I dati ufficiali[6] ISTAT smentiscono il raddoppio dei prezzi tra il 2001 e il 2003, perlomeno a livello aggregato. Infatti, durante questo periodo l’inflazione in Italia si è attestata su livelli stabili tra il 2,5 per cento e il 2,7 per cento[7]. Dal punto di vista pluriennale, sempre secondo i dati Istat, la variazione dei prezzi al consumo tra il 31 dicembre 1998, quando venne introdotto il cambio, e il 2002 - anno in cui l’Euro sostituì effettivamente la Lira - ha superato di poco il 10 per cento, con una variazione annuale media del 2,3 per cento. Non vi è stato dunque alcun “raddoppio”. Se dal punto di vista aggregato i dati smentiscono chiaramente il luogo comune, alcune osservazioni possono essere proposte sui singoli prodotti e mercati, attraverso un’analisi disaggregata. In effetti, nel periodo immediatamente successivo all’introduzione dell’Euro per determinati beni si è assistito ad un rialzo dei prezzi nettamente più elevato rispetto a quanto non rilevi l’inflazione aggregata. Fonte: Del Giovane & Sabbatini (2006) – Dati ISTAT Dalla tabella si evince come, in particolare, si sia assistito ad un rialzo consistente dei prezzi nel caso di beni ad alta frequenza di acquisto, ovvero quelli che quotidianamente vengono acquistati sui banconi del mercato o dagli scaffali dei supermarket. In questa categoria rientrano prodotti alimentari, tabacco, prodotti di uso casalingo giornaliero (detersivi, saponi, ecc.), giornali, alcune tipologie di servizi (trasporti locali e ferroviari, servizi postali e bancari, ristoranti e bar). Parte del divario tra inflazione percepita e inflazione reale, dunque, sarebbe ascrivibile alla divergenza tra il tasso inflattivo per queste tipologie di beni e servizi e quello per le altre tipologie di beni e servizi. In effetti, tra i prodotti che sono stati più soggetti a un rialzo dei prezzi successivamente all’introduzione dell’Euro ci sono gelati, pizza, tramezzini, e altri beni e/o servizi forniti da bar o ristoranti[9]. Infatti, diversi studi mostrano come in Europa[10] e, più nello specifico, in Italia[11] i servizi di ristorazione abbiano di fatto approfittato del cambio di valuta per far fronte ai cosiddetti menu costs, ovvero quei costi in cui un commerciante incorre ogni qual volta debba modificare i propri prezzi nominali. In altre parole, i ristoratori hanno anticipato e sfruttato il changeover Lira-Euro per aggiustare i propri prezzi di listino, azione comunque da intraprendersi, prima o poi. Così come i gelatai, i quali detengono, secondo L’Espresso[12], il record di rincaro sul lungo periodo per il proprio prodotto offerto: circa il 300 per cento al cono. Sembra, inoltre, che i rincari si siano osservati anche in altre tipologie di servizi, come lavanderie e piccoli alimentari, in particolar modo in zone con livelli di concorrenza, sia estera che non, piuttosto ridotti[13]. Altri esempi posso essere il biglietto per i mezzi di trasporto pubblici di Milano, il quale è aumentato di prezzo al changeover da 1500 lire (0,77 Euro) a 1 Euro tondo, o la giocata minima del lotto, che è passata da una base di mille lire ad 1 Euro (in questo caso sì un vero e proprio raddoppio)[14]. Anche l’effetto degli arrotondamenti dopo l’introduzione della nuova moneta sarebbe stato significativo[15], riflettendo ad esempio meccanismi psicologici per cui gli acquirenti sono portati a sottovalutare involontariamente le ultime cifre decimali, oppure casi in cui successivamente al cambio i prezzi ammontino a cifre nella pratica scomode per i pagamenti. I dati dimostrano quindi che l’introduzione dell’Euro ha coinciso con un innalzamento dei prezzi in certi servizi o per certi settori. Anche se per nessuno di questi settori i prezzi sono effettivamente raddoppiati (il maggior aumento nel 2002 si è avuto per gli ortaggi freschi, con un aumento del 13,6 per cento considerando l’intero anno nel periodo), gli aumento sono stati notevoli. Tuttavia, come già accennato, questi aumenti corrispondono ad una piccola parte della spesa complessiva delle famiglie. L’Istat ha infatti stimato per il 2002[16] un effetto inflazionistico dovuto alla conversione dello 0,8 per cento risultante in un tasso di inflazione annuale totale del 2,5 per cento. Al contrario, secondo le stime di Del Giovane & Sabbatini (2006) l’effetto percepito dalle famiglie era del 6 per cento, dunque 3 punti e mezzo percentuali oltre le stime ufficiali dell’Istituto Nazionale di Statistica per il 2002. 