia alle streghe. Solo che nella storia, sul rogo, hanno sempre mandato quelle che streghe non erano». [/i:52b15b94b7]
Fonte:
http://www.lastampa.it/redazione/cmsSez ... girata.asp