Traggo questa citazione come spunto, non per difendere le opinioni di nessuno (tantomeno le opinioni presunte):
io spero che le cose siano davvero come molti dicono, e cioè che vi sia in atto un processo di autodeterminazione che produca i migliori effetti e il numero minore possibile di danni.
D'altro canto però, non posso guardare le cose solo alla luce di una speranza e di un augurio. La morte, la devastazione, sì: sono drammaticamente democratiche. Da qui non mi sento assolutamente di dire che il sangue versato (dato che la situazione è ormai quella) possa produrre i migliori effetti e il numero minore possibile di danni (un conto è sperarlo, un altro è crederlo).
Un vento di guerra è qualcosa d'irrazionale, è come un vulcano. Non si può sperare nella clemenza del vulcano. Non si può fare affidamento sul vulcano. Ed è per questo che a mio avviso, la forza che a mio avviso aveva le facoltà di comprendere il pericolo, aveva modo e risorse per depotenziarlo o trattarlo per quello che è. Che il dire questo venga interpretato come "tifare per il vulcano" per me è semplicemente folle. Ma ora siamo oltre a questo, evidentemente non c'erano le capacità e/o gli interessi per usare tutte le proprie risorse per contenere e deviare il rischio. Le critiche le rivolgo alla parte da cui mi aspetto qualcosa, da sempre; è insensato rivolgere critiche alla parte da cui non ci si è mai aspettato nulla, non so se mi spiego.
Francamente non riesco a considerare eticamente delle forze in gioco, dei governi e degli eserciti. Li considero dal mero punto di vista materiale, dalle forze in gioco e dalla capacità strategica. Eticamente si può considerare la gente, le vittime, vittime ora di un tipo, ora di un altro tipo, sempre vittime sono. Mi auguro che la crescita del pericolo, che in questo momento non so esattamente se si è stabilizzata o se è calata leggermente, serva a mettere in gioco tutte le risorse che servano all'unico obiettivo che mi pare sia trasversale, il risultato migliore in termini di diritti e di vite umane (qualunque esso sia...)
Se non sarà così, diventerà forse chiaro come è estremamente ozioso cercare giustizie e ideali nella devastazione. Se pace e giustizia sociale possono arrivare a braccetto, non c'è niente di meglio. Sono molto scettico sulla possibilità di avere una buona soluzione senza ingoiare bocconi amarissimi, ma non è lo scenario peggiore.