3. Perché tanta differenza tra inflazione effettiva e percepita? La prima ipotesi per spiegare questa divergenza risiede nel calcolo mentale da parte del consumatore[17]. Sebbene il cambio sia fissato a 1 Euro = 1936,27 lire, la maggior parte degli italiani fa un calcolo mentale semplificato e considera 1 Euro equivalente a 2000 lire. Questo dettaglio, che a primo impatto può sembrare irrilevante, in realtà comporta un rincaro nel tasso di cambio del 3,3 per cento. Quindi, quando i consumatori semplificano ed arrotondano il tasso di cambio per confrontare i prezzi con la vecchia Lira, in realtà sottostimano il prezzo in lire e aggiungono un’inflazione “virtuale” del 3,3 per cento. A questo possono essere aggiunti due ulteriori elementi[18]. Il primo si fonda sul fatto che le percezioni dei consumatori sull’inflazione si basano sui beni e servizi che vengono consumati più spesso. Come analizzato in precedenza, questi beni ad alta frequenza di consumo corrispondono ai beni che sono stati più soggetti ad un tasso di inflazione elevato durante il changeover. In secondo luogo, durante il changeover oltre ai cambiamenti di prezzo al rialzo discussi precedentemente, si sono verificati quasi altrettanti cambiamenti in diminuzione di prezzi di beni e servizi, quali l’energia e il gas, che però hanno pesato lievemente sulla percezione dei consumatori. Questo viene spiegato dal fatto che cognitivamente si è predisposti ad attribuire un peso maggiore agli aumenti di prezzo più che alle loro diminuzioni[19]. Ciò significa che di fronte a due beni compresi nel paniere personale di consumo, che rispettivamente subiscono un aumento e una diminuzione di prezzo equivalente, il consumatore percepisce un rincaro invece di un equilibrio finale, dovuto solamente all’interpretazione psicologica del danno causato dall’aumento. Questo effetto psicologico non è limitato all’era euro, tuttavia Del Giovane e Sabbatini fanno notare che nel 2002 si è rilevato un picco nella dispersione dell’inflazione. Questo significa che durante il changeover l’Italia ha subito una forte eterogeneità nei cambiamenti dei prezzi che ha esaltato questo effetto psicologico, e quindi ha rafforzato la percezione di un alto tasso di inflazione. Un’ultima plausibile spiegazione risiede nell’incapacità dei consumatori di ricordare gli ultimi prezzi in lire[20]. Una capacità che è stata misurata attraverso questionari e che ha rilevato un ricordo dei prezzi in Lire assai distante dalla realtà. Prendendo come esempio il prezzo di un biglietto del cinema è emerso che in media nel 2006 fosse sottostimato di circa 4000 lire (a prezzi del 2001). Una distorsione nei ricordi tale che può aiutare a spiegare perché, dopo il changeover, gli italiani abbiamo continuato a percepire tassi di inflazione più alti di quelli effettivi. Infatti, sembra che nel confronto dei prezzi tra Euro e Lira, non riuscendo i consumatori a ricordare l’ultimo prezzo in lire, questi facciano una media di un lasso temporale più esteso. Ciò comporta un divario maggiore tra il prezzo attuale e il prezzo stimato dal consumatore prima del changeover, e quindi una percezione più alta dell’inflazione. Infatti, nello stesso questionario, è emerso che le persone con un’abilità inferiore nel ricordare i prezzi abbiano una percezione dell’inflazione più alta e persistente. Conclusioni Il raddoppio dei prezzi causati dall’ingresso nell’Euro è dunque un luogo comune che va respinto (l’aumento è stato del 2,5 per cento per il 2002, anno di introduzione della banconota europea). Di fatto, è chiaro che non ci sia stato nessun raddoppio generale dei prezzi dovuto all’introduzione dell’Euro, e neppure un aumento tale dell’inflazione nell’era Euro. Tuttavia, i dati indicano chiaramente che certi beni e certi servizi hanno subito un forte aumento di prezzo in concomitanza del changeover per una serie di ragioni psicologiche, tecniche o di convenienza per i commercianti. Questi aumenti di prezzo però non risultano in grado di giustificare il divario tra la percezione dell’inflazione e l’inflazione misurata. Infatti, queste impressioni sui prezzi si creano tramite una serie di meccanismi psicologici che congiuntamente riescono ad amplificare questi aumenti di prezzo in un’inflazione percepita ben più alta della realtà.
