filantropia Amore verso il prossimo, come disposizione d’animo e come sforzo operoso di un individuo o anche di gruppi sociali a promuovere la felicità e il benessere degli altri.
Non sono indignato. Gli auguro lunga vita e prosperità.
filantropia Amore verso il prossimo, come disposizione d’animo e come sforzo operoso di un individuo o anche di gruppi sociali a promuovere la felicità e il benessere degli altri.
Non sono indignato. Gli auguro lunga vita e prosperità.
Io ho superato la fase dell'indignazione. Non mi indigno più di nulla. Sono totalmente assuefatto da ogni sentimento di collera, irritazione, sdegno.
Vi sfido a farmi indignare di qualcosa.
L’indignazione è il sentimento di chi si ritiene puro, diverso e superiore da chi fa il male: “io sono Altro, io questo non lo farei mai”. È stata definita la più grande menzogna morale, e questa definizione mi è piaciuta molto.
Con l’indignazione non si capisce niente, non si procede, non si risolve. Non ci si indigna se non ci si mette sul piedistallo
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filantropia Amore verso il prossimo, come disposizione d’animo e come sforzo operoso di un individuo o anche di gruppi sociali a promuovere la felicità e il benessere degli altri.
Non sono indignato. Gli auguro lunga vita e prosperità.
Questa ad esempio è “invidia” non indignazione.
“Vorrei avere quello che ha Bill, poiché non riesco e penso di non riuscire mai ad avere quello che ha lui, voglio almeno che lui perda tutto. I soldi, la credibilità, la vita: gioisco se perde qualcosa”
Invidia, si chiama
Io ho superato la fase dell'indignazione. Non mi indigno più di nulla. Sono totalmente assuefatto da ogni sentimento di collera, irritazione, sdegno.
Vi sfido a farmi indignare di qualcosa.
L’indignazione è il sentimento di chi si ritiene puro, diverso e superiore da chi fa il male: “io sono Altro, io questo non lo farei mai”. È stata definita la più grande menzogna morale, e questa definizione mi è piaciuta molto.
Con l’indignazione non si capisce niente, non si procede, non si risolve. Non ci si indigna se non ci si mette sul piedistallo
Non mi ero mai soffermato a pensarci. Debbo concordare pienamente.
Quì poi spesso ci si indigna per poco.
Eh no io non sono d'accordo, l'indignazione per qualcosa di scandaloso è l'elemento fondamentale che segna l' inizio della reazione.Quando qualcosa indigna, scandalizza , monta la rabbia , si prende coscienza che non si può andare avanti così e si reagisce, si fa qualcosa. Se si rimane indifferenti, apatici , passivi, si viene ben presto sommersi dalla merda, da una montagna di merda
Eh no io non sono d'accordo, l'indignazione per qualcosa di scandaloso è l'elemento fondamentale che segna l' inizio della reazione.Quando qualcosa indigna, scandalizza , monta la rabbia , si prende coscienza che non si può andare avanti così e si reagisce, si fa qualcosa. Se si rimane indifferenti, apatici , passivi, si viene ben presto sommersi dalla merda, da una montagna di merda
Mi sa che l'equivoco sta nei termini. Scandalizzarsi, arrabbiarsi, irritarsi e scioccarsi sono una cosa, l'indignazione, nel senso che ha illustrato Geisha, nel porsi su un gradino di perfezione, altra cosa. Cioè viene data una valenza negativa al termine indignazione, alla stregua dei "sepolcri imbiancati" del vangelo. Per il resto è chiaro che davanti a certi fatti, l'animo umano deve avere un moto di rivolta, di condanna.
Più o meno, da quello che ha detto Geisha, l'indignazione si può considerare il sentimento di chi si pone dal lato di una propria superiorità morale e si sente in diritto di giudicare dall'alto della propria perfezione.
Ma ovviamente si disquisisce di sottigliezze linguistiche, l'importante, come dici, e non assuefarsi a certe porcherie.
Due considerazioni personali di psicologia base
La prima è che un comportamento non corrisponde ad uno stato: uno puó manifestare indignazione senza per forza sentirsi meglio
La seconda (forse ancora piú intuitiva ed elementare) è il principio della catena o dello scaricabarile, dando a qualcuno della persona che si sente meglio di un'altra si puó incorrere nel medesimo rischio (anche qui, vale il non determinismo)
Due considerazioni personali di psicologia base
La prima è che un comportamento non corrisponde ad uno stato: uno puó manifestare indignazione senza per forza sentirsi meglio
La seconda (forse ancora piú intuitiva ed elementare) è il principio della catena o dello scaricabarile, dando a qualcuno della persona che si sente meglio di un'altra si puó incorrere nel medesimo rischio (anche qui, vale il non determinismo)
Condivisibile in parte.
In questo caso si contestava più che altro l'utilizzo dell'espressione "indignarsi", dandole un'accezione negativa.
Alle seconda considerazione si potrebbe ribattere che io che trovo scorretta la tua indignazione (per i motivi specificati), non mi pongo a mia volta sul piedistallo indignandomi, ma semplicemente pensando che stai sbagliando, magari in buona fede, cercando di pormi al tuo livello, come essere fallace a mia volta.
Li ho volutamente presentati come rischi e possibilità, complementari ad altri rischi e tendenze.
La stessa terminologia ha varie sfumature, ad esempio l'indignazione puó prescindere da un riferimento personale ma rivolgersi ad una situazione, ad un sentire emotivo.
Il che oltretutto non esclude affatto di sentirsi parte stessa del problema
L'indignazione popolare è un'espressione usata per un risentimento comune verso una certa cosa, ma si potrebbe usare tranquillamente risentimento, rabbia, incazzatura, ecc.. Ma ripeto è solo una sfumatura che Geisha aveva dato alla parola e che io avevo sposato, accidenti a me che mi sono infognato in questa discussione.
Ultima modifica di Salieri D'Amato il 20/01/2022, 15:36, modificato 1 volta in totale.
Due considerazioni personali di psicologia base
La prima è che un comportamento non corrisponde ad uno stato: uno puó manifestare indignazione senza per forza sentirsi meglio
La seconda (forse ancora piú intuitiva ed elementare) è il principio della catena o dello scaricabarile, dando a qualcuno della persona che si sente meglio di un'altra si puó incorrere nel medesimo rischio (anche qui, vale il non determinismo)
Condivisibile in parte.
In questo caso si contestava più che altro l'utilizzo dell'espressione "indignarsi", dandole un'accezione negativa.
Alle seconda considerazione si potrebbe ribattere che io che trovo scorretta la tua indignazione (per i motivi specificati), non mi pongo a mia volta sul piedistallo indignandomi, ma semplicemente pensando che stai sbagliando, magari in buona fede, cercando di pormi al tuo livello, come essere fallace a mia volta.
concordo con Salieri, si può essere arrabbiati e disgustati (emozioni di base) e non arrivare a provare indignazione. Non è che il contrario di indignazione è assuefazione, e nemmeno apatia
Poi sono emozioni e quindi non sono sbagliate in se, non vanno negate; ci portano una informazione e va compresa.
Come mai mi sento così? Se oltre a rabbia e disgusto provo quella cosa dell’indignazione io personalmente - e vale per me - mi interrogo se non sono sul piedistallo, e perché voglio dirmi che io quello non lo farei mai.
Esercizio: avete presente la comare di paese che è indignata per la ragazza che se la fa con un uomo sposato? Ecco: indignazione