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Richard Franklin Lennox Thomas Pryor III (Peoria, 1º dicembre 1940 – Los Angeles, 10 dicembre 2005) è stato un comico, cabarettista, attore, sceneggiatore e produttore cinematografico statunitense.
Dal viso sempre sorridente e facilmente riconoscibile per i suoi grandi baffi neri, Pryor divenne celebre intorno agli anni ottanta in alcuni film interpretati in coppia con Gene Wilder e in una parte comica in Superman III, sebbene avesse debuttato nel 1967 in Un vestito per un cadavere. Come stand-up comedian era celebre per il suo modo diretto e senza compromessi di trattare tematiche scottanti quali discriminazione e razzismo, ricorrendo a un linguaggio talvolta scurrile per illustrare il suo punto di vista. Negli Stati Uniti venne insignito del premio di miglior stand-man di tutti i tempi[1], proprio per la sua comicità trascinante e irriverente, talvolta volutamente autoironica, che ha dato vita a un filone seguito da attori più giovani tra i quali in particolar modo Eddie Murphy e Chris Rock.
Viene ampiamente riconosciuto come uno dei più importanti e influenti comici di sempre: Jerry Seinfeld lo definì "il Picasso della comicità"[2] mentre Bob Newhart lo indicò come "il comico più influente degli ultimi cinquant'anni"[3]; Bill Cosby affermò che "aveva reso la linea di confine tra commedia e tragedia così sottile da renderla indistinguibile."[4] Nel 2004 la rete Comedy Central lo ha classificato al primo posto come miglior comico statunitense di tutti i tempi[1].
eccetera...Biografia
Primi anni
Pryor nel 1969
Cresciuto nel bordello gestito dalla nonna Marie Carter dove la madre si prostituiva, molestato da un pedofilo quando era ragazzino,[5] Pryor in gioventù, dopo essere stato espulso da scuola all'età di 14 anni per aver minacciato di colpire un insegnante,[6] decise di arruolarsi nella Marina degli Stati Uniti e successivamente iniziò a suonare il pianoforte nei night club[7]. Nell'esercito trascorse gli anni dal 1958 al 1960, ma passò praticamente l'intero periodo in una prigione militare. Secondo un articolo del 1999 su Pryor apparso sul The New Yorker, egli venne incarcerato a causa di un incidente occorso mentre era di stanza in Germania Ovest. Infuriatosi per il fatto che un soldato bianco fosse eccessivamente divertito dalle scene razziste presenti nel film Lo specchio della vita di Douglas Sirk, Pryor e molti altri soldati neri picchiarono e accoltellarono l'uomo, anche se non a morte.[6]