[O.T.] Crisi economica
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Re: [O.T.] Crisi economica
I prezzi ovviamente non "raddoppiarono" ma in alcuni settori ad "alta frequenza di acquisto" l'aumento fu consistente. qui la spiegazione in dettaglio con dati ISTAT: https://osservatoriocpi.unicatt.it/ocpi ... er%20cento.
"Non devo essere io ad insegnarvi che avete nemici ed in gran numero, che non sanno perché lo siano, ma che come cani bastardi di villaggio, si mettono ad abbaiare quando i loro simili lo fanno" (Shakespeare, Enrico VIII)
Re: [O.T.] Crisi economica
Marziano mica lo freghi quando si parla di economia 
In realtà provate a immaginare quali comparti "raddoppiarono" i prezzi? Sempre gli stessi, artigiani, professionisti, ristorazione.... gli evasori insomma
In realtà provate a immaginare quali comparti "raddoppiarono" i prezzi? Sempre gli stessi, artigiani, professionisti, ristorazione.... gli evasori insomma
Il sentimento più sincero rimane sempre l'erezione
Re: [O.T.] Crisi economica
molto interessante DDP, grazie
aggiungo anche che secondo me ha ragione markome ,il problema è che non sono stati adeguati i salari, perciò vedendo che i soldi finiscono prima noi percepiamo l'inflazione in maniera più pesante
aggiungo anche che secondo me ha ragione markome ,il problema è che non sono stati adeguati i salari, perciò vedendo che i soldi finiscono prima noi percepiamo l'inflazione in maniera più pesante
Ultima modifica di gaston il 05/01/2023, 18:02, modificato 3 volte in totale.
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Re: [O.T.] Crisi economica
D'altra parte siamo l'unico paese al mondo dove i lavoratori votarono contro i loro stessi interessi nel famoso referendum sulla scala mobile. Cosa aggiungere d'altro?
Re: [O.T.] Crisi economica
Bruno Vespucci ha scritto: ↑05/01/2023, 17:39D'altra parte siamo l'unico paese al mondo dove i lavoratori votarono contro i loro stessi interessi nel famoso referendum sulla scala mobile. Cosa aggiungere d'altro?
Verissimo. Ma si lasciarono ingannare dal ragionamento che sarebbe finito l'appiattimento degli stipendi e che abolendo la scala mobile ci sarebbe stato più spazio contrattuale.
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Re: [O.T.] Crisi economica
Io avevo più margini di profitto negli anni novanta che non in epoca euro. I miei prezzi nel ventennio 1980/2000 sono saliti il doppio rispetto al ventennio 2000/2020.
Faccio sempre l'esempio di un prodotto che vendevo a 3000 lire nei primi anni ottanta e che prima del cambio era arrivato a 26.000.
6 mesi di doppio prezzo 12.91/26.000 e poi venne naturalmente portato a 13.00 uscita di scena la Lira.
Quel prezzo era quindi cresciuto in media di 1000 lire l'anno circa. Da quando è arrivato l'euro il prezzo è salito solo a 18. Esattamente la metà. (p.s. Prezzo salito a 20 in un colpo solo per via degli aumenti delle bollette che me lo fanno pagare a me molto di più di prima).
Come scritto nell'articolo bastò un arrotondamento al termine dei 6 mesi di doppio prezzo per "anticipare" un aumento che sarebbe arrivato da li a poco. (non metto in dubbio che qualcosa sali effettivamente troppo). e solo i più ingenui non capiscono che tutta la filiera aveva "arrotondato" e più il prezzo del prodotto era piccolo più l'arrotondamento era in percentuale più remunerativo. Quindi non era il commerciante a prendersi l'intero profitto.
Lo Stato stesso era uno di quelli che aveva arrotondato di più facendo salire i costi di gestione.
Poi forse, anche grazie alla crisi del 2008 i prezzi si sono letteralmente fermati.
Poi pensala come vuoi. Mi sa che sei uno di quelli che non ha bene in mente quanto pagava in Lire. (e soprattutto in che hanno pagava quel prezzo in Lire).
Un mio cliente alcuni anni fa era convinto che il mio "ultimo prezzo in Lire" fosse la metà di quello che era in realtà. Quando gli feci vedere una fattura del 2002 ci rimase di merda. Se non avessi recuperato quella vecchia fattura (la discussione era ciclica quindi la cercai per usarla come "prova" nella discussione successiva) non l'avrei mai convinto.
Dòni, sa tirìa e cul indrìa, la capela la'n va avantei / Donne, se tirate il culo indietro, la cappella non va avanti. BITLIS
Quando la fatica supera il gusto e ora di lasciar perdere la Patacca e attaccarsi al lambrusco. Giacobazzi
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Re: [O.T.] Crisi economica
Si certo. Si è vistomarkome ha scritto: ↑05/01/2023, 17:43Bruno Vespucci ha scritto: ↑05/01/2023, 17:39D'altra parte siamo l'unico paese al mondo dove i lavoratori votarono contro i loro stessi interessi nel famoso referendum sulla scala mobile. Cosa aggiungere d'altro?
Verissimo. Ma si lasciarono ingannare dal ragionamento che sarebbe finito l'appiattimento degli stipendi e che abolendo la scala mobile ci sarebbe stato più spazio contrattuale.
Re: [O.T.] Crisi economica
L'unico ottimo contratto ce lo fece la tanto vituperata Rosy Bindi con l'intenzione di incentivare la Sanità pubblica e fermare la corsa verso la libera professione.Bruno Vespucci ha scritto: ↑05/01/2023, 17:55Si certo. Si è vistomarkome ha scritto: ↑05/01/2023, 17:43Bruno Vespucci ha scritto: ↑05/01/2023, 17:39D'altra parte siamo l'unico paese al mondo dove i lavoratori votarono contro i loro stessi interessi nel famoso referendum sulla scala mobile. Cosa aggiungere d'altro?
Verissimo. Ma si lasciarono ingannare dal ragionamento che sarebbe finito l'appiattimento degli stipendi e che abolendo la scala mobile ci sarebbe stato più spazio contrattuale.![]()
Dopo avvenne tutto il contrario.
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Re: [O.T.] Crisi economica
Per dovere di cronaca quel picco di arrotondamenti che su alcuni articoli era effettivamente esagerato (io ricordo che la mia pizzeria preferita diventò una delle più care ma oggi è "ferma" a poco più di allora - 6/7 euro una pizza con un condimento quando se non ricordo male stava già a 5/5.5 nel dopo arrotondamento) è figlio anche del passaggio da una moneta leggera ad una pesante.
In Germania dove un Euro valeva l'equivalente di un Marco questa stortura non c'era e i prezzi sono saliti in maniera più regolare. Ma appunto come dice l'articolo, tempo qualche anno, nemmeno tanti, e quello scatto iniziale si è subito riassorbito.
Oggi non ci rendiamo nemmeno conto che dopo venti anni i prezzi sono saliti meno che in epoche passate. Sono gli stipendi ad essere fermi.
In Germania dove un Euro valeva l'equivalente di un Marco questa stortura non c'era e i prezzi sono saliti in maniera più regolare. Ma appunto come dice l'articolo, tempo qualche anno, nemmeno tanti, e quello scatto iniziale si è subito riassorbito.
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Re: [O.T.] Crisi economica
per i salari c'è anche un problema di produttività del lavoro, cresciuta poco e meno rispetto ad altri paesi
oltre chiaramente al peso del fisco
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Re: [O.T.] Crisi economica
il cambio €-DM non era 1/1 ma 1/2 più precisamente 1/1,9558. In Lufthansa nel 2000 un FO col massimo delle ore prendeva sui 7000DM oggi un Comandante quasi all-in con quasi tutte le ore di legge volate sui 13500€SoTTO di nove ha scritto: ↑05/01/2023, 18:05Per dovere di cronaca quel picco di arrotondamenti che su alcuni articoli era effettivamente esagerato (io ricordo che la mia pizzeria preferita diventò una delle più care ma oggi è "ferma" a poco più di allora - 6/7 euro una pizza con un condimento quando se non ricordo male stava già a 5/5.5 nel dopo arrotondamento) è figlio anche del passaggio da una moneta leggera ad una pesante.
In Germania dove un Euro valeva l'equivalente di un Marco questa stortura non c'era e i prezzi sono saliti in maniera più regolare. Ma appunto come dice l'articolo, tempo qualche anno, nemmeno tanti, e quello scatto iniziale si è subito riassorbito.
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Re: [O.T.] Crisi economica
Ora che mi viene in mente. Proprio stamattina ho cestinato le fatture del 2012. Per nostalgia ci buttavo un occhio.
Ecco, su quel prodotto di cui facevo l'esempio prima l'aumento di 5 euro era avvenuto per 2 euro nel decennio 2002/12 e per 3 in quello 2012/2020. (senza appunto contare lo scatto di altri 2 euro di questo fine anno che porta la proporzione dell'aumento ancora maggiore negli ultimi 10 anni che non nel dopo cambio moneta).
Insomma, nel 2012 lo vendevo ancora a soli 15 euro. (2.09 centesimi più di quando lo vendevo in Lire nel 2002. Sticazzi che aumentone).
@ Harry. Grazie per la precisazione ma il discorso sugli arrotondamenti non cambia. Avevate cognizione di quanto valeva un euro rispetto al marco ben più facile rispetto a noi.
Da noi le monete da 1 e 2 euro erano visti come spiccioli. Quando invece erano "soldi". e la gente li spendeva come prima spendeva le 100 e le 200 Lire. Per liberarsi le tasche. A fine mese la differenza era abissale.
Ecco, su quel prodotto di cui facevo l'esempio prima l'aumento di 5 euro era avvenuto per 2 euro nel decennio 2002/12 e per 3 in quello 2012/2020. (senza appunto contare lo scatto di altri 2 euro di questo fine anno che porta la proporzione dell'aumento ancora maggiore negli ultimi 10 anni che non nel dopo cambio moneta).
Insomma, nel 2012 lo vendevo ancora a soli 15 euro. (2.09 centesimi più di quando lo vendevo in Lire nel 2002. Sticazzi che aumentone).
@ Harry. Grazie per la precisazione ma il discorso sugli arrotondamenti non cambia. Avevate cognizione di quanto valeva un euro rispetto al marco ben più facile rispetto a noi.
Da noi le monete da 1 e 2 euro erano visti come spiccioli. Quando invece erano "soldi". e la gente li spendeva come prima spendeva le 100 e le 200 Lire. Per liberarsi le tasche. A fine mese la differenza era abissale.
Dòni, sa tirìa e cul indrìa, la capela la'n va avantei / Donne, se tirate il culo indietro, la cappella non va avanti. BITLIS
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Re: [O.T.] Crisi economica
come sempe vanno considerati i valori reali dunque al netto dell'inflazione.
i prezzi non raddoppiarono affatto con l'euro e lo si è visto.
sono raddopiati forse oggi come dicevo ma appunto solo nominalmente.
se li si aggiusta per l'inflazione no.
capitolo salari.
i salari reali in italia sono in diminuizione con l'eccezione del comparto pubblico.
e, altro dato, la classe di età più ricca sono gli over 65, cioè i pensionati che, in gran numero ancora, vanno col retributivo e dunque finanziati dalla tasse che aumentano (esattamente per pagare pensioni di chi non ha versato una mazza rispetto a quanto prende)
perchè i salari reali non crescono? perché la TFP - produttività totale dei fattori - è scesa.
mentre è salita nel ventennio 55-75 (il boom, appunto che fu tecnologico non finanziario) in l'italia la TFP ha smesso di crescere e con essa i salari reali.
rimedi? li sapete anche voi ma non li volete per le vostre piccole, singole ragioni.
fare le riforme vere, cioè quelle a costo economico zero ma costo politico alto, non è ben visto; sono infatti quelle riforme un pericolo per posizioni monopolistiche, per rendite di posizione, grandi e piccole.
le vostre.
sapete quali sono
i prezzi non raddoppiarono affatto con l'euro e lo si è visto.
sono raddopiati forse oggi come dicevo ma appunto solo nominalmente.
se li si aggiusta per l'inflazione no.
capitolo salari.
i salari reali in italia sono in diminuizione con l'eccezione del comparto pubblico.
e, altro dato, la classe di età più ricca sono gli over 65, cioè i pensionati che, in gran numero ancora, vanno col retributivo e dunque finanziati dalla tasse che aumentano (esattamente per pagare pensioni di chi non ha versato una mazza rispetto a quanto prende)
perchè i salari reali non crescono? perché la TFP - produttività totale dei fattori - è scesa.
mentre è salita nel ventennio 55-75 (il boom, appunto che fu tecnologico non finanziario) in l'italia la TFP ha smesso di crescere e con essa i salari reali.
rimedi? li sapete anche voi ma non li volete per le vostre piccole, singole ragioni.
fare le riforme vere, cioè quelle a costo economico zero ma costo politico alto, non è ben visto; sono infatti quelle riforme un pericolo per posizioni monopolistiche, per rendite di posizione, grandi e piccole.
le vostre.
sapete quali sono
Ultima modifica di marziano il 05/01/2023, 20:05, modificato 1 volta in totale.
La verginità è un ottima cosa perché capisci meglio cosa è vero e cosa invece è falso.
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Re: [O.T.] Crisi economica
a me dei dati ufficiali frega poco, come di tutti gli spiegoni tecnico/tattici. I soliti noti giá citati da Cicciuzzo, sguazzarono alla grande raddoppiando tutto "per comoditá", prezzi al dettaglio,parcelle etc...chiaro che è durata poco...perchè poi tu inculi...ma quando vai dal fornitori sei inculato pure te. Ma con tutto il giro percepito o meno, una veritá resta incontrovertibile, la spesa quotidiana raddoppiò a fronte dimezzamento stipendi...infatti siamo andati ancora più dal culo.
Re: [O.T.] Crisi economica
cioè preferisci non rinunciare alla tua idea anche quando viene dimostrato che sia sbagliata e smentita dalla realtà dei fatti.cirillosomma ha scritto: ↑05/01/2023, 20:04a me dei dati ufficiali frega poco, come di tutti gli spiegoni tecnico/tattici. I soliti noti giá citati da Cicciuzzo, sguazzarono alla grande raddoppiando tutto "per comoditá", prezzi al dettaglio,parcelle etc...chiaro che è durata poco...perchè poi tu inculi...ma quando vai dal fornitori sei inculato pure te. Ma con tutto il giro percepito o meno, una veritá resta incontrovertibile, la spesa quotidiana raddoppiò a fronte dimezzamento stipendi...infatti siamo andati ancora più dal culo.
va ben ma poi non lamentiamoci.
credo sia una condizione clinica.
La verginità è un ottima cosa perché capisci meglio cosa è vero e cosa invece è falso.